Spesso siamo discriminati non perché siamo bassi, grassi, secchi, vegetariani ma solo perché siamo persone sincere e oneste. L’onestà mette soggezione, fa paura, appare ridicola, idiota. Abitualmente si preferiscono persone più ambigue, nate per l’intrigo e l’intrallazzo. Le persone furbe sono più allegre, più aperte, più disponibili. I parenti stessi fra una nipote timida, chiusa un po' tetra, preferiscono una più vivace, più mattacchiona. Gli onesti sono sempre messi alla porta, sono ospiti inattesi e non ben accetti. Ci si ribella davanti a una scelta troppo onesta. Degli onesti si ride perché sono ridicoli con le loro fisse e manie di perfezione. Gli onesti in ogni contesto devono stringere i denti, accettare le condizioni imposte da altri. Molti si sentono fuori luogo, sbagliati. Il mondo da carta bianca l’esclusiva solo a gente arrogante, prepotente. Gli onesti sono messi sotto pressione. Spesso sono pure sfortunati, con il destino crudele che rema contro, piove sempre sul bagnato. I successi degli onesti sono deboli, la loro vita è intricata, disastrosa. A loro ci si rivolge con arroganza. Gli onesti si fanno troppi scrupoli, hanno la mente sempre piena di pensieri e preoccupazioni. La società fondata sulle apparenze non li sopporta.
I parenti stessi con gli onesti non sono indulgenti, li accusano di ogni errore con parole taglienti, si comportano da iene agguerrite. Anche gli amici di solito spariscono, gli onesti sono pesanti, noiosi, intrattabili, si fanno troppi scrupoli. Gli onesti chinano il capo e vanno avanti del resto non riescono a cambiare stile di vita, sono nati cosi. Sono accusati di essere selvatici, apatici, molli, lenti, gli atri sono più scaltri, più svelti.
A un certo punto gli onesti decidono di sparire dalla circolazione, non si presentano a cerimonie, incontri, appuntamenti, disertano fanno i disertori come soldati stanchi della guerra tanto sanno che nessuno rimpiange la loro presenza.
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