La nozione di “mezzo”, nell’ambito di una ricerca che si propone di porre a confronto gli esiti di una traduzione di un preciso tipo di testo (letterario) con un altrettanto ben definito testo (cinematografico), è assai importante…
Esistono alcune differenze tra romanzo e film, sia nell’ambito della loro produzione che in quello della loro successiva fruizione.
Entrambi sono la causa di una percezione narrativa che verrà immediatamente tradotta in un’emozione dal lettore/spettatore, assecondando specifiche dinamiche intrinseche al mezzo di cui si serve la narrazione per evolvere.
La nozione di “mezzo”, nell’ambito di una ricerca che si propone di porre a confronto gli esiti di una traduzione di un preciso tipo di testo (letterario) con un altrettanto ben definito testo (cinematografico), è assai importante.
Un libro, in particolare un romanzo, va a stimolare la “fantasia immaginifica” del suo lettore, lasciandolo libero di crearsi determinate immagini mentali e associazioni di idee (compatibilmente alla volontà e alla capacità dell’autore del testo, s’intende).
Un film, invece, è già composto da immagini, e la percezione di una narrazione lineare evolverà grazie ad associazioni mentali che verranno a formarsi dall’accostamento delle singole immagini.
In entrambi i casi la percezione di una determinata fonte narrativa condurrà ad una emozione percettiva, ma avvalendosi dell’aiuto di tramiti differenti: la parola e l’immagine, rispettivamente le unità minime di narrazione del romanzo e del film.
Nel momento in cui si decide di “tradurre” un testo letterario in un testo cinematografico occorre tenere presenti queste ed altre differenze, non dimenticando che, anche se il contenuto dell’atto comunicativo può considerarsi, con buona approssimazione, lo stesso, le espressioni che esso assumerà per esplicitarsi saranno radicalmente differenti andando a richiamare precise dinamiche interpretative.
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