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Gavelli

   Gavelli

Eretto su un pendio sovrastato dalle balze del monte Coscerno, il castello tardo medievale di Gavelli appare ancora oggi, a chi sale dal fondovalle del fiume Nera, un luogo quasi inaccessibile. Costruito a guardia del passo montano che collega l’altopiano del fiume Corno, Monteleone di Spoleto e Leonessa con la Valle del Nera. Gavelli, che era “Clavellum” nei documenti medievali, a sottolineare la posizione strategica del castello e la sua funzione di “chiave di accesso” al territorio montano della Valnerina, ha fatto parte dei possedimenti del Ducato di Spoleto. Edificato dopo le devastanti scorrerie saracene dei secc IX e X, il castello di Gavelli ha costituito per vari secoli un avamposto fortificato a difesa della Val di Narco, del territorio del comune di Spoleto e di controllo della viabilità montana di collegamento fra la Valle del Nera, l’alto Lazio e l’Abruzzo. La struttura è quella tipica del castello di pendio di cui sono ancora visibili, sulla sommità, i resti del cassero (la castellina) e una delle antiche porte di accesso. Dalla fine del XII secolo il castello è entrato a far parte dei territori controllati dal Ducato di Spoleto, provincia dello Stato della Chiesa. Dal XIII al XIX secolo il Comune di Gavelli è stato quasi ininterrottamente soggetto al duplice potere del governatore pontificio e dei “priori” di Spoleto, il cui stemma trecentesco è scolpito accanto alla porta principale di accesso al borgo. Nel XIV secolo è stato occupato dalle milizie di Roberto d’Angiò, re di Sicilia e capo del partito guelfo in Italia durante la cattività avignonese dei papi. Le vicende storiche di Gavelli sono simili a quelle degli altri castelli limitrofi. Nel 1522-23 Gavelli tentò di affrancarsi al giogo spoletino ma la ribellione venne stroncata da contingenti di Spoleto e Cascia al comando di Ottavio Orsini. Le principali fonti di sostentamento del borgo sono sempre state l’agricoltura e la pastorizia anche se a Colle Ferraio, nei piani di Gavelli, esiste u modesto giacimento ferrifero. L’attività estrattiva in questa miniera ha avuto però una breve durata. All’interno del borgo, la Chiesa parrocchiale dedicata a San Michele Arcangelo al cui interno si possono ammirare alcuni dipinti dell’artista detto “Lo Spagna”. La struttura attuale è una riedificazione, risalente al Quattrocento, di una cappella preesistente. Un portale arcuato in pietra fa da ingresso all’unica navata presente al suo interno. Quest’ultima presenta otto nicchie e quattro altari nelle pareti laterali, oltre all’altare maggiore. L’abside è stato affrescato da “Lo Spagna”. Da non perdere per gli amanti della fotografia e dei paesaggi, il magnifico scorcio del massiccio del Monte Coscerno, dinanzi la mole boscosa del Monte dell’Eremita e il Monte Civitella con le nude balze delle “Muraglie”. PlayGirls.nz Proseguendo in direzione di Monteleone di Spoleto, l’Altopiano di Gavelli, oasi di pace e tranquillità in cui è possibile ammirare pascoli di armenti e per gli appassionati di trekking luogo ideale per numerosi percorsi tra boschi di faggio e cerro.

 

Bell'articolo Riccardo, come sempre hai catturato il mio interesse. Devo dire che la foto mi ha colpito parecchio perché mi ricorda il paese in cui vivo. Inoltre la neve ha sempre il suo fascino.