Nei luoghi di lavoro si tende sempre a primeggiare o in un modo o in un altro. Si tratta di una corsa furiosa verso la carriera, verso il successo. In ogni ambito la corsa diventa evidente. Esiste tutto un ventaglio di situazioni. La carriera è un obiettivo primario da sempre. Tutti vogliono mettersi in vista, guadagnare di più, dare lustro all’azienda per cui si lavora. Tutti vogliono andare avanti per potersi permettere l’auto elegante, la cameriera in casa. Il passaggio di grado è una tappa obbligata che viene sbandierata, che fa sentire la persona al sicuro. Tutti ambiscono a prendersi dei livelli. Molti sono presi dalla fretta, vogliono bruciare le tappe.
Di solito chi è passato di livello cambia atteggiamento. Già prima della promozione, quando però sa di averla in tasca, diventa ermetico, laconico, si distacca dai colleghi, non parla molto. Diventa sostenuto. Prende le distanze. Pensa solo all’aumento, ai soldi gli altri non esistono, cessano di vivere ai suoi occhi. Diventa indolente, comincia a vestirsi con più cura.
Una volta superato il Rubicone non saluta più nessuno, incontrato de visu fa finta di non vedere, diventa impertinente, tanto non ha più bisogno di nessuno. Non alza più gli occhi su nessuno, non aiuta nessuno. Diventa superstizioso pensa che l’invidia procurata dal suo avanzamento gli porti male. Nel dettaglio il suo aspetto diventa più gradevole. Parla al telefono a voce alta per farsi sentire di viaggi, vacanze, bagordi notturni che spesso sono invece una rovina per la salute . Le donne che avanzano di grado di solito si rifanno il viso, si truccano in modo diverso, più pesante. Sono vanitose, indossano abiti firmati che valorizzano la loro bellezza. Si curano di più la pelle, portano acconciature più ricercate. Molte donne si fanno labbra gonfie con i ritocchi estetici. Non accettano intrusioni, domande. Di solito non parlano più come prima. Molti si affidano solo a se stessi, non si intrattengono più con nessuno. Non parlano più di loro. Il rito di passaggio di grado è accompagnato da vari segnali. Gli altri sono visti come dei babbei che sono rimasti indietro con loro non conviene sprecare il fiato, meglio passare oltre. In certe situazioni alcuni colleghi non hanno più visto entrare nella propria stanza il collega in carriera, come se fosse sparito dalla faccia della terra. ci sono colleghi che per carriera sono stati trasferiti in un altro piano ma non sono più tornati a salutare i colleghi degli altri piani. Un atteggiamento superbo e fuori luogo. Di solito vogliono essere trattati con riguardo. Non parlano più di se, non rispondono alle domande. Hanno dei trasalimenti se vengono salutati. Vivere al lavoro al fianco a loro è una fatica. Ci sono poi quelli che dopo la carriera hanno avuto seri problemi di salute allora davanti alla tragedia si sono riavvicinati. Molti hanno preteso di essere soccorsi in ufficio dopo uno svenimento quando erano mesi che non guardavano in faccia a nessuno. Questi comportamenti non sono esattamente edificanti.
I colleghi migliori sono quelli che anche dopo un avanzamento restano se stessi, appaiono sempre con lo stesso sorriso, lo stesso sguardo, lo stesso stile. Sono i benvenuti perché sono amici e all’occasione aiutano chi è in difficoltà. Sono amabili e chiamano tutti per nome. Non pretendono trattamenti di riguardo. Proteggono i nuovi arrivati, aiutano i colleghi più anziani. Si comportano bene. Non si atteggiano, non sottolineano la propria fortuna. Sono pratici, sempre a disposizione degli altri. Non disprezzano nessuno nemmeno quelli che sono rimasti indietro spesso non per colpa loro. Non pretendono trattamenti di favore. Sono gradevoli e salutano sempre.
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