Un borgo del Sud Italia, la processione di San Rocco tra vicoli antichi, il crepitio della fede e dell’umano che si intrecciano: così nasce “San Rocco”, settimo apripista dell’atteso nuovo album di Giacomo EVA, “Storie di uomini e di bestie”, in uscita il prossimo settembre. Un brano che parte dalla tradizione popolare per raccontare l’equilibrio misterioso tra opposti. Un equilibrio che affascina, talvolta stordisce, avvolge – consegnando un’esperienza sonora che trasmette un senso di novità pur restando ancorata alle radici. L’artista – già autore multiplatino noto per il Premio Lunezia e le collaborazioni con grandi nomi della musica italiana – propone una narrazione musicale che si misura con la tradizione e con il bisogno di rallentare, in antitesi con l’odierna accelerazione sociale. San Rocco fa da filo conduttore a quel tipo di cantautorato capace di immortalare una società in bilico tra spiritualità e quotidianità. Ambientato in una notte estiva, il brano attraversa un corteo dove bene e male si sono scontrati e confusi senza mai mischiarsi. Le parole del testo - scritte dallo stesso artista calabrese – sono in grado di restituire all’ascoltatore l’importanza del gesto religioso, insieme al respiro collettivo di chi attende un segno. Un’immagine tradizionale che Giacomo riesce a rendere esperienza contemporanea, non costruita ma vissuta, non descritta ma interiorizzata, trasudata, filtrata dalla pelle. La partitura orale del pezzo – «Passa passa San Rocco (...) Ogni casa conosce, di ogni campana sa il suo rintocco» – riporta istantaneamente a quella notte mistica, tra danze sacrali e consuetudini secolari. Il ritornello ripetuto simula il passo del corteo tra i vicoli e volge in musica il battito unanime di una comunità. La descrizione del santo che «passa col suo fedele accanto», fa emergere un vivido spaccato di fede popolare e presenza profana, rendendo il brano un documento musicale sull’identità locale e sulle pratiche rituali in costante ridefinizione, come dichiara lo stesso EVA: «Quella notte, camminando nel borgo illuminato a candela, ho visto il confine tra sacro e profano diventare labile. “San Rocco” porta in sé questa ambiguità: una preghiera e un racconto, insieme.» L’artista ha elaborato un “luogo immaginato” che unisce la memoria personale e quella popolare, tra rito e introspezione, raccontando un Sud contemporaneo che ha ancora voglia di radici. “San Rocco” si innerva nel flusso narrativo di “Storie di uomini e di bestie”, progetto che da marzo ha visto già altri sei singoli esordire uno dietro l’altro: da “Dannata tu” a “Il tango del giuramento”. L’album – che è stato presentato dal vivo proprio in Calabria lo scorso inverno, registrando tre sold out consecutivi – prende ora forma definitiva, in attesa dell’ottavo inedito, “Ninna nanna per adulti”, in uscita il 1° agosto. Il file rouge del disco sono le storie archetipe, narrazioni che abbracciano varie tematiche - tra cui l'amore, le radici, la fuga di un adolescente dalla propria terra, la vita di un naufragio, una festa di paese, una ninna nanna per adulti, un tango per gli innamorati -. L'artista ha vissuto un punto di rottura che l’ha portato a domandarsi che fine avessero fatto le storie che ci hanno formato come persone, trovando risposta nelle emozioni più intime che troppo spesso ci vengono rubate da una società sempre più veloce. Il mondo che Giacomo EVA crea con le sue canzoni è favolistico, ma non infantile, un mondo fatto di materia viva, di natura, di legno, di acqua, di verde, di istinti passionali e di verità forti, sia positive che negative. Con un format strutturato, Giacomo coniuga narrazione e musica, legando ogni canzone a un tema. Qui, “San Rocco” si fa strada tra la gente come invito a indagare la presenza di sacro in un mondo sempre più veloce e disgiunto dai rituali, ma soprattutto dalla fede. In sé, negli altri e nell’Altro. In un momento storico in cui le comunità tentano di ritrovare un senso di appartenenza, “San Rocco” parla di ritorno ai riti, di rivalutazione della memoria popolare, della riscoperta del territorio come radice e cura. Un fenomeno confermato da dati recenti: secondo ISTAT (2024), il 68 % degli italiani sostiene che le feste tradizionali rafforzino il senso di comunità. Un fenomeno culturale che si lega al viaggio interiore narrato da Giacomo – e che rende “San Rocco” più rilevante e attuale che mai. «"San Rocco" – conclude - non racconta solo una festa di paese, racconta l’energia che attraversa le persone, che oscilla tra attesa e abbandono – un riflesso di quanto accade dentro ciascuno di noi.» “San Rocco” è la fotografia musicale di un’Italia che rinasce dalla sua storia, nei gesti, nelle parole e nell’incontro. Un racconto che Giacomo EVA propone con grande rigore compositivo, sensibilità espressiva e un’inedita tensione tra tradizione ritrovata e ricerca emotiva. Un brano che merita attenzione, perché sa restituire senso a un tempo che spesso lo smarrisce.