Discussione

"Codice Ratzinger": il piccolo catechismo del sedevuotista A. Cionci contro Papa Francesco

"Codice Ratzinger": il piccolo catechismo del sedevuotista A. Cionci contro Papa Francesco

Questo contributo tenta di illustrare le tesi del dott. Andrea Cionci, l’autore di “Codice Ratzinger”. Giovane eclettico - baritono, storico dell’arte, ora giornalista – nel suo libro cerca, con codice di diritto canonico alla mano, di dimostrare che il vero pontefice non è Papa Francesco ma Benedetto XVI. La narrazione è suggestiva: Papa Benedetto – impedito nell’esercizio delle sue funzioni da una fronda di cardinali (riuniti in un gruppo che viene chiamato da alcuni come “Mafia di San Gallo”) che volevano spodestarlo e mettere uno di loro al suo posto – avrebbe escogitato una raffinata contromossa per mettere in salvo il trono di Pietro dagli usurpatori. Non potendo infatti resistere ai continui attacchi dei nemici (che, secondo le tesi complottiste, avrebbero pure pianificato di ucciderlo), e costretto di conseguenza a lasciare loro il governo della Chiesa, sarebbe riuscito tuttavia a mantenere per sé la carica di Pontefice. In che modo avrebbe fatto ciò? Predisponendo un documento in latino, la “declaratio” del febbraio 2013, in cui grazie ad uno sdoppiamento fra “funzioni” e “titolo” – sdoppiamento che sarebbe codificato nel codice di diritto canonico – avrebbe detto di rinunciare alle prime mentre avrebbe taciuto sul secondo. In tal modo si sarebbe dimesso dalle funzioni di pontefice pur rimanendo tale: sarebbe ancora oggi il Capo della Chiesa. Si sarebbe poi autoconfinato in un monastero all’interno delle mura vaticane e, non potendo lui stesso svelare al mondo la verità (secondo le tesi complottiste sarebbe in uno stato di prigionia, sotto minaccia), da là invierebbe – tramite libri, interviste etc. - dei messaggi in codice che se correttamente decifrati, svelerebbero al mondo che lui è il vero Papa e che Francesco è un impostore – un antipapa – messo dai suoi nemici a capo della Sede Apostolica, lasciata vacante (“vuota” secondo Cionci). L’autore tuttavia non dà solo una sua interpretazione di come sono andate le cose quando Benedetto si è dimesso ed è stato eletto Papa Francesco. Dopo avere conferito, citando delle fonti e degli esperti da lui interpellati, crisma di verità ai presupposti contenuti nei suoi scritti, è passato ad illustrarne ai suoi lettori le conseguenze e continua a farlo con interventi ed articoli (scrive per Libero). In particolare: poiché – secondo la ricostruzione contenuta nel suo libro - Ratzinger è ancora il vero papa e Bergoglio un antipapa, i fedeli che sono in comunione con quest’ultimo farebbero parte di un’altra comunità, che non è la Chiesa Cattolica. Cionci, dopo essersi dato da fare per decifrare un codice altrimenti inaccessibile ai più, pone oggi continuamente attenzione sul fatto che c’è chi, ignaro di quanto realmente accaduto, non vivrebbe nella vera Chiesa. La sua opera non si limita pertanto a fare inchieste giornalistiche e a scrivere libri fornendo delle ricostruzioni su vicende interne al Vaticano, ma intende, sulla base di esse, ristabilire una verità storica secondo la quale si sarebbe verificato uno scisma: è fattuale – secondo il giornalista – che è venuta a crearsi nel 2013 una nuova Chiesa, che egli chiama “Chiesa Bergogliana” che non è la Chiesa Cattolica facente ancora capo a Benedetto XVI. A conferma di ciò spesso e volentieri Cionci associa il suo nome e la sua opera a quella di un certo Don Minutella. Il giornalista non manca di intervenire nelle trasmissioni in streaming su Youtube dove il sacerdote - ridotto allo stato laicale da Papa Francesco - ha un canale (“Radio Domina Nostra”), da cui lancia strali contro di lui e la “Chiesa Bergogliana”, e da cui trasmette quotidianamente le sue catechesi, la cui narrazione è molto spesso pedissequamente identica a quella di Cionci. Ordinato sacerdote nel 1999, Don Minutella è stato parroco nella periferia di Palermo. Ha conseguito una laurea e un dottorato in teologia. Ad un certo punto si disse latore di messaggi (“locuzioni divine”) della Madonna, di San Giuseppe e degli Angeli che gli avrebbero affidato l’incarico di difendere la dottrina dall’eresia e la Chiesa Cattolica dall’abbandono della tradizione. Sempre dicendo di seguire le indicazioni della Madonna ha fondato, senza autorizzazione, a Carini (Palermo) una sua comunità, “Piccola Nazareth”, e un ordine di suore. Nel 2015 le televisioni nazionali, che già gli avevano dato spazio per via delle “locuzioni”, si occuparono nuovamente di lui quando disse di aver individuato, all’interno dei confini dei terreni dove ancora oggi riunisce i suoi seguaci, una fonte di acqua dalle proprietà “terapeutiche ed esorcistiche”. Come fece con Bernadette, la Madonna gli avrebbe indicato dove scavare. Non tardarono ad arrivare le sanzioni da parte dell’Autorità Ecclesiastica: gli venne vietato di celebrare l’Eucarestia a Carini dall’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi, che dichiarò «totalmente illecite le attività religiose compiute da don Alessandro Minutella», decretando «la sicura falsità delle sue affermazioni quando si dichiara “profeta” di messaggi soprannaturali, la cui diffusione mette seriamente a rischio la genuina devozione popolare verso la Madonna, gli Angeli e i Santi». Riguardo all’acqua miracolosa, una nota dell’arcidiocesi la definì “un’ invenzione quanto meno strumentale, poiché gioca con la sacra sensibilità dei semplici, che vivono seri di momenti di prova” e condannò la pratica della sua distribuzione ai fedeli perché oltre ad essere “contraria al volere della Chiesa, è fortemente sospetta di manipolazione delle coscienze”. Don Minutella, che la Chiesa ha accusato a più riprese di essere un manipolatore ha, molto prima dell’inchiesta del dott. Cionci, disconosciuto Bergoglio come Papa. Per questo motivo nel 2017 venne sospeso dalle sue funzioni e allontanato dalla sua parrocchia. Incorse poi in scomunica per eresia e scisma e in ultimo, dopo aver rifiutato di dichiararsi fedele a Papa Francesco, è stato ridotto allo stato laicale. Nel 2019 diede pubblicamente “la solidarietà e il sostegno” suoi e della sua comunità a Matteo Salvini per “la sua difesa dei valori cristiani e per il suo coraggio nella fede”. Cionci lo dipinge come un martire che si è immolato per la verità e come un soldato che combatte, con ancor maggior foga dopo le sanzioni che gli sono state comminate, per farla conoscere tramite i socials e Youtube. Il giornalista afferma che in verità Don Minutella sarebbe ancora sacerdote nonostante il provvedimento di Papa Francesco: poiché infatti – secondo le sue ricostruzioni – il vero Papa non è lui ma Benedetto, tali provvedimenti non sarebbero validamente emessi e non avrebbero alcuna efficacia (lo stesso dicasi per le nomine dei cardinali, per l’emanazione delle encicliche etc). Emergono altri punti di contatto fra Cionci e Don Minutella. Essi non si fermano a disconoscere Papa Francesco, a definirlo un antipapa, posto a capo della Chiesa Cattolica da un gruppo di massoni che hanno a lungo tramato per usurpare il trono di Pietro, riuscendo a pilotare il collegio cardinalizio nel conclave del 2013, dopo aver fatto fuori Benedetto. Papa Francesco sarebbe – secondo Don Minutella - un satanista e – secondo il dott. Cionci - farebbe propaganda di culti esoterici in tutto il mondo e parteciperebbe lui stesso “attivamente e passivamente” ad “atti pubblici di superstizione, idolatria, paganesimo e negromanzia” e “a riti richiedenti l’intervento di demoni”, cioè di “entità maligne”. La narrazione di entrambi su questi punti si snoda attorno agli stessi tre elementi: 1) la presunta venerazione di Bergoglio per la Madonna che scioglie i nodi; 2) Il culto della pachamama incaica – la madre terra – che egli avrebbe introdotto in Vaticano e 3) l’invocazione della “nonna ragno”/ “donna ragno” – una dea precolombiana degli inferi e dell’oscurità - da parte di uno sciamano, durante un rito a cui Papa Francesco ha assistito nel corso del suo viaggio pastorale in Canada. Tutte e tre le figure (la prima e la terza sarebbero in qualche modo una riproposizione della seconda sotto altre spoglie) rappresenterebbero una “distorsione pagano-esoterica della Beata Vergine Maria”. Il giornalista, dopo aver raccolto la firma di più di trecento dei suoi lettori, ha scritto una lettera pubblica a due eminenti esorcisti, illustrando tutto ciò e denunciando come “abbiamo, inoltre, un idolo pagano-esoterico - quindi, per i credenti, diabolico – gabellato [spacciato] truffaldinamente a un miliardo e 285 mln di credenti come cattolico e mariano”. Cionci tiene a precisare che non ha mai detto che Papa Francesco è l’anticristo. Egli infatti dice di essersi limitato a sostenere che “molte posizioni di Bergoglio sono anticristiche in quanto minano a disconoscere Gesù Cristo come figlio di Dio” e che “chi ritiene che Bergoglio sia il papa segue un pontefice romano con un simbolo anticristico al collo” (nella croce pettorale di Bergoglio è raffigurato il Buon Pastore con le braccia incrociate, che sarebbe riconducibile ai Rosacroce). In sostanza secondo il Cionci-pensiero – per lui “incofutabile” su questo punto - Bergoglio non sarebbe l’anticristo ma mostrerebbe al mondo, con sfacciataggine e spudoratezza, di esserne un seguace, un discepolo in quanto ne porterebbe su di sé i simboli e ne sosterrebbe le posizioni. L’ars retorica di Cionci è sempre la stessa. Sia nelle trasmissioni radiofoniche in cui viene invitato che quando discorre con Don Minutella che ospita i suoi interventi nel canale Youtube da cui si rivolge ai suoi seguaci. Cita continuamente aneddoti e situazioni ordinarie – sempre gli stessi – per illustrare i contenuti della sua inchiesta e per spiegare a chi non è in grado di coglierli, i messaggi in codice inviati da Benedetto dal suo “autoisolamento”. Tutto appare sempre semplice, lineare, logico, persino banale, quasi a voler far dimenticare quanto siano sconvolgenti i fatti e i concetti che va esponendo. Veicola questioni “di inaudita, millenaria gravità” come dice lui stesso, con disinvoltura e naturalezza. Inserisce spesso la frase “lo capirebbe pure un bambino di otto anni”. Cita di frequente “il pool di specialisti” che lo hanno aiutato nel suo lavoro e i latinisti che, anche prima di lui, hanno notato un insolito numero di errori nella “declaratio” del febbraio 2013. Errori che proprio grazie al suo lavoro “preciso e rigoroso e unanimemente riconosciuto da decine di intellettuali, giuristi e docenti di rango universitario” oggi troverebbero una spiegazione: sarebbero stati volutamente inseriti da Benedetto, al fine di tenere per sé il “munus”, cioè il titolo di pontefice prima di abbandonare la sede apostolica assediata dai suoi nemici e autoesiliarsi in un monastero. Viene ospitato da piccole radio “libere e indipendenti” e i suoi scritti non sono stati pubblicati dalle grandi case editrici. Le trasmissioni di approfondimento delle tv nazionali non parlano di lui e della sua inchiesta né lo fanno i vaticanisti delle grandi testate, da lui contattati con lettere pubbliche. E’ lui ad affrettarsi a spiegarci il perché di tutto ciò: fra i grandi editori e i colleghi giornalisti c’è chi non mette in discussione la correttezza delle conclusioni della sua inchiesta. Tuttavia, pur condividendole, non ha il coraggio di esporsi. La Chiesa, è risaputo, è potente: Bergoglio – secondo le teorie complottiste – vi è stato messo a capo dai poteri forti, dalle forze massoniche-moderniste-nichiliste che governano il mondo. In Italia poi si sa come stanno le cose: c’è Tizio che è a capo del giornale della parrocchia il cui parroco però deve rimanere, almeno di facciata, un Bergogliano convinto; Caio che fa il portiere del vescovado il cui vescovo brama di essere fatto cardinale etc. Tutti questi – a dire di Cionci – hanno in realtà compreso che il vero Papa è Benedetto, ma tengono al loro posto di lavoro e al loro status prima di tutto. Cionci poi lamenta che fra giornalisti c’è molta invidia e i suoi colleghi sono di conseguenza riluttanti a condividere le conclusioni di un’ inchiesta eclatante e dirompente di cui non possono attribuirsi il merito. Tuttavia egli non si dà per vinto: continuerà a tirare per la giacchetta la stampa e le televisioni, a scrivere lettere pubbliche etc. e ci rassicura sul fatto che, avendo la verità una propria forza, i media asserviti ai poteri forti non potranno arrestarla. A chi gli domanda, nel corso delle trasmissioni radiofoniche in cui interviene, se l’eucarestia ricevuta da un sacerdote che celebra la messa in comunione con Papa Francesco sia valida, egli cita Don Minutella, il quale veicola via web la risposta a questa spinosa questione (cd. questione dell’”una cum”). Poiché “non è possibile andare a messa con gli eretici” e non si deve avere nulla a che fare con la Chiesa Bergogliana, “dominata da Satana”, per l’ex-prete palermitano i fedeli dovrebbero organizzarsi, contattare i sacerdoti e convincerli a venire nelle loro case e lì celebrare la messa in comunione con il vero papa, Benedetto. Oltre all’ eucarestia pure gli altri sacramenti sarebbero invalidi, secondo il Minutella-pensiero, perché «in tutto ciò che è in unione con Bergoglio non c’è Gesù Cristo, non c’è lo Spirito Santo, c’è Satana». Del resto, afferma Cionci, Papa Benedetto ha fatto la sua parte e vive in condizione di autoesilio da anni. E’ quindi anche opinione dello scrittore che sia arrivato il momento che pure i fedeli “facciano la loro parte”, “affrontando qualche sacrificio”. Il giornalista di Libero non lesina ad esprimere la sua opinione sulla pedofilia che attanaglia la Chiesa e a dirci quale, secondo lui, ne è la causa. Per Cionci è da individuare nel Concilio Vaticano II poiché, dopo di esso, i seminari si sono riempiti di omosessuali. Dell’omosessualità, che apprendiamo essere la causa della pedofilia nella Chiesa, l’Autore sente spesso l’esigenza di ribadire, nelle occasioni in cui viene invitato a parlare dei contenuti del suo libro, che secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, è “assieme all’omicidio volontario uno dei quattro peccati contro natura che gridano verso il Cielo”, nel senso di reclamare particolare castigo in questa vita, oltre che l’inferno nell’altra. In un’ occasione è anche capitato che Cionci abbia in un primo momento attribuito tale affermazione a Gesù, salvo poi, dopo un’ esitazione, correggersi. In un video, ripreso durante una delle “locuzioni divine” nella sua comunità di Carini, Don Minutella parlando con la voce della Madonna che a suo dire sarebbe entrata in lui, incita i suoi seguaci a reagire alle unioni “contro natura” (le unioni civili tra persone dello stesso sesso). Per Cionci la Sede Apostolica non è vacante ma vuota. Il termine “sede vacante” indica il periodo tra la fine di un pontificato e l’inizio del successivo. Poiché - secondo lui – il pontificato di Benedetto non è terminato avendo egli mantenuto sempre per sé il “munus”, in questo momento non ci sarebbe nessuna vacanza. Essendosi però autoesiliato in un monastero, la Sede sarebbe in questo momento vuota (Bergoglio sarebbe un impostore, un usurpatore, uno “pseudo-papa” o “antipapa”). Cionci inoltre, facendo questa precisazione terminologica, sembra volersi distinguere dal “sedevacantismo”, una posizione teologica emersa a seguito del Concilio Vaticano II (1962 – 1965). I sedevacantisti respingono questo concilio sulla base della loro interpretazione dei suoi documenti – tra gli altri sull’ecumenismo e sulla libertà religiosa - che andrebbero contro gli insegnamenti tradizionali della Chiesa cattolica e negherebbero la missione del cattolicesimo come unica vera religione, al di fuori della quale non c’è salvezza. Nodo discriminante di questa tesi, di per sé condivisa da altri movimenti tradizionalisti che però non si sono separati dalla Chiesa di Roma, è costituito dal fatto che i papi post- conciliari non sono solamente ritenuti cattivi papi, al contrario non sono mai divenuti legittimi successori di Pietro. Perciò, secondo loro, la “sede è vacante” almeno da Paolo VI, in particolare dalla dichiarazione conciliare Dignitatis Humanae (1965) (Secondo alcune frange anche Giovanni XXIII è caduto in eresia e riconoscono Pio XII come ultimo Papa valido). Cionci al momento non può in effetti essere “sedevacantista”: per lui i Papi fino a Benedetto compreso sono legittimi. Poiché – secondo le sue ricostruzioni - Benedetto non si sarebbe mai dimesso veramente e avrebbe lasciato la Sede Apolostica non vacante ma vuota, si può definirlo un “sedevuotista”. La vacanza della Sede Apostolica si avrà per Cionci solo al momento della morte di Ratzinger. Solo allora le sue teorie potranno definirsi “neo-sedevacantiste”. Cionci ha tuttavia molto in comune con chi taccia di modernismo tutto ciò che è venuto dopo il Concilio Vaticano II. Con chi afferma che l’opera di un Papa è buona se è Cattolica intesa nel senso di non modernista. Anche per Cionci ciò che viene dal Papa non è necessariamente Cattolico: il Papa e ogni segno che assicuri la sua presenza è vero solo in quanto serve a confermare la tradizione. In caso contrario, ove cioè si abbia una situazione riguardante il Papato in cui si mette in pericolo, o peggio, si danneggia la tradizione integra e pura, tale papato è falso, ha solo l’apparenza di vero: è un antipapato. Nella interpretazione che il giornalista e gli esperti da lui interpellati danno ad un passaggio della “declaratio”, Benedetto darebbe indicazione ai cardinali che ne sono “degni” (che – secondo le sue ricostruzioni - non possono essere quelli nominati da Bergoglio) di eleggere il suo successore. Come auspica Don Minutella – che rinverrebbe pure una profezia in un sogno fatto da San Giovanni Bosco – tali cardinali dovrebbero, anche nell’ipotesi Ratzinger morisse prima di Francesco, radunarsi subito in un conclave ristretto per eleggere un pontefice legittimo, successore del primo, da opporre al secondo. E’ più probabile che alla morte di Ratzinger le teorie di Cionci fonderanno un’ altro movimento sedevacantista, eventualmente con a capo Don Minutella, che si aggiungerà a quelli già esistenti e divisi in varie correnti: sedevacantisti “simpliciter” (Congregazione di Maria Regina Immacolata; Società San Pio V; Chiesa ortodossa greco-cattolica ucraina) e sedevacantisti “tesisti” o “sedeprivazionisti”, come la comunità dell' Istituto Mater Boni Consilii. Le posizioni di Cionci e Don Minutella potranno difficilmente assimilarsi a quelle della Fraternità di San Pio X di Lefebvre, una comunità tradizionalista che attualmente non è in comunione con la Chiesa di Roma. Essi infatti mettono in discussione l’autorità di papa di Francesco – similmente a quanto hanno fanno le varie correnti sedevacantiste con i papi post-conciliari – in modo “certo, assoluto, indiscutibile” mentre, fra le sette ragioni che i Lefebvriani adducono a motivo della loro divisione dalla Chiesa di Roma, non è inclusa la messa in discussione dell’autorità del suo Capo, che per loro è Francesco e con il quale dialogano. Per i Lefebvriani il “sedevacantismo” è sempre stata “una falsa soluzione” e hanno sempre ritenuto le varie “tesi sedevacantiste” che si sono succedute nel tempo, “imprudenti” e “appoggiantesi su elementi incerti”. Per i seguaci di Lefebvre il quesito “il Papa tal dei tali è – sì o no – il successore di Pietro, al quale si deve aderire (nell’insegnamento, nella disciplina, nella comunione ecclesiastica) per essere salvi?” non è mai stato di nessuna reale importanza per il singolo cattolico. Egli deve astenersi dall’occuparsi di questioni che riguardano l’autorità del successore di Pietro, come illustrava Lefebvre stesso con la metafora del farmacista.