Discussione

PALIO DEI DISGRAZIATI

Nell’ottocento a Roma il primo maggio di ogni anno, come ricordano storici, giornalisti, scrittori, poeti, artisti, pittori si svolgeva una strana festa nei pressi di piazza Venezia, nell’attuale piazza san Marco dove sorge l’omonima chiesa e il giardino. La festa era chiamata il palio dei disgraziati. Era una festa di popolo, tradizionale che si svolgeva intorno alla statua parlante di Madama Lucrezia . In passato a Roma vi erano statue che accoglievano biglietti anonimi e satirici contro il potere, il governo, la stessa chiesa. Questa statua era un busto di marmo di epoca romana, dedicato alla dea Iside, raffigurante con ogni probabilità una sacerdotessa del suo culto che si praticava nel vicino campo Marzio. Questa statua parlante fu oggetto in effetti di poche pasquinate. La statua prese il nome della nobile napoletana Lucrezia che si era trasferita a Roma a piazza Venezia che era l’amante fissa di Alfonso d’Aragona. A Napoli le nobildonne erano dette madame, a Roma non vi era questa usanza. Ogni anno nel quartiere Campitelli si svolgeva il ballo dei disgraziati. Era un ballo a cui prendevano parte giovani gaudenti del posto ma erano invitati soprattutto storpi, ciechi, monchi, malati, vecchi, donne decrepite e rugose. Il ballo vero e proprio avveniva intorno a un falò al calare del sole. Vi prendevano parte persone anche di fuori che venivano per ridere e divertirsi nel vedere i goffi movimenti dei partecipanti e degli invitati. Era un momento di ilarità e puro gioco, legato a credenze popolari . Molti si godevano lo spettacolo dalle finestre. Le coppie prima di ballare facevano un inchino alla statua, regalo per Lucrezia. In occasione della festa la statua era truccata e addobbata con monili e ortaggi. La statua portava un diadema di carote e cipolle, una collana fatta di agli, cipolle, peperoncini e nastri colorati. Era tradizione togliersi il cappello davanti alla statua di madama Lucrezia. Durante la festicciola i monelli tiravano monete legate con un filo o passate nel fuoco ai barboni e mendicanti o sassi con le fionde. Ora il busto femminile si trova alla sinistra della chiesa di san Marco ma il suo marmo è consumato, rovinato da secoli di incuria. La statua che un tempo accoglieva le rimostranze anonime del popolo e le denunce di ingiustizia ora appare abbandonata a se stessa, avvolta da uno spesso velo di malinconia e degrado che stringe il cuore.