L’esordio discografico della cantante, attrice e danzatrice
Un brano impetuoso che celebra una consapevolezza raggiunta, fra radici da rivendicare e un’appartenenza ritrovata. «Questo brano è nato di getto, è l'ultimo che ho scritto e l'ho registrato così come è uscito, in una giornata, con pochi ritocchi. È la prima volta che mi succede; la maggior parte dei brani che comporranno il mio prossimo album sono vecchi di anni! Rivisti e ritoccati nel tempo, mutati come son mutata io.» Altrove
“Tossica animica” rappresenta, dunque, l'impeto di una bambina che ha preso consapevolezza della bellezza del suo mondo. Questo brano, più che celebrare la mistura etnica di cui l’autrice porta sembianze e vicissitudini, celebra la creatività.
Una creatività salvifica, un luogo “altrove” dove tutto è possibile, persino il salvataggio di quella bambina che ha sofferto gli sguardi sospetti e i nomi storpiati, che ha compreso la diversità nel senso più diretto del termine e che ora pretende il proprio riscatto.
«I bambini, ancora privi di sovrastrutture, portano in giro l'anima prima del corpo, proprio come succede nella cultura animista della mia origine africana. La mia parte bambina dipende da quel respiro vitale, che chiamiamo anima e dunque sì, ho una dipendenza, sono una tossica, una Tossica Animica» Altrove
Chi è Altrove?
Altrove non ha sinonimi attuali, è tutti i luoghi e nessun luogo, è l'identità originaria che è identica solo a sé stessa. Altrove è.
«Mi sono sentita senza appartenenza così a lungo da perdere il conto degli anni che passavano. Un giorno, dopo diversi viaggi in acque agitate e putrescenti, ho sentito un senso di calore asciutto e mi sono trovata lì, in un luogo che nessuno poteva contestare; ero lì, dove non c'è necessità di passaporto o certificato di nascita; ero esattamente dove dovevo essere e c'ero in ogni circostanza: Altrove. Altrimenti ove?»
Altrove è Ashai, nata a Genova da madre italiana e padre Sud sudanese. A 11 anni inizia a scrivere canzoni. A 20 anni è a Londra a fare la cantautrice ed entra nel Morley College Gospel Choir, diretto da Colin Vassel. Tornata in Italia frequenta workshops di canto gospel con Bob Singleton, leader e fondatore del coro statunitense Golden Gospel Singers e con il Reverendo Keith Moncrief dei Gospel Family. Continua a cantare gospel nel coro Spiritual Ensamble di Bologna e le musiche del mondo nel coro multietnico Mikrokosmos, diretto dal maestro Michele Napolitano sempre a Bologna, dove nel frattempo si laurea in Discipline teatrali. Dopo la laurea va a vivere a Roma dove fra le altre cose inizia a studiare canto pop al Saint Louis Music College. Collabora con La Banda di piazza Caricamento diretta da Davide Ferrari, con la quale partecipa al primo disco, dopodichè interpreta la Cenerentola di Francesco Di Giacomo nel suo ultimo spettacolo "Cenerentola. La parte mancante" all'auditorium Parco della Musica di Roma. Partecipa come corista e autrice nel disco jazz sperimentale Electric Sheep del collettivo omonimo, diretto dal trombettista Angelo Olivieri e collabora con l'Orchestra di Piazza Vittorio, partecipando anche al film "Il Flauto Magico" nel ruolo di fata. Tutto questo avviene parallelamente al percorso lavorativo di attrice, danzatrice e insegnante di danze “etniche” e popolari, teatrodanza e movimento creativo.
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