Discussione

GIUNGLA

Tutti i disoccupati vivono sulla pelle le stesse umilianti, frustanti esperienze che sono all’ordine del giorno. Esperienze quotidiane che fanno male che abbattono. Spesso vivono insulti, abusi, prese in giro, vane promesse, raggiri, truffe. Spesso ci sono le offese personali di parenti, amici che li accusano di indifferenza, di pigrizia. A fior di pelle sentono la repulsione, la esclusione anche di potenziali partener che non sopportano di avere a che fare con un disoccupato senza risorse. Non avere uno stipendio fisso è un ostacolo per la formazione di una famiglia normale. Il disoccupato è marchiato, è colpevole perché non produce. Allora il soggetto cerca disperatamente una soluzione. Vuole riuscire a trovare un lavoro decente, non precario. L’azione lo eccita, lo spinge verso terreni sconosciuti. Ci sono quelli che si rivolgono a politici, sindacalisti, persino a boss della malavita pur di raggiungere un obiettivo concreto. Ci sono poi quelli che vorrebbero estorcere denaro in cambio di un posto di lavoro. Ci sono poi i voti di scambio, le promesse di parenti, amici, conoscenti. Ogni volta la meta sembra vicina, il disoccupato incrocia le dita, trattiene il fiato fiducioso. Poi si ritrova nell’abbraccio soffocante della povertà e miseria. Si agita, è esausto, la notte non dorme. Parlare con la gente, con i centri per l’impiego non serve a niente. Per scacciare la malinconia fa lavoretti di poco conto. Poi per obbedire alle esortazioni degli amici fa concorsi di ogni tipo. Compra bollettini e libri per prepararsi. Si affida ai titoli altisonanti di giornali, riviste che sbandierano concorsi, corsi. Fa corsi di ogni tipo dove incontra professori benevoli, colleghi disoccupati. Presta attenzione a tutti i concorsi che escono vi si reca insieme alla fiumana dei disoccupati di tutta la nazione se il concorso è su scala nazionale. Vede folle di disoccupati che non fanno che accrescere la sua angoscia, la sua malinconia. Però non ha esitazioni, tenta la carta dei concorsi che di solito non approda a nulla. Cercano allora lavori umili, semplici ma scoprono che anche per questi ci vuole una segnalazione. Ogni giorno comprano libri, manuali costosi, giornali, bollettini. Fanno colloqui in cui si tenta di carpire del denaro con delle scuse, come corsi preparatori a pagamento, testi da comprare, corsi di lingua da fare. Tutto è rigorosamente a pagamento e in certi centri il disoccupato che protesta per gli esborsi di denaro viene guardato con un antico sorriso di superiorità. Ogni volta il disoccupato si muove in una autentica giungla e ogni volta crede di essere prossimo alla soluzione. Spesso sono illusioni, speranze di vittoria ma alla fine non c’è nulla da festeggiare perché il lavoro non compare all’orizzonte. Ci sono quelli che provano gusto a illudere i disoccupati tentando di fare soldi alle loro spalle. la giungla è sempre più fitta alla fine e piena di insidie pericolose. Ci si salva magari trovando un santo in paradiso, ma trovarlo è difficile, sono rari come le mosche bianche.