Discussione

GOMORRA E SQUID GAME: IL VALORE DELL'AUTENTICO

GOMORRA E SQUID GAME: IL VALORE DELL'AUTENTICO

Il 17 settembre 2021, Netflix ha pubblicato sulla propria piattaforma un altro dei suoi prodotti originali. Tutto normale fin qui direte voi, ma se vi avessero detto che questo ennesimo prodotto sarebbe stato una serie tv coreana, sprovvista di doppiaggio e che nel giro di tre settimane avrebbe conquistato il primato come più grande esordio tra le serie originali Netflix, confessatelo, avreste quantomeno storto il naso anche voi. Ma cos’è che ha reso questo drama frutto della mente di Hwang Dong-hyuk, regista e sceneggiatore sudcoreano, cosi meritevole di lodi ed interesse? Dal nostro punto di vista, sicuramente l’autenticità. L’assenza di doppiaggio, quantomeno temporanea, ha costretto gli utenti di tutto il mondo a guardare la serie in lingua originale tramite l’utilizzo dei sottotitoli, per la gioia dei fanatici vanitosi laureati in lingue. Cosi facendo, è stato possibile apprezzare i caratteri enfatizzanti di una lingua foneticamente e culturalmente distante dal mondo anglosassone, cosi come accaduto precedentemente con la produzione audiovisiva italiana di maggior successo: Gomorra. Come affermato a più riprese da Roberto Saviano, autore del bestseller internazionale da cui è stato tratto il film prima, e la serie tv poi, il dialetto stretto, che digrigna dai denti dei protagonisti, seppur di difficile comprensione talvolta anche per gli stessi napoletani (ndr Giorgio Napolitano), garantisce una tale autenticità ed immedesimazione che elimina le barriere linguistiche, ed esplicita il suo intento comunicativo più di quanto possano fare le fredde scritte che si susseguono nella parte bassa dello schermo. La crudeltà e la violenza che sgorgano dalle parole di Genny, dalle minacce di don Pietro e Ciro, non trasmetterebbero la stessa enfasi infatti se replicate in una qualsiasi altra lingua. Ma la straordinarietà del successo di serie come Gomorra prima e Squid Game poi, va ricercata proprio in questo, nell’aver superato il preconcetto e la diffidenza, in primis di chi si occupa della produzione e quindi investe, e che ha come obiettivo primo, inutile girarci attorno, quello di far grano, incassare e garantirsi longevità. Tutto questo, esaminato all’interno di un mondo globalizzato e standardizzato nel quale la produzione non anglofona è vista come altra, distante e magari scadente o non meritevole, rende ancora più apprezzabile la decisione di rimanere coerenti ed autentici, tratto caratterizzante di chi si pone l’obiettivo di raccontare crudamente il vero, sia esso l’egemonia delle organizzazioni criminali o le disparità socio-economiche patite in età giovanile. Pensiamo ad esempio a “Chernobyl”, straordinaria e apprezzata miniserie televisiva britannica che racconta in maniera estremamente fedele il disastro nucleare avvenuto nella cittadina ucraina di Pryp”jat’, la quale, nonostante tutto, ha scongiurato un’eventuale insuccesso intraprendendo la strada della narrazione in lingua inglese, pagandone, a nostro avviso, con una forzatura contestuale. Sia chiaro, chi scrive è un audace sostenitore della qualità del doppiaggio in lingua italiana, di cui gli esponenti sono tra i più apprezzati e riconosciuti al mondo, basti pensare infatti a Ferruccio Amendola, l’unico che, oltre a prestare per anni la voce a Robert De Niro, ne ha anche ricevuto gli elogi personali durante i Telegatti del 1991. Sicuramente pero, in Squid Game, l’enfatizzazione delle immagini e la semplificazione dei mortali giochi per bambini hanno fatto il resto e facilitato la comprensione per il grande pubblico. E cosi il set e i costumi colorati rendono l’idea di un mondo universalmente riconosciuto come fantastico, il “mugunghwa kkochi piotsseumnida” canticchiato dall’enorme bambola, letteralmente “il fiore di ibisco è sbocciato” diventa “1,2,3 stella!” e i tipici dalgona di zucchero candito diventano semplici dolcetti di caramello. Ma il successo di Squid Game trascende dal semplice numero di visualizzazioni registrato su Netflix, o dalle recensioni di Rotten Tomatoes e Metacritic. L’elevazione ad iconico è reso possibile dalle scelte dei costumi utilizzati nella notte di Hallowen, popolate di Frontman, tute rosa o verdi a seconda che si scelga di travestirsi da concorrente o mattatore, dai molteplici remix in chiave house della colonna sonora presenti sul web, o dal successo di uno dei tanti video di Khabi Lame, tiktoker italiano del momento, che vede anche la collaborazione del carismatico calciatore svedese del Milan, Zlatan Ibrahimović. A nostro avviso dunque, grazie alla autenticità del suo racconto, Squid Game si posiziona di fianco al premio Oscar “Parasite” sul trono delle più apprezzate produzioni coreane, si eleva ad icona pop di quelle di maggior impatto culturale di cui sicuramente, a lungo, ne sentiremo parlare. A cura di Salvatore Esercizio Napoli, 03/11/21