Il piatto piange è un romanzo di Piero Chiara ambientato a Luino che era la città natale dello scrittore. Nel romanzo rivive la vita di provincia del suo luogo nativo dove per combattere la noia si ricorre al gioco anche d’azzardo e agli intrighi amorosi. Il racconto del vizio del gioco avviene in prima persona. Fra pettegolezzi, chiacchiere, ostilità, rivalità le uniche distrazioni sono i bar, le letture dei quotidiani e il gioco di carte anche quello più sofisticato che da un godimento immediato, anche le perdite eccitano perché preparano alla rivincita. La rievocazione del passato avviene con uno stile realista, senza orpelli. Si evocano ambienti, situazioni, vicende collaterali, storie intime. I giocatori sono legati fra loro ma i giocatori più ricchi preferiscono bisce nelle ville e non ammettono intrusi. Il tavolo verde attira stranieri e emigrati e chi ritorna al paese per passare la vecchiaia dopo anni all’estero si lascia coinvolgere. I giocatori passano notti intere a giocare perdendo tempo e denaro e ingannando la famiglia condividendo un linguaggio scurrile e l’amore per le donne. I loro discorsi vertono solo su donne e debiti di gioco. I giocatori più incalliti sono personaggi illustri che governano il paese da dietro le quinte. Alcuni ricchi notabili frequentano pure una casa di piacere, dove la tenutaria è una donna simpatica dal passato losco. Il bordello è frequentato pure da turisti e giovani. Le vicende del paese in alcuni casi diventano scandali, come il caso di un aborto clandestino e di relazioni peccaminose. I giocatori si incontrano nei caffè, nelle case private dove tentano di nascondere il proprio vizio. Alcuni insegnano i trucchi del mestiere prima di morire, alcuni sono bari conosciuti. Ci sono anche giocatori ribelli e anticonformisti, accaniti. Il romanzo è una interpretazione di una epoca, di una umanità banale che vive alla giornata al tempo del fascismo e della seconda guerra mondiale. Si tratta di una tenace, minuta cronaca che attinge nelle esperienze personali dello scrittore. Il romanzo da l’idea di una epoca piena di passioni, di ideali, di cambiamenti storici, ma anche di vizi, corruzione, abitudini piccolo borghesi, evasioni . Chi detiene il potere economico del paese non ama i mutamenti che pure si verificano. I giovani vivono sempre con il miraggio di fuggire e andare via. Gli anziani preferiscono passare il tempo a vedere gli altri giocare nei bar. Con il tempo anche il gioco subisce un mutamento, alcuni giochi non sono più proibiti e la posta è sempre più bassa. Le vincite sono magri bottini. I giocatori passano sempre il tempo fra lazzi crudeli, offese, pranzi e cene frugali in gruppo. Si diffonde anche il gioco del biliardo e delle bocce, dei cavalli per ammazzare il tempo che nei piccoli centri sembra non passare mai specie nei giorni di maltempo. I giocatori però sono sempre gli stessi e godono ancora delle sconfitte altrui. Molti fanno riti propiziatori per propiziarsi la sorte, usano talismani . I più sfortunati, si sentono disprezzati e cercano un riscatto, una vendetta. Alcuni ingrandiscono le vincite, altri si ritirano stanchi di giocare. Le autorità fingono di non vedere le varie bische. I gruppi di giocatori sono amici sulla carta, ma poi ognuno è solo. Sullo sfondo ci sono le relazioni amorose usate come evasione. Si scelgono donne esperte, allegre, disposte. Ci sono molte figure femminili, donne viziose, donne sottomesse ai mariti, giovani ingenue di collegio, commesse, ragazzine fantasiose con il talento dell’arte quasi sempre soffocato, ragazze che usano vari artifici per apparire piacenti, cognate che hanno storie con i familiari . I giocatori fanno gruppo e diventano subito amici fra loro e dei nuovi venuti, e intessono relazioni pericolose per poi esaltare la propria potenza virile. Ci sono anche quelli che si ammalano di malattie veneree insidiose, che spiano le donne e le importunano. Ognuno si tuffa in una nuova storia sentimentale per dimenticare lo smacco della precedente ricevendo ancora umiliazioni. Ci sono quelli che inseguono la donna ambita da tutti per esaltarsi e considerarsi al pari degli altri, uomini importanti, che si scambiano le donne come fossero indumenti, che provocano la fidanzata di un amico . Molti stanchi della vita di paese si trasferiscono con il benestare della famiglia. Chi torna dalle grandi città è guardato con riverenza. Restano solo giocatori anziani che non sanno come spendere i soldi guadagnati al gioco e che le disgrazie della vita hanno mutato nel profondo. Del resto nel paese prima o poi tutto viene dimenticato anche le storie più strane avvolte nella stanchezza molle del vivere.
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