Discussione

TOBINO

Mario Tobino, scrittore nato a Viareggio nel 1910 è stato un medico direttore dell’ospedale psichiatrico di Lucca. IL suo romanzo il clandestino vinse il premio strega nel 1962. Nel romanzo le libere donne di Magliano descrive la situazione del manicomio femminile del colle santa Maria delle Grazie vicino Lucca che è accettato nella zona per aver dato lavoro a molti abitanti . Il romanzo nasce dopo la rielaborazione delle cartelle cliniche compilate per anni nella struttura ospedaliera. Lo scopo è quello di far conoscere al mondo dei sani la realtà della pazzia. I malati di mente sono persone fragili ma pur sempre persone con una propria coscienza. Questi malati non andrebbero trattati con freddezza e distacco. Le donne rinchiuse sono spesso persone dall’aspetto ancora giovanile, che hanno palpiti erotici e sentimentali. Sono donne ossessionate dalla magrezza, dal tradimento. Alcune sono gentili, tenere, altre sono malinconiche . A incidere la loro mente traviata sono stati episodi del passato che hanno tracciato un solco profondo nella loro psiche: il suicidio del fidanzato, un matrimonio imposto, il tradimento del compagno, una madre troppo libertina, un padre tiranno, l’amore per un uomo sposato, una serie di lutti familiari, una condizione economica disagiata, un marito violento , una suocera cattiva, una vita di solitudine ecc. gli acuti urli, i deliri riflettono questa agitazione interiore, questo passato. Alcune donne hanno una intelligenza acuta, intuitiva quasi sovrumana, sono orgogliose di sé. Gli infermieri e le suore si sono affezionati a queste malate. Alcune malate di mente si innamorano dei dottori, sono gelose delle infermiere e persino delle suore. Alcune sono di ottima famiglia e hanno ricevuto una buona educazione. Nella struttura sono frequenti i casi di autolesionismo. Le infermiere stesse conducono una vita monotona, grigia solo alcune di loro si sposano. Alcune malate riescono a nascondere i moti della propria anima. In realtà ogni delirio è diverso e affonda le sue radici nella storia personale del malato. Alcune malate hanno atteggiamenti megalomani, audaci, si credono ricche e belle perché forse lo hanno immaginato, sperato, sognato quando erano nella vita vera. Alcune malate nella loro pazzia sono assennate, sanno perdonare, lavorare. Alcune sono insensibili al dolore fisico e morale come se avessero una corazza. Alcune sono perseguitate da ossessioni e credono di parlare con i defunti. Molte hanno l’animo candido, trasparente non farebbero del male neppure a una mosca. Molte sono rinchiuse in camere di sicurezza e la loro condizione genera pietà. Alcune anziane credono di tornare ragazze. Anche loro hanno dei sentimenti umani. Il dramma è la loro perenne solitudine specie nei giorni di festa quando nella struttura non accade nulla e tutto rimane uguale. I medici che operano in essa quando sono liberi fuori si dimenticano delle malate. I cuori della malate sono dilaniati in seguito ai legami familiari spezzati. Pochi sono i parenti visitatori nel manicomio. Di solito si desidera distogliere lo sguardo da questa umanità distrutta come dalla vecchiaia. Le malate invece non sono cattive sono incapaci di dare giudizi, di fare del male, sono più consapevoli del mondo e delle sue trappole, sanno commuoversi. Alcune hanno deliri di speranza, come se cercassero quella felicità che non si trova da nessuna parte. Questa umanità cristallizzata non è compresa dai più, nessuno presta attenzione alla loro angoscia. Alcune malate sono altere ma cercano di nascondere con questo atteggiamento la timidezza di fondo. Nella struttura tutto si ripete monotono, gesti, parole, tutto è racchiuso in una raggelante fissità. Le malate non reagiscono neppure alle offese. Le malate sembrano adattarsi alla ferocia dei tempi, sono abituate al dolore senza consolazione. Alcune implorano calore umano. Il loro ghiaccio si scioglie in lacrime frequenti. Alcune sono sensibili, gentili, sanno perdonare, fanno dei lavori dentro l’ospedale . Le donne malate di mente sono più libere degli altri non giudicano, non temono il giudizio degli altri. Non fanno calcoli, non sono prese al laccio dall’egoismo. Sono anime appartate, solitarie con raggi sbalorditivi di umanità repressa. Ogni creatura umana ha le sue leggi. Alcune tendono ad accumulare cose come fanno pure le persone normali ai nostri giorni. Per capirsi fra loro queste donne non hanno bisogno di parole, non sono ipocrite . Queste donne nel loro passato normale hanno avuto sprazzi di felicità ma non l’hanno colta o l’hanno compresa dopo che era passata come avviene a tutti. Nel male gli sprazzi di gioia sono più preziosi. Nelle allucinazioni comunque c’è sempre un fondo di verità. Nel furore ci sono tracce di nostalgia. Le donne ricoverate sono tutte comunque belle anche se non hanno trucchi e belletti. Ls loro semplicità è innocenza. Non sono donne fanatiche come se ne vedono tante per le vie delle nostre città. Un tempo la pazzia era considerata del diavolo ma ora i tempi sono maturi per un giudizio diverso più umano, più consapevole, meno rigido. Solo persone ignoranti possono disprezzare i malati di mente che vanno compresi.