Nella zona della stazione termini di Roma si aggira una donna anziana di mezza età completamente fuori di testa, che vive in strada, chiede l’elemosina, e solitamente dice frasi senza senso. Il suo è un delirio sussurrato ma anche detto a voce alta di continuo, senza tregua. I passeggieri abituali di certe linee di autobus, la conoscono e sono abituati da tempo ai suoi sproloqui. Lei è solita apostrofare gli uomini vestiti sportivi non eleganti con la parola operai, li aggredisce con uno sguardo sprezzante, con occhi superiori e allucinati. Infastidisce gli stranieri, la gente comune con questa frase operai, per lei giudicata insultante. Scruta gli uomini con lo sguardo superbo anche se a tratti vacuo e sperduto. La sua mente ottenebrata ha nascostamente fatto la equazione che stile sportivo, modo dimesso di vestite equivale a lavoro di operaio, lavoro basso da biasimare non da ammirare. Le sue improvvisazioni non fanno più effetto, le sue parole non sono considerate micidiali. Nessuno si ribella, protesta. La sua è una fisiologica necessità quella di insultare. Il suo tragico umorismo si riversa sulla povera gente, quella che conduce una esis6enza sotto tono, svuotata di lussi. Le sue parole sono limpide, taglienti, sferzanti.
In fondo non è lontana dalla verità. La categoria degli operai specie in passato è stata spesso presa di mira. Fare l’operaio era fonte di amarezza, causa di disistima. Alcuni padri ricchi nel passato hanno proibito alle figlie di proposito le hanno chiuse in casa, di frequentare degli operai. Ragazze innamorate hanno dovuto lasciare avvilite e deluse il loro innamorato operaio, giudicato non all’altezza. Gli operai non sono stati mai tenuti in grande considerazione, spesso sono malvisti per vari motivi. La parola operaio suona funesta, è stata insudiciata in modo troppo riduttivo.
Ai nostri giorni c’è chi ancora proibisce alle figlie di vedersi con un operaio, ancora la parola genera un tocco lieve di ironia . Di solito mentre i giovani ricchi passano il tempo nei pub a bere e nelle discoteche gli operai lavorano sodo, fanno esperienze. Ci capita di chiamare degli operai in casa per dei lavori e li troviamo assennati, competenti, istruiti, abili. Mentre ci sono giovani dediti alle truffe, capaci di truccare le auto, rubare, di simulare pure degli incidenti ai danni delle assicurazioni gli operai lavorano, si impegnano e nel tempo libero realizzano pure quadri, pitture, orti, sculture. Gli operai possono essere artefici di qualcosa che resta nel tempo. Del resto dentro l’anima si trova la luce vera. Per salvare l’anima non serve essere professori. In fondo siamo tutti comuni mortali.
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