Discussione

Delocalizzazioni, i consulenti: «All’estero poche tasse e alta qualità della vita. L’Italia deve sve

«Meno tasse, non più multe». Mentre l’Italia discute l’introduzione di micro-sanzioni per cercare di frenare l’emorragia di imprese che trasferiscono i loro stabilimenti all’estero, la delocalizzazione continua a cancellare centinaia di posti di lavoro ogni anno in tutta Italia. «È un fenomeno che bisogna comprendere, senza campanilismi e retorica», dice Roberto Maggio, founder della società di consulenza aziendale VR & Partners. La società, con sede a Sofia, in Bulgaria, è tra le principali realtà di consulenza aziendale a cui si rivolgono le imprese che decidono di delocalizzare in Bulgaria. «Discutere del problema colpevolizzando gli imprenditori, che cercano semplicemente di fare scelte più vantaggiose per il loro business, è fuorviante. È il sistema-Paese a essere responsabile di creare le condizioni migliori perché le aziende trovino conveniente rimanere, investire, e creare posti di lavoro in Italia». Nel corso degli anni l’Italia ha visto molte delle sue multinazionali aprire stabilimenti all’estero. La Fiat in Polonia, Geox in Brasile, Benetton e Stefanel in Croazia, Calzedonia in Bulgaria. E quello delle delocalizzazioni è un fenomeno che non riguarda solo il mondo produttivo: in tempi non più molto recenti quasi tutti i principali operatori telefonici, nonché compagnie di broadcasting come Sky, hanno aperto i loro customer care in Albania e in Romania. "Sempre più aziende italiane (e non solo) decidono di investire in Bulgaria principalmente per due motivi – spiega Maggio - il costo del lavoro e la pressione fiscale. In Bulgaria il costo di un dipendente per le aziende è un quinto di quello che sostengono in Italia. Per quanto riguarda la pressione fiscale c'è invece una flat tax unica al 10% sia per le aziende che per le persone fisiche. Città come Sofia, peraltro, sono in grado di offrire alti standard di qualità della vita per servizi, trasporti e divertimento. Per questo sempre più italiani si rivolgono a noi per trasferire qui il loro business e, in generale, la loro vita». E l'Italia? «L'Italia deve svegliarsi», conclude Maggio, «A livello governativo serve maggior determinazione per incoraggiare chi fa impresa a investire, attraverso politiche fiscali competitive con quelle dell'area UE, invece di discutere sull’introduzione di multe che non fanno altro che scoraggiare ogni iniziativa imprenditoriale».