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ESISTERE PER RESISTERE

Un tempo l’occupazione principale delle donne era quella di trovare marito, era una legge precisa non scritta ma seguita. Se si superava i venti anni di età senza un marito c’era già un clima di allarme. Trovare marito era urgente per carpire attenzioni dalla società. Il processo era sempre lo stesso. Spesso il padre sceglieva lo sposo senza dare tante spiegazioni. La donna finiva per soffrire per vivere giorni bui accanto a un uomo magari rude che non amava. In ogni occasione la ragione era del marito. Se una figlia era screanzata la colpa era della madre se un figlio era scapestrato la colpa era della madre. La donna in ogni discussione era costretta a tacere non avendo una indipendenza economica. In amore le donne che facevano il primo passo erano considerate scostumate. Le donne più miti raddrizzavano le spalle e tiravano avanti magari sempre radiose e con il sorriso sulle labbra. Molte donne conducevano una vita vuota, insignificante, sospesa. Molte apparivano serene ma dentro ribollivano non potendosi comprare neppure un cappotto. La routine distruggeva ogni cosa. Molte donne perdonavano gli uomini violenti e bisbetici. Alcune donne finivano per avere esaurimenti nervosi. Alcune donne erano orgogliose di sposare un uomo ricco che poi finiva per tradirle e per augurare la loro morte. Molti uomini si prendevano una amante o un’altra moglie più giovane. Con il tempo lo sguardo delle donne perdeva luminosità, si fissava nel vuoto. La vita familiare spesso era deludente, un doloroso calvario. Molte donne erano battute con furia selvaggia dal marito esigente e dai suoceri pur essendo donne semplici e oneste. Molte donne si sentivano indegne per alcuni uomini importanti e rifiutavano il loro corteggiamento. Molti uomini avevano nei loro confronti comportamenti irritanti. Il matrimonio invece di essere un trampolino di lancio per una donna costituiva un ostacolo potente. La donna dipendeva prima dal padre poi dal marito, non aveva quasi mai potere decisionale. Non erano viste con indulgenza, derise. La loro nascita non era accolta con calore. I padri che volevano un maschio si disperavano per la nascita di una femmina. Le donne si dovevano rassegnare a uno stile di vita non consono alla loro natura. Dovevano sempre stare zitte, fare silenzio. Non potevano manifestare i loro sentimenti come la gelosia. Ai giorni nostri sembra sia avvenuto il riscatto delle donne ma è ancora parziale e solo apparente. Molti uomini adulti ancora oggi affermano apertamente che una donna esiste solo in funzione di un uomo, che ha bisogno di un uomo se no in pratica non è nessuno. Parole che fanno indignare, che spazientiscono. Ancora oggi una donna per essere seria, brava deve sposarsi. Una donna non sposata che convive o ha un compagno viene guardata con occhi critici dalle persone perbene. Una donna che vive sola, libera è considerata di facili costumi, guardata con occhi ironici . Si è ancora tremendamente schiavi del vecchio sistema. Le donne audaci, che hanno sconfitto la timidezza sono viste come insolenti. Le donne che hanno tanti ammiratori sono viste con sospetto. La donna deve dedicarsi alla monogamia mentre il marito può esagerare e permettersi un numero infinito di amanti. Le donne che hanno difficoltà ad allevare figli sono viste come immature. Ancora oggi la donna deve mirare a sposare un uomo benestante se non proprio facoltoso cosi magari cresce figli viziati e poco virtuosi. Ancora oggi le donne si osserva che vivono tormentate adolescenze e giovinezze, tartassate da padri austeri e fidanzati gelosi e nonni sospettosi. Per le donne non c’è mai una tregua. Nessuno presta attenzione a una donna intelligente, si guardano solo le donne belle e appariscenti. Le donne sperimentano ancora discriminazioni, esclusioni. Molte si ammalano di malinconia. Molte vorrebbero essere nate uomo, Tuttavia le donne in gamba, intelligenti, pronte ci sono, esistono anche da sole senza il supporto di un uomo, e resistono a fronte alta come soldati al fronte e in trincea. Nel deserto della esistenza bisogna resistere e le donne hanno imparato a farlo.

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“Ora so chi sei”: un brano che rifiuta il dolore romantizzato

“Ora so chi sei”: un brano che rifiuta il dolore romantizzato

A pochi giorni dal World Mental Health Day, la Giornata mondiale sulla salute mentale (10 ottobre), i 3nema tornano con “Ora so chi sei”, il loro nuovo singolo che affronta una delle decisioni più difficili e necessarie in una relazione: riconoscere che l’altro non ti vede, e andartene. Non per rabbia, ma per rispetto. Non per orgoglio, ma per dignità. Perché c’è un momento in cui capisci che continuare non è più un gesto d’amore, ma di autosabotaggio. “Ora so chi sei” inizia lì. Non è uno sfogo, né un’accusa: è una presa d’atto asciutta, espressa in una lingua che non gira attorno al dolore ma lo attraversa con consapevolezza piena. La voce in primo piano, i versi martellanti e ripetuti: il brano si muove su un tappeto elettrico e scarno, e una struttura compatta che converge su un punto molto chiaro: la fine della relazione come scelta di cura. «Lasciami spazio, vattene via da me»: parole secche, chitarre davanti, un ritornello che chiude la porta e apre una stanza nuova. Una stanza che non basta più. L’aria corta. La frase che coincide con il titolo e con la resa dei conti: ora so chi sei. Non è un pezzo di rimpianti: è una canzone sulla legittimità di difendere il proprio spazio quando dall’altra parte restano ego e silenzi. “Ora so chi sei” - prodotta da Massimiliano Cenatiempo di Greys Company, con foto a cura di Emiliana Piraino -, nasce da una relazione segnata da incomprensioni e sproporzione: quando l’altro occupa tutto, lasciare andare è l’unico gesto onesto. La scrittura procede per colpi netti - richiesta di spazio, coscienza di un capitolo volto al termine, rifiuto dell’egoismo - e atterra su un hook che non concede scampo e fa da sigillo. Sul piano sonoro, chitarre granulate, basso pulsante, synth asciutti, e dinamiche che spingono il ritornello su un ponte di respiro prima dell’ultima chiusura. Il tempismo non è casuale: la pubblicazione arriva a ridosso del World Mental Health Day, ricorrenza che ogni anno riaccende l’attenzione su un tema oggi impossibile da ignorare: la tutela della salute mentale anche nelle relazioni affettive. In una cultura che sta finalmente imparando a parlare di confini, di presenza selettiva e di assenza consapevole, i 3nema usano la forma canzone per dire ciò che molto spesso resta taciuto: “non c’è più spazio, non c’è più ascolto, non c’è più niente da salvare.” «Abbiamo scritto questo pezzo nel momento in cui abbiamo capito che non potevamo più ignorare quella sensazione: quella di sentirsi fuori posto in un rapporto a due che dovrebbe far sentire entrambi al sicuro. A volte lasciar andare non è un fallimento: è la cosa più giusta da fare.» Secondo una recente ricerca commissionata dal Consiglio Nazionale Giovani (CNG) e realizzata dall’Istituto Piepoli, oltre il 55% dei giovani adulti (under 34) ha scelto di interrompere una relazione per motivi legati al proprio equilibrio psico-fisico. Non per egoismo, ma per riconoscere i propri limiti. “Ora so chi sei” dà voce a questa generazione che ha smesso di romanticizzare il dolore. E che ha imparato che restare a tutti i costi non è amore. È dipendenza. Il brano segue un percorso coerente per il trio gardesano, che con i precedenti singoli ha attraversato le ossessioni sociali (“Money”), l’energia e l’amore per le proprie radici (“Loving Town”) e l’identità artistica (“History”). Qui il baricentro è interno. È personale. Con “Ora so chi sei”, i 3nema tornano indipendenti, sia nel progetto artistico che nella narrazione: una produzione diretta, una voce che non chiede più il permesso. «Non è un pezzo che vuole accusare – concludono - ma dire le cose come stanno. Senza giri di parole. Se ti tolgono spazio, smetti di chiedere permesso. Te lo riprendi.» Con “Ora so chi sei”, i 3nema scelgono di non aspettare più chi non ascolta. E cantano la distanza per trasformarla in chiarezza. La fine, qui, è un nuovo inizio.

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Prevenzione dei rischi in magazzino: normative e best practices

Prevenzione dei rischi in magazzino: normative e best practices

In questo articolo porremo il focus sulle misure di prevenzione dei rischi presenti nel settore logistico e in particolare in magazzino. La sicurezza nei magazzini logistici è fondamentale per garantire la salute dei lavoratori e l’efficienza operativa. In Italia, il settore logistico è regolamentato da normative specifiche che impongono misure preventive e protettive per ridurre i rischi associati alle attività di magazzino. gruppoerrepisrl.com/blog/prevenzione-dei-rischi-in-magazzino-normative-e-best-practices/

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Kami feat. Ethan: “Talk it out”

 Kami feat. Ethan: “Talk it out”

Il nuovo singolo del producer milanese è un inno alla resilienza, tra elettronica luminosa e dialogo emotivo «“Talk it out” nasce dal bisogno di fermarsi e parlare, quando tutto cambia troppo in fretta. È un brano che guarda in faccia la vulnerabilità, la mette a tempo e la trasforma in movimento. Ballabile, sì, ma con il cuore in primo piano.» Kamy Con “Talk it out”, Kami inaugura il suo nuovo percorso artistico con un singolo che fonde energia elettronica e profondità emotiva. Il brano, scritto da Ethan e prodotto da Kami, è un invito a ritrovare il coraggio del confronto, a nominare ciò che fa male, a ricomporsi attraverso il dialogo. Le atmosfere sono urbane e luminose: una stanza in penombra dopo una discussione, un’auto di notte con i finestrini abbassati, un club dove la musica diventa spazio sicuro per dirsi le cose. Il sound è moderno e diretto: cassa dritta, groove elastico, bassline rotonda e synth pad ariosi che aprono lo spazio emotivo dei versi. Il ritornello è firmato da un lead nitido e incisivo, mentre il bridge gioca con sospensioni armoniche e backing vocal in call & response, sottolineando il tema centrale del confronto. La produzione, curata interamente da Kami nel suo home studio, punta su un’elettronica pulita e potente, capace di far convivere fragilità e slancio. “Talk it out” è il primo tassello del progetto Kami, alter ego de il Bonsa DJ, che unisce pop, dance ed elettronica in un percorso di singoli pensati come episodi di una narrazione sonora in continua evoluzione. Ogni traccia è una collaborazione, una voce diversa, un’emozione condivisa. Kami è l’evoluzione artistica di Il Bonsa DJ (Andrea Bonsanto), producer milanese con una lunga esperienza nel mondo del clubbing e della musica elettronica. Dopo anni di remix, live set e collaborazioni, Kami nasce come progetto solista per dare voce a un suono personale, dove il beat diventa racconto e la melodia si intreccia con emozioni autentiche. Il primo singolo in radio dal 19 settembre è “Talk it out” featuring Ethan. Etichetta: G Records CONTATTI E SOCIAL instagram.com/ilbonsadj/

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Guerra e bambini: tra traumi, resilienza e speranza

Guerra e bambini: tra traumi, resilienza e speranza

La guerra è una delle esperienze più devastanti che un essere umano possa vivere. Se già per gli adulti comporta sofferenze indicibili, per i bambini rappresenta una ferita che segna l'intera esistenza. L'infanzia, che dovrebbe essere il tempo dei giochi, dell'apprendimento e della scoperta, si trasforma improvvisamente in un periodo di paura, privazioni e perdita. I conflitti armati, che purtroppo continuano a segnare diverse aree del mondo, privano milioni di bambini del diritto fondamentale a crescere in un ambiente sicuro. Oggi viviamo, anche se indirettamente, diversi conflitti e capire bene cosa significhino per un bambino è diventato imperativo per il bene dell'intera umanità. Continua a leggere su graziellaparadisi.it/blog/infanzia/articoli/guerra-e-bambini-tra-traumi-resilienza-e-speranza

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“Un anno magico: il viaggio autentico di Adriana Volpe”

 “Un anno magico: il viaggio autentico di Adriana Volpe”

Adriana Volpe inizia a sfilare come modella nel 1990 a Milano, Parigi, Zurigo e Yokyo. Debutta in TV nel 1993 come Valletta di “Scommettiamo che...?” dove rimane per le tre edizioni, dal 2003 al 2009 conduce “Mattina in Famiglia” in contemporanea a “I fatti vostri”. Da settembre 2017 riprende la conduzione di “Mezzogiorno in famiglia” fino alla chiusura del programma che avviene nel 2019. Da gennaio 2020 partecipa al Grande Fratello Vip, sia come concorrente che come opinionista e in seguito in vari programmi sempre come opinionista. Quest’anno hai condotto il Programma Linea Verde Tradizioni”, in onda su Rai Uno, puoi parlarci di questa esperienza? È nato quest'anno, ad aprile 2025, “Linea Verde Tradizioni” un nuovo ramo di “Linea Verde”, un programma storico di Rai Uno. Sono particolarmente contenta perché mi ha riportato alla conduzione su Rai Uno i sabati pomeriggio, siamo partiti dalla Sicilia e siamo arrivati all'ultima puntata in Friuli Venezia Giulia, è stato un viaggio alla ricerca delle nostre vere radici. “Linea Verde Tradizioni” è un programma che racconta le sagre, le rievocazioni storiche e tutti quegli eventi che spesso vengono organizzati dai volontari delle Pro Loco, che con passione raccontano le tradizioni, le radici, quelle feste anche patronali che si tramandano da generazione a generazione e che rappresentano la nostra vera identità, la parte forse più autentica di quello che siamo. Ed è stato bello perché ho visitato piccoli borghi, paesi che vivono con grande passione questa organizzazione di queste feste, che in qualche modo ci fanno conoscere, in maniera approfondita, quello che facevano i nostri nonni, quello che facevano i nostri antenati anni prima per cercare di valorizzare il territorio e i prodotti del territorio. Molte sagre sono legate a prodotti tipici locali oppure sono sagre sacre, con riti religiosi che rafforzano anche la nostra spiritualità. Un programma che mi ha fatto viaggiare molto, mi ha fatto conoscere forse anche la parte più bella, più autentica della nostra Italia, perché ho visto veramente persone tanto motivate, molti volontari. Pensiamo per esempio alle feste, a queste sagre, dove le signore si mettono il grembiule per giorni, impastano, panificano, friggono, cucinano, oppure feste patronali religiose che sono estremamente spettacolari, legate magari al Santo, al Patrono, alla Madonna, figure religiose che raccontano poi quello che è il nostro credo e la nostra grande identità. In questo momento siamo fermi con il programma, poichè siamo nella fase di programmazione, studio ed elaborazione della seconda edizione, ma la mia scoperta del territorio non si ferma, infatti la prima domenica di ottobre, domenica 5, per esempio sarò a Marino, c'è un bellissimo corteo storico insieme a Sergio Muniz, io sarò la moglie Felice Orsini di Marco Antonio Colonna, che è stata interpretata da Muniz, che racconta il suo ritorno dalla battaglia di Lepanto. Ed è inserito questo corteo storico dove ci sono più o meno 400 persone che stileranno con noi, con abiti che raccontano quell'epoca, perché c'è uno studio veramente sui tessuti, sulle rifiniture di quel periodo storico. Ed è questo corteo inserito in un contesto della Sagra dell'Uva, che è una delle sagre più vecchie, se non la più vecchia che abbiamo in Italia, perché quest'anno festeggia 101 anni, una sagra nata nel 1925. Ci vuoi raccontare un po' il tuo percorso emozionale dall'inizio della tua carriera ad oggi? Come ti sentivi e come ti senti oggi? Allora, io ho fatto i primi passi in televisione, proprio sul Rai 1, dopo aver vinto un provino, fui catapultata al Teatro delle Vittorie, al sabato sera di Rai 1. Mi ritrovai a lavorare a fianco di Fabrizio Frizzi e Milly Carlucci, che a quel tempo conducevano, “Scommettiamo che...?”, il programma del sabato sera, quello legato alla Lotteria Italia. Quelli accanto a Fabrizio e Milly, due grandi professionisti, sono stati gli anni che mi hanno maggiormente formato, che mi hanno dato, come dire, l'imprinting, le basi per affrontare gli anni successivi. Ho lavorato per anni nella squadra di Guardì, ho fatto prima “Mezzogiorno in famiglia”, che era un programma del sabato e la domenica di Rai 2, dove giocavano sempre due comuni che si sfidavano. Ed era un programma che accompagnava un po' i sabati e le domeniche degli italiani, con il sorriso, facendo vedere anche scorci di piccoli borghi, mentre noi eravamo all'interno dello studio con le due squadre. Poi da “Mezzogiorno in famiglia” sono passata anche a condurre “Mattina in famiglia” con Tiberio Timperi. Poi sono passata anche ai fatti vostri, dove ho lavorato con Magalli, Marcello Cirillo e Paolo Fox per sette anni. Poi c'è stato anche un momento in cui ho vissuto la magia dei reality, perché credo di aver fatto il reality più bello, che è il G.F.Vip , nel 2020. L'ho fatto da concorrente e anche come opinionista. Quella è una televisione diversa, perché è una televisione senza copione, dove ti metti in gioco e un po' ti metti anche a nudo. In qualche modo ti vedono nella tua essenza, per come sei, col carattere che hai. E' stata per me forse la parentesi televisiva più bella, quella di cui ho più nostalgia. E forse anche perché è un cerchio che non ho chiuso. Io avevo partecipato all'edizione del 2020, l'edizione quando è comparso il Covid, e noi eravamo uno dei pochi se non l'unico programma di intrattenimento in quel periodo. La televisione era diventata un bollettino di informazione su una realtà così importante che stava cambiando le nostre vite, non solo italiane ma mondiali, noi eravamo in una bolla, non sapevamo neanche bene che cosa stesse accadendo fuori. Avevamo sicuramente una percezione parziale di quello che invece poi è stato il lockdown. E io da lì sono uscita due settimane dalla fine per motivi familiari. In qualche modo, quindi è come un cerchio che non si è chiuso, ed è proprio per questo, forse, che guardo anche ogni anno questo programma con grande attenzione e con un pizzico di nostalgia. Poi devo dire che quest'anno è stato un anno un po' magico perché ho lavorato, ho fatto anche le quattro puntate con Carlo Conti, “Ne vedremo delle belle”. Ed è stata per me una bella prova sul campo perché ogni settimana dovevamo prepararci su più campi, quindi dovevamo preparare una canzone, un balletto, un musical. È stato un grandissimo lavoro che mi ha in qualche modo appassionato anche ad altre discipline. Adesso sto facendo dei corsi di canto ma perché mi piace proprio. Quindi ringrazierò sempre Carlo per questa opportunità perché è stato un mese per me magico nel quale,ho lavorato a fianco di altri nove colleghe, quindi era un team tutto al femminile e è rimasta una bellissima amicizia, tant'è che la nostra chat ancora è una chat che vive, nel senso che ci diamo consigli, ci incontriamo, ci organizziamo, fissiamo cene, aperitivi. Quindi è stato un bel momento. E poi appena finito l'impegno di “Ne vedremo delle belle”, ho iniziato “Linea Verde Tradizioni” e quindi è stato per me un anno magico. Ritorneresti al G.F.Vip per concludere l’esperienza? Ma non so, non credo, nel senso che io ho un amico che ho conosciuto meglio in quell'edizione che è Patrick Pugliese. Ecco lui si detiene il record di giorni trascorsi all'interno della casa perché è stato in più edizioni. Però credo che come Patrick non ci sia nessuno. Se dovessi dare un consiglio a chi vuole avvicinarsi al mondo televisivo, quale daresti? Oggi, rispetto a quando ho iniziato io, ci sono tantissimi canali. Ci sono tantissimi canali, c'è la realtà Rai, la realtà Mediaset, Sky, la Nove. Ci sono più opportunità rispetto a quando ho iniziato io. Però è vero anche che c'è poco tempo per dimostrare le proprie capacità, perché si vuole tutto e subito. Quindi si vogliono immediatamente risultati e si pretende tanto, specialmente dalle nuove leve. Un personaggio televisivo che ha già lavorato è una garanzia, mentre affiancare un volto nuovo è sempre un'incognita. Quindi il consiglio che do è di coltivare il proprio sogno, la propria passione. Coltivare questo sogno significa arrivare preparati, quindi coltivarlo con lo studio. Quindi chi ha la passione della musica deve saper non solo interpretare, ma secondo me oggi anche conoscere la musica, possibilmente conoscere uno strumento, saperlo suonare. Cioè avere delle carte in più che ti permette di essere più competitivo. Un altro punto da non sottovalutare oggi come oggi è che la comunicazione è diventata molto importante e le lingue sono fondamentali. È vero che probabilmente domani con l'intelligenza artificiale avremo degli auricolari o comunque dei mezzi che ci permetteranno di comunicare tra noi anche non sapendo le lingue, ma conoscere uno o due lingue straniere in maniera fluente ti permette però anche nel mondo artistico di sapere intervistare, improvvisare un'intervista anche con un personaggio straniero ed essere sicuro sul palco, ti permette di interpretare una canzone in lingua straniera con un accento impeccabile perché hai padronanza della lingua. Inoltre, se si ha la passione per la danza, è fondamentale provare anche più discipline, conosco dei giovani che magari hanno la passione per l'hip hop, per la danza moderna, però fanno ore di danza classica, fanno e ore di ballo latino americano. Provare discipline completamente diverse ti forma, perché non puoi mai sapere quando arriva la tua occasione in che cosa verrai valutato. Quindi più la tua formazione è ampia e più hai possibilità di realizzare il tuo sogno. Quindi il consiglio che do ai giovani è “rimboccatevi le maniche perché siete estremamente talentuosi!”. Oggi i giovani, hanno l'opportunità e i mezzi per affacciarsi al mondo e vedere al di là di quello che è il proprio orticello. Credo molto nei giovani, nelle loro potenzialità, nel loro spirito e nella loro sensibilità, doti che, a mio parere, più si cresce secondo più si raggrinziscono, ma che nei giovani è argento vivo e quindi diamo coraggio a questi giovani perché ce la possono fare. Ti vedremo, a breve, protagonista della Città di Benevento, puoi anticiparci qualcosa? A ottobre presenterò la diciassettesima edizione del Social Film Festival Artelesia a Benevento, al Teatro di Benevento e ne sono felice. Questo è un progetto culturale dove si unisce un po' arte e formazione, ma soprattutto è un progetto per sensibilizzare i giovani sui temi sociali e ci saranno vari ospiti a parlare con i giovani e con le scuole. Ci sarà Marco Maddaloni per lo sport, ricordiamo lo straordinario lavoro che ha fatto con la sua palestra per i giovani del suo quartiere. Ci sarà Luca Varone di “Mare Fuori” e si concluderà questa Kermess il 6 ottobre con un’intervista spettacolo con Riccardo Scamarcio. Questo Social Film Festival Artelesia è un festival che di anno in anno sta crescendo e sta raccontando una bella realtà. È un impegno che si sta facendo per sensibilizzare le scuole e i giovani sul mondo del sociale. Mi fa particolarmente piacere perché anche l'anno scorso lo avevo presentato, quindi è una realtà che ho conosciuto. Mi fa piacere che sono stata riconfermata anche quest'anno, quindi è un legame che si rafforza. Quali sono le emozioni che ti porti più nel cuore? L'emozione che mi porto più nel cuore? .. Sicuramente l'emozione di fare un lavoro che ti dà un contatto con il pubblico. Negli ultimi anni, grazie anche a questi eventi, eventi a teatro, eventi di piazza, hai un contatto più vicino con il pubblico. E poi un grandissimo passo in avanti nel poter conoscere un pochino di più da vicino il mio pubblico attraverso i social è stata un’enorme crescita. I social hanno creato un ponte di comunicazione tra il pubblico e l'artista, quindi questa condivisione si è rafforzata tanto negli ultimi anni. Il mondo televisivo mi ha accompagnato negli anni più belli della mia vita dall'inizio della mia carriera nel 1994. Mi sento molto fortunata perché ho sempre lavorato, tutti gli anni. Nel senso, che in un lavoro dove vige una certa incertezza, mi ritengo fortunata perché dal 1994 ad oggi ho lavorato in maniera continuativa e dopo gli anni della formazione, gli anni del consolidamento, adesso sono un po' gli anni della sperimentazione. Mi piace mettermi in gioco su progetti nuovi ed ecco perché ho accettato con grandissimo entusiasmo “Linea Verde Tradizioni” è un nuovo ramo di “Linea Verde” che ha preso vita nel palinsesto Rai e quindi sono particolarmente contenta. Non ti nascondo anche che mi gratifica molto il lavoro di mamma, sono contenta di come sta crescendo anche mia figlia. A settembre ha iniziato questo nuovo percorso perché sta frequentando il primo anno di liceo. Ti rendi conto del tempo che passa e di quanto crescano velocemente i figli, mi sembra l'altro ieri che l'accompagnavo alle elementari e invece poche settimane fa l'ho accompagnata al suo primo giorno di scuola al liceo vedendola già donnina. Mi fa piacere perché la vedo molto motivata, impegnata, molto responsabile e anche un grande senso di responsabilità nelle cose che fa. Questi sono tutti ingredienti che fanno capire come sia particolarmente centrata ancora. Progetti futuri ce li puoi annunciare? Diciamo che questa è una fase della mia vita dove mi piace anche un po' sperimentare. Negli ultimi anni ho anche scritto dei programmi, ho per esempio condotto “Cerchiamo te, missione lavoro”, che è stato un programma di Rai 2, ideato e scritto da me. In questo programma il fine era cercare di dare, ad ogni puntata, un posto di lavoro ai candidati, raccontando poi una bella realtà imprenditoriale. Quindi, ecco, questo è un momento, della mia vita dove cerco anche di sperimentare, creare, vedere, di riuscire anche a fare programmi anche nuovi, e quindi, mi sto molto appassionando anche alla progettazione, alla scrittura, al lavoro di preparazione. Articolo: Dott.ssa Mietto Elisa Dirigente del servizio: Dott. Salvo De Vita Supervisore e Resp. Pubblicazione: Ufficio Stampa e Produzioni MP Distribuzione: Urban Dream di Mietto Elisa

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Conversazione sul tema "Incontro in via del campo 29 rosso" a cura del Circolo Culturale &q

Conversazione sul tema "Incontro in via del campo 29 rosso" a cura del Circolo Culturale &q

Il prossimo 29 settembre sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversazione sul tema “Incontro in via del Campo 29 rosso”.L’evento rappresenta un’importante occasione per rafforzare le fondamenta del “ponte culturale” tra la Città dello Stretto e quella del Capoluogo ligure. Il primo, incontro su tali aspetti, risale al 12 giugno del 2004, quando venne organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria la prima edizione de “Una giornata per De André – Popoli e Culture nel Mediterraneo”. Quindi un susseguirsi di diversi accadimenti che legano le due Città che si affacciano in quel Mediterraneo, che ha sempre rappresentato un’agorà di popoli e culture che si sono confrontate nel corso dello scorrere del tempo. Il nuovo incontro di questa nuova “Creuza de Mà”, organizzata dal sodalizio culturale reggino, registra la presenza di Laura Monferdini, dal 2012 Responsabile Contenuti museali di “via del campo 29 rosso” di Genova, si svolgerà presso la location museale della Città Ligure. La conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da lunedì 29 settembre.

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Regali Aziendali: la nuiova tendenza è l'Utilità!

Regali Aziendali: la nuiova tendenza è l'Utilità!

Il cambio di paradigma nei regali aziendali Per anni i regali aziendali sono stati gadget simbolici, più decorativi che utili, troppo spesso degli oggetti standard dal basso valore, con un logo apposto sopra. Oggi, l’attenzione alla sostenibilità ambientale e al valore percepito spingono le aziende a orientarsi piuttosto verso dei doni funzionali, pensati per entrare davvero nella vita di chi li riceve. Perché funziona? Un regalo aziendale di qualità trasmette cura e attenzione: il destinatario lo percepisce come qualcosa pensato per lui, non come un mero oggetto promozionale. L’utilità ne prolunga la vita e rafforza il legame con il brand, mentre la scelta di materiali sostenibili comunica impegno verso l’ambiente, aggiungendo un valore etico che oggi è sempre più apprezzato. Le caratteristiche di un regalo aziendale “utile” Un regalo aziendale davvero utile deve prima di tutto deve rispondere a un’esigenza concreta nella vita quotidiana del destinatario, sia in ambito lavorativo che personale. La qualità e durabilità sono altrettanto fondamentali: un oggetto che resiste nel tempo mantiene vivo il ricordo e la percezione positiva del brand. Infine, il design pratico ma curato unisce estetica e comodità d’uso, trasformando il dono in qualcosa che si desidera usare e mostrare, non solo riporre in un cassetto. Impatto sul brand Un oggetto ben scelto non è solo un gesto di cortesia: è uno strumento di branding. Offrire dei regali aziendali personalizzati e di elevata qualità può rafforzare concretamente il legame con clienti, partner e collaboratori, creando un ricordo positivo e duraturo dell’azienda. Allo stesso tempo, trasmette valori come attenzione, responsabilità e cura dei dettagli, contribuendo a costruire una reputazione solida e credibile sul mercato. Sempre più apprezzati sono anche i regali di gastronomia, come ad esempio le bomboniere d’olio extravergine personalizzate, che uniscono qualità, gusto e attenzione alla provenienza. Una tendenza destinata a consolidarsi L’orientamento verso utilità e attenzione verso l’ambiente non è una moda passeggera, ma la risposta a un cambiamento più ampio nei valori e nelle aspettative del pubblico, ivi compresi i clienti e i collaboratori delle aziende. Tutto lascia pensare che, nei prossimi anni, utilità e la sostenibilità resteranno al centro delle strategie di gifting aziendale. Olio Angimbe Angimbe è un’Azienda Agricola Bioetica che si è specializzata nella produzione di bomboniere e regali aziendali personalizzati, offrendo il suo olio extravergine biologico all’interno di eleganti ampolle in vetro trasparente di design. L’olio Natures Bio di Angimbe viene estratto da olive coltivate secondo i dettami della sostenibilità all’interno della riserva naturale di Angimbè. La sua qualità è stata riconosciuta dalle più importanti guide di settore come il Gambero Rosso, Slow Food e Bibenda, e testimoniata dai premi ricevuti quali il bronzo ai Global Olive Oil Awards e la medaglia Extra Gold al premio Biol. Sempre in ottica di aumentare la sostenibilità, per prolungare la vita delle bottiglie in ogni confezione vengono inclusi dei bastoncini di rattan, in modo da trasformare le bomboniere in profumatori d’ambiente una volta terminato l’olio, perpetuandone così l'utilità e… il ricordo dell’evento da parte degli invitati! Per chi fa attenzione a eleganza e autenticità, le bottiglie d’olio personalizzate di Angimbe rappresentano la scelta perfetta: un regalo concreto, di qualità e dal forte valore simbolico, che rimane nel tempo e lascia un ricordo indelebile. olioangimbe.it

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Jarliama presenta Wild West Swing: il nuovo video musicale girato a San Salvatore di Sinis

Jarliama presenta Wild West Swing: il nuovo video musicale girato a San Salvatore di Sinis

Dopo il successo di Don’t You Come Back, che ha superato le 47.000 visualizzazioni su YouTube, la cantante italo-messicana Jarliama torna con un nuovo singolo dal titolo Wild West Swing, pubblicato da The Palma Music in collaborazione con Reload Music powered by Sony Music Italia. Il brano sarà disponibile dal 18 settembre 2025 su tutti gli store musicali online. Il videoclip ufficiale sarà girato in Sardegna, nello storico borgo di San Salvatore di Sinis, trasformato per l’occasione in un set dal fascino spaghetti western. Un set unico: San Salvatore di Sinis San Salvatore di Sinis è un piccolo villaggio di Cabras che prende vita ogni anno a settembre durante la suggestiva Corsa degli Scalzi, processione che coinvolge oltre 800 corridori scalzi in saio bianco. Ma non solo: il borgo è un vero luogo di culto per i cinefili. Qui furono girati film come Giarrettiera Colt di Gian Andrea Rocco – che ispirò Quentin Tarantino per Kill Bill – oltre a pellicole recenti come Figlia mia di Laura Bispuri con Alba Rohrwacher e La leggenda di Kaspar Hauser con Vincent Gallo. Le protagoniste: il ritorno delle ballerine dell’ASD Black Stars Il videoclip vedrà nuovamente protagoniste le ballerine Alessandra Zucca, Eleonora Mereu e Rossella Mereu, già apparse nei precedenti successi Little Trumpet e Cruisin’ in the Sixties. Con le loro coreografie firmate Black Stars, daranno vita a un’atmosfera sospesa tra jazz, swing ed energia western, esaltando il ritmo travolgente del nuovo brano. La scuola ASD Black Stars, diretta da Alessandra Zucca, ha sede a Via Ludwig Van Beethoven, 26, 09045 Quartu Sant’Elena (CA), ed è un punto di riferimento in Sardegna per la danza swing e coreografie dallo stile retrò. Dichiarazioni «Con Wild West Swing ho voluto unire due mondi che amo: il fascino intramontabile del western e l’energia dell’electro swing» – dichiara Jarliama, autrice, cantante e produttrice del brano. – «Girare a San Salvatore di Sinis significa riportare alla luce un pezzo di storia cinematografica, ma anche rendere omaggio alla Sardegna che mi ha accolto e che continua a ispirarmi». Jarliama – Biografia Jarliama è una cantante e produttrice italo-messicana con base in Sardegna, specializzata in electro swing, EDM e jazz-pop. Ha iniziato la sua carriera artistica nel gospel, dove ha sviluppato straordinarie capacità vocali e una spiccata sensibilità musicale. Successivamente ha fondato insieme a suo fratello Fernando il duo River&Lopez, intraprendendo così il suo percorso nel mondo della musica elettronica e pop. La sua dedizione alla musica è evidente nella produttività: Jarliama pubblica un nuovo singolo ogni mese, conquistando pubblico e critica internazionale con la sua capacità di fondere elementi tradizionali del jazz e dello swing con sonorità moderne ed elettroniche. Il suo stile unico, che combina la sua eredità culturale italo-messicana con influenze musicali contemporanee, l’ha portata a collaborare con prestigiose etichette e a ottenere riconoscimenti a livello mondiale. Successi recenti 8 novembre 2024 – Boomerang, Feel It e Badabum entrano nei Triple Top 10 Shazam 9 dicembre 2024 – SSSWING conquista la Top 10 USA 16 novembre 2024 – Badabum raggiunge la Top 10 Globale Shazam 19 dicembre 2024 – Boom Shakalaka entra nei Top 10 di sempre 2025 – Boomerang conquista la Top 10 in Giappone 30 gennaio 2025 – Feel It raggiunge la posizione 10 di sempre su Shazam 20-28 marzo 2025 – oltre 100 Shazam globali superati 25 maggio 2025 – We Are The Tok entra nella Top 100 Best House Chart di Hypeddit (pubblicato come RIVER) Compilation ufficiali Hit Mania Dance Estate 2024 Mendaki Compilation 2024 Nothing But Dancefloor Fire Vol. 26 Nothing But Dancefloor Fire Vol. 27 Nothing But Pure Dance Vol. 31 Nothing But Pure Dance Vol. 32 Gym Jams 013 Etichette discografiche Reload Music – Etichetta indipendente italiana con distribuzione Sony, specializzata in EDM, pop e dance. Partner di The Palma Music. The Palma Music – Divisione digitale di Reload Music, con focus su artisti emergenti, remix e club hit. Jaywork Music – Storica etichetta italiana attiva dal 1998, punto di riferimento per l’elettronica italiana nel mondo. Mendaki Publishing – Sub-label di Orange Records dedicata a contest e pubblicazioni, valorizzando nuove voci come Jarliama.

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A San Giacomo di Teglio, il Panificio Bresesti

A San Giacomo di Teglio, il Panificio Bresesti

Tutte le volte che i nostri itinerari vagabondi ci hanno portato in Valtellina, non è mai mancata una visita gustosa al Panificio Bresesti di San Giacomo di Teglio. “Dalla bottega alimentare di nonno Silvio – reduce della campagna di Russia e decorato con la croce al valore – i Bresesti hanno imparato il valore delle tradizion i e l’amore per la cucina tipica della Valtellina. Da oltre quarant’anni il Panificio Bresesti, aperto da Bruno – figlio di Silvio – lavora con passione, amore e produce, con fatica e dedizione, pane e prodotti tipici del territorio valtellinese, rispettandone le antiche tradizioni.” Forse sarà per questa storia, che i giornalisti di Borghi d’Europa si sono ricordati del Panificio Bresesti, quando hanno ricominciato il Cammino delle Identità, il Percorso di informazione che dal 2014 valorizza e fa conoscere le eccellenze della Valtellina nel progetto L’Europa delle scienze e della cultura, Patrocinato dalla IAI -Iniziativa adriatico ionica,Forum Intergovernativo. Il 6 e il 7 settembre una delegazione visiterà a Teglio la Mostra a Palazzo BESTA ( Il senso del vino), per poi incontrare alcune aziende della filiera agroalimentare, I vini di Giorgio Gianatti, i prodotti del Panificio Bresesti; i salumi del Salumificio Testini. “Un negozio moderno basato su tradizioni antiche. Da noi il pane si produce e si sforna proprio come veniva prodotto e sfornato nelle vecchie contrade telline, mantenendo gusto e croccantezza. Utilizzando solo materie prime naturali, senza aggiunta di conservanti e additivi chimici, siamo in grado di proporre prodotti genuini e saporiti, che porteranno sulle vostre tavole il vero gusto valtellinese del mangiare bene e in maniera sana. Pane di segale, dolci, pizzoccheri, prodotti da forno tipici. Panificio Bresesti offre solo prodotti di qualità, nel rispetto della tradizione.” Da sempre sosteniamo la necessità di una vera e propria ‘carta del pane’, per abbinare in modo corretto i cibi e i vini. Luca e Simone Bresesti hanno portato idee e hanno saputo valorizzare ulteriormente un prodotto – il pane di segale valtellinese – che già oggi viene consumato per la sua capacità di regolarizzare l’intestino e migliorare la circolazione. Il viaggio del gusto di Borghi d’Europa parte dagli inizi di settembre e si svilupperà fino a dicembre 2026, realizzando una intensa campagna d’informazione grazie al Percorso Internazionale I Mulini del gusto e le Vie del Pane. La rete Borghi d’Europa ha deciso infatti di un creare un percorso dedicato a questi temi, tra le grandi iniziative di informazione del progetto. Il circuito organizza e promuove dei percorsi per mettere a confronto idee, progetti, capaci di seguire il filo logico della valorizzazione rispettosa degli equilibri sociali culturali e ambientali dei territori di riferimento. Sono previsti incontri e stages di informazione nei territori,per raccontare a giornalisti e comunicatori le storie dei borghi e delle loro culture. Ogni ‘tappa’ tocca i luoghi, le storie, i protagonisti della filiera agroalimentare. Il progetto era stato presentato nell’aprile del 2019 presso la sede del Parlamento Europeo di Milano. La degustazione di settembre valorizzerà l’abbinamento del Fiocco della Valtellina e della Slinzega con il pane della famiglia Bresesti e i vini di Giorgio Gianatti. Renzo Lupatin Autore Renzo Lupatin

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