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Confesercenti lancia l'allarme: commercianti costretti a chiudere 70 negozi al giorno

Confesercenti lancia l'allarme: commercianti costretti a chiudere 70 negozi al giorno

Secondo le stime di Confesercenti la crisi del commercio è più grave del previsto, negli ultimi due anni (2020-2021) sono stati chiusi ben 70 negozi al giorno, una cifra deprimente per chiunque abbia l'idea di fare impresa nel nostro Paese. "Secondo l'analisi di Confesercenti, nel 2020 si è registrato un saldo negativo tra aperture e chiusure di imprese del commercio pari a -25.873 unità, solo leggermente migliorato nel 2021 a -25.639. In totale, dunque, il biennio ha visto sparire, senza essere sostituite, 51.512 imprese del comparto."; Tra i settori del commercio maggiormente investiti dalla crisi c'è sicuramente la vendita di abbigliamento, molte città italiane stanno perdendo le proprie vie dello shopping. Saracinesche abbassate, vetrine oscurate che si susseguono stanno trasformando le zone commerciali in veri e propri "cimiteri di negozi". Le chiusure di negozi ormai non fanno più notizia come se ormai cio stessimo abituando a fare a meno dei negozi fisici (tanto ormai c'è internet a farla da padrone), sono in pochi a lanciare l'allarme, tra questi ci sono i Commercianti Bistrattati, che attraverso il proprio blog ucbfamily.com/ disegnano la triste mappa dell'Italia che chiude i battenti. Da Milano a Roma alla Sicilia la crisi del settore non risparmia nessuno, ma secondo l'analisi di Confesercenti è la provincia ad essere maggiormente in difficoltà rispetto alle grandi città: "La desertificazione appare grave in particolare nei piccoli Comuni: in Italia ce ne sono 5.532 sotto i 5mila abitanti, circa il 70% del totale, con 9.794.662 residenti, il 16,53% della popolazione italiana. È in quest'area che si manifesta, a vari livelli, il disagio abitativo e la desertificazione commerciale."; Capire le cause e trovare soluzioni per fermare questa cosiddetta "desertificazione commerciale" è compito dei grandi manager e della politica nazionale e locale. L'auspicio di Daniele Erasmi presidente di Fiesa Confesercenti - è che questa esperienza abbia confermato una volta per tutte la necessità per una comunità di non perdere presidi essenziali di servizi e non disperdere i propri valori e la propria identità fondata sulla pluralità delle espressioni sociali, culturali, economiche, adoperandosi sempre per la sua salvaguardia. Oggi pandemia e stagnazione dei consumi hanno acuito lo stato di desertificazione commerciale delle nostre piccole comunità e rischiano di compromettere la qualità della vita dei residenti, favorendo ulteriori fenomeni di spopolamento. Per scongiurare questo fenomeno bisogna prevedere sostegni a favore dei territori e delle popolazioni residenti e delle attività a loro supporto, soprattutto quelle della filiera alimentare utilizzando presto e bene le risorse, anche quelle del Pnrr per migliorare il livello infrastrutturale del tessuto economico e favorire l'integrazione delle filiere corte".

 

Ciao, grazie per aver pubblicato questo interessante resoconto della ahimè triste situazione italiana. Ho letto con interesse, anche se lo scenario descritto è assai preoccupante.