Discussione

SALE DI ATTESA

Spesso ci capita di fare delle visite specialistiche o degli esami diagnostici in centri privati di cura, in cliniche private situate in zone e quartieri del centro storico delle città considerati di pregio. Di solito quando arriviamo veniamo collocati nelle sala di attesa. A colpo d’occhio comprendiamo di non essere al sicuro. L’impatto non è dei migliori. I presenti con determinazione non ci salutano, ci ignorano, ci lanciano occhiatacce o ci salutano a denti stretti, per forza, a mezza bocca. Alcuni si conoscono fra loro, fanno parte della stessa cerchia, abitano magari in quel quartiere importante, sono vicini di casa. Noi veniamo guardati con sospetto, con diffidenza, gli occhi puntati, critici che sembrano dire: come osi stare qui con noi, da pari a pari? Come ti permetti a prenotare una visita dove andiamo noi gli eletti? Non ti conosciamo e quindi tu non sei nessuno ai nostri occhi eleganti. Gli occhi altezzosi di donne anche anziane eleganti ci accompagnano fino alla fine, ci perseguitano, come le parole dette e pronunciate per far sentire a noi certe questioni di vitale importanza. Ogni volta accadono gli stessi episodi, come un copione che si ripete. Donne, ma di rado anche uomini, che parlano fra loro a voce alta per far sentire a tutti, cosa che non è molto educata, e parlano di auto comprate a cifre vertiginose in concessionari di lusso, di vacanze in luoghi da sogno, di crociere, feste di laurea sontuose, di ville al mare e amici potenti. Chi si esalta si guarda poi intorno astutamente con piglio arrogante per vedere se le sue parole fanno effetto. Ci guardano molte ragazze curate con occhi maligni, critici, pieni di orrore perché non siamo del giro. L’accoglienza è raggelante. Eppure magari indossiamo un completo costoso, siamo laureati, abbiamo una famiglia, una attività, abbiamo delle proprietà. In quell’ambiente però non siamo noti, non siamo ricchi di fama e quindi siamo da scartare. Non conta la educazione, la cultura, il rispetto conta solo il ceto sociale. L’importante è sfoggiare firme, amicizie altolocate. Anche certi uomini ci guardano con sospetto, mostrano di detestarci senza conoscerci a fondo. Ci guardano torvi perché costituiamo una minaccia, è il volgo che avanza barando, rubando la scena che appartiene solo a loro. Gli sguardi maschili sono insulsi e non sono quelli naturali che ci aspettiamo. Le donne fanno allusioni, cercano di insultarci in modo indiretto, quasi adolescenziale. Noi siamo indegni, anche se la nostra immagine riflessa nello specchio è impeccabile. Le donne battono le ciglia, mostrano anelli, dichiarano la loro posizione sociale. Si parla solo di ricevimenti, cerimonie, abiti. Vecchi discorsi vengono ripassati all’infinito. Mentre riordiniamo le idee le donne anche adulte ci guardano trionfanti con aria di sfida. Non possiamo essere come loro, eccelse, importanti. Noi tratteniamo il respiro, cerchiamo un modo per rendersi invisibili. L’unico conforto sono i libri. Ci mettiamo a leggere o scrivere senza degnare nessuno di uno sguardo e quando ci alziamo non salutiamo tanto nessuno ci ha mai salutato sin dall’inizio. Ci difendiamo in anticipo con la lettura. Poi per una specie di folgorazione subitanea capiamo come mai alcuni ceti e famiglie mediocri e anche borghesi hanno smesso di fare figli. Una persona cresce un figlio, lo educa al rispetto del prossimo, gli inculca valori morali e sociali, gli trasmette valori di libertà e uguaglianza, valori cristiani di fratellanza e solidarietà, lo fa studiare e laureare, gli insegna la cultura, il valore universale dell’arte, gli impone regole precise, gli insegna il galateo, gli inculca il valore degli ideali, lo istrada al rispetto, e poi questo figlio cosi preparato e educato viene deriso, dileggiato come un volgare delinquente, un essere immondo, guardato storto come un essere inadeguato da respingere. Questo stesso figlio dovrà per forza di cose rimanere nelle retroguardie, visto che non ha appoggi, dovrà farsi strada a fatica. Verrà escluso, vilipeso, offeso, persino respinto in amore data la differenza di ceto che in certi ambienti viene fatta pesare. Non conta quindi l’onestà, la sincerità. Per evitare questi respingimenti, queste discriminazioni ancora presenti nonostante i buoni proposti e le belle parole pronunciate da pulpiti molti non mettono al mondo pargoli, lasciano il campo libero a gente spocchiosa che avrà degli eredi certo ma un po' fanatici e irrispettosi come loro, che faranno sicuramente strada per gli appoggi non per valore umano e doti personali. Per fortuna che la personalità e la cultura di una persona non può essere annientate e uccise rimane e si vede in modo palese.