Mattia Seravalle

Fine Giugno, il caldo era sempre più asfissiante ed i ritmi di lavoro più stordenti. C'erano molte finestre che permettevano un ricircolo d'aria; anche la porta sul retro contribuiva a mantenere una parvenza di freschezza. Tutto falso. Tra fornelli, forni, friggitrici e la naturale temperatura estiva sembrava di essere in una sauna. Arrivavano sempre più clienti proporzionati all'aumento delle temperature, giorno dopo giorno. L'apertura del frigorifero, quella del congelatore e la preparazione dei semifreddi erano i giusti schiaffi che mi permettevano di superare quei caldi. Nota dolente le celle frigorifero, macchine progettate per punire i dipendenti che vi entravano per qualsiasi motivo. Gli sbalzi termici erano più affilati dei coltelli.

I piatti unti ricolmi di formaggi filanti, patatine e carni fritte nel burro sono protagonisti indiscussi del Food Porn, una moda tanto curiosa quanto inquietante. Un'arte culinaria Made in USA ,la madre dello street food, del burro fuso colante da ogni dove e dall'abbondanza insensata degli alimenti presenti in unico piccolo piatto. Il fascino nasce dal lavaggio del cervello che ci viene fatto dai fritti croccanti ripieni di formaggi, succulenti costine di maiale che si sciolgono in bocca, il tutto adagiato su altre pietanze cotte ed abbinate nei modi peggiori e dannosi possibili. Immagini che giocano con colori e suoni per farci partorire scariche di dopamina, ecco il fascino. Questo però mi inquieta, siamo davvero così deboli da cadere in questi stupidi tranelli? Dopo aver visto Food Porn ho sempre voglia di cotolette fritte croccanti in stile Mc Donald. Che ne pensate?

Il primo giorno nella cucina del ristorante dei miei zii fu molto emozionante. Ricordo ancora la faccia compiaciuta di mio cugino nel vedermi li vicino a lui, mi vedeva come il suo apprendista privato, cosa che effettivamente sarei dovuto essere, pronto a mettermi subito alla prova in questa nuova incredibile avventura. Sia lui che lo Chef erano molto felici di avermi li, ma ancora la stagione doveva iniziare ed io in realtà avevo solo paura di perdermi nella quantità spropositata di cose nuove da imparare. Il ristorante è uno di quelli sul mare, attrezzato a dovere per poter servire quasi 200 persone per turno, per questa la cucina quell'anno ad inizio stagione era stata rinnovata, allargata e resa più comoda per tutto il personale data la grande mole di lavoro, inoltre gli servivano spazi più aperti per una migliore circolazione dell'aria e degli odori ed un'area più ampia per la dispensa. Dopo il tour della cucina, degli attrezzi e del personale mi venne presentata come mia sorpresa quella che sarebbe stata la mia compagna di disavventure, quello spazio in cui avrei camminato, sporcato ed imprecato: la mia postazione di lavoro. A quanto pare non mi sarei limitato ad aiutare il cuoco, mi aspettava la preparazione dei dolci e degli antipasti.