Discussione

ATLETA TRANSGENDER…ANCORA POLEMICHE…ANCHE IN TV.

ATLETA TRANSGENDER…ANCORA POLEMICHE…ANCHE IN TV.

Posso capire che sia piuttosto intrigante chiedersi a livello mediatico soprattutto se sia “giusto” osservare, per esempio, un’atleta trans come la nuotatrice americana Lia Thomas o più recentemente la ragazza ripresa nel video, gareggiare contro donne tutte non transgender ma il compito del giornalismo, televisivo o cartaceo che sia, dovrebbe essere quello di chiarire e spigare senza instillare il tarlo del dubbio e della iniquità, anziché dedicarsi alla cucina per preparare “minestroni” e, come ho già avuto modo di scrivere, “più leggo è più mi pare evidente che per molti l’unico sesso “buono” da prendersi in considerazione sia quello che si pratica da solo, senza ovviamente rinunciare ad un resistente guanto in nitrile per precauzione, per poi scoprire di aver però solo fatto un volo con la fantasia”. Per cui, fuori dai denti, ma quale tipo di messaggio si vorrebbe realmente far passare esattamente? La maggior parte degli esseri umani può essere biologicamente classificata come maschio o femmina e le differenze tra i due sessi sono particolarmente evidenti anche solo prendendo in esami gli organi interni ed esterni. Queste differenze si evidenziano grazie all’espressione della ventitreesima coppia di cromosomi, XY per gli uomini e XX per le donne. Tutto ok sino a questo punto?…spero di sì. Capita però che questa classificazione biologica tra i due sessi non sempre sia totalmente esaustiva. Esiste difatti una varietà sorprendentemente ampia di cosiddette condizioni “intersessuali” in cui l’espressione biologica può essere ambigua o più propriamente non allineata con l’espressione cromosomica di cui sopra. Diversi esempi sono realmente sbalorditivi. Alcuni ricercatori indiani nel 2014 hanno esposto il caso di un uomo settantenne e padre di 4 figli che venne sottoposto ad un intervento chirurgico avendo i medici rinvenuto la presenza sia di un utero che delle tube di Falloppio (ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4276263/) nonostante possedesse sempre la ventitreesima coppia di cromosomi XY maschile. Ed ancora, come non menzionare il caso della ostacolista spagnola María José Martínez-Patiño che solo dopo i 25 anni di età venne a conoscenza, pur essendo dotata di genitali femminili, di possedere un corredo cromosomico XY oltre alla presenza di testicoli interni? Come risultato, quando il tutto venne alla luce, le fu vietato di competere alle Olimpiadi del 1986. Questi esempi rientrano nel novero dei disturbi DSD o DSS ossia disturbi della differenziazione sessuale. Certamente tali disordini sono rari, ma non così rari come si potrebbe pensare infatti secondo diverse stime rilevabili in letteratura, ne sono affetti un numero di persone comprese in una forbice tra lo 0,1% ed il 2% e tanto per dare un’idea dimensionale, il disturbo bipolare secondo le stime del NIMH, ha una incidenza compresa tra l’1% ed il 2% (nature.com/articles/nrurol.2012.182). Ciò significa, per esempio, che negli USA ci sono tra circa 300.000 e SETTE MILIONI di persone definibili “intersessuali” mentre a livello globale tra OTTO e CENTOSESSANTA MILIONI. Ovviamente esistono delle criticità nel proporre queste stime dal momento che la definizione di condizione intersessuale risulta piuttosto ambigua poiché si deve considerare che non tutte le persone intersessuali sono transgender, così come tutte le persone transgender non sono intersessuali. Il quesito su come comportarsi con le persone intersessuali nelle competizioni sportive precede quindi storicamente la più recente domanda di cosa fare con gli atleti trans e María José Martínez-Patiño ne costituisce un precedente esplicativo per cui formuliamo qualche considerazione... Il resto lo potrete leggere al seguente link: ilgeneegoista.blogspot.com/2024/05/atleta-transgenderancora-polemicheanche.html