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Gangel pubblica il nuovo singolo “Dimmi cos’è”

Gangel pubblica il nuovo singolo “Dimmi cos’è”

Un brano sad pop nato da un’esperienza di derealizzazione: l’intimità emotiva al centro della musica di Gangel È disponibile dal 16 maggio su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica “Dimmi cos’è”, il nuovo singolo del cantautore napoletano Gangel, progetto musicale di Giulio D’Angelo. Un brano sad pop di rara intensità, nato nella notte del solstizio d’estate del 2021, in seguito a un episodio di derealizzazione vissuto in prima persona dall’artista dopo un attacco di panico. “Dimmi cos’è” è un flusso emotivo intimo e disarmante, che trova la sua forza nella vulnerabilità. Il pezzo è stato composto al pianoforte mentre l’artista era ancora immerso nell’emozione originaria. L’arrangiamento, scarno ed essenziale, accompagna e amplifica un testo diretto, sincero, mai edulcorato, capace di restituire con precisione quel senso di distacco e disorientamento che spesso accompagna gli stati dissociativi. Gangel dimostra una sensibilità fuori dal comune, trasformando il dolore personale in un’opera universale, capace di parlare a chiunque abbia vissuto momenti di smarrimento o si sia sentito alienato rispetto alla realtà circostante. L’originalità del progetto non risiede solo nei temi affrontati, ma anche in un approccio musicale del tutto personale, costruito negli anni senza una formazione accademica, ma con costanza, dedizione e un’urgenza espressiva autentica. Ascolta il brano open.spotify.com/intl-it/album/4ZQXHSTlqDZH15l0Hk6oyG?si=U0N6ywokT8WA6xJaN7Xong Giulio D’Angelo, in arte Gangel, è nato a Napoli il 18 novembre 2000. Si avvicina alla musica a 16 anni, in un momento particolarmente difficile della sua vita, trovando in essa un rifugio e una forma di salvezza. Completamente autodidatta, sviluppa un gusto melodico marcato e riconoscibile, lavorando su ogni dettaglio dei suoi brani. A 24 anni pubblica i primi singoli: “Luna Rossa”, “Mezzanotte” e ora “Dimmi cos’è”, un trittico che già delinea chiaramente l’identità sonora ed emotiva del progetto Gangel. Con “Dimmi cos’è”, Gangel continua a percorrere una strada coerente, sincera e profondamente umana, restituendo attraverso la musica le fragilità e le forze di una generazione che cerca ancora di dare un nome al proprio sentire. Instagram: instagram.com/___gangel___?igsh=b3BuN3dlZml4Mmht TikTok: tiktok.com/@__gangel___?_t=ZN-8wCBk6RUmUI&_r=1

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Tra Lucio Dalla e la scena bolognese, il ritorno maturo e disilluso di Campi

Tra Lucio Dalla e la scena bolognese, il ritorno maturo e disilluso di Campi

«Il coraggio è l’impronta delle paure». C’è una generazione che ha smesso di reagire. Che abbassa lo sguardo, anche quando a crollare sono i diritti, anche quando a pagarne il prezzo sono i figli. È da questa crepa nel tessuto sociale che parte “Where’d You Go Someday”, il nuovo singolo di Piero Campi, cantautore tarantino d’adozione fiorentina e da anni parte attiva della scena bolognese. Un brano ruvido, diretto, costruito su un sound rock asciutto e internazionale, prodotto e suonato al basso da Marco Schnabl (Think Ahead Studio) con la collaborazione del producer statunitense Analog Tears (Diego Carlo Magno, da Seattle) che ha curato le chitarre e di Andrea Rizzi alla batteria. Dopo l’album d’esordio “Tutto Tace”, il cantautore pugliese rompe il silenzio, chiedendo un nuovo sguardo sul presente. Un presente in cui l’indignazione si è fatta sussurro e la ribellione una posa estetica. Campi rimette al centro una domanda scomoda: che fine ha fatto il coraggio? E lo fa con una scrittura che non cerca scorciatoie, ma affonda nei paradossi dei giorni nostri: «Parlano di rivoluzione, ma si è fermi come coglioni!» In poche righe, una fotografia lucida e spietata. “Where’d You Go Someday” si nutre di contraddizioni, denunciando una generazione in bilico tra memoria e stallo, tra la voglia di cambiare e la paura di fallire ancora. Senza proclami, ma con onesta concretezza. «Non volevo un brano che consolasse - spiega l’artista -. Ho scritto questo pezzo in un momento in cui mi sembrava che tutto stesse scivolando nel silenzio: le proteste, i diritti, la coscienza civile. Mi sono chiesto se anche io stessi iniziando a far parte di quel silenzio. È da lì che è nata questa canzone.» Una denuncia, ma anche un esame di coscienza. “Where’d You Go Someday” è attraversato da immagini nette e parole dure, capaci di cogliere un’apatia che si è fatta normalità. Non c’è retorica, ma una richiesta implicita di responsabilità, soprattutto verso chi verrà dopo, nei confronti di «un figlio in attesa di un mondo senza eroi». Perché, come spiega lo stesso Campi, «Siamo diventati spettatori anche quando si tratta del futuro dei nostri figli». Un’affermazione che assume i tratti di un monito, in una contemporaneità in cui l'indifferenza sembra prevalere. E se, come recita il verso-mantra della traccia, «il coraggio è l’impronta delle paure», allora questa canzone è il tentativo di non farle dissolvere nell’abitudine, restituendo loro presenza e memoria. “Where’d You Go Someday” si inserisce perfettamente in un momento storico segnato da un crescente senso di impotenza generazionale. Secondo un recente studio del Pew Research Center, il 57% dei giovani adulti si dichiara “rassegnato all’idea che le proteste non servano a cambiare nulla”. Dato che si riflette in una cultura in cui la rinuncia ha preso il posto della lotta e in episodi recenti, come la sospensione di 17 studenti a Milano per un'occupazione pacifica di un'ora, o le minacce legali rivolte all'artista Badiucao per le sue opere politicamente provocatorie. In questo contesto, Campi non propone soluzioni, ma prova almeno a riaccendere una coscienza collettiva sopita: «Posso ancora immaginare questo mondo senza odiare». Ad accompagnare il brano, il videoclip ufficiale, presentato in anteprima nazionale su Sky TG24 e girato negli spazi scuri e simbolici dell’Ottostudio di Bologna, sotto l’attenta direzione di Cristian Spinelli. Al centro della scena, lo stesso Campi, una figura in controluce attraversata da un fascio di luce. Nessun effetto narrativo, solo un’immagine: quella di una via d’uscita possibile, ma non garantita. Un’unica inquadratura, una regia minimale ed emblematica, in cui l’immobilità diventa messaggio: la via d’uscita non è scenografica. È una possibilità. Ma per scorgerla, bisogna alzare lo sguardo, proprio come suggerisce il testo: «Basterebbe solo alzare lo sguardo, o almeno provare ad avere il coraggio.» Piero Campi nasce a Taranto nel 1982. La musica è da sempre il suo linguaggio privilegiato: dagli esordi con i Dharma, band protagonista della scena pugliese premiata in numerosi festival, fino al percorso solista che lo porta a Bologna. Qui incontra Lucio Dalla, che lo incoraggia a riscrivere partendo da una voce più personale e diretta. Da allora, il suo stile si evolve, tra rock viscerale e una scrittura che non cerca compiacimento, ma verità. Nel 2008 il singolo “Parole” entra nei circuiti nazionali di Virgin Radio, Radio 105 e Kiss Kiss. Seguono partecipazioni a progetti collettivi, come “Aut – Artisti Uniti per Taranto” contro l’inquinamento ambientale, e diversi riconoscimenti da parte della critica e della stampa. «Non cerco eroi, e non mi interessa farmi ascoltare a tutti i costi – conclude -. Ma credo che oggi ci sia bisogno di qualcuno che dica ad alta voce quello che molti pensano. Se anche uno solo si riconosce in questa canzone, per me ha già fatto il suo giro completo.» “Where’d You Go Someday” non è un canto di protesta. È un gesto di responsabilità. Non solleva bandiere, ma domande. E nel farlo, ci costringe ad ascoltare ciò che il rumore ha coperto troppo a lungo: il nostro silenzio.

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PORTE APERTE

La regione Piemonte insieme alla Val d’Aosta hanno realizzato un altro grandioso progetto in via di attuazione. Si tratta di un app scaricabile dallo smarphone che consente grazie a un apposito programma specifico di aprire le porte di chiese e cappelle ricche di arte e cultura che sono chiuse per la maggior parte dell’anno e che si trovano nel circuito di luoghi altamente turistici. Con questo sistema si può accedere a santuari, chiesine di campagna, monasteri, ricchi magari di opere d’arte e di affreschi, sia in gruppo che per visite solitarie. Le persone religiose possono dedicarsi al culto, pregare chi non è religioso può visitare i luoghi per solo scopo turistico e per apprezzare l’arte. Si può entrare sia in estate che in inverno seguendo determinati orari. I luoghi dispongono di video, e visite guidate in video, di aria condizionata, di codice brail per i non vedenti, di video con le spiegazioni anche nel linguaggio dei segni per i portatori di specifici handicapp. Alcune di queste chiese e pievi sono legate alle forze dell’ordine con sofisticati sistemi di allarme per evitare atti di vandalismo e intrusioni indebite. Ci sono sistemi di videosorveglianza Le porte si aprono in modo agevole, sono scorrevoli o automatiche. La tecnologia consente un adeguato sistema di illuminazione a areazione. La visita può essere fatta senza fretta. Questa avventura ha reso l’arte disponibile alla fruizione del pubblico, in modo aperto e trasparente. Una iniziativa di vaste proporzioni che dovrebbe coinvolgere anche altre regioni. Si tratta di un modo come un altro di conservare le tradizioni e l’arte. La procedura di accesso nelle varie sedi è quasi sempre la stessa. Si tratta di procedure collaudate e regolarmente disponibili in accordo con le diocesi. Ci possono essere certo delle variazioni di programma in base ai periodi. La super tecnologia ha consentito questo tipo di approccio all’arte e alla cultura. Questo evento ha dato soddisfazione alle amministrazioni locali da sempre impegnate sul territorio e questa è una grande consolazione. Alcune chiese sembravano scomparse dalla faccia della terra e ora all’improvviso possono rinascere ed essere conosciute e stimate per il loro valore artistico, sociale, religioso.

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A Reggio Calabria conversazione sul tema "I Templari tra Calabria e Toscana"

A Reggio Calabria conversazione sul tema "I Templari tra Calabria e Toscana"

Il prossimo 19 maggio sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile sarà disponibile una conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “I Templari tra Calabria e Toscana”. Nel corso della conversazione si registra la presenza in qualità di gradita ospite della ricercatrice toscana Elena Pierotti, che nel corso del suo intervento analizzerà diverse aspetti a riguardo il tema in argomento. Nel 2007 il Circolo culturale l’Agorà di Reggio Calabria ha affrontato le vicende del Santo Graal tra mito e leggenda. Venne individuata nella Casata d’Angiò colei che deteneva il Graal. Si segnalò in quel convegno come esistessero ad Orval, nelle Ardenne, dei monaci di origine calabrese, arrivati nel 1070 nella terra dominio di Goffredo di Buglione. Nel 1108 questi monaci scomparvero improvvisamente. Essi sarebbero tornati in Calabria, ma molto più probabilmente si sarebbero stabiliti a Gerusalemme, pare nell’Abbazia di Nostra Signora di Sion. Sembra che Pietro l’Eremita fosse uno di questi monaci e questi fosse stato il precettore di Goffredo di Buglione. Per taluni il primo Ordine di monaci guerrieri non fu quello Templare. Ma un ordine toscano, quello dei cavalieri del Tau. Fondato da Matilde di Canossa, così vuole la leggenda, peraltro cugina di Goffredo di Buglione. Le due realtà dunque, quella Toscana e quella calabrese, secondo la leggenda si intersecano inesorabilmente. I Cavalieri Templari ebbero un'influenza significativa in Calabria, principalmente come viaggiatori e commercianti, e non solo come combattenti, come si potrebbe pensare. La loro presenza è documentata da reperti archeologici e dalla tradizione locale. Alcune ricerche hanno portato alla luce reperti che suggeriscono una presenza templare in Calabria, come reperti ceramici nel castello di Athlit (Israele) provenienti dalla Calabria e la presenza del monastero rupestre di Caforchie, dove è stata individuata una strada antica utilizzata anche dai Templari per raggiungere il porto di Rhegion e imbarcarsi per la Terra Santa. Queste alcune delle cifre che saranno oggetto di analisi, nel corso del nuovo incontro organizzato dal Circolo Culturale “L’Agorà”. La conferenza, organizzata dal sodalizio culturale reggino, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da lunedì diciannove maggio.

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Wyylde “indaga” il mondo dei Play party, Sex Party e del cuckolding

Wyylde “indaga” il mondo dei Play party, Sex Party e del cuckolding

Incontri hot, outfit divertenti e l’alone di mistero che li avvolgono sono gli ingredienti di un sex party che si rispetti. Una tendenza sempre più in voga secondo Wyylde, la piattaforma per adulti da 20 anni leader del settore in Europa, che segnala anche in Italia l’aumento dei club e party a cui si può partecipare. Non esistono statistiche ufficiali dettagliate principalmente perché si tratta di eventi privati, spesso non pubblicizzati pubblicamente, e per via della riservatezza che richiedono gli organizzatori e i partecipanti, inoltre molte attività sono registrate come circoli culturali o associazione private. Tuttavia Wyylde basandoci su fonti di settore, portali specializzati e osservazioni indirette, fornisce una stima realistica dei locali in Italia suddivisi per tipologia: Club scambisti “classici” oltre 100, locali con serate a tema oltre 50 locali BDSM oltre 30 che generano una media di 300 eventi organizzati al mese. In particolare tra le nuove tendenze erotiche sono in aumento le dinamiche del cuckolding nelle quali un partner trae piacere sessuale dal vedere il proprio compagno o la propria compagna avere rapporti con un terzo. Secondo un sondaggio condotto sul tema su oltre 450 membri della community Wyylde è emerso che l'86% delle coppie intervistate ha già praticato il cuckolding, di cui il 34% in modo regolare. Per il 60% delle donne questa pratica ha rafforzato la loro coppia e per più di una persona su due (uomini e donne) questa esperienza ha aperto loro la porta a nuove pratiche ed esplorazioni. Le coppie che scelgono di partecipare a eventi come Play Party, Sex Party, “feste libertine” o contesti erotici condivisi lo fanno principalmente per esplorare nuove sfaccettature della propria sessualità e rafforzare la complicità. Studi qualitativi indicano che il desiderio di novità e di realizzazione di fantasie erotiche è la motivazione più ricorrente (Wilt et al., 2018). Allo stesso tempo, molti partecipanti riportano un senso di appartenenza comunitaria e di mutual empowerment, tipico dei gruppi sex-positive (Lachowsky et al., 2023). Il contesto strutturato di questi eventi permette alle coppie di sperimentare ruoli di dominazio-ne/sottomissione, dinamiche di scambio di potere e ritualità sensoriali in uno spazio percepito come safe(r) space, rafforzando fiducia e intimità reciproca. Nelle relazioni consensualmente non monogame, l’infedeltà è ridefinita come violazione della fiducia, non come atto sessuale in sé. Ogni incontro extra-coppia avviene sotto accordi trasparenti e negoziati; pertanto non viene vissuto come “tradimento” finché si rispettano i confini stabiliti. Questa percezione è confermata da indagini che evidenziano come molti swinger affermino che partecipare a sex party ha in realtà rafforzato il loro legame di coppia, aumentando comunicazione e onestà (Andersson et al., 2022). “Nelle dinamiche di Play Party e scambismo la distinzione tra relazione aperta consensuale e infedeltà tradi-zionale è cruciale, riporta Elisabetta Gennaro, Psicologa Clinica e Psicosessuologa. Il consenso e l’accordo preventivo tra i partner differenziano queste pratiche dalla violazione della monogamia: le coppie swinger definiscono in anticipo i limiti dell’apertura sessuale e mantengono solitamente l’esclusività affettiva (J. Wilt, M. Harrison Attitudes and Experiences of Swinging Couples, 2018). Di conseguenza, molti partecipanti non considerano lo swinging un tradimento. E' importante fare una distinzione tra Sex e Play Party - conclude Gennaro- un Sex Party è un evento orga-nizzato in cui persone, singole o in coppia, partecipano con l’intento di incontrarsi per attività sessuali con-sensuali in un contesto condiviso, regolato da norme di comportamento, e igiene, e caratterizzato da un’atmosfera sex-positive, inclusiva e non giudicante. Un Play Party è un evento strutturato tipico della co-munità BDSM, in cui le persone si incontrano per praticare attività erotiche, sensoriali o relazionali non ne-cessariamente di natura sessuale penetrativa, ma basate su dinamiche di potere, ruoli codificati, ritualità e consenso esplicito”. Play e i sex party raccolgono anche in Italia sempre più consensi. Ogni Play Party è diverso per tipologia, par-tecipanti e regole del gioco. A seconda della festa, delle richieste, del numero degli invitati e dei luoghi dove essi si svolgono può accadere tutto e nulla: c’è chi predilige giochi ad alto tasso erotico, che possono include-re pratiche di scambio di controllo, di dominazione o sottomissione, e possono essere con o senza contatto. Alcuni party prevedono l’uso della maschera: questo da un lato favorisce la disinibizione e l’anonimato ri-spetto all’identità quotidiana, consentendo ai partecipanti di “indossare” un alter ego erotico lontano dai ruoli sociali abituali; dall’altro crea una dimensione rituale di mistero e gioco di ruolo, che amplifica la su-spense erotica. Non esiste un dress code per partecipare a un play party, ma in molte occasioni è richiesto per rendere l'e-vento speciale. I costumi, gli outfit o i travestimenti possono servire anche a rompere il ghiaccio e agevolare un’atmosfera più intrigante. Se è consigliato un dress code, gli uomini indossano cravatta nera, smoking e papillon. Le donne puntano tutto su abiti da sera e lingerie. In alcuni Party, le maschere sono obbligatorie all'ingresso, ma possono essere rimosse una volta effettuato l’accesso all’evento privato. Gli eventi Play Par-ty sono organizzati da una comunità (BDSM) molto attiva e inclusiva, apertissima a collaborazioni e a far co-noscere l’ambiente per destigmatizzarlo con talk, aperitivi inclusivi, serate con cene e feste. wyylde.com/it-it

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il mio secondo ebook

il mio secondo ebook

il secondo capitolo della saga del RAGNO NERO (2018) ...cristina e i suoi amici ,assieme alla perfida milonaria americana Elizabeth Ross esplorano l'incredibile e insidiosa NECROPOLI SOTTERRANEA di GRUGNANO. con la vicenda parallela della donna dalla testa mozzata che ..canta in spagnolo. horror, erotismo ,umorismo amazon.it/dp/B07BYLGDN8/

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Arriva ad Arese (Milano) il Puglia Folk Food Fest con cibo tipico pugliese

Arriva ad Arese (Milano) il Puglia Folk Food Fest con cibo tipico pugliese

Il Puglia Folk Food Fest giunge per la prima volta ad Arese, stabilendosi per due fine settimana (16 - 17 - 18 e 23 - 24 - 25 maggio) presso la piazza del Centro Commerciale Giada. La kermesse, all’insegna della cultura e della cucina “made in Puglia”, rappresenta un’occasione unica per riunire la comunità pugliese trapiantata nelle regioni del nord e allo stesso tempo per far conoscere a tutte le persone del territorio lombardo bellezze e qualità del “tacco dello Stivale”. «I partecipanti al Puglia Folk Food Fest avranno l’opportunità di scoprire i sapori della cucina pugliese e di assaggiare prodotti selezionati - racconta Alessandro Fico -. Il Puglia Folk Food Fest è un luogo di ritrovo, di condivisione, in cui l’obiettivo da perseguire è “scresh u’ timb”, cioè passare il tempo, anche se non c’è il nostro mare a farci da sfondo». Le materie prime e i prodotti arrivano direttamente dalla Puglia e vengono impiegati dalla brigata della cucina per realizzare molteplici piatti come moscardini alla diavola, impepata di cozze, panzerotti, cavatelli con cozze e pomodoro, orecchiette con cime di rapa, fritto misto, polpette al sugo, salsiccia di cavallo e cime di rapa e ancora contorni, dolci, vini del territorio, birre e bibite. Il programma dell’intrattenimento, a cura della Corte di Menelao, offre serate all’insegna del cabaret, della musica dal vivo, della magia e del burlesque, pensate per coinvolgere un pubblico di tutte le età. Cabaret e risate garantite Due appuntamenti da non perdere per gli amanti del cabaret: • Gianni Astone si esibirà il 16 maggio • Roberto De Marchi salirà sul palco il 23 maggio Musica dal vivo: i grandi tributi Il palco musicale vedrà protagonisti due omaggi a icone della musica italiana: • Il 17 maggio andrà in scena il Tributo agli 883 • Il 24 maggio sarà la volta del Tributo a Ligabue Magia e illusionismo Gli appassionati di illusionismo potranno godere di due spettacoli magici: • Domenico Daddio rum si esibirà il 18 maggio • Eta Beta sarà protagonista il 25 maggio Per un tocco di eleganza e ironia, ogni sera è in programma uno spettacolo di burlesque con la raffinata Marlene Clouseau. Mentre ogni giorno ci saranno truccabimbi e stand-up comedy di Norma Bozzola. E poi ancora altri artisti (fachiri, mangiafuoco, trampolieri, performance con cerchi infuocati e giochi di luce, illusionisti per bambini, clown) che renderanno l’atmosfera ancora più magica. L’ingresso è libero ma è consigliata la prenotazione tramite il sito web pugliafolkfoodfest.it/. Inoltre, è sempre disponibile il servizio d'asporto per coloro che preferiscono assaporare le specialità pugliesi comodamente a casa propria. Per ulteriori informazioni, è attivo il numero Whatsapp: 3890265550. Gli orari sono i seguenti: venerdì 19:00 – 24:00, sabato e domenica 12:00 – 15:00 e 19:00 – 24:00.

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Christopher vede a Leolandia i Pj Masks Super Pigiamini per la prima volta!

Christopher vede a Leolandia i Pj Masks Super Pigiamini per la prima volta!

oggi ci siamo diretti al parco divertimenti di Leolandia e qui Christopher ha visto i suoi eroi preferiti i Pj Masks Super Pigiamini per la prima volta! Vi posso solo dire che è stata una festa unica e un divertimento per lui cosi grande che alla fine e voluto andare anche a fare una foto con loro!! Articolo completo da leggere sull'evento: trottafamilyshow.it/christopher-incontra-i-super-pigiamini/ Qui potete vedere il video dove Christopher corre a fare una foto con i super pigiamini! Video completo:

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La Basilicata apre le porte al nuovo concorso "IN QUANTI" dell'Associazione Engel Von

La Basilicata apre le porte al nuovo concorso "IN QUANTI" dell'Associazione Engel Von

Pubblicato il bando del Concorso artistico-letterario internazionale Engel von Bergeiche,2025, quest’anno dedicato al tema dell’emigrazione/immigrazione L’Associazione artistico-letteraria Engel von Bergeiche, reduce dal grande successo dell’edizione 2024 del Concorso eponimo intitolato al poeta-scrittore Angelo Calderone, per l’edizione 2025 propone come nuovo tema il fenomeno dell’emigrazione/immigrazione, anche prendendo spunto dalla poesia intitolata “In quanti?”, pubblicata dall’artista di origini ruvesi nel 1988 per i tipi di Seledizioni, Bologna, nella silloge “L’obiettivo”. Il Leitmotiv di questa tematica gira intorno all’attuale scenario socioeconomico transnazionale, purtroppo dominato dall’odio e dal razzismo verso l’altro, diverso da noi, che accompagnano l’ignoranza di taluni esseri eufemisticamente definiti “umani”. L’Associazione E.v.B. vuole, attraverso questo Concorso internazionale, fondato e presieduto da Rossella Calderone (in arte RosCal, figlia del poeta intestatario della competizione), lanciare un grido per squarciare il velo d’ipocrisia che, spesso, nasconde fatti ed eventi tragici che violano la dignità umana dei più diseredati della Terra, colpevoli unicamente di essere nati nel luogo geografico sbagliato e di essere desiderosi di raggiungere il benessere altrove. Questi ultimi, vittime di un anacronistico ed inverosimile “suprematismo bianco”, vengono, pertanto, demonizzati e additati al pubblico ludibrio come “clandestini”, dimenticando deliberatamente che, ad es. l’Italia ha figli in tutto il mondo, tanto da costituire una nazione parallela alla nostra patria. In quanti? per l’appunto, si chiede il poeta: << Quanti di noi son dovuti emigrare, /sin da tempi remoti, / allontanandosi dalle persone a noi care, / nella speranza che la vita nostra/ e la loro potesse migliorare?>>(…). Ordunque, accogliamo le parole e le riflessioni di Engel von Bergeiche, lanciate attraverso la forza icastica della sua arte poetica, per sensibilizzare tutti gli uomini dell’ecumene, contro le aberrazioni perpetrate a danno dei propri simili più deboli e sfortunati. Partendo dall’assunto che, come dice Julia Kristeva nel suo famoso saggio sulle tematiche dell’estraneità e dell’alterità, tutti siamo stranieri a noi stessi, facciamo, dunque, nostri i suoi appelli al senso di umanità, giustizia e solidarietà. Introiettiamo i suoi sani insegnamenti, volti ad illuminare la mente ottenebrata dall’odio instillato dalla nostra società supertecnologica, disumanizzata dalla pandemia e, secondo Kesselgross, se(x)colarizzata dai costumi malsani importati per vie traverse da oltre oceano. Trasformiamo l’antipatia in empatia! Regolamento: associazione-artistico-letteraria-no-profit-engel-von-bergeiche.net/ - facebook.com/profile.php?id=100071366314391 Dirigente del Servizio: Ufficio Stampa & Produzioni MP di Salvo De Vita Distribuzione Europea Digitale: Dott. ssa Mietto Elisa Articolo: Prof. Domenico Calderone Estrapolato dalla pagina web di Melandro News melandronews.it/2025/03/31/pubblicato-il-bando-del-concorso-artistico-letterario-internazionale-engel-von-bergeiche2025-questanno-dedicato-al-tema-dellemigrazione-immigrazione/

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Il Tuo Brand Nasce dalla Tua Storia. Raccontala Bene.

Il Tuo Brand Nasce dalla Tua Storia. Raccontala Bene.

Nel personal branding, la tua storia è il tuo superpotere. Le vittorie contano, ma sono le sfide, i momenti difficili e i tuoi perché che fanno davvero la differenza. 📌 Vuoi essere ricordato? Allora impara a raccontarti: ✅ Parti dal cuore: cosa ti ha spinto a iniziare? ✅ Racconta le sfide: cadute, sacrifici, momenti veri ✅ Mostra l’evoluzione: come sei cresciuto grazie allo sport ✅ Fai vivere le emozioni a chi ti ascolta o ti legge 🎯 Lo storytelling non è solo una tecnica, è la chiave per creare connessioni vere con chi ti segue (e con i brand che potrebbero supportarti). 👉 Scopri la guida completa con struttura narrativa, esempi ed errori da evitare: dracones.it/personal-branding-atleti/it/blog/storytelling-per-atleti-come-raccontare-la-tua-storia-per-costruire-un-brand

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