Discussione

SPIRE

Il male ha sempre i suoi tentacoli, le sue spire. Il male assoluto è difficile da estirpare. Ci sono persone che approdano al male precocemente, si danno subito al vizio senza prevedere le conseguenze. Spesso i cattivi non si dolgono del male fatto, non hanno rimorsi e non si danno la colpa. Sono disposti a mettere gli altri in soggezione. Il male avviluppa con le sue spire. Il male induce a fare stragi, carneficine, omicidi in barba al senso di giustizia. La giustizia riparatrice, costruttiva interviene ma la riparazione è parziale. Il cuore malato, affranto dal peso del dolore non si rimargina facilmente. Ci possono essere riparazioni materiali ma non morali. La risoluzione sarebbe quella di sparire davanti al male insidioso, davanti alle sue sfide. Il male invece ha il suo gradimento, molti sentono il bisogno di assecondarlo, di esaltarlo. Molti si acquietano solo dopo aver fatto il male e dimenticano subito i torti fatti in senso stretto. Il male cova, appartato e poi esplode e ci cade addosso come una valanga che ci sottomette e seppellisce. Il male è grave quando diventa una scelta consapevole. Il male gravita sempre intorno a noi con le sue oppressioni, è inserito nel contesto della esistenza, inglobato. Il male inghiotte anche l’amor proprio. Il male è un protagonista eccellente del nostro tempo, ben collocato nella nostra società, un ospite privilegiato. Molti promettono di uscire dalle spire del male ma non ci riescono spronati a fare peggio di quello che hanno fatto. Fare il male diventa naturale come bere un bicchiere di acqua. Molti hanno proprio la attitudine al male, la capacità, molti fattori sociali hanno un ruolo di sprone in vari ambiti. Uscire dal male non è facile anche se ci si impegna meticolosamente, si ricade sempre. Molti sono i drogati del nostro tempo che consapevoli di farsi del male, tentano di uscire dal giro, dal sistema per scrivere una nuova pagina della loro vita ma vengono riacciuffati, presi letteralmente per i capelli da spacciatori, amici, gente senza scrupoli. Non si può mai uscire in modo pacifico. Molti pentiti di mafia sono gambizzati. Il male non consente scorciatoie, divagazioni, le sue strade sono lunghe, interminabili. Disertare, trattare non giova, fatalmente si è ripresi. La lotta per uscire diventa titanica, coinvolge e opprime alla stregua di un uragano. Uscire dal giro non è agevole, lo stesso marito di santa Rita che aveva tentato di intraprendere una vita diversa lontana dal crimine facendo il mugnaio è stato di nuovo coinvolto e barbaramente ucciso. Il male perseguita, imbruttisce, corrode l’anima. E’ un dio bifronte che promette ricchezze e denaro e deturpa e macchia l’esistenza fisica e spirituale. Per molti fare del male anche gratuitamente è un chiodo fisso che puntuale stuzzica il cervello. Molti edificano la loro personalità sul male. Il male diventa appoggio. Le persone dinamiche ed egocentriche si lasciano irretire, rapire, fanno l’esperienza atroce del male con disinvoltura pensando di avere maggiori benefici e piaceri . Poi devono fare i conti con dolori spiacevoli. Molti si limitano nel male a ricalcare le orme paterne o familiari. Il male guasta la psiche, distrugge le emozioni. Molti trovano il male naturale, provano un gusto personale a farlo. Molti sostengono il male con argomenti convincenti, cardinali. Il male è divenuto un tema scottante dopo gli ultimi omicidi e femminicidi. Molti godono e si esaltano nel fare il male, pensano di avere successo, di affermarsi. Si vantano di fare il male, di essere furbi, di aggirare le regole. Nessuno respinge il male totalmente. Il male scatena euforia, libera. Viene praticato attivamente. Il male consente la vendetta, di sciogliere la rabbia, di buttare in faccia agli altri il guanto di sfida. Il male in certi casi determina la affermazione personale. I soldi capitano a tiro e sono soldi facili. Il male scatena la creatività, l’inventiva perché nel fare il male ci vuole talento, ingegno. Il male segue i sensi e nessuno pensa alla dannazione dell’anima, una dannazione perpetua. Chi fa il male pensa che tutto sia permesso a loro e si crogiolano nei misfatti. Il mondo del male è variegato, variopinto, pieno di energie. Il male consente di divenire capi autoritari, indiscussi capaci di ammantarsi di scopi umanitari. I solitari credono di non stare a fare il male, non si rendono conto di rischiare la reputazione. Molti si accaniscono a fare il male con voluttà, con la mente infuocata in un vortice divorante. Il successo è solo temporaneo, il godimento sporco. Il male si annida nel cuore, acceca. Per molti è uno sfogo adeguato al male che hanno ricevuto, una reazione accecante ma giusta. Il male colpisce alle spalle a tradimento, attacca anche chi lo pratica assiduamente. I violenti e i prepotenti sono punti dalla giustizia divina. Le pulsioni deplorevoli sono annientate. Il male rovina l’anima. Non ci si deve inorgoglire, gli eccessi di male sono lame a doppio taglio. Il male contamina, si rivela crudele. Voltare pagina non è facile, il male rimane un mistero. Cruciale per molti è la sconfitta finale. Ponzio Pilato non solo trovò una morte orrenda ma secondo alcuni sensitivi e medium si troverebbe nelle spire infernali dopo una vita segnata dal male e avvolta da una luce torbida e ambigua. Il male tormenta, resta male anche se è solo pensato. Dobbiamo sempre prendere provvedimenti e tenerci lontano dal male per accorciare l’agonia della nostra anima. Per combattere il male ci vuole equilibrio educazione, credibilità, scrupolo. Chi opera il bene spesso è insultato per la sua mollezza ma è un uomo libero nella pratica.