Discussione

LINGUAGGIO FELINO

Avere un gatto in casa è sempre una esperienza indimenticabile. Molto dipende ovviamente dal carattere del felino, ci sono gatti tranquilli e quelli più scatenati che mal si adattano a un appartamento. Il linguaggio felino è complesso e non sempre un gatto sopraggiunge al primo richiamo con passo celere ci sono varie storie in tal senso. Molti felini sono diffidenti e sospettosi, altri chiassosi e frenetici. Il linguaggio felino va compreso in tutte le sue sfumature. Ci sono parole chiave che ci consentono avvedutamente di interagire con un gatto domestico e non. Molti studiosi hanno indicato le parole principali per evitare che un gatto diventi strano e intrattabile, confusionario e stizzito. In primo luogo non bisogna pressare il felino con insistenza usando un tono alto di voce e arrabbiato. Bisogna valutare lo scintillio dei suoi occhi e il movimento della coda che è indicativo. Bisogna stabilire delle regole tacite che non devono essere infrante specie con i gatti più furbi. Bisogna evitare di fumare, di portare tacchi, si svegliare all’improvviso, di fare rumore assordante, di parlare forte, di singhiozzare. La parola magica è il nome del gatto da pronunciare quasi come un sussurro, in modo rilassato. E’ un segnale emotivo forte e il gatto si sente protetto e rassicurato, pronto a dare fiducia. Vedremo presto le sue pupille dilatate. Una altra parola piacevole che le orecchie del gatto odono felici è bravo, brava da dire come fosse una melodia secondo uno studio condotto nel 2019. Il tono di voce calmo è quello più gradito, che spaventa di meno. È una forma di approvazione che il micio percepisce con dolcezza. Si può dire la parola accarezzando il gatto nella parte frontale. E’ una parola che trasmette calore. Una parola condivisa, che trasmette emotività. Un'altra parola è qui che può spingere il felino ad arrivare con la coda sollevata. E’ un invito a fidarsi, il gatto non sempre da la sua fiducia subito., quando la concede è per sempre E’ un linguaggio quadi di addestramento, segreto. La parola qui significa volere fare entrare il micio nella propria sfera intima, nel proprio spazio e il gatto apprezza essendo una creatura territoriale che divide i luoghi in sicuri e da evitare. A lui ci deve avvicinare però lentamente. Qui deve essere una offerta non un comando, un segnale forte di intimità. Una altra parola da usare è vieni per creare una connessione, per fare una proposta. Una parola che ha valenza positiva che colpisce la indipendenza del felino. Vieni deve essere usata sempre in contesti positivi non ad esempio quando si è in visita dal veterinario. Dopo vieni si può premiare il gatto con dei croccantini. Una parola da ripetere con frequenza è amore magari con occhi socchiusi. Si può usare pure la parola va bene, che riduce lo stress che crea una interazione. Molto dipende dalla personalità del gatto, dai traumi che ha subito , dall’ambiente in cui è stato allevato, se è stato sterilizzato Il gatto ha bisogno di vibrazioni calde che lo fanno sentire accolto. Per farsi intendere meglio poche parole giuste, talvolta è necessaria una connessione senza parole, solo sguardo dolce, gesti lenti e pigri. La voce deve essere sempre calma. Se siamo chiassosi e caotici il gatto ci ignora.