La ruzzola è un gioco di strada tipico di alcune regioni italiane. Un gioco sicuramente riconducibile alla tradizione popolare. I creatori furono molto probabilmente gli etruschi, tracce di questo gioco sono state ritrovate nella necropoli di Tarquinia, ed era legato a antichi rituali anche tribali. A Roma era diffuso come testimoniano alcuni scrittori famosi. Si diffuse nel Medioevo e tardo medioevo. Venne proibito in alcune epoche perché favoriva il gioco di azzardo e risse. I premi per i vincitori spesso consistevano in somme di denaro che generavano litigi fra i contendenti. Nel cinquecento era considerato un gioco d’azzardo pericoloso e pure nel settecento si ebbero delle limitazioni. Nell’ottocento venne invece praticato come gioco da intellettuali e persino prelati. Il sonetto dedicò un sonetto a questo gioco singolare. In Italia era molto diffuso in Toscana. Fu molto usato come svago per i bambini in età romantica come mostrano alcune leggende e documenti d’epoca. A Lucca era molto diffuso specie nei paesini di provincia. Il fatto che si dava vita a scommesse clandestine e allora si fecero dei regolamenti per difendere la incolumità pubblica. Il gioco si diffuse pure in Europa.
Il gioco si svolgeva all’aperto, in vie solitarie o poco trafficate o in campagna, o anche in strade asfaltate poco usate, erano previsti spostamenti, in squadre composte di due o più persone. Si usava lanciare un cilindro di legno duro o una forma di formaggio, pecorino o altro, dentro un percorso stabilito con paletti e pali a punti. Chi sbagliava doveva tornare indietro. Si poteva giocare in coppia o in gruppo, il numero dei giocatori poteva variare. Vinceva chi per raggiungere il traguardo fissato compiva meno lanci. La ruzzola era munita per il lancio di uno spago adatto alla rotazione. Il giocatore non doveva uscire dal percorso tracciato. Il vincitore riceveva una forma di formaggio come premio. Il tiro del formaggio divenne uno sport come le bocce. Si svolgevano nei borghi gare domenicali. I primi a usare questo gioco furono i pastori e contadini nei tratturi e mulattiere durante la transumanza che compivano pure acrobazie con il pecorino stagionato. Si diceva che il gioco allontanasse gli spiriti maligni. Si crearono percorsi accidentati, con penalità, curve, ostacoli, salite di km, Lo sport seguì regole standard.
In Abruzzo dove si diffuse enormemente era chiamato ruzzica e si svolgeva a carnevale con due squadre nelle discese e per premio c’era vino e dolci di carnevale. Di solito era una pratica contadina che si diffuse poi nel Lazio, nelle Marche e nelle regioni limitrofe.
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