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LA LEGGE DI ATTRAZIONE (RACCONTO FANTASY)

LA LEGGE DI ATTRAZIONE (RACCONTO FANTASY)

Gente del ventunesimo secolo, ascoltatemi, io sono Liak, ora sono un corpo di luce dai mille colori che pochi tra voi riescono a percepire ma tantissime lune fa, nel lontano Neolitico, anch’io camminavo con un corpo di carne e ossa; ero alto, esile, con la barba e i lunghi capelli bianchi come la neve, vestivo tuniche di lino candido ricamate con i simboli sacri e vivevo tranquillamente ad Alba Dorata con la mia famiglia; li coltivavo cereali, cacciavo, pescavo e mi occupavo di spiritualità, ero sacerdote; ricordo che allora praticare la magia era semplice come cantare inni al Sole e raccogliere la conoscenza osservando le nuvole, ascoltando il sussurro del vento, il canto dei fiumi, il silenzio e i sogni era naturale come respirare. Una notte di Luna piena, dopo le danze nel grande cerchio di pietre, stanco ma colmo della presenza degli Dei, mi coricai nella mia casetta ignaro che un sogno avrebbe per sempre cambiato il corso della mia vita e quello degli abitanti del villaggio. Il mio corpo di luce prese il volo e mi ritrovai in uno strano luogo, era lo spazio dei possibili; sotto i miei piedi non c’era terra ma una superficie nera e lucida come ossidiana bagnata che rifletteva l’infinito tappeto di stelle sopra di me; alcuni istanti dopo il ricordo di un aspro litigio con la sacerdotessa Aya per la scarsità di cibo attraversò la mia mente, una scintilla di collera mi pervase; immediatamente il cielo di quel mondo onirico si tinse del nero di una tempesta, nuvole cupe e pesanti inghiottirono le stelle e da esse emersero figure d’ombra con occhi vuoti che fissavano il nulla, uno scarno cavallo nero dalle ali di tenebre volò sopra la mia testa poi un mare di fiamme mi apparve dinnanzi e da esso spuntò un serpente alto come una montagna, la sua lingua pareva un fulmine d’odio; il coraggio che mi aveva sorretto in tante prove si sciolse come neve al Sole, sudai freddo, il respiro divenne un sibilo, le mie gambe tremavano, mi sentii piccolo, assediato, perduto e più la mia paura cresceva più quelle forme si facevano minacciose. Poi da un angolo remoto del mio cuore spuntò una calma improvvisa e, come per incanto, le nubi iniziarono a dissolversi; con uno sforzo consapevole scelsi di rivolgere il mio pensiero al Sole caldo sul grano maturo, al sapore della cena condivisa con gli amici, al suono delle risate che scaldano più del fuoco; la trasformazione di ciò che mi circondava fu immediata e totale, il cielo divenne zaffiro puro, l’aria si fece tiepida e profumata di timo e salvia, sotto i miei piedi germogliò un prato soffice punteggiato di fiorellini gialli e davanti a me apparvero esseri luminosi circondati da un’aura dorata, una donna bellissima mi offrì una ciotola di more dolci, un gruppo di satiri giocosi accompagnati da ninfe dalle vesti color dell’iride mi venne incontro suonando flauti di canna, mi invitarono a danzare e io ballai con loro immerso in una gioia pura. Fu allora che la consapevolezza piombò su di me, capi di essere in un mondo onirico ed ebbi una forte sensazione che quel sogno voleva parlarmi; con il cuore in pace parlai al sogno: “Vorrei avere la conoscenza!”. Al centro del prato crebbe all’istante un albero d’oro, era l’albero della vita, i suoi rami possenti si stendevano verso il cielo e il suo tronco emanava un’aura di luce amorevole, mi avvicinai, ad ogni passo la sua energia cresceva, lo toccai col palmo della mano e subito un fiume di intuizione puro e cristallino esplose nella mia mente e percorse ogni fibra di me; fu allora che compresi, compresi tutto, l’urlo che uscì dalle mie labbra fu un canto di trionfo: “Ora ho capito!”. All’improvviso mi svegliai con un sobbalzo nella mia casupola, mia moglie dormiva ancora, il primo chiarore dell’alba, rosa e dorato, filtrava dalla porta d’ingresso; ero confuso e il cuore batteva forte nel petto, sapevo che quel sogno mi aveva donato un’illuminazione ma la mente razionale, come nebbia, ne offuscava il ricordo; passai tutto il giorno in uno stato di profonda astrazione senza toccare ne cibo ne acqua, camminai fino alla collina sacra e mi sedetti guardando l’orizzonte, ripercorsi ogni attimo del sogno, ogni transizione, ogni mutamento; ero convinto che da qualche parte ci fosse la chiave ma non riuscivo a ricordare le parole dell’albero, la domanda che mi tormentava era: Perché? Perché quel luogo cambiava forma? Perché prima le ombre e poi la luce? E poi, come il Sole che squarcia la nebbia, l’illuminazione attraversò di nuovo la mia testa, compresi che il luogo del sogno non rispondeva ai miei desideri ma allo stato vibratorio di me stesso, era lo specchio perfetto di ciò che ero, la mia interiorità si manifestava all’istante in forme e paesaggi. Lo sguardo mi cadde sul villaggio sottostante, vidi due uomini litigare con foga per un pesce scappato da una rete, la loro rabbia attirava altri due attaccabrighe pronti ad alimentare il conflitto; poco lontano vidi la piccola Kira che saltava la corda cantando una filastrocca, la sua gioia attirava altri bambini che correvano sorridendo verso di lei; fu allora che il mosaico si compose, il mondo si comporta come lo spazio dei possibili, ma non in modo meccanico o punitivo; con il nostro vibrare attiriamo a noi l’essenza di ciò che emaniamo, la paura attira più ragioni per aver paura, la gioia attira più ragioni per gioire, la collera attira conflitto, la gratitudine attira abbondanza; siamo come cetre sacre, se la nostra corda interiore vibra di angoscia tutta la musica che possiamo creare sarà dissonante mentre se vibra di felicità la sinfonia sarà celeste. Quella sera, quando la comunità si radunò attorno al fuoco, mi alzai, ero un po’ indeciso, sapevo che non tutti avrebbero avuto orecchie per intendere, il crepitio delle fiamme illuminava i volti attenti di uomini, donne e bambini. “Fratelli e sorelle”, iniziai con voce calma, “l’ultima notte, in un sogno profondo, ho avuto una visione, sono finito in un luogo dove ciò che è fuori è un riflesso di ciò che è dentro.” E raccontai, raccontai dello spazio specchio, delle ombre generate dalla mia tempesta interiore e della luce plasmata dalla mia pace ritrovata, parlai senza fretta dipingendo con le parole quel paesaggio mutevole poi, guardando negli occhi uno per uno i miei compagni, dissi: “Ho compreso che il mondo è un grande specchio, se il nostro cuore grida paura mostri da temere appariranno ai nostri occhi mentre se il nostro cuore canta gioia alleati e abbondanza ci circonderanno; questa non è una legge di ferro come quella per cui il Sole sorge ad Est perché non succede sempre ma spesso.” Ci fu un silenzio carico di stupore, di scetticismo, di curiosità, poi un anziano chiese: “La tua visione risuona in me, Liak, ma cosa dovremmo fare nella pratica per attirare felicità e prosperità per noi e per la comunità?”. Allora sorrisi. “Non dobbiamo fare per ottenere, dobbiamo essere per attrarre, dobbiamo fare della gioia e della gratitudine il nostro sentiero ma senza fingere, dobbiamo ricordare i momenti belli, cantare anche quando il cielo è grigio, essere grati per l’acqua che disseta, per il cibo che nutre, per il fuoco che riscalda e quando un pensiero oscuro bussa alla nostra porta non offriamogli un posto accanto a noi, osserviamolo con distacco e lasciamolo andare, teniamo invece vicini come gemme preziose i pensieri sereni.” Le mie parole non furono comprese da tutti in profondità, alcuni annuirono mentre altri scossero la testa dicendo che era troppo semplice ma il seme era stato gettato nella terra fertile di alcuni cuori e nella terra dura di altri dove avrebbe forse germogliato più tardi. Nei giorni e nelle lune che seguirono, io e la sacerdotessa Aya fummo i primi a cambiare, il racconto della nostra collera nel regno onirico ci aveva resi più vigili, i nostri contrasti non si accendevano più di fiamme vive ma si risolvevano in un dialogo paziente perché ora cercavamo di vedere attraverso gli occhi dell'altro; quella comprensione reciproca divenne il primo filo di una nuova trama; osservando gli abitanti del villaggio notai con meraviglia che quel filo iniziò a tessere sé stesso anche tra gli altri, il cambiamento era sottile ma evidente, il falegname Tarok, solito brontolare per ogni chiodo rotto una mattina lodò la grana del legno che stava lavorando, la piccola Kira vide sua madre, spesso abbattuta per la morte del marito, unirsi a lei in una risata mentre impastava il pane, le liti per l’uso degli attrezzi si scioglievano più in fretta, una ciotola di olive in più, un aiuto offerto senza che fosse chiesto iniziarono a diventare gesti abituali, il lavoro nei campi divenne un ritmo scandito da canti armoniosi e il raccolto da allora ci parve più generoso; un'atmosfera nuova, una leggerezza come il profumo della terra dopo la tempesta aleggiava tra le case di Alba Dorata; non diventammo perfetti ma imparammo ad affrontare la vita da un altra prospettiva sapendo di essere in parte co creatori della nostra realtà. Ed ecco il consiglio che attraverso il velo dei millenni vi trasmetto: attirate ciò che siete, siate gioia e la scoprirete nascosta in ogni incontro, siate gratitudine e l'abbondanza troverà la sua strada verso di voi, siate pace e il mondo, come uno specchio, vi risponderà con frammenti di pace. Così era per me, Liak, nella luce di Alba Dorata. Così sia ora per voi.

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PRESEPI BELLISSIMI

Nel periodo natalizio abbondano le rappresentazioni artistiche della natività. A Peschiera del Garda in provincia di Verona il presepe affiora dal fondo verde del canale. Le figure sono forgiate di metallo. Una luce artificiale di notte avvolge il presepe. A Ossana in provincia di Trento si allestiscono molti presepi e il borgo è chiamato il borgo dei mille presepi. Una guida rossa guida il cammino per vie e piazze all’interno del paese, meta di un turismo anche internazionale. Una grande stella cometa è distesa fra le case. Lampade artigianali sono collocate ovunque per illuminare il percorso. Ogni angolo racchiude un presepe. Nel castello di san Michele si riproduce un presepe fatto al tempo della prima guerra mondiale con riferimenti al conflitto bellico. I presepi sono fatti di vari materiali in legno, stoffa, persino foglie di granoturco, lana, metallo, acciaio, cotone, ovatta, rame. Sono presepi di scuole e associazioni riconosciute. A Spilimbergo in provincia di Pordenone a piazza duomo, fra i palazzi storici, si trova la natività fatta di mosaico. Sono figure a grandezza naturale, coperte di smalti colorati i cui riflessi al sole e la notte sono molto suggestivi. L’opera è di maestri artigiani della regione Friuli. Sempre nel Friuli a Polcenigo le finestre diventano cornici per ospitare la natività. I presepi nel borgo sono fatti nei balconi, sul davanzale di una sala, in una rientranza, in una nicchia e abbelliscono le vie strette del paese. A Padova molto interessante è il presepe della villa del conte dove ci sono molte scene tratte dai vangeli e dal vecchio testamento che si susseguono a partire da Adamo e Eva per arrivare alla fuga di Egitto. Le statue sono meccaniche. A Crema invece un grande presepe corale con varie stanze descrive la antica vita contadina con le botteghe artigiane. A Sondrio il presepe viene allestito nel bosco, nei sentieri della val Tartano. Le figure in legno sono messe fra pini e querce. Le immagini sono a grandezza naturale non miniature. La natività sta in alto alla fine di un sentiero boscoso. In provincia di Como la natività è rappresentata in alcune grotte piene di stalattiti. Alcune lanterne rischiarano il passaggio. A Cervia si può ammirare il presepe di sale, il cui primo costruttore fu un salinaro. Sono ben quindici statue compresi i Magi. Una teca protegge la rappresentazione. A Roma in via Merulana si può ammirare una mostra presepiale molto ricca allestita dai frati della chiesa di sant’Antonio da Padova, alcuni frati sono anche loro maestri nell’arte del presepio ed espongono opere da loro create. Interessante è il presepe di via Giulia di Roma sparita realizzato dalla maestra Luciana Cordeschi da anni impegnata nel settore che ha realizzato negli anni molti capolavori di maestria artigiana.

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Il Cavaliere Gianfranco Pastore salva una vita umana, decisivo il suo intervento...

Il Cavaliere Gianfranco Pastore salva una vita umana, decisivo il suo intervento...

Il curriculum di Gianfranco Pastore e immenso, possiamo solo dire alcune, per ricordare i suoi innumerevoli impegni come: Membro d'Onore presso la fondazione internazionale Papa Clemente XI Albani nel 2020… Cav. Gianfranco Pastore Il curriculum di Gianfranco Pastore e immenso, possiamo solo dire alcune, per ricordare i suoi innumerevoli impegni come: Membro d'Onore presso la fondazione internazionale Papa Clemente XI Albani nel 2020; Onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica italiana 2016; Operatore salvatore Accademy BLSD Brevetto defibrillatore 2015; Consigliere di circoscrizione di Borgovilla Patalini, addetto alle problematiche afferente alle questioni di sicurezza dei cittadini di Barletta (prot. 76211/GWB) 2011; Coordinatore Circoli Sviluppo e Legalità (attività volte alla promozione della legalità, dello sviluppo umano, sociale, economico 2008; proposta di Medaglia al Valore Civile da parte dell'amministrazione del comune di Barletta 2001. L'ITALPOL vigilanza, presso la stazione di Bologna, la vede un ottimo coadiutore nel lavoro di tutti i giorni per questo servizio, come si svolge la sua attività lavorativa? La mia attività, presso questo ente per il servizio che si svolge è qualcosa di molto presente nella stazione di Bologna, ogni giorno ci confrontiamo con varie situazioni, che possono variare dall'aiutare persone in difficoltà che ci chiamano per vari motivi, allo sventare atti delinquenziali. Poiché, ci si trova difronte ogni giorno con persone con problematiche che possono essere di: droga, prostituzione, delinquenti di vario genere, che come detto in precedenza vanno fermati, quindi il range di lavoro è molto vasto, pericoloso, e soprattutto si devono avere nervi saldi per un buon discernimento sul lavoro, e un cuore aperto al prossimo. Il suo curriculum di merito è talmente pregno, che a stento possiamo riferire tutti i suoi grandi interventi, vista la grande mole, ma ancora una volta da integerrimo qual è nel lavoro, la vediamo partecipe di un evento dove ha reso il suo servigio per aiutare un'altra persona in difficoltà, ci può raccontare qualcosa in merito? Purtroppo sono cose che succedono ogni giorno, ci sono eventi come questo per cu devi essere preparato e pronto, ma di sicuro oltre alla preparazione è qualcosa che nasce dentro di me, senza pensarci un attimo quando si verificano queste situazioni, so nel mio intimo di dover agire nel bene comune della collettività. Il giorno 13/09/2024 alle ore 12,10, mentre presiedevo insieme alla collega Viteritti l'atrio centrale della stazione di Bologna, una donna si avvicinava frettolosamente con uno stato ansioso verso di noi, per segnalarci che nel sottopasso vi era un passeggero a terra in preda a un malore, il quale sembrava non si movesse più. All'istante ci recavamo io e la collega nel sottopasso dove si trovava il soggetto in preda (per mia conoscenza) a un malore cardiaco. Quindi, con la mia preparazione, iniziavo il primo intervento di soccorso col massaggio cardiaco, mentre la collega chiamava i soccorsi e la Polfer. Dopo 30 massaggi cardiaci, non dava ancora segni di reazione, la situazione era diventata tragica oltremodo, l'aria si tagliava come con la lama d'un coltello per la gravità, ma io non mi sono lasciato influenzare da nulla, mantenendo il mio self control ho continuato a rifare altri dieci massaggi cardiaci, nel mentre arrivava sul posto un medico di passaggio, all'improvviso il passeggero incominciò a rinvenire reagendo con lamenti dovuto al malore al petto per il fattore cardiaco. Alle 12,30 giungeva l'auto medica insieme ai soccorritori, i quali caricarono l'uomo e lo portarono in ospedale. Nel mentre, il medico presente, si congratulava con la mia persona per il mio operato senza il quale l'uomo non sarebbe rimasto in vita. Questo per me è la cosa più bella, quando si riesce con tutte le forze a salvare una vita umana è un miracolo unico. Vedo dal suo curriculum che ha fatto molti corsi, tra essi vi sono anche quelli di pronto soccorso come primo intervento, dal corso alla realtà, quali emozioni si scatenano quando è faccia a faccia con dette problematiche? Dalla teoria alla pratica dico che, è giusto per ognuno di noi avere queste conoscenze, esse ci aiutano in momenti critici ad affrontare con discernimento le problematiche e attivarci al meglio per salvare una vita umana. I corsi che ho seguito sono la base, senza la quale non avrei potuto salvare quell'uomo. Quindi dico a tutti con un messaggio che possa arrivare alla mente e ai cuori di seguire detti corsi, perché sono molto importanti. Molte sono le emozioni, che non si possono descrivere, perché variano da secondo a secondo nel mentre che si salva una vita. Abbiamo notato che, il suo intervento è arrivato come notizia ai vertici lavorativi, cosa si aspetta in merito? Non sono un eroe e non lo voglio essere, sono una persona comune, che mette se stesso avanti per salvare gli altri e lo faccio senza nessun fine e senza pensarci due volte. Ai vertici si è arrivata la notizia, ma la gioia immensa datami è che quella che la persona in questione si sia salvata. Una carriera al merito per tanto bene fatto per il prossimo, cosa ne pensa la sua famiglia? La mia famiglia è orgogliosa di me, perché sa come opero a livello lavorativo ed umano. Da capofamiglia devo essere un riferimento positivo e questo loro lo sanno e farò sempre in modo che sia un continuo d'insegnamento. Dono aiuto al prossimo, rischiando quotidianamente ogni giorno la mia vita per il prossimo, fiero di essere almeno credo, un buon esempio per tutti i miei colleghi ma soprattutto per il futuro. Articolo: Dott. Salvo De Vita Dirigente del servizio: Dott. Salvo De Vita Supervisore e Resp. Pubblicazione: Ufficio Stampa e Produzioni MP Distribuzione: Urban Dream di Mietto Elisa

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Voglio aperta la vagina

Voglio aperta la vagina

Mostro con orgoglio e vanto la mia vagina rosa liscia e aperta pronta per farsi penetrare da più piselli possibili

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"L'amore non ha soluzione" di Alex Normanno mette in discussione l’idea di fallimento

"L'amore non ha soluzione" di Alex Normanno mette in discussione l’idea di fallimento

«Non sono l’uomo che volevi». È una frase che nei colloqui di mediazione familiare ricorre sempre più spesso: identifica l’istante in cui due percorsi non riescono più a procedere nella stessa direzione, pur in assenza di un conflitto esplicito. È dentro questo scenario, che riguarda una parte crescente delle separazioni adulte, che si colloca “L’amore non ha soluzione”, il nuovo singolo di Alex Normanno disponibile dal 25 dicembre. Il cantautore brianzolo, forte di una carriera ventennale, di una comunità social da oltre 100.000 followers e di un passato radiofonico riconoscibile, torna dopo un biennio di pausa con un lavoro che utilizza l’accettazione come punto d’ingresso per osservare una trasformazione che tocca molti. Normanno parte dall’istante in cui una relazione mostra la propria struttura effettiva: l’identità dell’altro non coincide più con quella immaginata. Non c’è ricerca di colpe o colpevoli, nessun tentativo di addolcire il quadro. Solo quella frase, «non sono l’uomo che volevi», e un punto fermo da cui la chiusura appare come esito di un percorso, non come rottura improvvisa. Il brano introduce un tema spesso eluso nei racconti sulle relazioni: chiudere una storia non significa fallire. Nelle consulenze di coppia viene ricordato con frequenza crescente che alcune traiettorie non si interrompono per mancanza di sentimento, ma perché la direzione di crescita non è più condivisa. È una verità apparentemente ovvia, ma raramente ammessa: riconoscere una battuta d’arresto può rappresentare un’assunzione di consapevolezza, non una caduta. Viviamo in un tempo che trasforma ogni battuta d’arresto in fallimento e ogni distanza in colpa; “L’amore non ha soluzione” nasce per spostare la prospettiva sulla possibilità di leggere la fine come esito naturale di un percorso, offrendo uno sguardo adulto su una storia che termina senza alcuna drammaturgia. La «lacrima ghiacciata» citata nel testo è un’immagine utilizzata nei centri di consulenza per descrivere una fase specifica, quella in cui il sentimento per l’altro rimane, ma non avanza. Non si trasforma, non trova nuove direzioni. Resta immobile. Nel brano questa immagine non viene enfatizzata, ma inserita con delicatezza, aderendo al linguaggio con cui molte persone raccontano ciò che sentono quando una storia finisce giunge al capolinea. Il contesto sociale conferma la portata del tema. Le statistiche più recenti indicano che oltre la metà delle separazioni nelle coppie conviventi nasce da incompatibilità maturate nel tempo, non da eventi traumatici. È un fenomeno che riguarda soprattutto gli adulti tra i 30 e i 50 anni e che sta cambiando anche il modo in cui la cultura racconta l’addio: meno drammi, più consapevolezze tardive. “L’amore non ha soluzione” è la forma canzone di una situazione comune ma ancora poco spesso tematizzata con chiarezza. La produzione firmata da Aki (Antonio Chindamo) e la scrittura condivisa con Daniele Piovani seguono la stessa linea. Arrangiamenti essenziali sono il perfetto tappeto sonoro di un impianto che lascia spazio alle parole senza cercare di deviarne il senso. È una traccia che guarda alla maturità e non al colpo di scena, in continuità con un artista che negli anni ha attraversato palchi, tour, radio e pause necessarie per ridefinire il proprio percorso. Normanno sintetizza così questo passaggio: «Sentivo il bisogno di rimettere ordine. Non per attribuire colpe, ma per guardare ciò che era accaduto con la distanza necessaria. A un certo punto la distanza si vede. Ignorarla complica tutto. Il brano nasce da questo: dalla necessità di chiamare le cose con il loro nome.» Il singolo dialoga con una discussione già presente nei media e nelle produzioni contemporanee: podcast, rubriche di costume e serie televisive stanno dedicando sempre maggior attenzione agli obbiettivi sentimentali che cambiano in silenzio, lontano dai modelli romantici e romanticizzati più classici. “L’amore non ha soluzione” traspone questa prospettiva dentro il pop italiano con un tono aderente alle modalità con cui i rapporti di coppia si trasformano oggi. Il videoclip ufficiale, in uscita nelle prime settimane del 2026, presenta un’impostazione coerente con il brano, dando grande centralità al contesto. Il rientro discografico di Alex Normanno non punta a rincorrere un trend, ma cerca una chiarezza che trova la propria espressione nell’equilibrio. È una direzione sempre più frequente tra gli artisti adulti che, dopo periodi di pausa o ridefinizione, scelgono una scrittura più nitida e meno mediata. La collaborazione con Auditoria Records si inserisce in questa scelta e apre un capitolo nuovo, più consapevole, nel percorso dell’artista.

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Freakybea: “Sottovoce”

Freakybea: “Sottovoce”

Il nuovo singolo della cantautrice toscana, un canto intimo che anticipa l’EP “Mondi”, in uscita il 19 dicembre Dopo aver segnato il suo percorso con brani come “Sono Tornata (re-version)” e “Settembre”, Freakybea presenta “Sottovoce”, il nuovo singolo che anticipa l’EP “Mondi”, in uscita il 19 dicembre 2025. Un brano delicato e profondo, che sceglie la via della protezione e della cura, trasformando un gesto d’affetto in musica. “Sottovoce” è una lettera non detta, un canto intimo dedicato a una persona fondamentale che sta attraversando un momento di smarrimento. La voce di Freakybea racconta un legame autentico, quello che permette di offrire sostegno senza invadenza: una canzone scritta “piano piano, sottovoce”, per non ferire, per non aggiungere peso, ma per ricordare che un appiglio esiste. Il testo unisce immagini poetiche – la neve in Africa, una chiesa in Canada, la ruota di una bicicletta – a un realismo emotivo che parla di nostalgia, cura e appartenenza. Musicalmente, il brano vive di un pop acustico caldo, con una produzione che privilegia gli spazi sonori e la vicinanza della voce. Le melodie sono dolci ma mai zuccherine, costruite per trasmettere movimento e intimità. Il ritornello mantiene un’apertura cinematica, pur restando fedele al tono confidenziale. Con “Sottovoce”, Freakybea aggiunge un tassello fondamentale al mosaico di “Mondi”: un EP che esplora i mondi interiori e relazionali, raccontando fragilità, rinascite e legami autentici. Ogni brano è un universo distinto, ma insieme compongono un percorso coerente che mette al centro la vulnerabilità come forma di forza. L’artista lucchese ha presentato il suo nuovo lavoro in anteprima il 14 dicembre presso Il Pinturicchio di Lucca. L’evento, organizzato da Freakybeacollective APS, il più grande release party mai realizzato in Toscana, un nuovo percorso artistico per Freakybea, cantante, autrice e performer attiva da oltre dieci anni sui palchi italiani ed esteri. Freakybea è una cantautrice, performer, vocal coach e produttrice con una carriera poliedrica e una voce autentica. Dopo gli esordi a Sanremo Giovani e un’intensa attività live, diventa impersonator ufficiale di Madonna, calcando palchi internazionali. Collabora con artisti come Africa Unite, Giuliano Palma, Bandabardò e Capleton, e partecipa a programmi TV come ItaliaSì, Linea Verde e I Raccomandati. Nel 2022 debutta a livello discografico con “Sono Tornata”, brano selezionato da Amnesty International per il concorso Voci per la Libertà. Da lì, una serie di riconoscimenti: Premio Orgoglio Italiano, finali di Sanremo Rock, Cantagiro (Premio della Critica), MSC Factor America e Fantastico Festival. Attualmente collabora con Studio Medasound e Fausto Marrucci per produzione, mixing e mastering. Il 12 settembre 2025 pubblica “Settembre (re-version)” seguito il 3 ottobre dal nuovo singolo “Sono tornata”. Il 5 dicembre arriva in radio “Sottovoce”, ultima anticipazione di quello che sarà l’EP “Mondi”, in uscita il 19 dicembre. Etichetta: Orangle Records

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Conversazione sul Risorgimento europeo

Conversazione sul Risorgimento europeo

Il prossimo 11 dicembre sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversione sul tema “Lajos Kossuth e Giuseppe Mazzini” , organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” e dal Centro studi italo-ungherese “Árpád” di Reggio Calabria. Tenuto conto della valenza e dell’alto significato storico-culturale, l’incontro ha ricevuto per tali motivazioni, l’Alto Patrocinio dell’Ambasciata di Ungheria. La manifestazione, come evidenziato nel testo epistolare da parte del Primo Consigliere Dott. Zoltán Adány della Ambasciata di Ungheria, inviato alle due co-associazioni reggine, rappresenterà un autorevole contributo alla promozione del dialogo interculturale e offrirà spunti e riflessioni molto interessanti su un periodo storico di grande fermento e di profonde trasformazioni politiche, sociali e culturali. Nel corso dell’incontro, organizzato dalle due co-associazioni reggine, si registrano le presenze del Primo Consigliere Dott. Zoltán Adány della Ambasciata di Ungheria, di Pietro Finelli (Direttore “Domus Mazziniana” Pisa); Gianni Aiello (Presidente Circolo Culturale “L’Agorà”) ed Antonino Megali (Vice presidente Circolo Culturale “L’Agorà”). La conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da giovedì 11 Dicembre.

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Una canzone dedicata a Emanuela Orlandi. Simone Riva canta “La città che non parla”

Una canzone dedicata a Emanuela Orlandi. Simone Riva canta “La città che non parla”

Una canzone per ricordare, per non dimenticare e per dare voce a un dolore che attraversa le generazioni. L’appassionato cantante Simone Riva annuncia l’uscita di “La città che non parla”, un brano profondamente emotivo dedicato alla memoria di Emanuela Orlandi, la quindicenne scomparsa il 22 giugno 1983 e mai più ritrovata. «Guardando la televisione da bambino appresi la notizia della scomparsa di Emanuela Orlandi - racconta Riva -. Un episodio che non ha segnato soltanto l’Italia, ma anche me, in modo profondo. Questa inquietudine l’ho portata dentro fino ad adesso». La canzone nasce proprio da questo sentimento: un’urgenza espressiva, un bisogno di trasformare in musica la memoria di una storia che rimane una ferita aperta nel cuore della nazione. Simone Riva sottolinea come il brano, con un testo scritto di suo pugno, non sia soltanto un omaggio alla giovane Emanuela, ma anche un pensiero rivolto ai suoi familiari, che da oltre quarant’anni portano avanti una battaglia di verità e giustizia. «Voglio dedicare questa canzone alla famiglia Orlandi, che ha vissuto indicibili sofferenze», precisa l’artista. “La città che non parla” è un viaggio sonoro dentro una storia piena di interrogativi. Il testo, carico di immagini evocative, alterna nostalgia, dolore e speranza, chiedendo con voce insistente: “Emanuela, dove sei?”. Una domanda che risuona ancora oggi, come una eco collettiva che non vuole spegnersi. Hanno collaborato alla realizzazione del brano l’arrangiatore e polistrumentista Nicola Ursino, ideando e realizzando interamente la parte musicale; il chitarrista autodidatta Christian Fabiano con un contributo prezioso della sua sei corde; Massimo Pezzoni, poeta e vincitore del Premio Giotto, che ha prestato la voce alla parte introduttiva; Enrico Riva, padre dell’artista, che si è occupato della fotografia. Biografia Simone Riva, classe 1972, ha cominciato a svolgere attività di volontariato, raccogliendo i rifiuti abbandonati, a partire dai cinque anni d’età, dopo che il nonno paterno lo ha rimproverato per aver gettato una bottiglietta di plastica nel camino. Dal 2011 la sua storia di ecologista convinto diventa pubblica, con l’interessamento di giornali, radio e televisioni e la realizzazione di innumerevoli servizi. Per la sua dedizione all’ambiente ha ricevuto oltre venti targhe comunali, un riconoscimento da Regione Lombardia e il prestigioso “Panettone d’oro”, premio alla virtù civica. È inoltre detentore di un record mondiale: dopo la raccolta rifiuti sugli scogli di San Mauro Mare per 25 ore filate e a Mediglia per 30 ore consecutive, nell’autunno 2022 ha siglato l’ultimo record di 50 ore non stop, ottenendo anche una targa ufficiale dal Comune di Peschiera Borromeo. Simone Riva tra il 2022 e 2025 ha inciso diverse canzoni: “Bacchespani”, “Porsea”, “Non abbandonare il cane”, “E invece no”, “La ciappana”, “Giuà l'ucuturash”, “Forse il tuo pisello non lo sa”, “No to violence” della durata record di un solo in un secondo, “L’isola che c’è” per denunciare il problema della plastica in mare, “Miagolandia” dedicata ai gatti trovatelli e al prezioso lavoro dell’omonima Onlus di Mediglia e la cover “Rock'n'Roll Robot” di Alberto Camerini.

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Smart city e efficienza energetica: torna Smart Building Expo 2025

Smart city e efficienza energetica: torna Smart Building Expo 2025

A Fiera Milano, dal 19 al 21 novembre, torna Smart Building Expo 2025, l’evento dedicato alla transizione digitale ed ecologica dell’edilizia. Professionisti e aziende si incontrano per condividere idee e tecnologie al servizio della smart city del futuro. Manca poco all’apertura di Smart Building Expo 2025, la manifestazione internazionale organizzata da Fiera Milano e Pentastudio dedicata all’innovazione tecnologica, all’efficienza energetica e all’integrazione dei sistemi. Dal 19 al 21 novembre 2025, progettisti, ingegneri, installatori, imprese e stakeholder pubblici e privati si incontreranno nei padiglioni di Fiera Milano – Rho per confrontarsi sulle nuove sfide della transizione energetica e digitale. Con un’esposizione in crescita del 20% rispetto alla scorsa edizione, SBE 2025 ospiterà numerosi protagonisti dell’industria e della system integration, tra cui ABB, Adeogroup, Eelectron, Finder, Gewiss e Vimar, e offrirà un ricco programma di workshop, eventi formativi e incontri B2B, costruito per coniugare aggiornamento tecnico e opportunità di business. Un’agenda su tre giorni per raccontare l’evoluzione dell’energia urbana Smart Building Expo 2025 si articolerà in tre giornate tematiche, con focus complementari sui grandi pilastri della twin transition: decarbonizzazione, elettrificazione e digitalizzazione urbana. Il 19 novembre si aprirà con un workshop istituzionale sull’EPBD IV, la nuova direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici, promosso da MASE, ANCE, ANIE e Adiconsum, per analizzare il quadro normativo e gli impatti sui prossimi investimenti pubblici e privati. Alle ore 14.00 è attesa anche la tavola rotonda promossa da CNPI e Fondazione Opificium sul Conto Termico 3.0, in vigore da dicembre, per analizzare il ruolo dei professionisti e delle imprese nella riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, con particolare attenzione agli strumenti incentivanti e alle opportunità concrete per il settore impiantistico. A seguire, un approfondimento tecnico sui Data Center, in collaborazione con DEERNS Italia, proporrà soluzioni per ridurre l’impatto energetico delle infrastrutture digitali attraverso intelligenza artificiale, immersion cooling e fonti rinnovabili. Il 20 novembre il tema centrale sarà l’elettrificazione degli edifici, con un workshop dedicato al Real Estate e all’impatto della nuova normativa europea sulla valorizzazione immobiliare. Seguiranno due focus verticali: il primo in collaborazione con Prosiel, affronterà la sostituzione degli impianti a gas con sistemi elettrici integrati; il secondo, con il format Hotellerie 4.0, esplorerà le potenzialità della digitalizzazione negli hotel tra qualità dell’aria, automazione e comfort personalizzato. Il 21 novembre si passerà dalla scala dell’edificio a quella della città. Con il workshop From Building to City, realizzato con Smart Buildings Alliance, si discuterà di smart city, interoperabilità e digital twin, con al centro la nuova norma UNI 11973-2025, destinata a orientare l’evoluzione intelligente del tessuto urbano italiano. Nella stessa giornata si terrà anche il Meeting Nazionale Smart Installer, che ospiterà il progetto europeo LIFE-SKEMA, dedicato alla formazione tecnica per la twin transition, con ENAIP come capofila. Le quattro Piazze dell’Innovazione Cuore pulsante dell’area espositiva saranno anche quest’anno le Piazze dell’Innovazione, veri e propri hub tematici per l’approfondimento e il networking. A firmare i contenuti delle quattro aree saranno Smart Buildings Alliance (SBA) con From Building to City, AIBACS con la Piazza della Building Automation, KNX Italia con la Piazza dell’Integrazione e Rinnovabili con il Rinnovabili District, lo spazio interamente dedicato alla sostenibilità energetica e alle tecnologie emergenti. Torna il Rinnovabili District Anche nel 2025 il Rinnovabili District si conferma come uno spazio dinamico di confronto tra imprese, istituzioni, ricerca e professionisti. Tre giornate di talk, panel tecnici e momenti di networking animeranno un’area immersiva dedicata all’innovazione energetica e urbana. Mercoledì 19 novembre Focus su energie rinnovabili e modelli energetici emergenti: produzione distribuita, prosumer, multiutility e digitalizzazione dell’energia. Speaker confermati: ENEL X, RSE, IREN Mercato, Italia Solare, R2M Solution, Smart Domotic, GSE, LOYTEC, Schneider Electric, Politecnico di Milano, QUMULO. Giovedì 20 novembre Giornata dedicata alle Comunità Energetiche Rinnovabili, alla nuova EPBD IV e all’autoconsumo collettivo. Si discuterà di scalabilità, Smart Readiness Indicator e ruolo dell’EGE. Speaker confermati: E.ON Italia, Rödl & Partner, ENGREEN, EETRA, Consiglio Nazionale Ingegneri, ESCo E2.0, Energy Center del Politecnico di Torino, Asso EGE. Venerdì 21 novembre Al centro: storage, smart grid, idrogeno urbano e infrastrutture per la mobilità elettrica. Approfondimenti su tecnologie di accumulo e città intelligenti. Speaker confermati: PLENITUDE, PRYSMIAN, ECOFLOW, EXIDE TECHNOLOGIES, UFI HYDROGEN, Coordinamento FREE, H2IT. Uno spazio dedicato all’illuminotecnica, grazie alla collaborazione con ASSIL Anche l’illuminazione efficiente sarà protagonista a Smart Building Expo, grazie alla collaborazione con ASSIL, l’associazione confindustriale che rappresenta il settore dei sistemi di illuminazione. Un’area tematica sarà interamente dedicata a questa componente chiave per l’efficientamento energetico degli edifici. Un ecosistema integrato: la proposta di MIBA Il percorso di Smart Building Expo sui temi delle energie alternative e della città sostenibile si inserisce nella visione integrata promossa da MIBA – Milan International Building Alliance, il format fieristico di Fiera Milano che mette al centro l’edificio sostenibile, efficiente e sicuro. SBE si svolgerà infatti in contemporanea con: ● MADE Expo, evento di riferimento per l’edilizia in Italia ● SICUREZZA, tra i principali appuntamenti europei dedicati alla security e alla prevenzione incendi ● GEE – Global Elevator Exhibition, dedicata alla mobilità verticale e orizzontale Una sinergia strategica tra mercati complementari, chiamati a cooperare per costruire il futuro dell’edilizia e delle città intelligenti. Ti aspettiamo dal 19 al 21 novembre 2025 a Fiera Milano. Per ulteriori informazioni: smartbuildingexpo.it Link:rinnovabili.it/green-building/building/smart-building-expo-2025-parte-il-conto-alla-rovescia/

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Pergovetrate di Luigi Pagano: la prima azienda in Sardegna a integrare l’intelligenza artificiale

Pergovetrate di Luigi Pagano: la prima azienda in Sardegna a integrare l’intelligenza artificiale

Pergovetrate di Luigi Pagano: la prima azienda in Sardegna a integrare l’intelligenza artificiale nella progettazione di pergole bioclimatiche e vetrate panoramiche Olbia, Sardegna – 11/11/2025 – L’eccellenza artigianale incontra l’innovazione digitale: Pergovetrate di Luigi Pagano, con sede a Olbia, è la prima azienda in Sardegna ad aver integrato l’intelligenza artificiale (AI) all’interno dei propri processi di progettazione e vendita di pergole bioclimatiche, verande e vetrate panoramiche su misura. Un passo tecnologico pionieristico, reso possibile grazie alla collaborazione con Cleantech-Olbia.it , società innovativa specializzata in soluzioni digitali e automazione intelligente per imprese. Intelligenza Artificiale e Design: un binomio vincente Pergovetrate ha rivoluzionato il concetto di progettazione outdoor introducendo un sistema basato su AI e render 3D fotorealistici. Il cliente può oggi dare una foto della propria casa, giardino o attività e vedere in tempo reale come apparirà la pergola bioclimatica o la vetrata panoramica installata nel suo spazio. Un’innovazione che lascia ogni cliente sbalordito e pienamente soddisfatto, offrendo un’esperienza visiva precisa, emozionale e personalizzata. Grazie a questa tecnologia, l’azienda ha aumentato il volume di lavoro, migliorato l’efficienza interna e portato la customer experience a un livello mai visto prima in Sardegna. “Ogni volta che mostriamo un render, il cliente resta a bocca aperta. Grazie all’intelligenza artificiale implementata da Cleantech-Olbia.it, possiamo mostrare in anteprima il risultato finale, creando fiducia e trasparenza. È il futuro del nostro settore”, spiega Luigi Pagano, fondatore e titolare di Pergovetrate. Pergole bioclimatiche e vetrate panoramiche Made in Italy Il sito ufficiale pergovetrate.it presenta un ampio catalogo di prodotti personalizzabili: Pergole bioclimatiche in alluminio o legno con lamelle orientabili, automatizzate e resistenti agli agenti atmosferici. Vetrate panoramiche scorrevoli o impacchettabili, completamente trasparenti e senza profili verticali. Coperture e chiusure per terrazze, giardini e locali commerciali, perfette per tutte le stagioni. Tutte le strutture sono realizzate con materiali certificati e 100% Made in Italy, con un occhio attento alla sostenibilità, efficienza energetica e design contemporaneo. Un sito intelligente e interattivo Il portale pergovetrate.it è tra i più avanzati del settore in Italia. Integra un assistente virtuale multilingue capace di rispondere automaticamente alle domande dei clienti, fornire preventivi personalizzati, fissare sopralluoghi gratuiti in tutta Italia e persino generare render fotorealistici in tempo reale. Un sistema creato in collaborazione con Cleantech-Olbia.it, che dimostra come la tecnologia AI applicata al design e all’architettura possa migliorare concretamente l’esperienza d’acquisto. Espansione e visione Guardando al futuro, Luigi Pagano promette che Pergovetrate continuerà a migliorare e innovare, facendo dell’intelligenza artificiale un punto di riferimento per la soddisfazione del cliente. “Vogliamo che i nostri clienti vedano con i propri occhi prima di acquistare,” spiega Pagano. “Il nostro obiettivo è che rimangano veramente soddisfatti, perché il nostro lavoro è proprio questo: farli sentire felici. Oggi, grazie al render, ogni cliente può vedere la sua foto con le nostre pergole o vetrate in qualsiasi condizione atmosferica — pioggia, neve, sole o vento — e questo rende tutto più realistico e coinvolgente. Ma non ci fermeremo qui: presto aggiungeremo molte altre funzioni che ci permetteranno di soddisfare ancora di più le loro richieste.” Con questa visione, Pergovetrate di Luigi Pagano si conferma non solo un marchio di qualità, ma anche un simbolo di innovazione e avanguardia tecnologica in Sardegna e in Italia. Informazioni e contatti Pergovetrate di Luigi Pagano 📍 Sede: Olbia, Sardegna (Italia) 🌐 Sito web: pergovetrate.it 📞 Telefono: +39 349 1165020 📧 Email: info@pergovetrate.it Partner tecnologico AI: Cleantech-Olbia.it

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