Discussione

Rafia

La rafia è un prodotto che si ottiene dalle palme vegetali del genere detto appunto Raphia, sono per lo più fibre ricavate dalle foglie della pianta. Queste palme si trovano nell’Africa tropicale, subtropicale, nell’isola del Madagascar, nelle zone dell’America tropicale. La rafia dell’Africa orientale e del Madagascar è una fibra tenace, grossolana, usata per intrecci e cordami come stuoie e borse, per innesti in orticoltura e arboreocoltura, per legature. Insieme alla glicerina viene usata per ricami per teli e tessuti consistenti. Da alcune specie affini si ottiene il vino di palma, dolce e pastoso. La pianta è molto eretta, robusta e vigorosa, con fitte anellature, con una vistosa corona apicale, pennata, con fronde larghe, con fiori cilindrici e penduli, pluriramificati, con frutti grandi ovoidali, ellittici con un solo seme. I frutti si ottengono una sola volta e poi muoiono. La rafia nelle varie regioni africane prende nomi diversi ed è usata per cesti, cordami, per fare persino ghirlande, sedie, vasi . In Africa orientale ci sono venti specie diverse che raggiungono i venti metri di altezza con sfumature giallo paglierino, poco ruvida, resistente al fuoco, alcune anche trasparenti. Dalle palme si ricava quindi una fibra forte grossolana, usata nelle industrie al posto della juta, per fare borse, tappeti, stuoie ecc. La prima azienda a lavorare la rafia è stata una di Milano fondata da due imprenditori fratelli che si sono ispirati a una ditta svizzera. In origine si usava la rafia naturale con l’uso di telai per fare soprattutto tappeti e accessori. Alcuni venditori la spacciano per juta per il suo colore giallognolo, biancastro. Essendo impermeabile il suo filo può essere usato per legature, per innesti anche irregolari e viene venduta in questo caso in matasse e rocchette. La rafia assorbe poco l’acqua ed è usata per decorazioni e può essere laccata, verniciata, stampata, colorata. Essendo resistente può essere usata per cinture, scarpe, cappelli e in bioedilizia. Molto diffusa è la laccatura. Mescolata con altre materie può dare vita a oggetti di vario tipo come sacchi, cornici, sedie, materassi ecc. Essendo lucida, leggera e resistente, rigida può essere usata nei lavori a maglia, e uncinetto per fare tovaglie, oggetti di giardinaggio, tessuti di abbigliamento , cappelli, tappeti, borse ecc. per pulirla basta passare un panno umido, i tappeti vanno però trattati con sale e acqua. La rafia non vuole lavaggi aggressivi. Per togliere la polvere basta spolverare. Le macchie si tolgono con un panno umido. Il sapone deve essere delicato, con l’aggiunta di bicarbonato o aceto. La rafia non deve essere sfregata e messa al sole a picco. Negli ultimi tempi per fare sacchi e tele con l’aggiunta di polipropilene si è avuta una rafia sintetica che nulla a che vedere con quella autentica. La rafia sintetica fatta con la plastica è artificiale. Viene sottoposta a trattamento chimico con l’aggiunta pure della viscosa. La rafia sintetica si ottiene pure dai derivati della viscosa per capi di abbigliamento e design come divani, poltrone, tappeti, lampade, oggetti vari. In alcuni casi viene trattata e colorata. Lo stesso destino è toccato al lino molti negozi spacciano per lino prodotti ottenuti con fibre sintetiche solo somiglianti all’apparenza.