Prima del prima, non esisteva il tempo, non esisteva la materia ne il vuoto che ora conosciamo, c’era solo un silenzio senza fine, senza confini e senza eco; in questo non luogo due coscienze eterne si incontrarono, erano il Dio Cornuto e la Dea Splendente; al primo sguardo, al primo istante, senza dire una parola, le loro coscienze si rispecchiarono l’una nell’altra, una fortissima attrazione li avvicinò e iniziarono a danzare. Il battito degli zoccoli del Dio e delle candide scarpette della Dea, come un pennello su una tela oscura, scossero il tessuto del non luogo creando scie di potenziale luminoso, nacque così il primo ritmo, la prima canzone, un coinvolgente canto d’amore; il tempo iniziò a scorrere e con il tempo l’amore tra i due crebbe, divenne un vortice che li avvolgeva giorno e notte fino a trasformarsi in un fuoco così concentrato da generare una nuova vita. Dalla loro unione nacque una luce densa, pulsante, emetteva una vibrazione profonda, un suono fondamentale che era il suo nome segreto, conteneva in sé il tutto e il nulla, aveva la forma di un piccolo draghetto che si mordeva la coda, simbolo dell’eterno ritorno, i suoi colori erano bellissimi e variavano ad ogni istante; con gioia infinita gli Dei decisero di chiamare il loro figlio Universo. Ogni giorno il Dio e la Dea avvolgevano il piccolo Universo con abbracci di gioia, lo portavano a spasso tra le spirali del non ancora e giocavano con lui plasmando giocattoli di luce, il Dio Cornuto creava ologrammi di sfere, cubi e dodecaedri davanti a lui, lo sollevava sulle sue spalle potenti e da lassù Universo poteva vedere la vastità del non luogo; la Dea Splendente lo cullava cantando le melodie dell'arcobaleno e gli raccontava storie di mondi inesistenti; in quel nido di puro affetto Universo cresceva sicuro ignaro che la sua stessa natura conteneva il seme del distacco. Ad un tratto Universo crebbe all’improvviso, si dilatò con una forza immensa e in quell’esplosione il Dio e la Dea furono separati; Universo, con la sua nuova vasta voce, li rassicurò che stava bene ma nel loro cuore un dolore acuto si insediò, la lontananza per i due era una ferita; il Dio Cornuto vagò tra le nuvole di gas primordiale, il suo richiamo era un ruggito che attraversava i campi gravitazionali, la Dea Splendente, con lacrime che bagnavano le nebulose, percorse i sentieri di luce nascente, il suo lamento era una malinconica melodia che oltrepassava le galassie; gli Dei si cercarono per tre Lune ma non riuscirono a trovarsi, il loro figlio era diventato troppo grande. Ma il loro cuore batteva ancora all’unisono e in un attimo di perfetta sincronia ebbero la stessa intuizione: se non potevano incontrarsi in un punto dello spazio si sarebbero incontrati in ogni punto; nello stesso istante entrarono in ogni atomo, in ogni particella, nel tessuto stesso dello spazio e del tempo; fu così che il loro abbraccio divenne eterno e onnipresente, il loro amore era nell’intero Universo e pervadeva ogni cosa. Col fluire delle ere il fuoco primordiale dei mondi giovani si spense placato dalle prime tenere piogge, quelle acque accarezzarono le rocce ancor calde e da quel connubio tra calore e umidità sorse il primo respiro della vita; si diffusero poi verdi mantelli di foreste brulicanti di creature d'ogni forma finché, in un giorno come tanti, nacque l’uomo. Poiché il corpo degli Dei è nell’Universo intero in noi risuonano tutte le infinite sfumature della loro essenza; gli antichi, pervasi da queste forze, le percepirono con chiarezza e per parlarne diedero loro nomi e storie; nacquero così i miti di Zeus, Era, Marte, Freya, Diana, Thor e mille altri; questi non sono tiranni distanti su un monte d’oro che esigono preghiere servili, sono i volti che i nostri antenati hanno dato alle energie che il Dio e la Dea ci donano senza chieder niente perché siamo immersi nel loro corpo etereo. Gli Dei non vogliono sacrifici, non chiedono sottomissione, desiderano una cosa sola: la nostra piena realizzazione; sta a noi il compito di fare tesoro dei loro doni, di imparare a riconoscere le loro energie in noi e a manifestarle al momento giusto; dobbiamo esprimere la forza di Zeus quando vogliamo superare noi stessi o raggiungere una vetta, il coraggio di Marte per difenderci dai nemici e per affrontare i conflitti interiori con determinazione, la conoscenza di Atena quando studiamo, risolviamo un problema o cerchiamo la strategia perfetta, dobbiamo manifestare l’energia trasformativa di Freya, nei miti signora della magia, per trasformare noi stessi, la visione di Odino per leggere i fili del futuro basandoci sulla situazione presente, l’abbondanza di Demetra per avere ottimi raccolti rispettando l’ambiente e le altre specie viventi. Noi siamo immersi nell’abbraccio infinito degli Dei, vivere con gratitudine consapevoli di questo dono immenso e usare queste forze per trascorrere la nostra vita nel miglior modo possibile è la nostra più bella risposta al loro canto d’amore che non si è mai fermato.