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CANZONE PRENATALIZIA

CANZONE PRENATALIZIA

CANZONE PRENATALIZIA L’animo mio annega in un agitato sogno Una stella e assai vicina alla mia anima La vedo splendere in mezzo a tante altre E piccola , luminosa E la stella del nord La seguo Lungo il cammino dei pellegrini Quante domande ho da fare Quanta gente, cammina con me senza sapere dove andare Quante figure stanno per essere tagliate da una lunga forbice Qualcuno dice : Siamo morti Poveretti Sono stati gettati in un fosso Senza risposta ,rimane questa vita sbandata Questa errare per luoghi incantevoli Tra rime e ritmi Tra le cose belle , cose brutte Ed il vento dell’inverno ,passa silenzioso con la sua solita speranza Nella sua forma cieca e ciclica Attraverso il circolo delle parole si somma all’unisono in varie melodie Vorrei parlare di politica Quella che si discute nella grande aula di Montecitorio Vorrei parlare di varie riforme Di questa forma fisica Di questo mio fratello infermo Passato a miglior vita ,dopo aver attraversato questa fessura dove gocciola la speme Sarà stata una giusta relazione Non credo Non bisogna tirare troppo la corda Siamo stati condannati Ed il capo ci disse : va tutto bene Le strade erano già illuminate Il natale era un pacco ancora non aperto Conteneva un gigantesco interrogativo Qualcuno disse : Che andava giudicato da un tribunale popolare Lui era piccolo e nero Con tanti pensieri ed illusioni in testa Era un Pastore Forse un imprenditore Forse un agente delle Tasse Veniva dall’Eritrea Per favore no a Pignoramenti disse la signora Carmela sbottonandosi la camicetta La sera era gelida Lungo il marciapiedi , luccicavano qualche fatuo fuoco La strada era sempre la stessa ,lurida e fredda Nascondeva in sé un povero corpo umano tra i cartoni E le belle parole giravano inutilmente intorno ad un discorso Simme bravi guaglioni Non simme assassini Disse il ragazzino sul motorino Siete fregati Rispose la guardia Abbiate compassione Dissero in coro gli abitanti del quartiere Se passa la malavita , fermatela Se passa il guaglione non arrestatelo La strada era illuminata da un semaforo Ora verde ,ora rosso A volte splendeva dentro di me ,una nuova luce Una nuova vita , mi portò verso di te La vita era una rata non pagata Ed era bella la danza delle fate Tante erano le fattura da pagare Cosi mi accorsi di aver perso l’autobus delle sette Feci una lunga corsa verso quella solitaria chiesa Ed aspettai che tutto avvenisse Avvenisse un nuovo miracolo In quel vicolo lungo e stretto Ci passò un vecchio signore Ci passò un angelo vestito da muratore Ci passò un ragazzino sopra un motorino Ci passò una ragazza senza un perché Tutti passarono e andarono oltre quello che credevano Passarono, attraverso varie circostanze infinite Raggiungendo un punto impreciso Molti ideali volavano nell’aria Ballavano con le anime morte Natale giunse in punta di piedi Dopo aver illuminato un albero in mezzo alla grande piazza Poi i pazzi siamo noi che credemmo nel natale , disse un pastore Fummo noi che andammo a teatro C’incontrammo fuori al bar Per bere insieme un drink Per assoporare un caffè caldo Per colorare un dipinto senza pennelli E la signorina prese la decisione di lanciarsi in un altra avventura Decise di essere se stessa Si era innamorata di un rospo Di un principe che viveva per strada Che aveva mille donne . Mille domande da fare a chi comanda Tutto scorreva all ‘inverso Nella sua logica Nel fare e nel dire La vita è politica Un dialogo metafisico che ha cambiato il viso di questa città La politica è una veste morale Senza soluzioni in merito Senza giuste interrogazioni comunali Per questo in molti vennero arrestarti Vennero presi con le mani nel sacco . Ed ogni cosa sfuggì alla mesta ragione Eppure eravamo giovani e forti L’importante è la santità delle cose Disse il questore La vita va’ vissuta Si fatta la volontà di nostro signore Ed io corsi sotto casa sua Corsi , verso quell’albero di natale in mezzo alla grande piazza Verso quella luce Verso quella libertà E sotto i portici di piazza plebiscito In tanti dormivano dentro i sacchi a pelo Stretti l’uno vicino all’altro Sognavano insieme una nuova vita Sognavano un nuovo anno Un posto all’ospedale Sognavano di ritornare in quella terra che li aveva visto nascere Li aveva visto crescere Nel suono delle cornamuse Nel suono delle trombe Nella voce della madre Nell’eco delle parole del vecchio padre Pronto a morire Per ire in paradiso Per scendere all’inferno In molti scesero in piazza in quelle sere a migliaia E faceva tanto freddo Faceva tanto freddo E l’albero della vita Sembrava l’albero dei balocchi L’albero dell’ impiccato Dove il giovane rivoluzionario fu appeso per il collo Quanto tempo era trascorso mi chiesi L’orso ,dormiva nella casa del fattore L’indiano dormiva nella sua tenda Il fucile fu poggiato vicino alla porta La morte bussò e nessuno rispose Qualcuno si lavò sotto la fontana L’acqua era gelida ,come questo amore Come questa speranza intrisa di tanta bellezza E questa canzone , scalza andò per ogni luogo Zompa e vola , si mise a danzare Per quartieri solitari Extraurbani Per periferie oscure Per città dimenticate Sopra il carro delle renne di babbo natale Passò Passò con la sua storia con la logica della sorte Con la gloria che si gonfia nel petto del giovane poeta Sotto mentite spoglie, dormì sotto i portici di granito Sotto i ponti delle pie illusioni La vita scivolò tra le dita della sera Senza alcuna domanda o risposta la sposa si concesse a suo marito E dondola , dondola quella piccola culla nel cuore della notte Con tanti spasimi , con tante passioni Io passo sotto casa sua Ci passo dopo aver bevuto una bottiglia di vino Ci passo senza chiedermi cosa ci faccio li a quell’ora di sera Senza chiedermi cosa ,sarò andando avanti Dopo queste vecchie sere di natale Con questa mia faccia di marinaio di acqua dolce Con questo vestito macchiato di vino Con queste parole legate al mio canto Con questo amore io gioco con diversi linguaggi Ci vado a letto Ed immagino un nuovo mondo Meno violento Meno cattivo. Aspetto un nuovo natale Una nuova stella Un nuovo anno Per carità io vivere e canto Io amo ed odio Sogno e dormo Solo o in compagnia di questa umanità In questa storia, misericordiosa, dolorosa Io provo ad essere me stesso. Prima che venga natale.