L’orzata come tutti sappiamo è una bevanda rinfrescante, analcolica, di colore bianco lattiginoso e opaco. Non tuti conoscono le sue origini remote. Gli inventori sono stati anticamente i Greci che facevano molti infusi e decotti con sostanze vegetali tra cui appunto l’orzo. Poi la ricetta è sbarcata a Roma, il nome infatti è latino e deriva da una parola popolare hordeata ossia fatta con orzo. I romani seguivano la ricetta principale e usavano per farla come ingrediente l’orzo germogliato con l’aggiunta di acqua e zucchero in forma di saccarosio. Nel Medioevo la bevanda si diffuse in Europa con numerose varianti e nel bacino del Mediterraneo. La ricetta originale si è poi evoluta nel corso dei secoli. Oltre agli ingredienti base vegetali si sono aggiunte mandorle amare. I primi sciroppi sono stati fatti in Francia e in Sicilia con l’uso delle mandorle locali di Avola. Nell’ottocento la bevanda ha avuto la massima diffusione. La sua consumazione si è consolidata negli anni settanta del nostro tempo. Spesso viene confusa con il latte di mandorla, ma quest’ultimo è fatto con mandorle dolci di provenienza asiatica, ma l’orzata è fatta con orzo, estratti di mandorle amare e aromi, acqua di fiori di arancio, vaniglia, estratto di benzoino. Si tratta di una miscela di orzo e mandorle. La bevanda si è diffusa pure in Africa.
Esistono molte varianti. In una frazione di Valencia in Spagna per produrla si usa un tubero locale molto simile per sapore. In questa zona ci sono le harchetera che sono negozi che vendono sciroppi da degustare sul posto o portare via.
Nel Messico la bevanda dissetante si ottiene dalla lavorazione del riso con l’aggiunta di cannella.
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