Augusto Sambiagio è nato per caso a Napoli da genitori sardi. Ha avuto sempre un rapporto speciale con la sua terra di origine in cui torna spesso. Ha vissuto a Olbia e a Sassari con la famiglia. Poi si è trasferito a Roma dove esercita la professione di architetto. E’ specializzato in disegni di oggetti di arredo anche di lusso. Ha compiuto per lavoro molti viaggi all’estero in America, in estremo oriente che hanno influito sulla sua formazione e sulla sua scrittura. Ama scrivere racconti, novelle, poesie in versi e romanzi.
Il suo romanzo più suggestivo è la ragazza dell’isola bianca ambientato in Sardegna. La protagonista è Mietta la madre del protagonista, una ragazza esile, all’apparenza fragile ma in fondo determinata a uscire dal guscio. Va a studiare a Firenze dove si crea una cerchia di solide amicizie, studia, si diverte. La sua vita scorre repentina fino all’epilogo mortale. Il figlio si accorge che quella vita all’apparenza cristallina nasconde delle ombre che tenta di dissipare. Vuole ricostruire passo dopo passo la vita della madre, la sua giovinezza per chiarire gli stessi punti oscuri della sua esistenza. L’indagine parte dalla analisi di una foto in bianco e nero come era all’epoca, che ritrae sua madre spensierata in costume intero, come la moda, sulla spiaggia di Olbia. Va alla ricerca di tanti parenti per dipanare il filo del passato fatto si segreti celati mai confessati, di omissioni, di esclusioni. Scopre che la madre ha vissuto un trauma che spiega il suo sguardo sempre velato di malinconia. Va a ritroso nel tempo e scopre verità mai sapute, sempre taciute per un accordo familiare. Alla fine scopre di avere una sorellastra che si trova in un centro di recupero per alcolisti, una vittima sacrificale, che è caduta nella droga e nella depressione per la sua stessa situazione familiare. Decide di incontrarla per salvarla e ridarle una famiglia, quella famiglia sempre agognata, cercata, attesa. Torna sui luoghi della sua infanzia, della giovinezza di sua madre e trova tutto mutato, compresa la gente. Le vecchie tradizioni si sono dissipate, bruciate al fuoco della modernità che tutto ha cancellato, mutato, stravolto, solo i ricordi e i sentimenti restano inalterati, come pietre miliari bianche nella notte scura, bianche come la sabbia della fotografia inziale.
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