Discussione

INDAGINE SCARAFAGGESCA

INDAGINE SCARAFAGGESCA RACCONTO PULP Gli errori ortografici sono simili a scarafaggi , affiorano tra le righe delle mie pagine , illuminate da una bianca luna . Scorrono tra i tanti ricordi che vanno timidi , dentro di me , all’interno di un universo metafisico , in un tempo passato che non farà mai più ritorno nel ciclo delle esistenze di mezzo. Credere in se stessi, in ciò che siamo stati, nelle proprie azioni ,irriverenti , incredibili movimenti di un umanità spezzata dalle disgrazie che si sono accumulate dentro noi . Errori che ci hanno spinto ad errare per altre terre nel ritornare vittoriosi , innocenti come il primo giorno di scuola ,rincorso nel sogno di un fanciullo addormentato tra le braccia di sua madre. Distratti dal caso letterario , fino ad un ultimo respiro ritmico che si dissolve nel vago dire che persegue regole , metriche antiche. La vita può essere spesso sgrammaticale a volte una crudele ignoranza s’impossessa di noi cosi in un attimo gioisci , piangi , vivi una gioia , senza limiti, ignaro di cosa sia la sofferenza altrui . A volte sei parte d’una tragedia popolare in compagnia di vecchie signore che seggono fuori l’uscio delle loro case fatiscenti. Rimani là incredulo spettatore , nell’ attesa qualcosa avvenga . Odi un grido alzarsi dal ventre della citta, con le sue maledizioni i suoi desideri sessuali nascosti. Ecco in questa storia , avremmo potuto essere tutti felici, pensa se non ci sarebbero stati , mai , guardie e ladri , ne vincitori , ne vinti , ne carcerieri , ne carcerati. Sarebbe stato bello affrontare la realtà ,come la prima volta che facemmo l’amore , senza dover affrontare i soliti bulletti di quartieri , passare attraverso i muri di una città che cresce su i suoi delitti nei suoi sogni infranti, tra mille voci che si susseguono e diventano una. Bella la mia città tanto bella in questo mattino radioso m’accoglie con il fiato in gola, mi porta in giro per strade deserte figlie di tante storie antiche . Inseguo parole svergognate , sciupafemmine, stracche , nel loro iperrealismo orfico , tutto potrebbe essere assai creativo , in questa bella giornata di sole. Ed io alle quattro di mattina , ho dovuto correre in centrale per un caso urgente , un malandrino , trovato morto in una stradina , vicino alla ferrovia. E mi faceva male lo stomaco . Sono sceso dal letto e ho scorreggiato cosi tanto che la signora del piano di sotto avrà sentito tutto. Bella giornata, vedo diversi morti stesi al sole, tante vittime e non c’è nulla da capire , forse avremmo potuto cambiare pelle come i serpenti , cambiare colore , divenire tutt’ altre persone, vivere in un mondo ideale , virtuale , ove si ha il diritto ad essere se stessi senza rimanere marionette, lasciate da sole a recitare in mezzo ad una commedia . Ed io mi continuo a domandarmi , chi me lo fa fare, non guadagno più di un infermiere e pure sono un ispettore di polizia. Mio padre , mi avrebbe voluto Medico o Avvocato, io non sono arrivato mai alla specialistica , però ho studiato tanto, giorni, mesi , anni , tutte le leggi di questo mondo, tutti i commi , tutti i perché di questa vita . Non ho trovato risposta, alle tante mie domande . Però , quando sono in ufficio insieme ai miei colleghi , mi sento orgoglioso di me stesso , migliore di loro, più colto , provvisto di grande intuito , capace di risolvere grandi misteri. Poter acciuffare criminali, ed altro in poco tempo. Divenire famoso , più famoso di Sherlock Holmes , dell’ ispettore Vinci , buonanima , collega di mio padre . Perché io sono un figlio d’ arte figlio di un povero poliziotto che ha sgobbato giorno e notte , senza mai arrivare al grado di maresciallo. La città mi rapisce con la sua bellezza , con le sue passioni clandestine mi coinvolge nell’adulterio , così mi butto a capofitto in mille indagine, inseguimenti che portano a volte, cosi lontano fin sopra la luna , dentro un'altra dimensione , che mi fa pensare e divenire amico di strani personaggi, strani esseri che popolano i miei peggiori incubi. Sono giunto in centrale , Henry m’aspettava con quella sua faccia di schiaffi in piedi su i gradini dello scalone principale. Henry , vice brigadiere , al mio servizio , come assistente, padre di dieci figli , di cui sei , sposati con diverse donne non italiane , Un suo figlio, Filippo ha sposato una sud americana, una portoricana un gran bel pezzo di donna, con due seni stratosferici , che quando la vedo, mi ballano gli occhi. Henry e nonno di già otto nipotini e quando vado a casa sua , per via dei vari inviti a cena o di compleanno dei suoi nipoti e figli , perché Henry pretende che io sia presente a tutte le sue feste , fatte in casa sua. E non ci sono ragioni o scuse per dissentire . È quasi inutile , inventarsi mille scuse e mille improvvisi malanni. E capace di prendermi pesolo , pesolo e portarmi a casa sua dove seggo sempre a capo tavolo, con grande entusiasmo della sua numerosa prole. Battimani e bottigline di coriandoli, elogi a non finire , mi fanno tante feste a dispetto di ogni qual volta che non vado a casa del mio assistente Henry . Ed ogni volta , trovo qualche avvenente tardona , desiderosa di sposarmi , ne avrò conosciute a migliaia, a casa sua , fanno la fila , tutte donne del circondario , donne di mezza età , molte vedove , alcune belle, altre cosi brutte che non vi racconto. Tutto opera della moglie di Henry , Caterina di professione parrucchiera a domicilio. Tutte le sue cliente ed amiche ambiscono ad ammogliarsi con me . Ma io ho raggiunto una matura età, non ho mai preso moglie . Non ho trovato mai qualcuna , che facesse al mio caso, forse non è mai scoccato in me quella scintilla con cui mi sentissi attratto a tal punto da vedermi marito , padre, con tanti marmocchi in casa. Eppure ho amato e conosciuto tante donne , ho trascorso tante ore a letto con diverse vajasse , smargiasse, belle figliole. Ma ci tengo alla mia libertà e forse cosi facendo morirò solo , senza avere eredi. Henry m’aspetta come al solito , fuori la questura, impaziente , mi corre incontro, mi dice nervoso , hanno trovato un tizio morto giù al porto, non si sa da dove venga , forse è un alieno , forse un turista , sceso da qualche nave spaziale in crociera. Beh cosa aspettiamo andiamo a vedere. Subito Signor ispettore, il tempo di togliermi questo colletto che mi stringe il collo . La macchina è pronta. Bene . Henry non facciamo casino come a solito . Chi conosce per adesso la dinamica dei fatti ? Nessuno signor ispettore. La telefonata lo presa io , sono stato avvertito dalle guardie municipale in servizio , che hanno trovato il corpo vicino al secchio dell’immondizia. Vicino al secchio dei rifiuti? Senza alcun rispetto. Si sono divertiti. Sali in macchina , Henry . Andiamo a vedere cosa e successo. Il corpo è stato portato all’ ufficio di medicina legale? Si è ancora lì. Speriamo non l’abbiamo fatto a pezzi. Che orrore E un errore La vita caro mio è un errore Spero ortografico Si presume Senza i baffi Con i baffi risulta più carino Allora facciamo presto. Bene ,andiamo , accendi la sirena . Voglio capire cosa è successo, voglio risolvere il caso in poco tempo. Anzi facciamo una scommessa, Henry se riesco a risolvere il caso in pochissimo tempo , dammi due giorni al massimo, io mi sposo con qualche amica di tua moglie. Veramente dite , ora telefono a mia moglie e gli lo dico. Aspetta , scherzavo non dire nulla . Allora mi vuoi vedere morto. Mi dispiace ero in viva voce , ha sentito tutto, il mio telefono di ultima generazione e velocissimo. Possa ,passà un guaio a te al telefono veloce. Mi hai messo in croce Ispettore è un piacere lavorare con lei Per te per me è una dannazione Ma che palle . Henry che sei. Non trattatemi male ispettore io voglio solo il tuo bene. No , tu vuoi il mio male te lo assicuro. Veramente tua moglie , ha sentito ciò che io dicevo in proposito del caso da risolvere ? Sissignore ha sentito tutto. Quella all’orecchio fino e la lingua lunga. Come non crederti Mi dovete credere per forza Già io mi sento tra le braccia di una donna grassa Io ho vissuto a lungo con mia moglie senza pigiama Che centra il pigiama Centra , credetemi . Giù al porto i due giungono in poco tempo la macchina corre follemente in mezzo al traffico , la guida Henry buttando all’aria durante la folle corsa tre vecchiette ferme al semaforo e urtando una utilitaria, all’interno due fidanzatini si sbaciucchiavano, provocando un tamponamento a catena che porta al ferimento di ottanta persone, tutti passeggeri di un autobus di linea, diretti a san Giovanni a Teduccio. Senza riportare , poi le tante malaparole dette nell’eco delle sirene spiegate al vento. I chi ta muorte e che te stramuort , abbondavano sulla bocca degli stolti , che un vecchiarello di novanta anni , saltando dalla sedia disse : è arrivato il terremoto, questo fece innescare un panico generale ed un risvolto psicologico sulle decisioni del sindaco di Napoli nel prendere seri provvedimenti su da farsi per liberare le fogne cittadine dall’ invasione di blatte in atto in quei cupi giorni partenopei. Ed il male , non vien mai da solo, ma sempre in compagnia di tanti accidenti. Non ci sono ragioni, mezzi termini per capire il significato linguistico dell’ essere blatte intente a voler a tutti costi prendere il potere in città'. Una guerra si preparava nelle fogne, un convegno era in atto, milioni di scarafoni neri , rossi , grossi come sorci si preparavano alla guerra , contro gli esseri umani. Milioni di scarafoni, coadiuvati da insetti di ogni specie s’allearono per poter conquistare un pezzo di terra in cui vivere. Questa alleanza si allargò con l’ amicizia fatta da un vecchio scarafone con Ibrahim , proveniente dal Congo immigrato in Italia da otto anni , disoccupato cronico , perennemente preso a calci da chiunque all’angolo di via Conte di Tarchia, semaforo otto . Ibrahim un buono guaglione che s’era imparato pure a parlare napoletano. Che faceva ridere i connazionali con barzellette spinte, ed aneddoti vari. Un tipo segaligno che prima d’addormentarsi nel suo sacco a pelo, amava guardare il cielo e sperare in una rivolta possibile. Le blatte volevano vincere una guerra, contro ogni oppressione , contro gli umani invasori di quella terra che nella notte dei tempi era stata di loro proprietà .Scarafoni che discendevano dal sacro scarabeo egizio , proveniente da una costellazione di alfa centauro. Quindi creature extraterrestri non nocive , neppure assai cattive , ma la sopravvivenza li menava ad un attacco contro gli esseri umani , padroni della terra. La vita potrebbe essere bella per tutti se lecita , ma per le blatte come per Ibrahim che continua a lavare i vetri delle macchine per pochi spiccioli , valevano ancora le tante sputazzate in facce che ogni sera , asciugava sul suo nero viso . Offesa che non gli le toglie nessuno, ed anche sé lui nel suo gentile idioma , rimandava tante malaparole agli automobilisti, ignari di cosa dicesse ,quel povero negro nell’ urlare a squarciagola . Beato te , Henry che non hai mai capito nulla della vita e ti sei dato , da fare con tua moglie, facendo dieci figli. Eccezionale , non sai quando t’ invidio. Avrei avuto io tanta pazienza , nel farmi una famiglia . Oggi non mi sentirei cosi solo. Non dovrei correre con te qui giù al porto a vedere, chi ha ammazzato un morto che era già morto, da chi sa quando tempo. Avete ragione ispettore cosa volete farci. Fatevi una ragione , meglio una fumata. Un bicchiere di vino, ho qui una bottiglia piena . Henry ma tu sei pazzo, bevi in servizio. lo sai che potrei metterti agli arresti per questo. E una grave mancanza. Ma visto come vanno oggi le cose , chiudo un occhio ed un bicchierino di vino me lo faccio alla faccia di chi ci vuole male Ben detto , alla nostra salute Ispettore Vicoletto. Vicolo Henry faccio di cognome Vicolo , no Vicoletto. Scusate, Ispettore volevo aggraziare il cognome , alla sua salute . Si per vicolo e vicoletti me lo vorresti mettere in quel posto. Ma quando arriviamo ? Questa strada non finisce mai E una strada dannata Ma allora sei ubriaco Ispettore io due bicchieri di vino ho bevuto Ci siamo quasi ,il tempo di girare l’angolo e siamo li dal morto. Dentro un secchio di rifiuti il poveretto era capovolto a testa in giù con i piedi che uscivano dal secchio, le mani legate dietre la schiena. Era un turista alieno , come era stato detto. Proveniente dalla costellazione di alfa centauro . Chi sa come finito nelle grinfie di quei spietati assassini che bazzicano il lungo ed in largo il porto. Poveretto, aveva cosi tanto viaggiato , attraversato universi sconosciuti per poi venir qui sulla terra ad essere assassinato. Qui in questa maledetta città governata da quattro cosmici ,comici, camorristi con le mani sporche di merda . Intanto nelle fogne il fermento della rivolta si propagava. Milioni di blatte erano pronte all’assalto, coadiuvate da Ibrahim che sapeva parlare bene il blattesco , poiché aveva passato anni in loro compagnia , la rivolta s’aizzava all’orizzonte. Gridi di battaglia, canti di guerra , inni di vittoria , a morte , a morte il sudicio essere umano. Trallallero , trallallà. Ibrahim aveva portato con se nelle fogne , anche un suo amico uno spilorcio scozzese , giunto in città' , viaggiando a scrocco sui treni regionali , aveva una lunga barba bionda , occhi azzurri e un beffardo sorriso, si chiamava Marx ed aveva studiato tanto, nella sua vita, cosi tanto da sapere a memoria tutta la storia d’Europa . Conosceva di fisica ed astronomia, di matematica e di medicina , un vero genio nello giocare a scacchi. Un gran rompiscatole che aveva allevato una squadra di pulci ed una tribù di zecca di cane a fare i salti mortali. Aveva concepito uno spettacolo surreale ed unico nel suo genere che non aveva pari al mondo. Le sue pulci erano simpatiche e assai carine, la zecca più grande era la capo squadra , poi c’ era una cimice, maritata ad una pulce che era sempre incinta. lo spettacolo l’aveva ideato Marx anzi l’aveva sognato una notte tempestosa ed assai agitata ,durante la prigionia dentro una cella della Bastiglia . Sonnacchioso un gatto dormiva beato sopra una panchina, sotto le stelle di Parigi. Marx dalla sua cella poteva sentire ogni voce ed ogni sussulto, il mormorio delle acque della senna ed i gridolini degli amanti che echeggiavano nell’ aria primaverile della dolce Parigi con i suoi bistrò, con le sue comuni, con la sua filosofia di un vivere aldilà di ogni morale religiosa. Vivere una vita ai margini di una società , ove ognuno è libero d’ essere ciò che vuole . Dove si è tanti numeri , visi uguali , tante facce della stessa medaglia , pendente sul petto di un valoroso generale . Eroi , uomini, topi, scarafaggi, esseri umani , abitanti di sconfinate periferie ove si rincorre il sogno della rivolta, ove il giorno del giudizio s’attende in silenzio pregando , pagando il dazio d’ essere ciò che si è, non è. Marx non aveva mai guadagnato molto, con i suoi spettacoli di pulci a volte , anzi spesso gli recavano uno strano prurito, a volte quest’ultime scappavano per ritornare con qualche nuova amica dispettosa e civettuola che s’ atteggiava a bella femmina e faceva arrapare tutte le pulci maschie, contenute nella piccola scatola ove Marx li teneva protette dal mondo. Lontano da strani nemici, da occhi indiscreti. Quanti bambini, avevano riso ai suoi spettacoli , quante ragazze si erano innamorate di Marx , di quello sporco barbone dalla pelle chiare e vermiglia, dai lunghi capelli biondi , cosi simile ad un vichingo, ad un guerriero gallo , cosi simile al volto della libertà che viene e và e ti porta a sorridere innocente durante quei piccoli spettacoli di pulci volanti. Il morto l’ abbiamo tirato dal secchio dei rifiuti , gli abbiamo preso le impronte digitali, abbiamo rovistato nelle sue sacche , guardato nel portafoglio, senza un becco di un quattrino e uscita fuori una stracciata carta d’ identità , abbiamo scoperto da dove venisse. Ed abbiamo avuto la certezza che il morto era un alieno ovvero un turista extraterrestre proveniente dalla costellazione di alfa centauro. Si chiama George Abramovic Letterman di razza adamica della specie saura umana. Era un ingegnere e dovrebbe avere , forse moglie e figli sul suo pianeta. Chi sa perché lo hanno ammazzato , strane , le punte delle sue dita rosicchiate ,tagliuzzate , l’ orrore sul suo viso , una strana smorfia quasi di meraviglia, come se avesse visto qualcosa d’ incredibile ,qualcosa che lo ha condotto inconsciamente alla morte. Perlustriamo la zona del delitto , troviamo numerose piccole tracce , cacatine d’ insetti, ali di moscerini spezzettate , uno strano , fetido, odore nauseabondo aleggia nell’aria. Henry ma tu la senti questa puzza ? E come no ispettore fa girare lo stomaco . Mi viene quasi da vomitare. Una puzza di scarafone morto. Eh proprio cosi, direi molto simile ad una puzza di scorreggia di scarafaggio. Orrenda . Fa vomitare Che schifo è fresca Non lo so adesso l’annuso. Lei è un mostro Sono stato in collegio dalle suore. Chiamo la polizia mortuaria, dopo aver preso ogni informazione sulla salma e gli oggetti , che aveva in tasca il contesto in cui si trova , provo ad ipotizzare come può essere stato ucciso, da chi e perché. Chi avrebbe potuto uccidere un turista extraterrestre incensurato , anche se la risposta e lampante, per rubargli i soldi o qualche oggetto prezioso. Anche se tutti gli indizi e le tante piccole ferite sulle mani , mi fanno pensare ad una lotta furibonda. Poi mentre sto a telefono con la polizia mortuaria che dovrebbe portare il cadavere all’obitorio per l’autopsia , vedo uscire dalla bocca del malcapitato due o tre scarafaggi tutti bagnati , incredibile , sporchi, insetti , esclamo. I scarafaggi escono dalla bocca del morto che ha sotto il mento , Non come noi , sotto il naso. Egli ha tre occhi ed un naso a patata , piccole antenne , spuntano dalla sua testa lunga ed appuntita. Mi precipito ad acchiappare i due scarafaggi che escono dalla bocca del cadavere per interrogarli , uno corre, cosi veloce che s’infila dentro un tombino fa un salto di tre metri svolazzando come un piccione impazzito per poi scomparire da li a poco nello scarico fognario , facendomi marameo, marameo . L’ altro credo una scarrafona femmina invece la catturo , tirandogli addosso la mia giacca. La vorrei interrogarla, fargli sputare fuori tutta la verità . Fargli confessare che è lei complice della morte del povero turista extraterrestre. La guardo farsi piccola, piccola , alle mie domande . Sei stata tu ad uccidere il turista ? Chi è stato il tuo amico ? Sei complice di un mostruoso omicidio . Parla, confessa o ti butto addosso il mio assistente Henry che con una scarpata ti fa scomparire subito dalla faccia della terra. La scarafone non parla , non da alcun segno di pentirsi, di voler collaborare con la giustizia . Ho fatto venire un interprete veterinario per poter riuscire a carpire le sue intenzioni , atte a risolvere questo caso. La scarafone alla fine si decide a vuotare il sacco , dopo tre ore di torture psicologiche. Parla per ben mezz’ora con l’interprete lo scarrafonese , parla , parla confessa ogni cosa , dietro la promessa di voler essere liberata d’essere portata lontana , da dove si trova in compagnia della sua famiglia , di sua madre e il padre dei suoi venti figli , vuole essere portato sul pianeta scarrafon dove vivono tutti gli insetti felici e contenti. All’ interprete un vecchio veterinario in pensione che ha imparato lo scarrafonese durante il suo duro lavoro, confessa ogni cosa, gli dice della rivolta che preparano le blatte nelle fogne , dei milioni d’ insetti da ogni pianeta , accorsi alla guerra contro gli umani , dei due uomini Ibrahim e Marx , amici loro di come hanno ucciso l’extraterrestre dopo avergli dato dell’ecstasy dopo diverse promesse per un mondo migliore dove poter vivere tutti insieme insetti ed extraterrestri. Il delitto non paga , la morte, arriva sempre puntuale , come il tram delle otto, come la partita di pallone, come l’innamoramento, come la rabbia di non potercela fare a conquistare un posto fisso alle poste. Eppure tutto va compreso nello scorrere degli eventi , animato dal principio dell’infausta vicenda , che sta per accadere . Convoco una seduta d’ urgenza. Alla presenza del sindaco, del prefetto e di tutte le forze dell’ ordine della città , discuto di come poter far fronte all’ attacco imminente dell’ esercito di blatte. Il sindaco , saputo la notizia , corre al palazzo comunale cosi Generali e Prefetti , consiglieri comunali e ministri , ascoltano cosa ho da dire in merito all’ attacco imminente. Decidono dopo dieci, lunghe ore di discussioni in merito, di fa scendere in campo tutte le forze anti blatte e derattizzatori della zona, facendo scattare una massiccia risposta anti insetticida , contro gli invasori rintanati nel sotto suolo , pronti ad uscire in assetto di guerra contro di noi umani. Alle sette del mattino, prima che il sole splendesse alto ed infuocasse il cielo , scatta la nostra controffensiva , guidata dal generale d’armata Mosconi contro le terribile blatte non c’è speranza di poter sopravvivere. Viene lanciato nelle fogne una quantità impressionante di gas nervino , ed altri terribili gas asfissianti et potentissimi insetticidi che distruggono in poco tempo , ogni cosa vivente che vive nel sottosuolo. Dieci ore dopo l’ attacco alcuni uomini , scendono nelle fogne a controllare il risultato del nostro attacco e trascinano, fuori sacchi colmi di scarafaggi morti, compresi i due poveri , Ibrahim e Marx morti stecchiti anche loro , durante l’ attacco programmato dal Generale Mosconi . Ritorno a casa stanco mi faccio accompagnare da Henry. Anche questa volta c’è l’ abbiamo fatto hai visto Henry di la verità sono stato bravo ? Bravissimo , tanto bravo che mia moglie v’aspetta a cena stasera per farti conoscere la tua futura moglie. Ma che dici, io scherzavo non ho intenzione di sposarmi. Ispettore non vi potete tirare indietro , anche perché ho un testimone. Un testimone e chi sarebbe ? Eccola qua la piccola scarrafona, ha sentito ogni cosa ed e pronta a testimoniare della promessa fatta da lei. Tu sei pazzo, io non mi sposo. Voglio stare solo , con me stesso con la mia solitudine , con i miei incubi. Sono un misantropo e ne tu e questa piccola scarafaggio , mi farete cambiare idea Ispettore voi avete giurato. Allora ora spergiuro . Fai finta di non aver mai sentito. Per me non c’è problema ispettore, ma vi rammento che mia moglie non dimentica ciò che avete detto, ne tanto meno le tante femmine in attesa sotto casa vostra . Henry tu non sei mio amico, sei un nemico dichiarato e non si può mai scherzare con te . Non posso dire una piccola bugia che nasce un dramma , una storia infame più nera ed ingrata come questa indagine costellata dai tanti errori ortografici scarafaggeschi.

 

Mi sono divertito pensando, nel contempo, alla situazione di questo mondo e, per quanto strano, mi risuona nelle orecchie "Imagine" di John Lennon! Appassionante slalom tra le virgole messe a pioggia ed altri ostacoli al percorso di lettura, ostacoli che non precludono però la strada ad un qualche insegnamento.