Discussione

Il presente e futuro di noi giovani

Il presente e futuro di noi giovani

Ciao a tutti, ho 19 anni e qui voglio esporre, a chi non riesce ad aprire gli occhi, quello che sto passando io, e sicuramente molti dei miei coetanei, in questo periodo storico, reduci da mesi di quarantena, la guerra sul suolo Ucraino e tutte le crisi del caso. Spero di trovare le parole e le argomentazioni migliori per "raccontare" questo problema che ci affligge quotidianamente. Ipotizziamo insieme: a 18 anni, in media, ci si diploma, dopo spettano, principalmente, due percorsi, ovvero lavoro o università. Noi giovani veniamo, costantemente, demonizzati in ambito lavorativo; contratti poco retribuiti e messe in regola che, di tale, hanno solo il nome. Spesso ci si ritrova, anche, con contratti da 500euro al mese (se si ha la grandissima fortuna di essere messi in regola) per lavorare 6 volte al giorno e no, non è un film, ma credo che la maggior parte dei lettori lo sappia. Di conseguenza, un gran numero di persone, rifiuta l'offerta a priori o si licenzia alla prima paga, anche perché è come "vietato" chiedere prima informazioni sullo stipendio, viene vista come maleducazione e quindi ci si ritrova tante accuse sulle spalle, la prima è "ai miei tempi si lavorava per 2euro al giorno e bisognava dire grazie", mentre la seconda é "i giovani di oggi non vogliono fare niente". Innanzitutto se negli anni sono stati acquisiti dei diritti, è giusto che vengano rispettati, quindi confrontare la situazione attuale con quella passata è inopportuna, poi accusarci di non voler fare niente di fronte a certi stipendi e orari, beh, fa già ridere così. Per quanto riguarda il prosieguo degli studi: la maggior parte punta alle Università, dove, si sa, vige un po' la regola Pay to Win, chi paga ha la via più facile, con Università online o private, ovviamente non è questo il problema, bensì il motivo per cui una persona dovrebbe studiare, perché non ha molto senso, visto che la maggior parte dei laureati è dovuta scappare all'estero o si è dovuta accontentare di lavori, anche poco retribuiti, e non collegati col proprio campo di studi. Per non parlare del fattore reddituale, nella mia mente, per esempio, serpeggia la costante tentazione di rinunciare agli studi, perché? Vorrei evitare di far buttare soldi ai miei genitori, nel caso in cui non riuscissi o volessi continuare. Basta pensare i soldi per: iscrizione, libri, mezzi di trasporto e affitto, con le svariate bollette, se si è fuori sede. Inoltre, sottolineo che i miei genitori sono coloro che più mi supportano e che non mi direbbero (nemmeno penserebbero) nulla di male se scegliessi di abbandonare gli studi, tenendo conto che vivo in una famiglia col reddito medio, figuriamoci chi sta messo peggio di me. Un'altra cosa che ci fa soffrire è la mancanza di stimoli e meritocrazia. Abbiamo avuto Ministri e Presidenti del Consiglio senza alcuna esperienza o carriera, alcuni addirittura la terza media, cosa significa? Bisogna per forza essere laureati? Assolutamente no, ma ci sono stati dei casi davvero eclatanti, ricordiamo: Speranza (Ministro della Salute durante la pandemia da Covid-19, laureato in Scienze Politiche e zero esperienza nel settore medico) e Di Maio (Ministro degli Esteri durante l'attuale conflitto in Ucraina, semplicemente col diploma e bassissima conoscenza della lingua inglese). Ma allora questa meritocrazia di cui tanto si parla, esiste veramente? Spoiler: no. Siamo pure costantemente annebbiati dalla bella vita che fanno i nostri coetanei influencers, fanno un bellissimo lavoro e si riescono a godere la vita a pieno. Non è assolutamente un attacco nei loro confronti, anzi buon per loro che son riusciti ad uscire da questo terribile tunnel, quel che voglio sottolineare è come questa figura dell'influencer possa scoraggiare moltissime persone, per la vita che riescono a fare, parlando di esperienze, conoscenze e viaggi. Il futuro è ormai incerto e ci sono troppe crisi nel mondo: epidemie, riscaldamento globale e guerre per elencarne alcune; non sappiamo a chi chiedere aiuto, il governo mette i giovani in secondo piano, pensano solo al presente e manca lungimiranza. Chiedo solo maggior comprensione e meno pregiudizi nei nostri confronti, ovviamente la mela marcia c'è pure qui come in qualsiasi altro posto, ma la pressione sociale e tutto ciò che ci circonda ci sta distruggendo emotivamente e non sappiamo proprio come uscirne.