Discussione

QUEL 19 MAGGIO DEL 1993 A SARAJEVO

QUEL 19 MAGGIO DEL 1993 A SARAJEVO

Admira e Boško, un amore impossible. di Paolo Conte Un giorno di 28 anni fa, siamo nel maggio del 1993, ricordo che stavo guardando i notiziari, quando fecero vedere un’immagine (una fotografia con quella tipica grana delle foto da quotidiano cartaceo) su un soggetto distante e appena distinguibile. Si intuivano, con l’aiuto del commentatore, i due corpi senza vita quasi aggrovigliati in un abbraccio mortale. Erano i corpi di Admira Ismic, una ragazza bosniaca musulmana e del serbo ortodosso Boško Brkic, entrambi venticinquenni. In quei terribili mesi i cecchini cetnici sparavano a qualunque cosa si muovesse nel campo visivo dei loro mirini. Tutto era fermo quell’anno a Sarajevo, e persino fare la coda per il pane diveniva la processione per una morte quasi certa. Anzi, i luoghi di distribuzione del pane erano il poligono preferito dai cetnici. Sì perché la gente può anche stare chiusa in casa, il cinico calcolo dei cecchini, ma prima o poi tutti devono uscire per mangiare. Ogni anno il 19 maggio, è l’anniversario della morte di due ragazzi a cui sono rimasto sempre legato nel ricordo di quel terribile giorno. Era il 19 maggio del 1993, avevo allora 27 anni, loro 25, classe 1968. Anche Bosko e Admira Furono trucidati dai cetnici, appostati sulle alture durante il lungo assedio di Sarajevo, mentre tentavano di fuggire insieme dalla città attraversando il ponte Vrbanja. Erano colpevoli di essersi innamorati nella Sarajevo della pulizia etnica. All’epoca era impensabile che un serbo potesse anche solo fare amicizia con una ragazza bosniaca. Questo, malgrado Sarajevo, prima del 91, fosse considerata da secoli un crogiolo multietnico dalla vocazione cosmopolita. Tutto fu spazzato via da un manipolo di psicopatici. Come il braccio armato del regime, Ratko Mladic e le sue milizie, l’ideologo della pulizia etnica, Radovan Karadžić e il politico fantoccio, il Presidente della Serbia, Slobodan Milošević. C’erano tutti gli ingredienti per un triunvirato del male. Anzi, possiamo dire che quest’ultimo sia il paradigma per la maggior parte dei genocidi. Una semplice coincidenza non ripeterebbe, con così agghiacciante regolarità storica, lo schema di tre menti deviate che si incontrano per costruire una pulizia etnica. Questi tre uomini sembrano la macabra resurrezione della malvagia triade Hitler-Himmler–Goebbels. E come in Germania, anche in Bosnia le tre figure chiave, da sole, contribuirono alla quasi totalità della guerra e dei massacri. Certo, poi occorrono anche degli esecutori materiali, ma quelli si trovano sempre con una buona propaganda che sappia approfittare del pretesto geopolitico di un sistema in crisi. Con la caduta della ex Iugoslavia e il disfacimento dell’unità nazionale, infatti, gli antichi dissapori, i sentimenti di rivalsa politica, l’invidia sociale e la paura dell’altro, tenuti a malapena insieme da Tito, finirono per riaffiorare prepotentemente. I tre uomini seppero sfruttare a proprio favore un vento della storia che stava girando male. Gli anni ’90 di sangue vengono da lontano. Gli inizi degli anni ’90 furono funestati da un insieme di guerre e genocidi che, se non fosse per la nostra ottusa volontà di razionalizzarli sotto l’egida della coincidenza, sembrerebbero usciti da qualche brutta sceneggiatura di demoni e zombie. Come non ricordare che di quegli anni furono anche il genocidio del Ruanda e le stragi dei curdi. Il mondo, comunque, si era “abituato” alle immagini delle fosse comuni dalla seconda guerra mondiale che per prima aveva introdotto l’efficienza tecnica nello sterminio di massa. C’era stato 25 anni prima il genocidio degli armeni (dimenticato e ancora oggi negato), ma fu solo con il processo di Norimberga che le immagini di massacri, stermini e di fosse comuni vennero rese pubbliche per entrare per sempre nella coscienza collettiva. 15 anni prima della Bosnia e del Ruanda, il mondo aveva conosciuto il genocidio in Cambogia perpetrato dal sanguinario Pol Pot. Vennero visti, grazie alla televisione di massa ormai sovrana dei salotti di casa, milioni di teschi anonimi accatastati. Può sembrare che stiamo cambiando argomento ma in realtà, mentre scrivo, mi chiedo quanti Admira e Bosko ci siano stati nelle tragedie della storia. La triste anatomie di due vite spezzate. La mia generazione, ricorda la guerra in Bosnia come uno di quegli eventi tragici che hanno scandito le fasi cruciali del proprio tempo. E’ stata come lo spartiacque tra una pace mondiale in cui credevamo ingenuamente e il brutale disincanto di una guerra che bussava alle porte della nostra Europa. Ricordo ancora la foto in bianco e nero di un giornale di allora. Si intravvedevano i jeans e le scarpe bianche di uno dei due. Poi si vedevano le borse dei due ragazzi nascondere l’unione di due forme un tempo viventi. Si scoprì dopo, che i due si erano stretti in un ultimo abbraccio mortale. Quelle immagini mi ossessionarono per molte notti e mi indussero a scrivere una ingenua quanto sentita prosa su Sarajevo. Bisogna capire che avevo l’età di quei due ragazzi ed ero innamorato anch’io. Mi chiedevo come sarebbe stata la mia vita se fossi cresciuto in Bosnia in quegli anni. Mostar, Srebrenica e i cecchini alla fila del pane a Sarajevo e le fosse comuni (scoperte una dopo l’altra a conflitto “concluso”), circolano ancora nelle alte sfere dei miei ricordi. Il mio desiderio di capire mi indusse ad acquistare un libro che mi fece comprendere meglio i macabri e crudeli meccanismi dell’assedio bosniaco: “Chiedo scusa se vi parlo di Sarajevo” del poeta Marko Vesovic. Poi c’era un fatto fortemente emozionale legato al fatto che una parte del mio ramo materno era della ex Iugoslavia e che lontanissimi parenti vivevano proprio a Sarajevo. Admira e Boško, una bosniaca e un serbo uccisi a Sarajevo mentre tentano di fuggire assieme per amore, in un mio disegno copiato dalla fotografia originale. Boško fu il primo a cadere. Poi, Admira che ferita ormai a morte ebbe la forza di trascinarsi verso l’amato e di aggrapparsi al suo corpo prima di esalare l’ultimo respiro. I loro corpi rimasero lì, in una morsa d’amore pietrificato come a proteggersi per sempre. Admira e Bosko, sono rimasti lì ben otto giorni prima che qualcuno potesse andare a recuperarli. I cecchini avrebbero ucciso, dalle colline circostanti, chiunque si fosse avvicinato come a decuplicare il messaggio di odio e di scherno. Solo un cessate il fuoco consentì infine il recupero dei due giovani amanti. La speranza. Una giornata mondiale anche per loro. Occorrerebbe indire una giornata mondiale per Admira e Boško. Se ne sono create tante di giornate mondiali, ma per rendere loro veramente giustizia occorrerebbe rivestirle di un corpo e di un’anima e dargli così un nome e un cognome. Consentirebbe di uscire dalla retorica celebrativa per entrare negli atti vivi della carne. Basterebbe indire una giornata di Ilaria Alpi per la libertà di stampa, di Simonetta Cesaroni per la violenza sulle donne e di Admira e Boško per l’odio etnico per le guerre. Ma quel che conta è che oggi, esattamente 27 anni fa, due giovani innamorati caddero su un ponte della città cosmopolita di Sarajevo nel tentativo di trovare un posto dove rendere possibile la cosa più sciocca e semplice di questo mondo, eppure tanto avversata, l’amore. E quel ponte, che anche nella metafora , dovrebbe essere il simbolo del dialogo tra gli uomini, è rimasto per sempre il ponte della discordia e dell’odio. Oggi Admira e Boško avrebbero compiuto 53 anni.

 

Ciao Paolo, grazie per aver condiviso questo articolo. Sapevo della guerra, me la ricordo, ma non conoscevo il fatto di cui parli perché nel 93 avevo 3 anni. Ti ringrazio soprattutto per aver condiviso il tuo punto di vista, di coetaneo dei protagonisti. È una storia molto triste che a tratti fa rabbrividire, ma l'ho letta con grande coinvolgimento.

 

Grazie a te Mattia! Ogni generazione ha vissuto momenti drammatici, penso a chi aveva la mia età o l'età di Bosk e Admira l'11 settembre del 2001 o il Bataclan di Parigi nel 2015. Sono cose che ti segnano. Io porto Ruanda e Bosnia sempre con me.

 

Hai menzionato tutti eventi drammatici che mi fanno preoccupare non poco per le sorti del mondo. Chissà che cosa capiterà alle generazioni di domani... Quando ho letto del Ruanda nel tuo articolo mi è venuto in mente un (ormai) vecchio film, probabilmente lo hai visto, si intitola "Hotel Ruanda" se non erro, lo conosci?

 

Ciao Mattia, Hotel Ruanda? Hai citato uno di film più belli e autentici che siano stati fatti negli ultimi anni sulle grandi tragedie della storia. Bellissimo e intensissimo. Per il futuro, sai Mattia, se mi guardo indietro, mi vedo nascere e crescere in piena Guerra del Vietnam (a casa nostra intanto il terrore delle Brigate Rosse e delle stragi di Mafia), maturare con quella del Golfo, quella in Somalia e quella dei Balcani. Non credo che il futuro possa essere peggiore del passato. Mi preoccupano invece l'indifferenza e la apatia delle nuove generazioni. Noi vivevamo nella merda, ma scrivevamo poesie, lettere,canzoni ed eravamo impegnati politicamente, a volte anche con scontri violenti Ma eravamo anche agevolati: non c'era internet, videogiochi, siti di incontri e smart tv, quindi se non volevamo morire di noia, l'unica opzione era vivere fuori in mezzo al mondo. Buona notte e grazie per la chicchi era ta!

 

In effetti è difficile immaginare che questo secolo possa essere peggiore di quello passato, se penso ai miei nonni e bisnonni che hanno tutti vissuto la loro giovinezza in guerra. Per fortuna adesso i campi di battaglia sono altri, almeno in Europa, mi riferisco a Internet e temi come la cyber security. Leggo sempre i post di Guerre nel Mondo qui su 101, grazie a quel canale ho scoperto conflitti di cui ignoravo l'esistenza, perché i media tradizionali sono concentrati solo sull'argomento di tendenza del momento, certe notizie bisogna proprio andarsele a cercare. Mi ha fatto piacere scambiare due chiacchiere con te, perché adoro conoscere cose nuove e personalità interessanti come la tua, quando succede la conversione decolla e di questi tempi è un lusso. Grazie. Buonanotte, a presto!

 

Grazie Mattia, anch'io penso si a bello e raro incappare in persone più profonde e curiose come te. A presto!

 

Sei molto gentile, ti ringrazio. Quando abbiamo creato 101 volevamo proprio realizzare un luogo che potesse selezionare e riunire persone così, profonde e curiose, come hai detto tu. Ti do il benvenuto, visto che non l'ho ancora fatto e a proposito di curiosità, posso chiederti come sei riuscito a trovare 101? Stiamo facendo del nostro meglio per farlo conoscere e potrebbe essere utile sapere come sei arrivato fino a qui.

 

Grazie Mattia , sono contento del vostro e conto pubblicare tanti articoli nei prossimi giorni. Certo che ti dico come vi ho trovati. Ero stufo della spazzatura social e visto che amo scrivere ho cercato sula rete qualche sito di tipo giornalistico. E la ricerca mi ha dato il risultato seguente: https://moraldiweb.wordpress.com/2020/11/22/i-3-migliori-siti-dove-pubblicare-articoli-e-notizie/ E nei tre considerati migliori c'eravate anche voi. E mi sono lanciato. Buona serata!

 

Caspita che belle notizie che mi hai dato, sono contentissimo! Soprattutto sono contento che tu abbia compreso lo scopo di questo sito e che calzi a pennello sulle tue esigenze, erano proprio quelle che volevamo soddisfare! Sono ansioso di leggere le tue future pubblicazioni e a proposito, non te l'ho detto ma già qualche commento fa ti ho aggiunto ai miei 101, così da poter vedere i tuoi nuovi articoli in cima alla pagina 101 man mano che li pubblicherai. In poche parole sono un tuo seguace. Ci tengo dirtelo, visto che qui non possiamo sapere chi ci segue se non ce lo comunica esplicitamente come ho appena fatto io. A parte questo, visti i tuoi buoni propositi di pubblicare molti articoli e dato che hai sposato l'intera filosofia del sito, mi sento di proporre al resto del team di verificare il tuo profilo, se la cosa può farti piacere. In questo modo avresti il segno di spunta vicino al tuo nome, come ho io per esempio, così certificheresti l'unicità del tuo account all'interno della piattaforma. Attendo tue notizie e ti auguro una buona serata.

 

Grazie Mattia, la tua proposta mi farebbe solo piacere. Facciamo così. Visto che in questo paese di emme.. la meritocrazia non è mai esistita e sono certo che invece in siti come questo e in altri esiste. Ti propongo di valutare i prossimi articoli che pubblicherò e valuterai assieme allo staff se sono all'altezza di una spunta. Questo è anche uno sprono anche per me a curare al massimo l'editing e i contenuti e scrivere cose sensate. Quando lavoravo nella produzione video, ricordo che avevo chiesto consiglio a un guru del video (ma non era un semplice appellativo, era un mostro, nulla del video analogico e digitale gli era ignoto) mi disse una cosa che mi è rimasta impressa: Puoi comprare tutte le RED Cinelike del mondo, droni dal diametro spropositato, accessori di ogni genere, frequentare le migliore scuole di cinema, ma se non hai il manico!..Ti stresserai come un regista ma guadagnerai come un impiegato (con tutto il rispetto visto che anch'io ho fatto l'impiegato). Ecco, forte della mia esperienza della mia scrittura creativa e dei miei studi, sto cercando di applicare la stessa filosofia nella scrittura . Allora a presto!

 

Il guru di cui parli ti ha trasmesso un consiglio molto saggio che infatti vale in tutti i campi, in qualsiasi mestiere. Ci tengo a dirti che la tua umiltà ti fa onore, ed è raro trovare persone come te, capaci di fare tesoro anche dell'esperienza altrui. Va bene dai, prima di proporti per la verifica del profilo aspettiamo i tuoi prossimi articoli, che non vedo l'ora di leggere. Alla prossima!

 

Va benissimo Mattia, grazie ancora per l'accoglienza che mi hai dato fin dall'inizio! A prestissimo! Paolo