Discussione

FUGHE

Le statistiche parlano chiaro la maggior parte dei giovani specie quelli appartenenti al ceto medio dopo il diploma o la laurea cercano lavoro all’estero che di solito trovano in tempi brevi e ben remunerato. Tutti cercano di scappare I ceti elevati non hanno bisogno di mandare i figli lontano, magari hanno una impresa, una industria, una attività commerciale, uno studio già avviato e ricco di clienti, una azienda efficiente. A rimetterci sono sempre i ceti più svantaggiati che spesso rinunciano pure a curarsi. Gli anziani che hanno i figli all’estero già da anni con il tempo si trasferiscono pure loro dato l’avanzare della età e preferiscono stare vicino alla prole. La conseguenza per il nostro paese è lo spopolamento vistoso, massiccio. Le città, i paesi si svuotano, i negozi chiudono. Non ci sono clienti, non ci sono avventori, non ci sono giovani, le chiese sono vuote, le scuole languono, le classi sono accorpate, gli insegnanti licenziati, gli operai messi in cassa integrazione visto il calo di produzione di certi beni e servizi. La domanda sorge spontanea, come potevano restare i laureati nel nostro paese? La maggior parte dopo la laurea trovava solo porte chiuse o lavori saltuari, a tempo determinato. Ci sono architetti, ingegneri che erano costretti a portare le pizze nelle consegne a domicilio. Lo studio svanito, i progetti evaporati, i sogni abbandonati, conservati solo nel cuore . I laureati per anni restavano a bocca asciutta. Donne laureate in Italia costrette dalla necessità a fare le badanti, le cartomanti, a domandare lavoro nelle parrocchie, a fare le baby sitter, le stiratrici a vita. Conquistare un posto è difficile. Emergere è impossibile. I giovani perdono fiducia. Ci sono giovani che si sono adattati a lavorare nelle mense, a servire i pasti tanto valeva non studiare. All’estero i giovani sono destinati a carriere fulminee da far invidia a chi è rimasto nel calderone Italia. In Italia si hanno stipendi da fame, una vera vergogna. Di solito guadagnano più le altre categorie che i laureati. Le occasioni per i laureati sono ridotte all’osso e quelli che si sono inseriti che hanno trovato uno straccio di lavoro non sono valorizzati ma messi da parte come utensili inservibili a vantaggio di altri soggetti anche meno esperti in certi campi. Molti laureati hanno il dubbio di aver sbagliato a rimanere, ma la ragione per cui sono rimasti è affettiva, familiare. Non potevano far piangere i genitori. Ora si corre ai ripari, si cambia punto di vista. Si cerca di fermare questo flusso ininterrotto verso l’estero. Ci si affretta a mettere dei paletti, a risollevare la questione. I giovani non rischiano più a restare, a provare. Si fanno le valigie e si parte con la morte nel cuore. La conclusione è che certe nazioni non sono lungimiranti se si lasciano sfuggire i cervelli migliori e si tengono spacciatori e borseggiatori nelle strade.