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Presentati il programma e i relatori di ADworld Experience 2024

Presentati il programma e i relatori di ADworld Experience 2024

E' online il primo programma dell'evento sul digital advertising più grande d'Europa, che si svolgerà, come preannunciato, il 17 e 18 ottobre 2024 a Bologna (oppure via live streaming online), con la partecipazione di alcuni tra i più noti specialisti di campagne Pay Per Click mondiali. Come nelle 12 edizioni precedenti, il primo giorno sono previsti seminari avanzati su Google Ads, Meta Ads, Linkedin, TikTok, programmatic e Conversion Rate Optimization, più due live clinic su campagne reali in Google e Facebook proposte dai partecipanti e un laboratorio CRO. Il secondo giorno invece saranno presentati 24 casi reali di campagne PPC di successo in tutte le piattaforme più diffuse e i principali settori economici. Sono online il programma e l'elenco degli speaker di ADworld Experience 2024, la conferenza sul digital advertising ideata nel 2012 da Gianpaolo Lorusso (noto specialista di web marketing italiano) ed arrivata alla sua 13 edizione. L'evento (il più grande in Europa basato esclusivamente su casi reali Pay Per Clic) si svolgerà, come previsto, il 17 e 18 Ottobre dal vivo a Bologna e via live streaming online. Il programma è, come sempre, focalizzato su seminari avanzati in Google Ads, Meta Ads, TikTok, programmatic e CRO il primo giorno (17/10/24) e su casi reali di campagne PPC il secondo giorno (18/10/24). Modererà la sala per il mercato italiano Valerio Celletti (uno degli specialisti GAds italiani più noti ed esperti, ormai colonna portante del nostro evento), mentre quella internazionale sarà moderata da Enrica Campana (ottimo acquisto del 2023 e pienamente riconfermata anche quest'anno). In particolare, il primo giorno dell’evento (Giovedì 17 ottobre) faranno seminari avanzati: Navah Hopkins (la 2° specialista PPC più influente al mondo nel 2024), Jon Loomer (specialista di lungo corso di advertising su Meta, per la prima volta in un evento italiano), Adriaan Dekker (forse il più noto specialista PPC europeo al momento), André Morys (grandissimo specialista CRO tedesco) e Federica Brancale (che terrà anche un laboratorio CRO dal vivo), Sarah Sal (grandissima esperta di Social Media Marketing in Hootsuite), Ruben Runneboom (uno degli specialisti GAds emergenti più interessanti), Manuel Lodi (il programmatic fatto bene), Felix Beilharz (noto esperto di SMM tedesco, che presenterà in anteprima un'analisi di eyetrcking sugli annunci in FB/IG), Massimo Vichi (LinkedinAds senza segreti) e Sante J. Achille (SEO internazionale super-noto che ci spiegherà come il Natual Language Processing può aiutare le campagne PPC). Chiuderanno la giornata anche una Google Ads Clinic e una Facebook Ads Clinic, due sessioni dedicate interamente all’analisi in diretta di account dei partecipanti fatta dai relatori della giornata + alcuni esperti di un panel PPC internazionale selezionato. Quest’anno inoltre ci sarà anche un laboratorio di ottimizzazione delle conversioni tenuto da Federica Brancale (notissima esperta di CRO e design thinking). Il secondo giorno (Venerdì 18 ottobre) presenteranno dei casi di studio PPC reali da 30 minuti i relatori del primo giorno più: Luca Bove (Local Service Ads), Bianca Bergshoeff (massimizzare i tassi di ritorno), Chiara Piras (YouTube Ads), Igor Ivitskiy (30x in B2C), Giuseppe Scollo (ristrutturare GAds), Amy Stamper (dal pixel ai profitti incrementali in Mata Ads), Andrea Atzori (MetAds in settori iper-competitivi, comei l gambling), Antonio Baroni (GAds multichannel), Alberto Narenti (strategie di bidding e performance), Michal Barta (aumentare la qualità delle lead) e Sveva Coltellacci (Lead gen di successo in Linkedin Ads) più alcuni altri ancora da definire. I posti dal vivo a Bologna allo Zanhotel Europa (in zona stazione centrale) stanno diminuendo e quindi il prezzo di iscrizione presto salirà nuovamente. C’è però sempre la possibilità di seguire il live streaming, che permette comunque di assistere a tutti gli interventi in tempo reale e di fare domande ai relatori tramite l’app dell’evento. Per chi opera nel settore dell'advertising online si tratta ormai di un appuntamento da non perdere, sia a livello nazionale, sia internazionale (quasi la metà dei partecipanti proviene dall’estero) ed è un'eccellente occasione per capire chi è chi nel settore del digital marketing. Per maggiori dettagli e iscrizioni: adworldexperience.it

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Apricale, Italy

Apricale, Italy

C’era una volta Apricale – e c’è ancora: un paese di pietra, circondato dalle montagne del ponente ligure, popolato da gatti e cantastorie, baciato dal sole e dalla fortuna. Si narra che il paese di Apricale fosse stato costruito sulla sponda di una collina dove pareva che il sole non tramontasse mai. Questo paese, tanto piccolo quanto magnifico, per mestiere, continua a rappresentare il naturale sfondo per favole da donare ai viandanti che passavano da qui. Insegne, cassette delle lettere o di semplici fiori. Ogni angolo del borgo è un tripudio di colori che cattureranno i tuoi occhi e ti lasceranno senza parole. Apricale è un paese medioevale: non mancano certamente all’appello il re, la regina e la principessa del regno, affacciati, con eleganza, alla finestra del castello della lucertola. Ma le meraviglie di Apricale non finiscono qui. Alza lo sguardo al cielo, potrai ammirare una bicicletta rivolta verso l’infinito posta sull’estrema sommità della torre del castello. Incredibili emozioni e sentimenti nasceranno mentre passeggerai per le strette vie del borgo arroccato sulla collina baciata dal sole e dalla fortuna. Sogni e illusioni animeranno il tuo viaggio di ritorno, ripensando al villaggio di pietra abitato da gatti e cantastorie che hanno fatto della sua storia una leggenda. Circondato dalla natura incontaminata della valle Nervia, ti troverai ad ammirare il mare a pochi km di distanza, immerso in un ambiente mozzafiato e carico di meraviglia che nasconde segreti secolari, pronti per essere svelati.

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“Tra serpenti e squali” è il nuovo singolo di Cekko

“Tra serpenti e squali” è il nuovo singolo di Cekko

L’artista torinese torna con un nuovo singolo che unisce un sound elettronico ad una profonda tematica sociale Il brano nasce dalla volontà di darsi e dare una possibilità, una prospettiva di reagire e superare la quotidianità fatta non solo di ritmi pressanti e totalizzanti, ma spesso di persone pronte a schiacciare il prossimo pur di sembrare importanti. Il progetto è nato dall’incontro tra il cantante Francesco Schiffo (Cekko) e il compositore-arrangiatore e produttore Michele Ruberto. La collaborazione è figlia di un’intesa sia musicale che personale, e da subito emerge l’intenzione di creare un qualcosa che non ripeta i classici schemi del pop, ma di dare un ruolo centrale al testo e alla massima cura degli arrangiamenti. Si realizza così un lavoro su brani, che possano far emergere e rendere vive: sensazioni, pensieri, sentimenti e idee dell’artista. Tutti questi elementi potrebbero essere classificati come “intimisti”, personalizzati, ma allo stesso tempo puntano ad arrivare dritti a chi li fruisce ed in fondo i contenuti sono tutt’altro che soltanto personali. infatti spesso si ha modo di constatare come molti degli elementi sopra elencati, facciano sicuramente parte della vita di molti se non di tutti. Su queste linee guida di base si sviluppa un repertorio prima più vicino alla canzone rock/melodica italiana e successivamente verso l'elettro/rock, con un ruolo in certi casi preponderante di suoni elettronici che rendono caratteristici i brani sposandosi perfettamente ai temi e ai testi in essi espressi. Cekko vanta già numerosi riconoscimenti in festival nazionali di vario genere musicale ed importanti traguardi in altrettanti rinomati festival come: Rock Targato Italia, Emergenza Festival, Premio Poggio Bustone, Una Voce Per Sanremo, Festival Degli Autori, Musica Controcorrente, Marina Pop Festival, Nota D’oro, Song For Business, Cantautori Bitontosuite. Fuori anche il video

?si=gFR6THhrZxPVzr_L Link social: facebook.com/Cekkoitalia 
tiktok.com/@cekkoofficial0 
open.spotify.com/user/31tb5mjsiwpxdslkaapldvgqs4mu?si=b73254a5951e4ef4

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hetra, l’artistə rivelazione del 2024, torna con “Fire Flowers”

hetra, artistə rivelazione del panorama musicale italiano proveniente dal lontano pianeta hetra-12, dopo aver incantato pubblico e critica con il suggestivo omaggio al Maestro Franco Battiato nella rivisitazione de “Gli Uccelli” ed aver dato prova del suo approccio unico ed intersezionale alla musica nel debut EP “2019 Benvenuta sul Pianeta Terra”, torna a dar voce a tematiche profonde e attuali in “Fire Flowers”, il suo nuovo singolo. “Fire Flowers” è un brano che nasce dalle ceneri dell’anima, una fenice che prende vita dal movimento della rabbia. “Fire Flowers” è furia. “Fire Flowers” è ira. “Fire Flowers” è fuoco. Ed hetra, nelle sue liriche cariche di simbolismo, è il fiore di questo ardore, la rappresentazione tangibile della lotta interiore tra il consumarsi della rabbia e lo sbocciare dell'essere. Un viaggio attraverso le fiamme del dolore e della rinascita, una metafora potente di distruzione e creazione che si alternano in un ciclo senza fine; un ponte catartico che collega e trasforma la sofferenza e l'autoannientamento nel seme di un nuovo inizio. Perché la rabbia è duplice e ambivalente: sa essere forza distruttiva e al tempo stesso creativa, un'emozione che consuma e incenerisce, ma al contempo in grado di condurci al risveglio, alla scoperta, alla consapevolezza di chi siamo davvero. Proprio come il fuoco, la musica di hetra brucia ma illumina, distrugge ma genera nuove forme di esistenza. Da "Fire Flowers", si riemerge nella quotidianità del nostro vivere non consumati, ma rinati, con una nuova comprensione di sé e del mondo circostante. Questo brano si fa portavoce di una realtà in cui il dolore non è una condanna, ma un passaggio necessario per raggiungere una comprensione più profonda della vita. E come i fiori nel fuoco, espressione di una bellezza crudele e affascinante, hetra diviene urlo liberatorio, confessione nuda e cruda di un dolore lacerante capace di mutare in energia purificatrice. Questa conversione non è solo tematica centrale del brano, ma si riflette anche nella composizione musicale di "Fire Flowers", in cui l'intreccio di melodie e ritmi crea un netto contrasto tra il caos interiore e la ricerca di equilibrio. Grazie al lavoro con la produttrice Kimerica il brano è ricco di sonorità dark e hyper. La ricerca della produzione è arrivata fin negli abissi. La collaborazione delle due artistə ha creato una nuova direzione per hetra. Con un'atmosfera onirica e psichedelica, la traccia trascina in un mondo dove le sfumature primordiali dei moti interiori si fondono con la modernità dei suoni, creando un'esperienza auditiva che rimane impressa nella memoria e nel cuore, smuovendolo prima, e sollevandolo poi, dal fardello di un sentimento che più opprimiamo e più ci rende schiavi di noi stessi. hetra scrive: Sono solo un fiore di fuoco. Quando perdo il controllo, sboccio, mi mostro, i petali si accartocciano con il calore delle fiamme. Muoio. Lentamente. Muoio dopo poco. L’ossigeno si consuma, perdo il controllo, ho una crisi, la furia prendo il controllo, mi colpisco, mi graffio, urlo. Urlo fino a che la pressione del mio viso non fa scoppiare i capillari della pelle. Mi faccio del male. Faccio male. Tuttə mi vedono. Io no. Dove sono? Mi perdo. Non riesco a respirare, la mente mi travolge, il corpo mi distrugge. La ragione, ormai lontana, mi compatisce aspettando in un angolo il suo turno. Nella mente tutto si confonde, rimbombano parole. Non voglio morire, voglio solo morire. Voglio che la morte mi prenda e se ne vada. Il mio sangue è magma, fuoco che scorre, fiamme arteriose. Sono solo un fiore che brucia. Sono una stella senza senso, una cometa senza scia. La luce non può risplendere. Sono arrivatə a terra e sono solə qui. Distruttə. Forse l’unica cosa che mi ricorda dove sono. Non so parlare. Non so vivere. Non so morire. Non so. Non so fare niente. Forse neanche respirare, dopo tutto l’ossigeno ormai è consumato. So solo rimanere immersə nelle fiamme, che forse hanno smesso di bruciare. Urlo. Continuo a urlare. Nelle urla mi perdo. Le fiamme mi accolgono. Il sangue scorre. Tutto si trasforma attraverso il calore. Non so dove sto andando. Alla luce dell’incendio riesco a vedere quello che normalmente è assopito negli abissi. Vedo tutto e allo stesso tempo non vedo niente. Sono un fiore di fuoco. Sono una furia di fuoco. Quando sboccio, muoio dopo poco. La narrazione struggente della dolorosa bellezza di un'esistenza combattuta tra luce e oscurità, un'urgenza viscerale che racchiude in sé la dualità dell’esserci, del vivere: la meraviglia effimera di un fiore che, nello sbocciare, si consuma nel fuoco della propria passione e dolore. hetra ci parla senza filtri, in un ciclo di genesi e distruzione, un'eterna rinascita ove ogni momento di perdita di controllo segna l'inizio di una trasformazione profonda. Un conflitto interno che divampa come un incendio inestinguibile, lasciando segni profondi nell’anima e sul corpo. Ma questo viaggio attraverso il fuoco e il tormento non è solo una discesa nel buio; è anche una ricerca di luce, un tentativo di vedere "quello che normalmente è assopito negli abissi."; hetra, con le sue parole, guida gli ascoltatori ad esplorare l'ignoto, dove il caos e la devastazione possono svelare verità nascoste dando forma ad una nuova comprensione di sé e degli altri. Qui, hetra non è solo cantante e autrice del brano, ma è uno specchio della collettività, un’anima inquieta che usa la musica come strumento per esprimere ciò che non riusciamo a comprendere, a metabolizzare, ad accettare. La sua capacità di trasporre queste intense battaglie interiori in musica non solo dimostra un talento eccezionale, ma riconferma anche l’impegno nei confronti delle tematiche che affronta: dall'ecologia alla questione di genere, dall'antispecismo alla salute mentale trattati nel primo EP, dalla volontà di sollevare il velo di Maya schopenhaueriano che offusca la realtà delle cose all’esigenza di adottare un nuovo linguaggio, più equo ed inclusivo, all’interno di una società frammentata e divisa da rigide dicotomie, l’artistə non porta nei suoi brani semplici argomenti, ma fili intrecciati nel tessuto contemporaneo, indagando con sincerità, coraggio e sensibilità le sfide e le speranze che definiscono il nostro tempo. “Fire Flowers” è un inno alla vita e alla morte, a bruciare tutto e rinascere dalle proprie ceneri, più forti di prima. Questo singolo parla a chiunque abbia mai sentito il peso soffocante della disperazione, ma anche a coloro che, nonostante tutto, continuano a cercare la luce tra le proprie ombre. «”Fire Flowers” – dichiara hetra - è per coloro che nelle fiamme del proprio sangue si perdono, si trovano, rinascono e muoiono. Per coloro che sopravvivono a loro stessə e che non sopravvivono. Per coloro che danno valore alla vita come danno valore alla morte. Per coloro che passano attraverso il dolore e per quellə che ancora non lo conoscono. Siamo furore di stelle, fiamme nella pelle, sangue di belve. Brucia. Bruciamo. Tutto. Insieme». "Fire Flowers", accompagnato da due videoclip, un suggestivo lyric ed un emblematico video ufficiale di prossima uscita -, è per quelli che nelle proprie battaglie si perdono, si trovano, rinascono e muoiono, dimostrando che anche nei momenti di più profonda oscurità, esiste la possibilità di una trasformazione, di una rinascita.

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Il Circolo Culturale “L’Agorà” organizza incontro sul centenario di Eleonora Duse.

Il Circolo Culturale “L’Agorà” organizza incontro sul centenario di Eleonora Duse.

Il prossimo 21 aprile sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “1924-2024: nel centenario della morte di Eleonora Duse”. L’incontro, organizzato dal sodalizio organizzatore reggino, per il significato e la valenza, ha ricevuto il Patrocinio del Comune di Asolo. Eleonora Duse, una delle più grandi attrici tra Ottocento e Novecento, nasce da Vincenzo Duse ed Angelica Cappelletto, due attori. Le vengono dati i nomi di Eleonora, Giulia, Amalia. Al seguito della compagnia teatrale del padre, prende subito confidenza con il palcoscenico. Ha quattro anni, quando, a Chioggia, recita nella parte di Cosetta dei Miserabili di Victor Hugo. A dodici sostituisce la madre ammalata nella parte di Francesca da Rimini di Silvio Pellico. A quattordici è Giulietta. Poi è un susseguirsi di prove sempre più impegnative fino all’ingresso nella compagnia Pezzana-Brunetti nel 1875 e in quella di Ciotti-Belli Blanes nel 1878 nel ruolo di prima amorosa. Nel 1880 diventa prima attrice nella compagnia di Cesare Rossi. Nel 1897 a Parigi la Duse interpreta il Sogno d’un mattino di primavera con enorme successo. Chiusa e riservata, non ama obbedire e diventa una sorta di punto di riferimento per chi vive in teatro e crede in un teatro moderno. Nel 1898 parte per l’Egitto e per la Grecia accompagnata da D’Annunzio. La loro storia d'amore finisce, nel 1904, per la conflittualità dei caratteri ma anche per i debiti che Eleonora accumula per aiutarlo e per la grande umiliazione che riceve in quello stesso anno, quando ”La figlia di Iorio” esordisce al Teatro Lirico di Milano con Irma Gramatica nella parte di Mila. Il 25 gennaio 1909 a Berlino, dopo la rappresentazione de ”La donna del mare” Eleonora Duse decide di lasciare il teatro. Nel 1916 eccola girare il suo primo e unico film, Cenere, dal romanzo di Grazia Deledda, per la regia di Febo Mari. Nel 1920, con la compagnia Zacconi, a Torino, è di nuovo La Donna Del Mare, benché invecchiata ancora una volta viene osannata per le sue intramontabili doti artistiche. Decide di organizzarsi con una sua compagnia e parte in tourneé, prima a Londra e a Vienna, poi negli Stati Uniti, dove a Pittsburgh, muore il 21 aprile 1924. Trasportata in Italia, si svolgono i funerali a Roma, nella basilica di Santa Maria Degli Angeli, e la sepoltura ad Asolo. Da queste cifre la conversazione la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “1924-2024: nel centenario della morte di Eleonora Duse”. L’incontro, organizzato dal sodalizio organizzatore reggino, per il significato e la valenza, ha ricevuto il Patrocinio del Comune di Asolo. L’incontro, organizzato dal sodalizio organizzatore reggino, sarà visionabile dal prossimo 21 aprile sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete.

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MUTANDE

Il termine mutande viene dal gerundio latino del verbo mutare nel significato preciso di cambiarsi. I primi ad usarle furono i barbari che invasero l’impero romano, in particolare i longobardi. All’inizio furono usate solo per gli uomini, ed erano larghe, spesso anche lunghe e di lino. Esisteva già nel medioevo una vera e propria moda. Le donne preferivano usare una sorta di lunga camicia. Nel cinquecento si diffusero mutande lunghe che usarono soprattutto gli uomini e le donne prostitute nei bordelli. La moda delle mutande versione femminile si diffuse molto tardi. Nell’ottocento si crearono molti modelli per le donne alcuni fantasiosi, di solito in pizzo e stoffe preziose specie per le classi elevate. Le mutande dovevano rimanere nascoste sotto gli indumenti solo le bambine e i bambini potevano esibirle. Nell’ottocento si diffuse una vera moda per le mutande dei piccoli. Nel novecento sorse pure una moda per le mutande di ambo i sessi anche per le classi meno abbienti. Nel novecento però le mutande divennero più corte, anche ricamate. Per le ballerine si crearono modelli molto sexy. Si crearono mutande di varie forme e colori. Nel settecento erano diffuse le culotte che erano alte. Si creò una moda italiana di mutande classiche in cotone, seta, persino lana e tulle. Poi con l’industrializzazione si fabbricarono in serie mutande di nylon. Parallelamente esisteva una ricca produzione artigianale. Negli anni sessanta del novecento si ebbe il boom degli slip pratici e poco costosi anche per i bambini. Poi si usarono anche tanga e perizoma. Nel mondo dello spettacolo spesso non si usano per la possibilità di indossare alcuni costumi e abiti di scena o da sera. Di recente andava di moda non indossare questo capo di abbigliamento specie sotto i jeans ma ci sono stati molti casi di infezioni e addirittura di infertilità. Ora la moda ha lanciato un nuovo stile quello di andare in giro con le sole mutande. Certamente tutto dipende dalla scelta delle persone. Già si sono viste in giro ragazze appariscenti con l’aria insinuante e allusiva mostrare mutande eleganti, luccicanti con sopra magari un corto giubbino lucido o uno spolverino. La moda è quella dominante, quella che detta legge e che svaluta anche la stessa umanità se è necessario. Già da molto tempi si tendeva a mostrare la biancheria intima togliendo il fascino del mistero e della scoperta. Pochi notano che gli sguardi sono più attratti da una cosa velata, coperta che da una apertamente in mostra. Sbirciare soddisfa di più. I giovani hanno invece il debole per la esibizione della nudità forse per scandalizzare, per mostrarsi liberi e alteri. Non è corretto e garbato andare in giro ignudi non solo per questioni di decoro, igieniche ma anche di salute. I giovani non pensano a quello che la gente dice sono impermeabili ai giudizi, a loro non importano i commenti, sono superiori, non si curano se sono additati anzi ridono se sono osservati contenti. Molti amano essere ammirati, osservati, presi di mira. Una donna in mutande ai nostri giorni non si sente in imbarazzo, anche se viene etichettata. Ripete gli stessi comportamenti indifferente, non sente le critiche. Certo una donna in mutande per strada stuzzica gli uomini, li stimola. La provocazione è facile e disinvolta, spontanea. Portare solo le mutande in giro è un gesto forte che ha varie implicazioni. Il problema non ultimo è la salute, andare in giro mezzi vestiti può causare bronchiti, tosse e altri malanni. Chi lancia le mode dovrebbe prevedere in modo lungimirante anche gli effetti sulla popolazione e in certi casi demordere.

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Alberta Casaburi "Baronissi" per realizzare quello che i cittadini vogliono!!!

Alberta Casaburi "Baronissi"  per realizzare quello che i cittadini vogliono!!!

Prot. -MP 527481-del 16/04/2024 Il 30 aprile scadrà il contratto di affidamento per la gestione della casa di riposo Albergo per anziani "San Francesco da Paola" attualmente gestita dalla cooperativa Sociale Progetto 2000 sita in Saragnano Baronissi. A pochi giorni dalla scadenza del contratto di affidamento 12 lavoratori e 30 anziani non sono ancora al corrente delle loro sorti. I 30 anziani ospiti della casa di riposo saranno privati dell' assistenza di cui necessitano quotidianamente, saranno privati delle loro abitudini e delle loro amicizie. Spostare 30 ospiti in un' altra struttura, porterebbe conseguenze sociali gravi, difficoltà relazionali e affettive. Si conferma nuovamente l' inettitudine, l'incapacità dell' amministrazione di Baronissi di far fronte alle problematiche gravi con nonchalance, a discapito dei cittadini della collettività, e in modo particolare alle persone fragili e indifese. Distribuzione e Resp. del Servizio Ufficio Stampa & Produzioni MP di Salvo De Vita

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Dopo l'assaggio d'estate aprile porta freddo e in montagna perfino la neve

Dopo l'assaggio d'estate aprile porta freddo e in montagna perfino la neve

La tempesta "Gori" aprirà la strada ad una lunga fase instabile mantenendo un clima fresco e ventilato. La situazione meteorlogica è destinata a cambiare radicalmente a partire dalla serata di martedì 16, quando una profonda depressione (996 hPa), denominata tempesta “Gori” (dal CNMCA) andrà a formarsi tra Lombardia e Triveneto portando un brusco calo delle temperature, venti forti e rovesci anche temporaleschi. L’azione congiunta del vortice ciclonico assieme alla perturbazione n. 4 in risalita dal Nord Africa andrà a spegnere letteralmente l’ondata di caldo che ha visto infuocare gran parte dell’Europa, noi compresi, battendo innumerevoli record: con valori paragonabili alla terza decade di giungo... meteoroby.com/2024/04/15/dopo-lassaggio-destate-aprile-porta-freddo-e-in-montagna-perfino-neve/

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Silvia Mezzanotte interprete dello spettacolo “Vorrei che fosse amore” omaggio a Mina (recensione)

Silvia Mezzanotte interprete dello spettacolo “Vorrei che fosse amore” omaggio a Mina (recensione)

“Vorrei che fosse amore” con Silvia Mezzanotte lo spettacolo teatrale omaggio a Mina, regia di Gabriele Colferai, direzione Andrea Albertini, ideato in occasione dell'anniversario del ritiro dell'artista dalle scene il 23 Agosto del 1978. In questa data Mina si esibì al Teatro “La Bussoladomani” sul lungomare di Lido di Camaiore, in un indimenticabile concerto che la consacrò icona della musica Italiana. Spettacolo che raggiungerà i maggiori teatri d'Italia. Pescia Teatro Pacini, sabato 13 aprile 2024 assistiamo alla prima tappa dello spettacolo “Vorrei che fosse amore”, letteralmente sold out, un vero e proprio tuffo nel passato, sul palco viene ricreata la stessa ambientazione del Teatro “La bussola” , luci soffuse che fanno da cornice ad un'orchestra formata da dieci membri, orchestra “le Muse”, tutta al Femminile, a una voce straordinaria quella di Silvia Mezzanotte e agli attori Sabrina Mina Ottonello e Gabriele Colferai due innamorati, che raccontano la loro particolare storia d'amore, sulle note delle famosissime canzoni della Tigre di Cremona, tra le quali “Stasera io qui”, “Ancora ancora ancora”, “Amor mio”, “Brava”, “Città vuota”, “E se domani”, “Grande grande grande”, “Stasera io qui”, “Brava”, “Città vuota”, “E se domani”, “Vorrei che fosse amore”, “Mi sei scoppiato dentro il cuore”, un'escalation di brani che rapiscono l'intero teatro che non può esimersi, dal ricordare amori passati o momenti della propria vita ed abbandonarsi ad un vero e proprio viaggio emozionale. Il Dott. Salvo De Vita dell'Ufficio Stampa e Produzioni MP di Bologna, testimone del successo della prima tappa dello spettacolo “Vorrei che fosse amore” al Teatro Pacini di Pescia, si congratula con l'artista Silvia Mezzanotte per l'innata capacita di coinvolgere e trasmettere emozioni all'intero pubblico e ringrazia l'Ufficio Stampa del Nuovo Teatro Verdi di Montecatini Terme, per l'accredito concesso, nonché gli organizzatori e l'intero staff dello spettacolo “Vorrei che fosse amore”. Addetta Stampa e incaricata della distribuzione Dott.ssa Mietto Elisa Dirigente e responsabile del servizio Ufficio Stampa e Produzioni Mp di Salvo De Vita

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Il nuovo ballo pugliese "Cambio di passo""

Il nuovo ballo pugliese "Cambio di passo""

🕺💃 "Tenetevi pronti a ballare! In Puglia si balla al ritmo di un nuovo ballo: il ‘Cambio di Passo’! 🎶 Dimenticate la Taranta e la Pizzica, perché la segretaria Elly Schlein e il governatore Michele Emiliano stanno introducendo un nuovo trend ! Nel prossimo episodio di ‘Ballando con le Stelle… Politiche’, vedremo Elly e Michele affrontarsi in una sfida di ballo senza precedenti. È un ballo in cui si cambiano i partner (o assessori) senza fermarsi, ma attenzione a non inciampare sulle promesse politiche! Elly ha alzato il volume con un ultimatum che ha fatto tremare le finestre del palazzo della Regione, mentre Michele ha risposto con un passo di danza così veloce che nemmeno i migliori ballerini di pizzica potrebbero tenere il passo. 🎵 Ma non è finita qui: Elly vuole che le porte siano chiuse e sigillate, come se stesse cercando di isolare il suono di una festa o sagra paesana pugliese troppo rumorosa. E Michele? Beh, sembra che abbia finalmente trovato il ritmo giusto, promettendo un cambio di fase che suona come l’inizio di una canzone completamente nuova. La pista da ballo si trasformerà in un’arena dove ogni passo è un voto e ogni movimento è un manifesto elettorale. Chi conquisterà i giudici con la sua dialettica affilata? Chi sarà costretto a lasciare la pista sotto una pioggia di fischi? E soprattutto, chi indosserà la corona di foglie d’ulivo del vincitore? 🌟 Preparatevi, gente, perché la pista da ballo politica della Puglia sta per diventare più calda di una notte d’estate a Lecce! Chi sarà il prossimo a fare un passo avanti? Restate sintonizzati per il prossimo episodio di ‘Ballando con le Stelle… Politiche’!" 🌟👠👞 #CambioDiPasso #PoliticaInPuglia #BalloDellaTaranta #PizzicaPugliese

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