Dietro ogni immagine c’è una storia, e dietro ogni storia c’è uno sguardo capace di trasformare la luce in emozione. In questa intervista a Valentina Caniglia, la fotografa ripercorre le tappe della sua carriera: dagli esordi con una macchina fotografica a pellicola fino ai set cinematografici e televisivi che l’hanno vista protagonista. Un percorso fatto di ricerca, sperimentazione e passione, dove ogni progetto diventa occasione per raccontare nuove narrazioni visive e catturare sentimenti destinati a restare impressi nello spettatore.
Quando è cominciata la tua passione per la fotografia?
“La mia passione per la fotografia è iniziata da piccola. Ho sempre immaginato un mondo pieno di
fotogrammi creati dalla mia fantasia o da un qualcosa o qualcuno che osservavo. Da piccola mi
regalarono una macchina fotografica, in pellicola Kodak, con la quale potevo scattare solo 10
fotografie a rullo, quindi dovevo scegliere i fotogrammi che ritenevo interessanti da scattare.”
Se dovessi scegliere un titolo fotografico per la tua vita, quale sarebbe ?
“Il titolo fotografico sarebbe “Catturare le emozioni con amore all’infinito”.”
Quale progetto ti ha insegnato di più sul rapporto tra luce e narrazione?
“Ogni progetto, dove ho curato la fotografia cinematografica, mi ha insegnato qualcosa di nuovo,
proprio perché è stato concepito con una narrazione e una storia diversa, che mi hanno permesso di
esplorare la luce e di plasmarla in modi differenti, per raccontare il viaggio delle emozioni
attraverso storie sempre nuove e mutevoli. Così che con l’esperienza e la creatività ho potuto
rischiare e racchiudere con i fotogrammi i sentimenti dei personaggi”.
Quale emozione cerchi di catturare anche inconsciamente?
“Io catturo lo stato d’animo dei personaggi che si evolvono, percorrendo dei viaggi di ogni tipo
attraverso le storie del cinema e della televisione, con la luce, le inquadrature ed i movimenti della
macchina da presa. Ogni azione sia fisica, interiore e mentale è un raccontare il mio compito è
catturarle per dare emozioni a chi le guarda”.
Se dovessi scegliere un lavoro che rappresenta la mia firma quale sarebbe?
“Più di un lavoro direi, Melograni e Mirra con Hiam Abbass, Ali Suliman e Yasmine Al Massri, 3 days rising con Mickey Rourke, Peter Green e Ice- T, Fred won't move out con Elliott Gould, Isola con Fanny Ardant e Joanna Kulig, Adieu Lacan con David Patrick Kelly, e l'ultimo film che uscira' presto Jesus Land con Juliette Lewis e Ella Anderson e Fly Little Bird con Zoe Bleu Arquette e Manjinder Virk sono i lavori che mi rappresentano al meglio”.
Se dovessi descrivere la tua carriera come un viaggio quale sarebbe un tappa che ancora ti
manca?
“Io sono grata di quello che ho fatto tutto da sola e di quello che devo ancora fare. Ho delle tappe da
raggiungere e una di queste è sempre collaborare con registi e un team meraviglioso, per raccontare
storie che arrivano al cuore delle persone, che siano film d’azione o altro.
Io sono dell’idea che, fin quando riesco a fare dei bei progetti, non mi manca nulla. Essere su un set
è la mia passione, è quello mi completa. E chissà... un Oscar alla migliore fotografia
cinematografica sarebbe una bellissima emozione!”.
Articolo: Dott.ssa Mietto Elisa
Dirigente del servizio: Ufficio Stampa & Produzioni MP di Salvo De Vita
Resp. e Tutela Immagine: Dott. Salvo De Vita
Distribuzione Nazionale Digitale: Urban Dream di Mietto Elisa
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