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CASTELLI IN ARIA

Ogni tanto capita che nelle amicizie e nei rapporti interpersonali si prendano degli abbagli, magati frutto di clamorosi errori di valutazione. La realtà ci suggerisce di fare amicizia con delle persone che non sono poi facilmente abbordabili, sono ermetiche e se ci ribelliamo al loro rifiuto risultiamo permalosi. L’amicizia non è facile, richiede un lungo procedimento. Ci capita spesso di dover troncare e bloccare delle relazioni. Ci capita spesso di incontrare nuove persone in vari ambiti al lavoro, in chiesa, in vacanza, a scuola, al mare, e di fare su di queste dei veri castelli in aria. Immaginiamo che il ragazzo conosciuto in un viaggio diventi il compagno ideale di nostro figlio, l’amico per la pelle dato il loro affiatamento. Poi il ragazzo riparte senza lasciare alcun indirizzo e recapito telefonico. Questo comportamento ci destabilizza e ci delude profondamente. Ci capita di conoscere una signora al mare che diventa nostra amica e ci promette mari e monti, si mostra espansiva, familiare, onesta. Il suo comportamento è composto e nulla lascia presagire la conclusione. La signora riparte e nemmeno ci avvisa e ci saluta con la sua voce squillante, anzi sentiamo che saluta le altre persone e ci critica pure con loro. In certi contesti non sappiamo se intervenire o fare finta di nulla. Ci rechiamo al pronto soccorso e immaginiamo una accoglienza cordiale da parte del personale sanitario ma restiamo di stucco per come veniamo trattati. Siamo sbalorditi nel vedere crollare i nostri castelli in aria. Spalanchiamo gli occhi quando l’idraulico di fiducia che conosciamo da una vita fa commenti sarcastici sul nostro arredamento, persino sulla nostra vita privata e scopriamo che non ci ha mai stimato nel profondo, e noi che credevamo ingenui il contrario. Nei rapporti sopraggiungono nuove cose a sollecitare un cammino diverso, una piega diversa. Rivediamo una vecchia insegnante della scuola del passato e crediamo di poter intessere con lei una nuova relazione amicale. Facciamo castelli in aria immaginiamo cene insieme, gite, viaggi, incontri, letture comuni o anche semplici conversazioni al bar. Invece la persona si tira indietro, di nega al telefono, inventa scuse. Sono sempre i pregiudizi che frenano, magari avevamo visto il volto della docente illuminarsi al primo incontro. Al livello pratico ci avevamo creduto. Invece le persone se ne vanno non ci cercano senza dare spiegazioni ulteriori. Le visite in casa nostra si diradano. Conosciamo delle persone a un corso di lingue e facciamo castelli in aria. Immaginiamo di conoscerle più a fondo, di penetrare nel loro mondo, di confidarsi. Progettiamo incontri, visite a musei e mostre. Pensiamo a una amicizia pura, incorrotta. La gente invece è cauta con noi, non si avventura. Con aria indolente ci respinge magari con dolcezza ma con determinazione. Alcuni ci deridono con malizia. Sembra che non abbiano una buona impressione di noi. Certi comportamenti sono disarmanti e allarmanti. Accorrono molti pregiudizi, magari abbiamo una macchina meglio della loro, che hanno ammirato e questo è motivo di distacco eppure abitiamo in un quartiere popolare che non è alla loro altezza. Molti ci maltrattano in modo indelicato e ci accusano di invadenza. Certe idee preconcette bloccano, seducono. Le amicizie su cui avevamo fatto dei castelli in aria non decollano neppure in chiave solo epistolare. Pensavamo di trovare un valido soccorso e troviamo solo muri divisori. In certi casi è meglio non partire in quarta e fare dei castelli in aria, meglio essere ponderati e non aspettarsi nulla dai nuovi conoscenti. Su certi comportamenti meglio scherzarci sopra in modo leggero.

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Oltre la scena: Nia Limby e il teatro che fa pensare

Oltre la scena: Nia Limby e il teatro che fa pensare

Certe storie iniziano in punta di piedi, quasi per caso. È il caso di Nia Limby, giovane talento emergente che ha intrapreso il suo percorso artistico senza aspettative, per puro gioco. Ogni suo progetto artistico è pensato per accendere una riflessione, per sensibilizzare su tematiche sociali spesso trascurate. La sua è una recitazione che non si limita a intrattenere, ma vuole lasciare un segno, stimolare empatia, creare connessioni. Una sorta di specchio che riflette la realtà e invita a guardarla con occhi nuovi. Il percorso di Nia è segnato da una doppia evoluzione: artistica e personale. Ogni esperienza, anche la più piccola, è stata per lei un’occasione per conoscersi meglio, un viaggio interiore che le ha insegnato ad ascoltarsi e ad affinare la propria sensibilità e per trovare una voce autentica nel panorama artistico contemporaneo. Ogni progetto è stato un tassello di un mosaico più grande, ancora in costruzione, ma già ricco di significato. I traguardi finora conquistati, piccoli o grandi che siano, le hanno dato la forza e la concentrazione per affrontare con determinazione le sfide future. Oggi guarda avanti con uno sguardo lucido e pieno di desideri. Le sfide non la spaventano: sono stimoli, occasioni per crescere ancora. Il sogno? Entrare in una compagnia teatrale, vivere il palcoscenico ogni giorno, condividere la scena con registi che ammira da sempre. Un sogno che ha tutte le carte in regola per diventare realtà, che non è più solo un’idea, ma una direzione. L'attrice nei prossimi mesi sarà impegnata in numerosi progetti, con tematiche molto toccanti, tra i quali l'autismo, infatti sarà protagonista di un monologo all'interno di un progetto cinematografico ideato dal produttore Salvo De Vita, in uscita nel 2026/2027 del quale però parleremo strada facendo. Possiamo solo anticiparvi che Nia sarà ospite d'onore all'evento culturale letterario di livello Nazionale in Regione Basilicata, al castello sforzesco della città di Venosa, curato dall'Associazione Letteraria Engel Von Bergeiche, il giorno 24 agosto 2025, evento che avrà come filo conduttore il tema dell'emigrazione. Non solo attrice, ma anche testimonial, infatti Nia è sempre più richiesta dalle aziende, che la scelgono come volto per i propri servizi promozionali. Articolo: Dott.ssa Mietto Elisa Dirigente del servizio: Dott. Salvo De Vita Supervisore e Resp. Pubblicazione: Ufficio Stampa e Produzioni MP Distribuzione: Urban Dream di Mietto Elisa

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La band Grimace of the White Fly pubblica l’EP “Inconcrete”

La band Grimace of the White Fly pubblica l’EP “Inconcrete”

Un sogno lucido fra quiete e tensione La band Grimace of the White Fly pubblica il nuovo EP “Inconcrete”, un’opera dalle suggestioni frammentarie, che lascia spazio all’identificazione personale e alla riflessione degli ascoltatori. Interamente autoprodotto, “Inconcrete” è frutto di un approccio diretto e quasi ascetico. Un esempio emblematico è la registrazione della batteria, realizzata in presa diretta senza l’uso di tracce separate e mixata “a orecchio” tramite i soli fader del mixer. Una scelta radicale che restituisce autenticità, calore e imperfezione organica al suono complessivo. L’EP intreccia sonorità post-rock, ambient e minimalismo analogico, con venature stoner che ne amplificano l’intensità fisica e tattile. Una combinazione che segna un nuovo capitolo nella continua evoluzione del linguaggio musicale della band, sempre protesa verso territori espressivi non convenzionali. “Inconcrete” non cerca risposte, ma apre varchi: invita a perdersi per ritrovarsi diversi. Ascolta l’EP open.spotify.com/intl-it/album/5OQ5yHyYMRww3Rbe9c4fv1? Track by Track Aleatory Brano sperimentale nato dall'unione tra musica generativa e sintetizzatori modulari, arricchito da strumenti tradizionali come chitarra, basso e batteria, che esprime il fascino e la tensione creativa dell'aleatorietà. Crowded Silence Un silenzio affollato, una riflessione sulla sensazione di isolamento anche quando si è circondati dal tutto. Restless Analogue La difficoltà di connettersi autenticamente in un mondo dominato da interazioni superficiali e prettamente digitali. Lost in the Grip Smarrimento ed emozioni che sfuggono al controllo, la lucidità si incrina sotto il peso di una presa invisibile. Grimace of the White Fly è un trio alternative rock formato dai fratelli Mario e Giovanni Moscotto e da Diego Vermiglio. Uniti dalla passione per la musica e dal lavoro fianco a fianco come facchini, i tre hanno consolidato un forte legame di amicizia. Nell’estate del 2024, decidono di dar vita a un progetto originale: Grimace of the White Fly nasce per unire le composizioni di Mario alle loro esperienze musicali, frutto di anni di sperimentazioni e collaborazioni parallele. Tra lo scorso novembre e dicembre sono usciti il singolo “Restless Analogue” e l’EP “Inconcrete” completamente autoprodotti, e ora disponibili su tutte le piattaforme. linktr.ee/grimaceofthewhitefly

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L’alternative rock italiano ritrova autenticità con i Numbers 22

L’alternative rock italiano ritrova autenticità con i Numbers 22

C'è un momento in cui la passione smette di essere un sogno e diventa una scelta. Per i Numbers 22, quel momento ha coinciso con un trasloco di 700 chilometri: da Napoli a Treviso, passando per il luogo in cui sono cresciuti, Cassino (FR), tra le mani sporche di lavoro e intere nottate in sala prove, per inseguire un’unica certezza — vivere di musica, o non vivere affatto. Non li ha lanciati un talent né un algoritmo: il loro primo EP, “22”, è nato così: dalla passione, dalla distanza, dalla rinuncia. Lavorando di giorno e suonando di notte, la frustrazione si è trasformata in canzoni. E quelle canzoni, oggi, parlano per loro. “22” è il loro primo progetto alternative rock: cinque tracce come cinque incisioni sulla pelle, che raccontano cosa significa lasciare tutto – davvero – per inseguire un’idea. Un disco nato dalla fame, non solo in senso metaforico: quella che ti spinge a fare turni, risparmiare su tutto, e poi rinchiuderti in sala prove fino all’alba per registrare, scrivere, riscrivere, sbagliare, crederci. Il progetto nasce dal legame viscerale tra Luca (Cory) e Francesco (Mad), cugini cresciuti come fratelli. In piena pandemia decidono di lasciare il Sud e trasferirsi a Treviso per una scommessa: costruirsi da soli un futuro nella musica. Senza etichette, senza certezze, ma con una consapevolezza rara in una scena spesso distratta: «Abbiamo capito che se non ci credevamo noi, non l’avrebbe fatto nessun altro. Allora abbiamo messo tutto in discussione, tranne la musica», raccontano. “22” è il numero che li accompagna da sempre. È diventato il nome della band e, ora, anche quello dell’EP. Ma è soprattutto un simbolo: della loro unione, del punto di svolta, del codice di una generazione che non si riconosce più nei modelli preconfezionati, ma prova a inventarsi una strada alternativa. È un rituale, un segno ricorrente che torna nei momenti chiave. Il giorno di una decisione importante. L’orario di una telefonata. Il numero scritto su un muro, su una porta, su un biglietto. Un richiamo costante che ha segnato la loro storia — e ora ne scrive il suono. Durante la lavorazione dell’EP, al duo si uniscono Giordano (JJ) al basso e Iacopo (Papo) alla batteria, portando nuova energia e solidità alla band. Ma la direzione resta intatta: suonare e cantare la verità, anche quando fa male. “22” è un EP in inglese, scritto e interpretato da chi conosce bene la parola ricominciare, prodotto e curato in ogni dettaglio da soli: per il mercato indipendente italiano, una rarità. Il pop del Belpaese è tornato al centro e l’inglese è spesso visto come un vezzo da export: mentre gran parte della nuova scena nazionale rincorre la lingua madre o l'estetica mainstream con la speranza di aggiudicarsi like e playlist, loro fanno un'altra scelta, completamente controcorrente. Scrivere e cantare in una lingua non loro — non per moda, ma perché è così che pensano, parlano, si raccontano. Una forma di distanza che protegge, ma non filtra. Con un’identità che non simula nessuno. E soprattutto, perseguono una linea chiara: dai visual al concept, senza team, senza major, senza hype. Nessun team creativo, nessuna agenzia. Solo loro, uno per uno, a costruire un progetto coerente e preciso, che oggi sembra professionale, ma che è nato in un garage. In un tempo in cui il DIY è spesso un trend, i Numbers 22 lo incarnano sul serio: senza estetica “lo-fi”, senza storytelling estetizzante. Solo lavoro. E una convinzione granitica: la forma deve reggere il contenuto. Nel 2025, chi canta in inglese partendo dal nulla ha due possibilità: sembrare fuori tempo, o sembrare fuori posto. I Numbers 22 non sono nessuna delle due cose: sembrano fuori dagli schemi, ma dentro l’unico spazio che conta davvero, quello della sostanza. In “22” non c’è un brano scritto a tavolino, una hit guida imposta, ma c’è un’esigenza chiara: raccontare ciò che brucia, ciò che non si riesce più a tenere dentro. Pezzi scritti nei giorni in cui le parole servivano per stare a galla. È per questo che proprio “R U Looking?” — la traccia di apertura — è attualmente in rotazione radiofonica: perché funziona come manifesto del progetto. Un brano che dice quello che molti pensano ma pochi hanno il coraggio di chiedersi davvero: «Your eyes are open, but are you looking?» («I tuoi occhi sono aperti, ma stai guardando?») Tra scroll infiniti e silenzi pieni di rumore, questa domanda è diventata il mantra della band. Il resto dell’EP prosegue con la stessa urgenza. Ogni traccia è un frammento vissuto, una storia vera. Non c’è un sentiero preciso, c’è solo un bisogno: dire quello che spesso si ingoia. Nessun tentativo di piacere, nessun effetto scenico. Solo cinque canzoni che stanno in piedi da sole. Cinque verità da affrontare. A seguire, tracklist e track by track del disco. “22” – Tracklist: 1. R U Looking? 2. Time Files 3. Too Bad 4. Goodbye 5. Piece of Myself “16m²” – Track by Track: L’EP si apre con “R U Looking?”, una sveglia in forma di brano che interroga chi ascolta e denuncia il torpore della vita digitale. «Your eyes are open, but are you looking? The world spins fast, but are you moving?» («I tuoi occhi sono aperti, ma stai guardando? Il mondo gira veloce, ma ti stai muovendo?»). Una domanda scomoda in un’epoca che anestetizza, che riempie di rumore ma toglie il senso. Il pezzo rompe il vetro della bolla online e chiede un ritorno alla realtà, come un grido di battaglia che ha il coraggio di non essere accomodante. Segue “Time Files”, il cui tema cardine è la liberazione da relazioni tossiche e dinamiche di dipendenza affettiva. È il racconto dell’istante in cui si smette di rincorrere chi ferisce e si sceglie, finalmente, di stare dalla propria parte: «I don't wanna play your game. This time I'm the one who decides» («Non voglio giocare al tuo gioco. Questa volta sono io a decidere»). “Too Bad” è forse il brano più crudo dell’EP. Una battaglia interiore che non cerca facili soluzioni: «Say you won’t let go ‘cause we’ll never go back. This is too bad» («Dì che non mi lascerai andare perché non torneremo mai più indietro. Questo è un vero peccato»). La voce si spezza, si riflette nello specchio, chiede di non essere lasciata da parte. Qui, l’alternative rock della band mostra la sua vena più fragile, ma senza perdere la forza comunicativa e narrativa. C’è la paura di essere lasciati all’angolo, ma anche la rabbia di chi non vuole arrendersi. In “Goodbye”, invece, la scelta diventa definitiva: il saluto alla sicurezza, alla casa, all’abitudine. «Close the door behind me, I have to find myself at all cost» («Chiudi la porta alle mie spalle, devo ritrovare me stesso a ogni costo»), cantano, raccontando cosa significa andarsene per ritrovarsi, anche se il cuore resta dov’era. A chiudere l’EP, “Piece of Myself”, un brano che è quasi un testamento. Una forza quietamente devastante: reiterata come una formula, ma mai sterile. Una confessione frammentata, l’alternanza tra controllo e rottura, tra il dire e il non riuscire a dirlo fino in fondo. Un pezzo che non ha bisogno di rincorrere il climax: resta lì, immobile, come una ferita che non si rimargina. «In everything I do, I leave a piece of myself» («In tutto ciò che faccio, lascio un pezzo di me stesso»): è un pensiero che si ripete, ossessivo, come se ogni verso fosse un tentativo di dirsi la verità fino in fondo. Il racconto delle notti in cui non si dorme, delle fughe che non funzionano, della fatica di provare a cambiare e fallire. Perché c’è chi scrive per guarire, e chi scrive per restare vivo. Qui non si cerca conforto: si cerca solo di reggere. È la chiusura più onesta possibile di un disco nato per necessità. «Facciamo musica perché non sappiamo vivere altrimenti – concludono i Numbers 22 -. Questo disco non lo vediamo come un inizio, ma come una conseguenza. È il frutto di tutte le volte in cui ci siamo detti “non ce la faremo mai”, e invece siamo andati avanti.» In un momento storico in cui sempre più giovani scelgono di emigrare per inseguire una possibilità, il percorso dei Numbers 22 intercetta un tema attuale e trasversale: la disillusione, la rinascita, il valore del sacrificio. “22” non è un EP che chiede di piacere. È un disco che pretende di essere ascoltato. E che lascia addosso qualcosa, come un tatuaggio. Come un numero che ritorna. Come qualcosa che non hai scelto, ma che ti sceglie. Un disco che rimane, anche quando tutto il resto scorre. Un punto fermo. O un punto di rottura.

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Nuovo incontro su Fatti del ’70 a cura del Circolo Culturale “L’Agorà”

Nuovo incontro su Fatti del ’70 a cura del Circolo Culturale “L’Agorà”

Sono passati cinquantacinque anni da quel 14 luglio 1970, giorno in cui una città del profondo Sud, segnava il suo nome nella storia dei moti di protesta più significativi, per durata ed intensità della storia dell’Italia unita. Quel giorno iniziò la “Rivolta di Reggio”. Per un lungo periodo la città fu teatro di un’intensa guerriglia urbana e di repressioni da parte delle forze dell’ordine, ma anche l’uso di tritolo e di armi da fuoco che fecero registrare centinaia di feriti e dieci morti. Il Partito Socialista Italiano (PSI) non sostenne apertamente la rivolta, e parte del partito si dissociò dalla protesta. Nel corso della nuova conversazione sul tema “Il ruolo del PSI nei fatti di Reggio del ‘70”, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, si registrano le presenze di Giovanni Minniti ed Ercole Nucera. Queste alcune delle cifre che saranno oggetto di analisi da parte dei graditi ospiti del sodalizio culturale reggino). La conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino,sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da lunedì 14 luglio.

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Conclusi con successo a Gibellina i “RinnovaMente Days” di RWE: oltre 1.000 partecipanti tra laborato

Conclusi con successo a Gibellina i “RinnovaMente Days” di RWE: oltre 1.000 partecipanti tra laborato

Sutera: "Studenti, imprese e istituzioni protagonisti attivi della transizione energetica". Raia: "La Sicilia è un territorio chiave per lo sviluppo dei nostri progetti". Inaugurato a Partinico (PA) “Bosco”, il primo parco fotovoltaico di RWE in Italia Si è conclusa con successo la terza tappa del tour “RinnovaMente Days – Crescere con energia!”, promossa da RWE, leader nel settore delle energie rinnovabili, con il patrocinio del Comune di Gibellina. La manifestazione, che rientra nel più ampio programma “RinnovaMente – Sostieni il futuro”, si è svolta dal 28 al 30 maggio e ha favorito il confronto tra istituzioni, scuole, cittadini e operatori del settore su temi legati alla transizione energetica e al ruolo delle rinnovabili, grazie a un ricco programma di convegni, workshop, laboratori e attività multimediali. Al centro dell’evento il “Dome”, struttura a basso impatto ambientale, dove esperti RWE e divulgatori scientifici hanno guidato attività formative che hanno coinvolto oltre 750 studenti, offrendo anche spazio alle realtà locali impegnate nel settore. Tra i momenti di rilievo, il convegno “Orizzonti Rinnovabili: l’importanza di fare sistema per la crescita del territorio” e il seminario “Il repowering eolico: inquadramento normativo, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale”. Nell’ambito della manifestazione è stato inaugurato Bosco, il primo parco fotovoltaico di RWE in Italia, situato nel comune di Partinico in provincia di Palermo, entrato in esercizio a febbraio. L’impianto si aggiunge a 5 parchi eolici onshore di RWE in Sicilia, per una capacità totale installata nella regione di oltre 135 MW, contribuendo in modo essenziale alla sicurezza energetica e alla transizione sostenibile dell’isola. Salvatore Sutera, Sindaco di Gibellina: “Complimenti a RWE per l’ottima organizzazione che ha saputo coinvolgere attivamente un gran numero di studenti e che ha alimentato un vivace dibattito fra imprese, istituzioni e professionisti, in un clima di apertura e di dialogo dal quale è emerso chiaramente quanto sia importante il ruolo attivo degli enti territoriali per affrontare al meglio la sfida delle tematiche ambientali e della transizione energetica.” Paolo Raia, Country Chair RWE Renewables Italia: “La Sicilia è un territorio chiave per lo sviluppo delle nostre attività, grazie alle sue risorse naturali e alla crescente attenzione verso la transizione energetica. Stiamo portando avanti nuovi progetti che rafforzano il nostro impegno nella regione e, in questo contesto, iniziative come i RinnovaMente Days rappresentano un’occasione importante per consolidare il dialogo con le comunità locali e promuovere un modello di crescita energetica sostenibile, sicura e condivisa.” RWE Renewables Italia – forte presenza nel mercato italiano delle rinnovabili RWE è un attore chiave nel mercato italiano delle energie rinnovabili. L’azienda adotta un approccio integrato al progetto che comprende lo sviluppo, la costruzione e la gestione, nonché la commercializzazione di parchi eolici e impianti solari. Grazie alla sua vasta esperienza, RWE guida lo sviluppo del proprio business in Italia dove gestisce 16 parchi eolici onshore e un parco fotovoltaico con una capacità installata di oltre 535 MW, in grado di assicurare la fornitura di energia verde a circa 450.000 famiglie italiane ogni anno. L’azienda sta attualmente costruendo il Parco Eolico Mondonuovo da 53 MW in Puglia e i suoi primi impianti Agri-PV su scala commerciale a livello mondiale: Morcone (9,8 MWac) e Acquafredda (9,3 MWac) situati in Campania. Recentemente, inoltre, due parchi eolici di RWE si sono aggiudicati l’asta FER1: il Parco Eolico Venusia da 45 megawatt (MW), situato nella provincia di Potenza, e il Parco Eolico Serra Palino da 48 MW, in provincia di Foggia rinnovabili.it/mercato/le-aziende-informano/rinnovamente-days-di-rwe-oltre-1-000-partecipanti-a-gibellina/

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Claudio Orlandi pubblica il nuovo singolo "Ukraina", da ora disponibile in tutti i digital

Claudio Orlandi pubblica il nuovo singolo "Ukraina", da ora disponibile in tutti i digital

Ukraina Dolore e incredulità, malinconia e sofferenza: un intreccio di emozioni che ti prendono alla gola e ti lasciano senza parole. Biografia Claudio nasce in pieni anni 60 in una famiglia in cui la musica fa parte della sua storia. Il bisnonno suonava nell'orchestra di Toscanini, la mamma ha studiato pianoforte e fisarmonica, il babbo era un ottimo tenore e la sorella Silvia, nata due anni prima di lui, iniziando a suonare il pianoforte a 4 anni e ora pianista di professione, ha sempre riempito la casa di musica. Anche Claudio si lascia coinvolgere dalla passione per le note e, entrando in conservatorio all'età di 11 anni, studia pianoforte e si diploma in teoria musicale all'età di 14. Continua la passione per la musica suonando la chitarra e studiando elettronica, materia che lo aiuta a conoscere le varie sfumature dei suoni e le tecniche di registrazione e riproduzione. L'avvento del MIDI lo affascina, e si approccia alle neo nate tastiere elettroniche e ai suoni campionati. Passano anni in cui Claudio si allontana dal mondo musicale pur avendo sempre in casa un pianoforte digitale a disposizione, guardandolo spesso con attrazione e sapendo che, prima o poi, avrebbe ricominciato a suonare. Infatti, la scintilla che riaccende il fuoco musicale scocca quando l'amico cantautore Marcello Romeo lo invita ad una sessione di registrazione di un suo brano: il momento è giunto per ricominciare, Claudio sente che ha qualcosa da esprimere musicalmente. Prende alcune lezioni per imparare ad utilizzare un moderno programma di registrazione digitale e si crea un piccolo studio di registrazione in cui passa ore e nottate a creare e suonare. Link digital store: pmsstudio.lnk.to/orlandiukraina

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Jeff Bezos: questo matrimonio a Venezia non s’ha da fare….

Jeff Bezos: questo matrimonio a Venezia non s’ha da fare….

Venezia la “città dell’amore” ha stregato anche il magnate di Amazon Jeff Bezos che ha scelto appunto la città lagunare per le sue nozze con Lauren Sanchez, per un matrimonio che già si annuncia da favola. La festa a quanto pare durerà dal 24 al 26 giugno, ma ci sono anche dei “contrattempi” a creare tensione....e.. homosaccens.it/jeff-bezos-questo-matrimonio-a-venezia-non-sha-da-fare/

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L’offerta artistica di alto livello della “Corte di Menelao” alla Sagra del Pesce di Trezzano

L’offerta artistica di alto livello della “Corte di Menelao” alla Sagra del Pesce di Trezzano

Con l’arrivo del caldo e delle vacanze tornano le feste più attese, e tra queste spicca la Sagra del Pesce di Trezzano sul Naviglio (Milano), un appuntamento all’insegna del buon cibo e dell’intrattenimento di qualità. L’evento si terrà per due fine settimana consecutivi 13-14-15 e 20-21-22 giugno presso il piazzale Sergio Ramelli. La manifestazione si svolgerà all’interno di una grande tensostruttura coperta, con oltre mille posti a sedere, per garantire comfort e accoglienza in ogni condizione. Protagonista assoluto sarà il pesce, preparato con cura dalla brigata di cucina: tra i piatti proposti, imperdibili il fritto misto e le linguine allo scoglio, accompagnati da vini selezionati e birre. A rendere l’esperienza ancora più coinvolgente ci penserà la Corte di Menelao, con un ricco programma di spettacoli: cabaret, concerti tributo, esibizioni di magia e artisti di strada animeranno le serate, offrendo divertimento per tutte le età. 13 giugno – Cabaret: Gianni Astone ha collaborato al progetto Derby con Teo Teocoli e al progetto Autogrill con Max Pisu. È in tournée con lo spettacolo “Una carriera da precario” dopo aver partecipato all’edizione 2019 di Colorado Cafè al fianco di Belen Rodriguez e Paolo Ruffini. 14 giugno – Musica dal vivo: AC/DC Quirico SPA Legacy porta sul palco il rock travolgente degli AC/DC. Con chitarre distorte e uno spettacolo ad alto voltaggio, riproduce i successi di Angus Young e compagni. 15 giugno – Spettacolo di magia: Walter Maffei fonde illusionismo, destrezza e manipolazioni ravvicinate in uno show modernissimo e spettacolare. Con oltre 30 anni di carriera, trasforma ogni esibizione in un’esperienza visiva ed emotiva. 20 giugno – Cabaret: Roberto De Marchi sa proprio far ridere tutti. Non a caso vanta un’importante carriera: da Paperissima Sprint a Colorado Cafè fino al record con lo spettacolo più lungo al mondo! 35 ore senza mai scendere dal palco (2003 ancora imbattuto). 21 giugno – Musica dal vivo: i Rubiera Blues sono una cover band dedicata a Ligabue, nota per riprodurre i successi del rocker emiliano. 22 giugno – Spettacolo di magia: Mago Rhum offre uno spettacolo imprevedibile, dove ogni cosa può uscire da una valigia! Domenico Daddio Rum incanta con magia, cabaret e improvvisazione, coinvolgendo grandi e piccini in gag esilaranti. Entrambi i weekend – Burlesque: Marlene Clouseau, ballerina di burlesque, combina nella sua esibizione ironia, sensualità e talento. L’artista ha partecipato a Zelig. Intrattenimento continuo Durante tutta la durata della sagra, la “Corte di Menelao” ravviverà l'area con artisti di strada, tra cui fachiri, mangiafuoco, trampolieri, performer con cerchi di fuoco e LED. Saranno presenti anche attività per bambini, come il truccabimbi. Orari di apertura: venerdì: 19:00 – 24:00; sabato e domenica: 12:00 – 15:00 / 19:00 – 24:00 L’ingresso è gratuito. Per prenotazione tavoli, è possibile visitare il sito ufficiale: sagra-del-pesce.it/trezzano/. Per maggiori informazioni contattare il numero WhatsApp 389 026 5550.

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🧠 La Forza Mentale è la Vera Marcia in Più di un Atleta

🧠 La Forza Mentale è la Vera Marcia in Più di un Atleta

Nel mondo dello sport, i muscoli non bastano. Il vero vantaggio competitivo si gioca prima ancora che inizi la gara: nella testa. Ogni atleta lo sa — ma pochi sanno davvero come allenare la mente con la stessa costanza e strategia dedicata al fisico. Eppure, la forza mentale è ciò che trasforma una caduta in un punto di svolta, una sconfitta in una lezione, la pressione in prestazione. Nel nuovo articolo pubblicato sul blog DRACONES, Paolo Dragoni ti guida alla scoperta dei 5 pilastri mentali degli atleti di successo, ti propone un mini-protocollo da usare ogni giorno, e ti mostra come la tua mentalità influisca direttamente anche sul tuo personal brand sportivo. 🔥 Se vuoi imparare ad allenare la testa come alleni il corpo, questo articolo fa per te. 👉 Leggilo ora: dracones.it/personal-branding-atleti/it/blog/la-forza-mentale-dellatleta-come-costruirla-e-farla-diventare-il-tuo-vantaggio

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