Discussione

SCRUTARE

Le giornate sono sempre costellate di impegni, di appuntamenti ma per le donne ci sono altre incombenze. La vita al femminile è costellata di scrutamenti continui e insistenti, curiosi e disumani, ironici e pesanti. Certe morbose occhiatacce fanno perdere la gioia di un giorno libero. Le donne non sono libere e non sono mai in comunione fra di loro nonostante le apparenze e le rassicurazioni. La vita delle donne è limitata, scrutata, passata al setaccio. Gli sguardi delle altre sono ossessivi e tenaci. Tutto dipende da come siamo vestite. Si comincia dalla mattina quando ad attendere al varco sono le portiere del palazzi, le donne delle pulizie che scrutano senza pietà con una faccia persino ironica, poi ci sono le donne nelle auto, nei mezzi pubblici a seconda di come si va al lavoro. I loro sguardi sono penetranti, pungenti molte si sforzano con la vista per vedere cosa si porta sotto la giacca, il cappotto, l’impermeabile, il golfino. Non si accontentano di una sola occhiata, vogliono vedere di più, vogliono vederci chiaro. Non sappiamo cosa poi entri loro in tasca dopo aver constatato un certo tipo di abbigliamento. Donne sconosciute, viste rare volte o mai viste che si accaniscono a guardare gli abiti come se fosse la cosa principale della vita. Poi al lavoro si ripete il terribile appuntamento. Colleghe che scrutano senza pietà e a volte fanno pure commenti. Dirigenti che guardano assiduamente con aria di superiorità ostentando abiti eleganti come se volessero fare un confronto nel quale si esce inesorabilmente perdenti. Guai poi ad uscire con un abito particolare, solitario, fuori moda e guai a rimettere un abito già indossato e visto. Gli abiti devono essere di moda, originali. I commenti vengono fatti a proposito ogni volta che si passa in corridoio per umiliare. La competizione + preoccupante, genera isolamento. Colleghe che si atteggiano nei loro abiti firmati e danno il benservito. Sono come eterne modelle. Uscite dal lavoro le scrutatrici continuano: vicine di case, negozianti, infermiere, dottoresse, commercialiste, amministratrici di condominio, barriste, pasticcere. Persino al mercato, al parco si ripete il rito dello scrutamento che in profumeria si accentua. Si diventa il bersaglio mobile di strali e occhiatacce di tutti i tipi. In alcuni casi conviene una fuga precipitosa se non si è in regola e perfetti. Lo scrutamento continua nei centri commerciali, negli studi medici, in treno, in bus, al mare sotto l’ombrellone, negli alberghi, nelle pensioni dove persino donne attempate perseguitano con le loro occhiate. Sembra una gara, una contesa per chi ha il vestito più bello. Le occhiate sono un classico a cui bisogna abituarsi anche se genera fastidio, ansia, nervosismo, noia. Nessuno comprende che siamo in libertà e ognuno si veste come vuole, non ci sono canoni fissi e poi dipende dai gusti, dal fisico, dalla stagione, dal meteo ecc. Se si indossa un abito adatto non ci sono complimenti gioiosi ma occhiate immancabilmente cariche di rabbia e invidia. Certe incursioni e occhiate bieche generano sconforto. Gli abiti eleganti non generano una inevitabile ammirazione. Se poi ci si veste in modo non adeguato un po' selvaggio si è oggetto di occhiatacce che straziano il cuore e rovinano l’umore. Persino in chiesa si viene scrutati di continuo come pure nei cinema, teatri, e in tutti i luoghi pubblici. Spesso si ha nostalgia di un tempo passato quando tutto era più semplice e non esistevano questi tipi di tormenti che alla lunga nel tempo procurano infiniti patimenti. Gli sguardi infami fanno penare. Si prova ogni volta il desiderio di cambiare spiaggia, cinema, locale per poi ritrovarsi in altro luogo nella stessa identica situazione. Non serve bramare un altro posto. Dopo certe occhiate dure come acciaio ci si sente svuotati, quasi privati della propria essenza femminile. Ci si sente bersagliati senza un ragionevole motivo. Bisogna subire la sorte senza ribellarsi. Gli sguardi ostili e crudeli non possono togliere l’essenza della nostra personalità basta assuefarsi. Non serve provare orrore o offendersi chi scruta conosce solo il lato effimero della vita e scruta perché non ha nulla di meglio da fare, e poi rimane con un pugno di mosche in mano perfettamente isolati dal resto del mondo.