La società moderna ci propina sempre nuovi linguaggi, nuovi gerghi sconosciuti, nuovi modi di pensare, di dire. Sicuramente c’è carenza di parole eleganti, gentili, auliche. Il linguaggio colto per molti è intollerante, specie per i giovani che rifuggono da parole antiche. Il linguaggio elegante è fuggito via come acqua che scorre verso il mare. Nei locali, negli autobus, nelle pizzerie, negli stadi, nei cinema nel sottofondo si sente sempre il solito brusio con varie tonalità infarcito di parole rozze e turpi. Nella conversazione si resta allibiti dalla frequenza di parole scurrili che diventano invadenti. Le parole oscene sono dette senza alcuna soggezione, anzi si pensa che intrighino. Le formule sono sempre le stesse e denotano l’appartenenza a certe categorie di persone. Ci sono gruppi che si esprimono alla stessa maniera, usano slogan, frasi fatte, proclami. Alcuni volutamente ostentano un linguaggio volgare, ne sono orgogliosi, anche se sono studiosi, istruiti anche se non si possono definire colti. La cultura prescinde dalla istruzione. Il linguaggio giovanile nella sua evoluzione rapida si è deteriorato. In origine i giovani si esprimevano in modo diverso, erano allineati verso parole accettabili. Ora si usano parole intollerabili anche per definire un rapporto amoroso fra fidanzati. Non si usano più parole come consorte, fidanzato, sposo, fare l’amore, ora si usano termini volgari irripetibili. I giovani puntualizzano con enfasi che certe parole sono fuori moda. Molti per andare d’accordo con gli amici devono per forza usare parole maliziose dal doppio senso, espressioni allegre, sopra le righe. Non si usa neppure più parole come andare a letto con una donna, si usano espressioni di una volgarità infinita ed a usarle sono pure persone adulte. Alcune espressioni sono imprudenti, meschine. Ci chiediamo come fa una mente a formulare simili diavolerie. In comitiva il turpiloquio diventa necessario, diventa vangelo. Si usano parole negative anche rivolte agli insegnanti, ai superiori , ai genitori, alla propria madre. Il motore principale ò un ego smisurato che non conosce limiti e barriere. Molti prendono tutto con leggerezza e ridono sempre degli altri, persino della fidanzata. Bisogna sempre essere aridi, avidi, chiassosi. Si deve intervenire nei gruppi sempre con parole sconce. Si approva caldamente questo tipo di linguaggio. Chi parla bene è sfottuto perfidamente e accantonato. Con le donne bisogna andare al sodo, essere volgari. Il turpiloquio rallegra l’umore, mette tutti d’accordo. Anche le ragazze più sofisticate si lasciano sfuggire parole turpi e offensive. Nessuno invita a usare un linguaggio moderato specie in pubblico. Molti si arrendono e cercano di essere pazienti davanti a questo fenomeno osceno. Si è persa la umana dolcezza e si è varcata la soglia della volgarità estrema. Molti ragazzi con il sorriso sulle labbra parlano della compagna in termini spregiativi come fosse solo un oggetto di piacere, di sollazzo per la loro forte libido. Molti adulti approvano e si adeguano. La grazia è stata eliminata. Le parole più gettonate sono quelle che usano nei luoghi malavitosi. Non si comprende che uno stesso concetto si potrebbe esprimere con termini diversi, meno aggressivi, meno pungenti e quindi anche meno degradati e offensivi. Si usano parole decisamente scadenti. Nessuno si ricrede. Anche le persone colte e benestanti si lasciano andare alla deriva. Si assiste a un vero degrado anche nelle pubblicità dove si recita in modo volgare. Si resta basiti sentendo delle esclamazioni. Si resta in attesa di un ravvedimento operoso, di un mutamento di toni e di linguaggio. Il linguaggio è il simbolo autentico di una epoca solo edonistica. Si insegna il turpiloquio anche ai ragazzini e alle bambine. Il linguaggio denota caratteri volgari. Ci sono in questo campo molte implicazioni morali e psicologiche che nessuno vede. Intanto tutto resta immutato e ancora si sentono strane espressioni per definire la propria zia, cugina. Si parla a sproposito, e si è boriosi di farlo. Siamo chiusi in una gabbia di incomprensioni dove predomina il lusso dell’abbigliamento ma non quello del linguaggio. Le definizioni usate sono sempre più fluide e monotone, scadenti. In fondo però era bello sentire ragazzi parlare fra loro d’amore usando parole convenienti e pulite. L’amore è sempre più messo in secondo piano e la parola non compare più neppure nel linguaggio ingenuo degli innamorati, forse perché non sono poi tanto innamorati.
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