PIOGGIA

La pioggia è sempre stata sinonimo, specie nell’arte, di inquietudine, malessere, stanchezza, apatia, solitudine. Nei romanzi la pioggia procura inquietudine, tristezza, nervosismo, tedio, tensione, turbamento. Un ritratto ormai divenuto famoso si intitola The woman of the rain, la donna della pioggia, realizzato per intero dalla pittrice ucraina Svetlana Telets. La pittrice si era laureata ad Odessa in storia dell’arte. Aveva aperto una galleria d’arte in una città della Ucraina centrale. Il ritratto è stato dipinto nel 1996. La pittrice ha asserito più volte di essere stata guidata nella composizione da una mano invisibile per cui il quadro è stato composto in poche ore senza perdite di tempo e ripensamenti e tentennamenti. Durante la composizione ha assistito a vari fenomeni ultraterreni inusuali come giochi di luce, flash di luci, ombre. A lei spesso sembrava di essere sotto osservazione. Il quadro è stato poi venduto a un primo acquirente che lo ha restituito senza compensi asserendo di sentirsi osservato da occhi indiscreti e di vedere delle ombre. Poi è stato comprato da una donna che viveva sola che ha parlato di presenze in casa da lei percepite che l’hanno portata alla insonnia. Il terzo compratore, avvisato degli strani fenomeni, si è mostrato scettico ma poi ha visto nel buio degli occhi fissarlo ed ha avuto spesso delle emicranie strane. Con il tempo il ritratto è stato considerato infestato dagli spiriti come avviene per le abitazioni. Tuttavia non è il primo caso, ci sono scrittori che sentono la mano guidata e sentono una voce dentro che detta le parole da trascrivere sul foglio bianco. C’è stata pure una sensitiva della sabina Tony Giuseppa che asseriva di dipingere guidata dal figlio Fabio morto in un incidente che studiava storia dell’arte. I suoi quadri sono oggetti di mostre e sono stati venduti in Italia e all’estero. Alcuni quadri sembrano ambientati in altre dimensioni con luci, immagini di angeli. Chi ha comprato i suoi quadri sente sempre in casa un senso di beatitudine e serenità. Sono come dei portafortuna.