Banana Yoshimoto è nata nel 1965 figlia di un celebre saggista e critico giapponese. Ha scritto molte opere di narrativa divenute celebri anche in Italia dove la cultura giapponese è ancora poco diffusa e raccolte di saggi. Il suo romanzo più suggestivo è sicuramente Kitchen cucina. La protagonista, dopo la morte della nonna con cui viveva resta sola al mondo e la cucina è il solo luogo dove si rilassa e dove progetta nuovi piatti e dove arriva pure a dormirci per sentirsi serena anche se poi la sua mente non smette di fantasticare e di soffrire per i lutti familiari. Attanagliata dalla solitudine cerca di fare dei corsi di cucina. Sente però sempre il bisogno del calore di una famiglia. All’improvviso si apre uno spiraglio e viene accolta da un conoscente in casa sua. Istintivamente sa di potersi fidare. Comincia cosi una convivenza con una nuova famiglia dove ci sono alti e bassi. Il senso però è sempre quello di una sconfinata solitudine. La madre del ragazzo che l’ha accolta in casa in realtà è un travestito che lavora di notte in un locale dove poi viene ucciso per gelosia. Di nuovo la protagonista si sente perduta, perseguitata dalla morte e poi deve adattarsi alle abitudini di un'altra famiglia che conosce a stento. Lei si sente sola pure sul lavoro benchè sia circondata da colleghi. Lei si porta dietro una angoscia infinita, del resto per anni ha vissuto sola con una persona anziana come sua nonna che poi ha perduto. Il suo ruolo nella nuova casa è quello di casalinga. Non mancano gli equivoci, le incomprensioni. La vita sentimentale non è delle migliori. La rottura del fidanzamento avviene in occasione del peggioramento della salute della nonna. Le nuove attrazioni sono fuochi di paglia densi di problemi. Lei è sempre alla ricerca di calore, di allegria che però non trova facilmente. Le amicizie sono veloci, frettolose, non profonde, in esse non vi è dialogo aperto e franco .. Si salvano solo i sogni segreti. La protagonista odia il tempo libero perché non sa che fare. Cerca degli appigli, dei punti di partenza per risollevarsi. In certi giorni la vita le sembra un incubo. Lei tuttavia resta pura nonostante le contaminazioni del mondo. Lei vuole rimettersi in piedi ma ha nostalgie, ripensamenti, detesta il fatto che niente possa esistere in eterno, persino l’amore è fragile fatto di distacchi e allontanamenti. Lei non vuole lasciarsi sconfiggere, vuole combattere anche se si sente a tratti confusa. Scopre che la vita è imprevedibile, che ogni volta c’è un cambio di scena contro il proprio volere. L’amore stesso le appare bello solo all’inizio, poi non si sente mai compresa. Il male le appare sempre presente nella società. Lei a un certo punto cerca di conciliare i problemi con la vita di tutti i giorni, si barcamena. Cucinare rappresenta l’unico sfogo, un modo per realizzarsi. Le lezioni di cucina la distraggono. Lei inventa nuovi piatti. Si sente però sempre scontenta visto che è sola al mondo perché la felicità non è data dal possesso di lavoro, oggetti ecc. anche se si evita di parlare di morte la protagonista sa che bisogna sempre pagare un conto salato alla vita. Lei stessa dei giorni spera di essere morta e odia la luce del sole. Scopre che la stessa immaginazione può essere peggio della realtà. I pochi giorni lieti vorrebbe che non finissero mai. Per paura di sbagliare preferisce non decidere del futuro e cosi resta sospesa in un limbo. Sogna di andare lontano anche per poco tempo. Le ragazze perbene, ricche la snobbano e con loro non è possibile nessuna amicizia. La loro felicità la mette a disagio. Alcune ragazze sono gelose di lei e manifestano ostilità. Lei sa che deve affrontare ogni difficoltà da sola. Le parole crude la offendono, la stordiscono, lei si sente debole. Certi giorni finge che vada tutto bene per riprendersi. Lei si ostina a essere speranzosa ma si accorge che le esperienze l’hanno cambiata. Per dimenticare le piacerebbe viaggiare da un posto a un altro ma per lavoro non può. Nella sua desolazione riesce a capire lo stato d’animo degli altri essendo divenuta ipersensibile, segno che non tutti i mali vengono per nuocere. Cerca cosi di lottare contro la depressione anche se le sconfitte la colpiscono dentro. Certe volte anche la natura sembra partecipare alla sua solitudine con atmosfere cupe e desolate. Scopre l’esistenza del destino che non le permette in certi contesti di scegliere. Con il tempo allenata riesce a mantenere la calma nelle disgrazie cercando di fare il possibile. Sviluppa pure una sorte di sesto senso fino ad avere dei presentimenti. Si arrende alla idea che lo stesso amore non dura tutta la vita. Scopre che gli amori possono essere fatti di incomprensioni, minacce, dissapori, pettegolezzi. Le persone gentili, educate sono poche. Pur essendo giovane si scopre già adulta. Alla fine pensa che valga la pena di vivere nonostante tutto, nonostante la morte e le assurdità della vita basta trovare un equilibrio. Lei si fa bastare quello che ha. L’egoismo degli altri non la tocca più di tanto ha imparato a conviverci. Allontana i pensieri molesti e velenosi per salvarsi. Finisce per accettare i suoi limiti che non possono essere oltrepassati. Solo per i sogni a occhi aperti si sente ancora bambina. Lei cerca di andare avanti inseguendo la felicità. La scrittrice, che i critici dicono abbia avuto l’influsso dei film della tradizione giapponese, ha voluto porre l’accento sulla solitudine esistenziale dei giovani che non è detto perché sono giovani non abbiamo malinconie, nostalgie, problemi di relazioni, familiari, depressioni, stati d’animo alterati dalle circostanze. Dietro la spensieratezza dei giovani si può nascondere la solitudine, il dolore, il disadattamento.