Discussione

GUAPPARIA GANGSTA

GUAPPARIA GANGSTA

GUAPPARIA GANGSTA SCENEGGIATA RAP Ho sognato una nuova sceneggiata rap che mi ha condotto a riflettere su ciò che potrei divenire. L’ umorismo intrinseco mi ha portato a credere in me stesso , anche se in questa città , si sta con due piedi in una scarpa . Fare finta di essere nessuno ,un qualunque pulcinella che ha vissuto fino ad adesso , solo d’ illusione, d’amor fugaci . Certo, ogni passione si sviluppa , seguendo una sua logica ,attraverso questa sceneggiata surreale, di cosa sarà il domani. Ma cosa, sarò io andando avanti ? cosa ha reso questa mia vita, una sceneggiata , lontano dalla convivenza con talune persone , cosi cercando un senso comune con cui riuscire a comprendere il male di questa società . Poiché, tutti noi , siamo protagonisti del proprio destino . Come ,vedremo nella seguente messinscena , ambientata in una osteria a ridosso di piazza Cavour in Napoli dopo la guerra . La taverna è provvista di pochi tavoli, qualche dipinto appeso alle pareti. Uno scarafaggio ubriaco che fa linguacce in un angolo. Entra ò malamente il guappo , detto ò professore . Visibilmente ,amareggiato . E vero ,quello, che si va dicendo della mia persona . Cosa , si va dicendo professore ? risponde l’oste Che io presto i soldi con il doppio dell’interesse Per carità voi siete un guappo onesto . Ribatte l’oste Hai detto la parola giusta , onestà Professore, sedetevi prendete qualcosa ? Un caffè che dite ? A quest’ora preferisco una birra Una bomba al professore Una granata, attenti, ho capito bene Una calibro trentotto, spunta dalla tasca dei pantaloni del professore. Sicuri che in questa osteria è frequentata da persone serie? Qui la polizia non viene, mai professore Bene, perché a me mi stanno un tantino sullo stomaco Prendetevi un alka seltzer ? No, grazie , preferisco una birra Che bella giornata Che belle signorine, sono vostre dipendenti ? Si , lavorano qui, sono delle ragazze coccodè Che carine e sanno fare solo coccodè ? No ,qualche volta parlano pure E la vita a volte che non ti fa più parlare Avete ragione a volte è meglio restare muti che essere morti Che diamine, siamo diventati tutti indifferenti Professore avete letto Moravia Chi è Moravia ? Come professore il famoso scrittore romano Quello che ha scritto i racconti romani Quello , professore , quello era un grande scrittore Lo dici con una punta d’ironia La faccia mia sotto i piedi suoi , io a casa mia ho una montagna di libri suoi. Bene ,sono contento ,leggere fa bene Basta , ora voglio mangiare, cosa hai di buono ? Oggi abbiamo fatto baccalà alla bresciana Buonissimo , professore ,mette una speciale carica addosso Ti fa volare , ti mette le ali Lo hai fatto con Red Bull ? Precisamente ho bagnato il baccalà nel Red Bull Siamo sicuri che è buono ? Una specialità Va bene oggi è bella giornata ,non c’è ragione per essere tristi Avete detto bene professore Questa indifferenza , uccide Tu oste hai la bocca grande , parli troppo per i miei gusti. Come capita a volte si , a volte no. Io non tollero ,chi parla male alle spalle altrui. Lo reputo un vigliacco, uno senza palle . Professore , io sono una carta conosciuta Esiste un etica anche per i guappi . Professore avete dette , parole sacrosante E chi pesta un piede ad un guappo fa la fine di una pummarola scumazzata. Professore avete tutta la mia approvazione. Non è facile vivere in mezzo ad una strada , essere apprezzato da tutti quanti . Essere acclamato come eroe , salutato come eccolo ò malamente. Frotte di guaglioni , si fanno intorno ,quando esco di casa . Mi dicono : Professore fateci vedere la pistola, insegnateci ad essere guappi . Vorrei raccontarvi di quando ero piccirillo. Perché , pure io , un tempo sono stato una povera creatura. Orfano di padre ,abbandonato dalla madre , camminavo a pedi nudi , nelle pozzanghere , dormivo sotto i ponti, vivevo nel vicolo ,sempre con una fame addosso , sempre sporco, con il mucco colante lungo il naso. La miseria è brutta assai, ti porta ad essere un animale , istintivamente , un senza patria ,un poco di buono , la disperazione ti rende simile agli altri. L'oste serve il vino. Professore ,cercate di essere sereno ,non date retta alle malelingue , come si dice ,chi disprezza vuol comprare.” Chi disprezza, vuol comprare ,ma io , gli do quattro coltellate , li levo da mezzo in quattro e quattro. Cosa si credono, qui si scherza con il fuoco , non sanno con chi hanno a che fare. Io sono stato capace di rubarmi un carro armato, durante una parata militare e di rivendermelo a due cinesi , per centomila euro.” Professore e quanto era grande ,questo carro armato ? Grande tanto grande Grande e terribile come la guerra ,come la fame e la disperazione. Quante brutte cose ho visto da piccolo. Quando si giunti agli anni miei ,un idea ti corre dentro e la speranza di vedere cambiare la propria condizione sociale. Vedere finalmente i poveri divenire ricchi e coloro che non hanno nulla felici .” Perché noi, inconsciamente detestiamo la storia ,la reputiamo una malvagia signora che secondo il destino , figlio suo , ti rende principe e povero , famoso e sconosciuto ai posteri . Cosi passare per le generazioni future, come ladri ed assassini, dei pochi di buono, dei poveri guappi. Ma costoro conoscono, la nostra anonima storia , sanno cosa abbiamo patito . Cosa abbiamo mangiato. Cosa abbiamo sognato. Sperato ,cantato amato. Sembra un utopia , una carta sporca che se la porta lo viento chesta vita nostra. Ah megera sorte , io lasso nella mia disperata vita ,mi chiamarono guappo, camorrista. Pensiero mio , oggi, fugge ratto per questa ingrata terra. Fugge attraverso i bassi per le piazze e le strade , s’impettisce . Vita mia , io ho ucciso non due, tre guappi , come me. Mi son fatto tanti anni di galera . Ho mangiato pane ammuffito. Ho dormito con bambole di plastica . Mi sono illuso e sono stato pestato nell’oscurità di una cella. Ah gioia, figlia dell’ arte, sogno dei maestri illustri , solcando l'universo ,le stelle ed altri intendimenti , io mi trasformo ed ivi muto in altra forma, in altro grado , attendo oggi di giungere al cospetto del signore , con animo sereno. “La città continua a speculare sulle miserie altrui ,frotte di assassini , faranno presto irruzione all' interno dei pubblici uffici , mentre bande di venditori ambulanti , s’improvviseranno angeli custodi. Il bicchiere è ancora mezzo pieno ,mezzo pieno come questa sceneggiata “. “Qua nessuno sape niente ,pochi sanno recitare a soggetto ,questa è una sceneggiata scritta in fretta sotto un lampione , aspettando un nuovo giorno rinasca “. Si signore, volesse trova pace , ma una pace vera ,senza mezzi termini, senza che nessuno ti dice guardatelo ò guappo di cartone , mò che se fatte i soldi, se scordate di tutti i vecchi amici suoi “. “Vorrei aiutare, questa gente ad essere felici.” Ma il tempo è tiranno , mi tira per la giacchetta , mi tira , mi dice: Statte accorto che sta arrivando la tua fine.” “Che vi devo dire professore ,avete ragione , non siamo tutti uguali . Questa vita , ne convengo è una schifezza, certa gente sono delle vere carogne.” Ne convengo , amico mio. Non vale a pena , perdersi in volgari espressioni in dialoghi mezzani, in accattivanti dilemmi , che ci fanno uscire pazzi entrambi.” “La vita è una sola , pigliamocela come viene ,chi avuto, avuto come si dice ,chi ha dato a dato simme e Napoli paisà.” “E già è questo il guaio nostro ,professore , cerchiamo di essere logici, non ci soffermiamo alla retorica, intrinseca nell’estetica in ciò che noi possiamo essere o rappresentare. Anche sé la domanda è lecita , ma chi siamo noi professore? io sono un oste e voi un guappo di cartone , va bene cosi, andiamo avanti.” “Mò non ti capisco chiù , ò vino e buono, io sono un tuo cliente affezionato , mi piace questo locale, pure sti belle figliole che lo frequentano . Però mi devi fare il piacere ,non mi devi piangere addosso.” “No professore ci mancherebbe, ma voi che dite . Io non mi permetterei mai e poi mai di fare un affronto simile. Anzi mo’ faccio, scendere da sopra una bella peccerella, viene da Budapest e arrivata fresca ,fresca l’altro ieri. “ “Da Budapest ? No a me l’extraterrestre, non mi piacciano tanto.” “Io sono di Napoli e con una napoletana voglio fare le schifezze.” “Va bene come dite voi professore, avete ragione, dobbiamo essere patriottici. Cosa sono queste schifezze , queste pezzenterie . Se lo sanno alla questura mi fanno chiudere la taverna. Noi siamo italiani e da buoni italiani ci dobbiamo comportare.” “Giusto, giustissimo , adesso mi piaci . Trovo in te un sano cinismo , una profonda vena umoristica dal sapore partenopeo.” “A me la malavita mi fa un baffo attorciglione . Ridi è lecito, ne convengo che questo mio dire spedito e sincero ti fa rallegrare per questo voglio brindare con tutti voi presenti . Ad un futuro migliore. Ad una patria amica. Madre di tutti gli extraterrestri, extracomunitari, affamati a tutti i disperati di questo pianeta terra . A questa vita, che è una sceneggiata non è forse vero professore?” “Che bella frase hai espresso , quanti bei concetti hai detto e per questo tuo dire, io ti dò tre coltellata , tiè ,tiè mò vieni a prenderti questo perdono. Venite ,venite bella gente ,venite a teatro. Prima che cessi di vivere e recitare questo povero oste, questo bravo cristiano, questo bravo attore. “L’oste con un filo di voce. Professore che coraggio che avete allora non avete capito niente , pure io sono un extracomunitario travestito da oste “. Per questo, pigliate una altra coltellata tiè, tiè , mi volevi fare fesso a me che sono un onesto assassino , che pago le tasse e non farei mai male ad una mosca. “Professore siete proprio un delinquente. Ah mò posso morire felice e contento ,te lo detto in faccia. “Oste dei miei stivali in questa tana non ci metterò più piede Presto abbassate il sipario, la sceneggiata e finita, l’oste è morto , ed anch’ io , non mi sento tanto bene . E voi venite , venite a fare questo applauso …… io qui v’aspetto. Qui dove rido io , riderete , pure voi.