Ogni anno, in Italia, oltre 40mila morti sono legati al fumo. L’alcolismo colpisce milioni di persone in silenzio. RayRiver era uno di loro. E da quella soglia buia, dalla fatica quotidiana di uscirne, nasce “Angel Jeanne”, un brano che racconta – in forma musicale e teatrale – l’incontro con una guida che lo ha riportato alla vita. E lo fa in una chiave insolita: quella del pop d’opera.
RayRiver – compositore, regista e autore classe 1993 – apre così il suo percorso artistico, con un linguaggio musicale ibrido e intimo, dove il cantautorato pop incontra la scrittura sinfonica e l’immaginario scenico. “Angel Jeanne” è una ballata che segue la logica narrativa, in cui la storia autobiografica di un salvataggio diventa architettura musicale.
Un sound fuori dal tempo, che fonde melodie contemporanee e orchestrazioni classiche. In un panorama musicale che spesso privilegia l'omologazione sonora, RayRiver sceglie di partire da sé stesso e dal suo vissuto, componendo una canzone che sembra uscita da un'opera moderna, con elementi che richiamano tanto la musica sinfonica quanto le colonne sonore teatrali dei musical più amati.
"Angel Jeanne" è una ballad per voce, archi e fiati, che si sviluppa su un respiro cinematografico, con un crescendo orchestrale che accompagna il percorso interiore del protagonista, fino alla sua rinascita. Un esempio raro di scrittura colta e personale, in cui ogni singolo passaggio è parte di una narrazione precisa, realizzata e resa con cura e rigore.
Dalla dipendenza alla rinascita, quella cantata dall’artista faentino d’adozione bolognese è una storia vera, condivisa da molti giovani. Il testo è la lettera a cuore aperto di un ragazzo smarrito che cerca risposte umane, ma trova invece una guida straordinaria: Angel Jeanne, fondatrice dell'Accademia di Coscienza Dimensionale, una scuola gratuita di meditazione e arti psichiche che negli ultimi dieci anni ha coinvolto migliaia di persone in percorsi di consapevolezza e trasformazione. Tra queste, c'è anche RayRiver, che dichiara:
«Mi ha salvato da un tunnel di dipendenza da alcol e sigarette, insegnandomi il senso del coraggio quotidiano, della disciplina e dell'amore.»
Ma Angel Jeanne non è solo la protagonista della sua guarigione: è anche il simbolo di un modo diverso di pensare l’arte. Un’arte che nasce dal vissuto, che si prende cura del proprio tempo, che prova a offrire un’alternativa concreta al disincanto e al cinismo. In questo senso, la canzone diventa anche uno spazio di restituzione: ciò che è stato ricevuto – in termini di aiuto, insegnamento, trasformazione – torna al mondo sotto forma di musica, parola, vibrazioni.
Nel brano convivono due livelli narrativi: quello individuale del riscatto, e quello comune, collettivo, del messaggio. Non è un caso che la figura di Angel Jeanne, reale e riconoscibile, sia anche raccontata come un personaggio mitico: nel testo, è fuoco che appare nel gelo, luce che si manifesta quando tutto sembra perduto. È un’immagine quasi surreale, ma fortemente radicata nella realtà. Ed è proprio questo doppio registro – tra biografia e suggestione – a rendere il pezzo raro nel panorama italiano.
«I don’t want to feel pain anymore. I would never want to scream that I’m alone again.»
(«Non voglio più sentire dolore. Non vorrei mai più gridare di essere di nuovo solo.»)
In questa frase, straziante ma al contempo intrisa di speranza, si concentra tutto il senso del pezzo: la ferita della solitudine, che trova tregua solo nell’incontro. Una condizione condivisa da molti, soprattutto tra i più giovani: secondo il Rapporto Censis 2024, il 51,8% delle persone tra i 18 e i 34 anni soffre di ansia o depressione, mentre il 32,7% ha sperimentato attacchi di panico. A questo si aggiunge un contesto in cui il 18,7% degli italiani fuma regolarmente e oltre 8 milioni hanno comportamenti a rischio con l’alcol. Raccontare questo spaccato in musica, senza retorica né pietismo, è una delle scelte più forti del progetto.
In un mondo dove l'arte viene spesso svuotata del suo significato, RayRiver sceglie di comporre per gratitudine, per bellezza e per necessità espressiva, come lui stesso afferma:
«Credo che la musica debba rendere felici. A volte con un ritmo, a volte con una riflessione, ma sempre lasciando qualcosa. Per me, questa canzone è il dono più sincero che potessi fare.»
Originario di Faenza e residente a Bologna, RayRiver è un artista completo: compositore, autore, regista. Dopo gli studi con il Maestro Tommaso Ussardi e un lungo percorso da autodidatta, ha sviluppato uno stile che intreccia la vocalità pop con le architetture della musica classica, in una sintesi che richiama il musical colto e la drammaturgia contemporanea. Attualmente è impegnato nella promozione del suo primo cortometraggio, "Nel silenzio ricordai Angel Jeanne", selezionato e premiato in diversi festival nazionali e internazionali e reduce dalla recente partecipazione ad un evento collaterale dell’82esima Mostra del Cinema di Venezia.
Con "Angel Jeanne" RayRiver non solo si presenta al pubblico, ma definisce una direzione. Quella di una musica che non si accontenta di essere ascoltata: vuole essere vissuta.
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