Con infinita amarezza ci rendiamo conto che la povertà è ignorata, derisa, messa da parte. I ragazzini ricchi di rimando mettono sotto gli occhi dei poveri con impeto i loro giocattoli preziosi e fanno la linguaccia. I bimbi poveri vivono giornate penose, sono colpiti, sbranati con parole indecenti, allusive. I ricchi inorridiscono davanti a immagini di povertà, trasaliscono, non comprendono perché loro vivono nel lusso agli altri tocca solo afferrare le briciole. I ricchi non vogliono condividere la povertà e di solito di colpo prendono le distanze da gente poveraccia. Per certe casate è sconveniente avere amici poveri, è un vero scandalo che scandalizza i benpensanti. Sulla povertà i pensieri sono confusi e contorti. La povertà è inaccettabile, va eliminata sotto i propri occhi. Nessuno si mette nei panni dei poveri. Alcuni poveri sono umiliati, illusi, derisi. La solidarietà empatica è una vera utopia. Alcuni benestanti sembrano farsi carico di questo problema antico come il mondo. Con spontaneità fanno volontariato, nell’intimo si credono perfetti. I loro impulsi affettivi e i loro contributi sono reali. Si mostrano generosi, e alla fine entra in gioco la loro superbia, il loro senso di superiorità morale e materiale. Nell’intimo ribolle il forte senso di appartenenza a una classe privilegiata. Si mostrano esageratamente impegnati, troppo aperti ma alla fine si ammantano solo di una attenta simbologia. Usano per combattere la povertà degli emblemi, dei simboli, delle immagini che colpiscono la mente, sono gesti, parole studiati per colpire. L’umanità percossa e martoriata deve affidarsi e guadare questi gesti simbolici, effimeri, labili. Il ricco borghese si fa seppellire con le scarpe vecchie, a natale regala pacchi con enormi fiocchi rossi, regala caramelle ai bambini, organizza cene sociali, party per bambini come se bastasse una sola merenda o cena a mettere in sesto una famiglia bisognosa. Si arriva a gesti esasperanti che colpiscono in pieno l’anima provata e torbida. I gesti simbolici in ogni tempo e paese sono simili. Al livello pratico si regalano giocattoli rotti, usati, sporchi. I gesti simbolici si rivelano fragili, negativi, urtano solo la sensibilità dei poveri ormai avvolti nella mestizia. Alcuni gesti sono equivoci, alterati che lasciano inevitabilmente senza fiato. Con certi simboli la povertà non è annientata, non perde terreno. La realtà fatta di gesti simbolici senza slancio affettivo non difende i poveri. I poveri possono solo aiutarsi reciprocamente, creare fra loro una rete di rapporti. I figli dei poveri aspirano solo alla fine di questi gesti ridicoli, patetici che denotano solo superbia e alterigia. Dovrebbe circolare solo il linguaggio universale della solidarietà e fare breccia nel cuore.
https://www.my101.org/discussione.asp?scrol=1&id_articolo=6840