Ci sono categorie di giovani che si divertono a tirare sassi, a insolentire gli altri ragazzini coetanei, a tormentare anziani che considerano facile bersagli, a fare sgambetti a disabili, a prendere a pugni i coetanei, a stuprare le ragazzine, a uccidere animali, a usare linguaggi dalla strana piega erotica, a far piangere bambini, a spingere cani e gatti, a eliminare timidi e obesi. Molti diventano paranoici e si sentono importanti solo se realizzano certi progetti infami. Se non riescono nel loro intento sono desolati, hanno una espressione triste. Hanno bisogno di un gruppo di seguaci, che dipendono da loro. Si sentono rassicurati nel sentirsi capi stimati. Questi adolescenti hanno sempre una espressione torva mai serena, e fanno sempre i loro comodi.
Molti li imitano per paura di essere considerati vigliacchi e codardi. Ogni volta bisogna dar prova di coraggio, di sangue freddo. Bisogna essere terribilmente freddi, cinici, calcolatori. Bisogna sempre superare prove difficili per apparire in gamba, come scalare una montagna a mani nude. Per non essere trattato da vile bisogna mostrare fegato. Anche le ragazzine per avere il rispetto del branco devono essere spietate, violente. Gli individui più adatti a sopravvivere non sono quelli miti ma quelli audaci. I ragazzi si vantano di essere forti, insuperabili, ingigantiscono le loro prodezze. Raccontano bugie per mostrarsi alla altezza di una prova di forza. Ragazzine viziate vogliono apparire più grandi, più mature, vogliono sembrare più scafate.
I giovani pensano solo correttamente agli applausi dei compagni per le azioni rocambolesche. Non capiscono che i veri vigliacchi sono quelli che uccidono un senzatetto, rapinano un bambino. I veri eroi sono i giovani che salvano vite, che si tuffano per salvare uno che sta per annegare. Bisognerebbe insegnare ai giovani altre scale di valori. Le vere prodezze sono le opere di bene che richiedono impegno, forza di volontà e predisposizione di animo.
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