Il nome del paese deriva da una chiesa dedicata a San Giorgio, nucleo del primo abitato. La seconda parte del nome è stata attribuita dopo l’unità d’Italia per evitare l’omonimia con altri paesi e ricordare nel contempo il grande fiume che attraversa il territorio.
Sebbene la presenza umana sia documentata sin dall’Età del ferro, la storia del centro inizia solamente al principio del IX secolo con la testimonianza di una chiesa dedicata a San Giorgio e distrutta dai saraceni nell’anno 846.
Nel secolo successivo la chiesa venne ricostruita: assieme ad essa sorse anche un abitato, poi difeso da mura. Per tutto il Medioevo, col prosperare del cenobio cassinese, a cui San Giorgio fu sempre strettamente legato, anche il paese migliorò progressivamente la sua condizione.
Coinvolto ripetutamente in guerre e in conflitti locali, San Giorgio fu, fino al Quattrocento, un borgo in espansione; lo attestano i documenti cassinesi che danno notizie sulle buone condizioni degli abitanti e sull’ottima situazione economica dovuta alla fertilità del suolo, facilmente irrigabile, e alla “scafa”, ovvero al sistema di attraversamento del fiume Liri che faceva di San Giorgio un punto di transito in direzione delle importanti località marine. Dal Trecento in poi iniziò per San Giorgio un graduale declino, che si andò intensificando nei secoli successivi. La decadenza del cenobio benedettino di Montecassino trascinò con sé anche i centri abitati da esso dipendenti: San Giorgio passò da signore a signore finendo anche per un certo periodo sotto il dominio dei papi.
Le battaglie cinquecentesche combattute fra spagnoli e francesi — molto nota quella del Garigliano svoltasi nelle vicinanze di San Giorgio — influirono negativamente sulla vita del paese che si spopolò rapidamente.
Inoltre, alla fine del XVI secolo, il brigantaggio imperversava nei paesi della bassa valle del Liri, inducendo la gente a cercare scampo nella fuga. Progressivamente vennero addirittura abbandonati molti casali. Anche San Giorgio, durante i numerosi assalti da parte dei briganti, vide mietere fra i suoi abitanti molte vittime. La ripresa infatti avvenne subito dopo le epidemie di peste del Seicento: alla fine del secolo i sangiorgesi erano appena trecento, ma l’incremento della popolazione fu segnato dal rinnovamento del patrimonio edilizio sacro come la costruzione della Chiesa di San Rocco. All’inizio dell’Ottocento venne edificata la nuova Chiesa madre, restaurata poi diverse volte.
I grandi avvenimenti dell’Ottocento furono vissuti in modo marginale dai sangiorgesi che furono coinvolti in sporadici episodi di brigantaggio. Poi, con la miseria crescente, il paese fu dissanguato dall’emigrazione di fine secolo, fenomeno che cesserà solo negli anni più recenti. Unito amministrativamente a Castelnuovo Parano nel 1806, San Giorgio tornò in seguito all’autonomia: il comune si propose di migliorare le condizioni dei suoi cittadini con la bonifica di terreni paludosi, la costruzione di un ponte sul Liri e di una rete stradale di collegamento con Cassino e i paesi vicini, obiettivi con seguiti assieme a molti altri dopo l’unificazione nazionale.
La seconda guerra mondiale fu una grande tragedia per San Giorgio, come per tutti i paesi del cassinate. Vi fu infatti direttamente coinvolto per lo stabilirsi del fronte a Cassino e per la durissima occupazione tedesca. Ebbe infine la trista sorte della violenza delle truppe coloniali francesi. Alla fine della guerra il paese era quasi del tutto distrutto e molti sangiorgesi presero la via dell’estero. I rimasti, pur combattendo contro la malaria e l’impossibilità di condurre una vita civile, riuscirono a ricostruire il paese e a coltivare di nuovo i campi.
Il benessere tornò a San Giorgio solo con gli anni Settanta quando l’insediamento di numerose aziende nel cassinate diede modo di trovar lavoro stabile e di far sviluppare il paese, che ampliò il suo abitato attorno al piccolo borgo antico.
L’antico nucleo, che conserva ancora qualche edificio e delle muraglie, è stato trasformato in un insediamento più ampio e moderno, incentrato sulla piazza principale ove si trovano il Palazzo comunale e, nelle vicinanze, le due scuole del paese. Le case, tutte modernissime, sorgono lungo le strade ormai costruite ortogonalmente.
Il paese sorge ai confini della provincia di Frosinone, tra i monti Aurunci ed il fiume Liri, ed è caratterizzato dal verde del paesaggio, ricco di acque sia del Liri che di altri numerosi corsi e sorgenti. Una di queste, che si presenta a forma di laghetto, scaturisce proprio dentro la parte più antica del paese. Le sue acque sono molto trasparenti, ricche di vegetazione acquatica e di pesci. Già usata quale fonte di acque potabile, il suo emissario ha irrigato orti e campi circostanti. Sulle basse alture del territorio comunale sono ancora boschi cedui, composti da querce e faggi. Sebbene sia diminuito il numero degli occupati nell’agricoltura, si coltivano ancora grano e granoturco. Non pochi gli orti per uso familiare.
L’economia ha cambiato volto: prevalgono le attività commerciali ma è consistente anche il numero degli operai occupati nelle industrie del cassinate. Negli ultimi anni si è registrata un’espansione demografica. Non va dimenticato che anche la superstrada Cassino-Formia, un’importante arteria che tocca il comune, ha decisamente contribuito al recente sviluppo di San Giorgio.
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