Nella società moderna la tecnologia ha fatto passi da gigante. L’uomo moderno vive immerso nel confort. Basta premere un pulsante e tutto si muove. E’ possibile socializzare in ogni momento della giornata grazie a internet. Poi ci rendiamo conto che le folle in strada sono sempre più frettolose, che i saluti dei vicini sono sempre più freddi, che i parenti sono sempre più lontani, che i bambini sono sempre più soli davanti alla tv. I genitori sono assenti per lavoro, i nonni sono nei centri anziani, i ragazzi a scuola o all’università. I figli una volta cresciuti non ci appartengono più, quasi non li vediamo più. I legami affettivi diventano sempre più labili. I rapporti d’’amore diventano spesso un inferno e non mancano casi in cui l’amore diventa addirittura odio. Gli uomini intanto sono sempre più vanitosi e le donne si curano sempre di più. Persino nei funerali alcune donne si presentano eleganti e truccatissime. Gli adolescenti si identificano nel gruppo e vivono in esso anche se a casa sovente sono soli. La sensazione è di isolamento pur stando in mezzo alla gente, sempre frettolosa. La solitudine può anche essere positiva. Nell’isolamento si medita, si riflette, si comprende. Lezioni di vita possono venire anche da una situazione di totale isolamento. Il progresso ha reso tutto più veloce e allora anche le relazioni si consumano velocemente. Il progresso ha anche creato però vuoti di coscienza, alienazione, depressione. Le persone più lente vengono scartate, eliminate, derise e allora entrano in crisi. I film dell’horror, pieni di assassini hanno stimolato e hanno creato generazioni di serial killer sempre pronti a sparare. Donne vengono uccise per mano dei loro mariti, persone vengono travolte da pirati della strada che fuggono. I mass media, la tv danno scarse risposte o risposte che non convincono. Intanto tutti difendono gelosamente la propria privacy escludendo gli altri. L’unico modo per combattere la solitudine nella società moderna è quello di rispolverare il concetto ormai tramontato di solidarietà perché gli altri siamo noi.
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