L’Arco della Pace di Milano progettato da Luigi Cagnola, fu realizzato a partire dal 1806 per celebrare la vittoria dei francesi nella battaglia di Jena ed accogliere il figliastro di Napoleone, il Vicerè Eugenio Beauharnais, che nello stesso anno entrava nella capitale del nuovo Regno. Con la caduta del Regno d’Italia e la disfatta di Napoleone a Waterloo del 1815, i lavori vennero interrotti. La costruzione fu ripresa nel 1826 quando salì al trono l’imperatore asburgico Francesco I d’Austria che la dedicò alla pace, in onore della pace europea del 1815; in seguito, la costruzione fu completata nel 1838 in concomitanza con l’ascesa di Ferdinando I d’Asburgo, Imperatore d’Austria e re del Lombardo-Veneto. Dopo la vittoria di Magenta, l’8 giugno 1859, fecero il loro ingresso trionfale dall’Arco della Pace, Napoleone III e Vittorio Emanuele II.
La struttura alta 25 metri e larga 24, campeggia al centro di Piazza Sempione ed è ispirata agli archi di trionfo romani che costituivano esempi modello per la cultura neoclassica della fine del Settecento e inizi Ottocento. L’Arco della Pace presenta tre fornici e colossali colonne corinzie scanalate. È sormontato da complessi scultorei in bronzo realizzati dalla ditta Manfredini di Milano, in particolare la Sestiga con la Minerva della Pace è opera di Abbondio Sangiorgio e le quattro Vittorie alate sono state realizzate da Giovanni Putti. Al di sopra della trabeazione trovano posto le raffigurazioni dei quattro fiumi principali della Lombardia: Po, Tagliamento, Adige e Ticino. Il partito plastico decorativo che si dispiega sulle fronti è realizzato nello stile neoclassico di primo Ottocento e propone temi attinenti la Restaurazione.
La scelta di edificare un arco monumentale risale al 1806 quando per le nozze del figliastro di Napoleone il Vicerè Eugenio Beauharnais e Augusta di Baviera, venne innalzato un arco effimero su disegno di Luigi Cagnola. L’apparato riscosse immediato successo tra i visitatori stranieri, tanto che si decise di edificarne uno in marmo. La costruzione dell’arco monumentale, edificato inizialmente per celebrare la vittoria francese di Jena, fu ridedicato alla pace fra le nazioni europee raggiunta dopo il Congresso di Vienna nel 1815, quando fu restaurata la monarchia asburgica. Un buffo espediente che utilizzarono gli Asburgo fu la rotazione di centottanta gradi della sestiga in bronzo originariamente rivolta verso la Francia, in modo che il tergo dei cavalli fosse rivolto verso la nazione francese.
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