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Eric Mormile rende omaggio agli emigranti in "Lla Ffore"

Eric Mormile rende omaggio agli emigranti in "Lla Ffore"

Nei suoi precedenti singoli ha affrontato temi delicati come l’emarginazione sociale e la resilienza, ma con “Lla Ffore”, Eric Mormile porta in primo piano una realtà spesso dimenticata ma sempre attuale: l’emigrazione forzata. Il cantautore e polistrumentista napoletano rilegge un tema antico con una sensibilità moderna, fondendo un pop-rock raffinato con sfumature di world music e traendo ispirazione dalle grandi “canzoni dell’migrante” italiane, il tutto sotto l’esperta ed impeccabile produzione di Nino Pomidoro arricchita dalle percussioni di Luca Guida. Nata a Settembre 2020, durante uno dei soggiorni ad Ischia dell’artista, “Lla Fore” è una canzone che tocca corde intime, raccontando una storia di speranza, disillusione e rinascita attraverso un arrangiamento curato nei minimi su cui si posano la voce e l’interpretazione uniche di Eric, che in questo brano più che mai si impreziosiscono di emozione per giungere dritte al cuore. Una storia di lontananza e di ricerca, che restituisce all’ascoltatore una sensazione di empatia e partecipazione. Dal punto di vista compositivo, “Lla Ffore” fa riferimento ad icone senza tempo del calibro di Peter Gabriel, Sting, Phil Collins e Patrick Leonard, nomi che Mormile ha sempre considerato suoi punti di riferimento artistici. La scelta di strumenti come lo Stage Piano Yamaha CP-80 e l’uso di sonorità eteree e avvolgenti, guidano l’ascoltatore in un vero e proprio percorso sonoro che si caratterizza per la qualità e l’intensità delle sue vie, arterie in cui scorrono le voci, le speranze, i sogni e i sentimenti di chi è costretto a lasciare la propria terra in cerca di un futuro migliore. Senza mai perdere di vista l'equilibrio tra tradizione e contemporaneità, il brano trova la sua forza combinando elementi classici e nuove influenze che, oltre ad arricchire l’esperienza sonora, esaltano l’impatto emotivo delle liriche e dei suoni, rendendolo unico nel suo genere e istantaneamente riconoscibile. «Appena ho completato il testo ho capito di avere tra le mani una hit», racconta Eric. E così, con il supporto del collaboratore di lunga data Salvatore Palomba (celebre autore di “Carmela” portata al successo da Sergio Bruni), “Lla Ffore” ha preso vita, trovando la sua forma definitiva grazie al lavoro di Nino Pomidoro, che ha saputo valorizzarne ogni sfumatura melodica. Eric Mormile si riscopre un moderno menestrello, dando voce alle narrazioni di persone che hanno dovuto fare i conti con il peso dell’emigrazione forzata. Anche se Eric non ha vissuto in prima persona questa esperienza, il suo contesto di vita è fortemente influenzato dai racconti di chi ha dovuto lasciare il proprio paese in cerca di un futuro più roseo. «Mi piace pensare che con questo brano io abbia dato voce ai pensieri e alle emozioni di chi, come tanti cari a me vicini, ha dovuto affrontare la dolorosa scelta di partire - spiega l’artista -.» "Lla Ffore" è quindi a tutti gli effetti una “moderna canzone dell’emigrante”, che si inserisce in quella tradizione di composizioni nate a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, come “Santa Lucia Luntana” e “A Cartulina ‘e Napule”. Un tempo erano i bastimenti a portare via i nostri connazionali, oggi sono cambiate le modalità, ma il sentimento che accompagna l’emigrazione resta immutato: è un misto di speranza, disillusione e, per molti, una parziale sconfitta. Ma Eric, con la sua inconfondibile visione artistica, ha voluto ribaltare questo concetto, come lui stesso racconta: «Nel mio secondo album, che uscirà nei prossimi mesi, ho voluto raccontare la resilienza sotto tutti i suoi aspetti, e in "Lla Ffore" ho cercato di dare un senso nuovo all’idea di partire: non dobbiamo sentirci costretti a restare, né colpevoli per essere andati via. È un atto di coraggio, un’occasione per essere felici e per condurre una vita dignitosa.» In un’Italia dove la meritocrazia sembra un miraggio e dove il sistema spesso soffoca il talento, "Lla Ffore" diventa una canzone di riscatto, un grido di orgoglio per tutti coloro che hanno deciso di prendersi il loro destino tra le mani e partire, senza sensi di colpa, ma con la consapevolezza che la propria felicità può essere trovata altrove. Il tema dell'emigrazione forzata, che continua a segnare il destino di tanti giovani italiani, non è risolto, anzi. È un problema che potrebbe peggiorare nei prossimi anni, e proprio per questo il messaggio di Eric diventa ancora più rilevante. Il singolo, accompagnato dal videoclip ufficiale girato a San Prisco (CE) e diretto da Michele De Angelis, riesce a trasmettere tutta l'intensità e la bellezza del testo, con immagini che raccontano la storia di chi parte alla ricerca di una vita migliore. La copertina del pezzo, curata da Diana De Luca, è un ulteriore elemento che contribuisce a rendere "Lla Ffore" un progetto artistico completo, in grado di colpire tanto per la sua qualità musicale quanto per il messaggio che veicola. “Lla Ffore” è un brano che non si limita a descrivere, ma coinvolge, sfiorando corde intime e personali e offrendo un’importante riflessione su temi sempre attuali come l'emigrazione e il desiderio di riscatto. Eric Mormile dimostra ancora una volta di essere un artista completo, genuino e sincero, un artista che non ha paura di affrontare temi delicati e a tratti scomodi, con una sincerità e una maturità che lo rendono una delle penne e delle voci più interessanti del panorama musicale non solo partenopeo, ma dell’intero Belpaese.

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Alèm: “Dinero”

Alèm: “Dinero”

Il nuovo brano del giovane artista, usando il celebre ritornello dei Righeira, ci ricorda quanto la nostra vita sia molto più semplice di quella che ci propinano ogni giorno sui social, ostentando continuamente privilegi e ricchezza «Dinero è l’anti Hit, per quanto riguarda il contenuto. Tutti i singoli più famosi degli ultimi anni, appartenenti al genere Rap/Trap e anche pop, trasbordano vanto e ricchezza, la maggior parte delle volte farlocca. Siamo tutti pronti a cantare i milioni che non abbiamo, le super-car che non guideremo mai e le centinaia di ragazze che non fanno la fila per noi. In questo brano trionfa la realtà, un brano che fa divertire, ballare e ci invoglia a cantare. Non i cliché scritti da un autore dopo aver fatto copia incolla di un singolo in voga oltreoceano. Le serate del 90% della popolazione non sono certo quelle di Tony Stark o Bruce Wayne. Non siamo influencer, ma a volte con un bicchiere di troppo siamo rockstar. Perché ci vergogniamo della normalità? Accettare la nostra vita con le vicissitudini annesse rimane il più grande tabù di questi tempi. Vogliamo solo far credere attraverso i social che la nostra esistenza sia colma di mirabolanti avventure. Ma lavoriamo durante la settimana, paghiamo le bollette e cerchiamo ogni tanto lo svago. Niente di più, niente di meno.» Alèm Questo singolo riprende il famoso ritornello di “No tengo dinero” dei Righeira, scostandosi totalmente però dal concetto di cover. Il brano ha coinvolto svariati musicisti ed è stato trasformato in una canzone con sfumature reggae, come gli altri singoli è stato prodotto presso l’Artigian Studio. Il video che lo accompagna, come la canzone stessa, prende in giro le dinamiche del quotidiano e l’assenza di ricchezza materiale. Un video semplice, dove vengono messe in scena parodie di personaggi legati al denaro come sceicchi e giocatori d’azzardo. https://youtube.com/watch?si=HgMh4rIe7DovIYXA&v=E1uR6rfPRAg&feature=youtu.be Além, nome d’arte di Alessandro Minichino, è nato a Maratea (PZ) nel maggio 1999. Vive i primi due anni della sua vita in un piccolo paese della provincia di Salerno ai confini con la Basilicata poi si trasferisce in Veneto, nella provincia di Belluno. Frequenta il liceo artistico a Cortina d’Ampezzo e poi il MITA a Udine. A 16 anni col nome d'arte di Ale ice scrive e pubblica un ep, “È solo l'inizio” (2015) un lavoro prettamente rap. In questo, come in tutti i lavori che seguono, Alessandro cura gli artwork e le cover. Negli anni successivi seguono due mixtape "Equilibrio" (2017), rime dirette e molte riflessioni su un mondo ingiusto nella quale bisogna trovare posto, e "Nirvana" (2018) che include il primo street video, del singolo "Tieni duro" con la regia di Samuele Dalò e successivamente recensito dagli "Arcade Boyz" noti youtuber. L’anno dopo esce “Alessandro” (2019), il suo secondo e ultimo ep col nome d’arte Ale ice: acustico, chitarra e voce, si distacca molto dai lavori precedenti ispirandosi al cantautorato italiano che ascoltava fin da piccolo, in "Nato fuori tempo" il featuring con Simone Da Prà (Oxi). Nel 2021 sceglie di cambiare nome in Alèm, si stacca completamente dai vecchi lavori e lancia il singolo “200 all’ora” unendo al rap influenze rock, punk passando per la trance Music. Prodotta da Artigian Studio, “200 all’ora” è una canzone che punta all’originalità del genere, contro le catene della società moderna e delle istituzioni scolastiche che reprimono sogni e uniformano i ragazzi. Il 18 febbraio 2022 esce il nuovo singolo “Cliché”, una critica satirica ai luoghi comuni della nostra nazione, il cui videoclip è stato presentato anche dal TGR Basilicata. Segue “Démodé” una riflessione ironica sulle mode musicali del momento e “Caffè” una canzone che mette in luce gli aspetti negativi tipici di una relazione d’amore, gli stessi elementi che però ci fanno costantemente innamorare maggiormente del nostro partner, dopodiché esce il singolo “#ANDRÀTUTTOMALE” con sonorità pop rock. A maggio del 2023 torna con il nuovo brano “Mercoledì” al quale, in autunno, segue l’ultimo singolo uscito dal titolo “Liberi/stupidi”: brani di analisi sociale e individuali, non brani politici. Dal 15 dicembre in radio esce il nuovo singolo dal titolo “Dalì” e successivamente ad aprile 2024 esce il singolo “Chissenefrega”, tutte anticipazioni del primo album dell’artista, in uscita il 3 maggio, dal titolo “Sogni virtuali”. Il 6 settembre esce il singolo “Dinero”. CONTATTI E SOCIAL shorturl.at/dpyRY facebook.com/aleice.official shorturl.at/glnW7 www.tiktok.com/@io.sono.alem

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ASSALTI

Negli ultimi tempi sono aumentati a dismisura i casi di maltrattamenti verso il personale sanitario . il fenomeno ha il suo spessore. Molti cittadini si inalberano e massacrano di botte sia infermieri che dottori. Di solito sono i parenti di un paziente che si sfogano con i sanitari. I dottori si mostrano pazienti, mostrano coraggio. Si arriva a calci, sputi, spinte, minacce, parole tonanti, insulti. Nessuno si pente per questi assalti come se i sanitari fossero dei manichini. I supplizi inflitti sono di vario tipo. I medici sono visti come nemici. I medici tormentati sono avviliti pur essendo zelanti e attenti. La maleducazione, la tracotanza è una arma micidiale, ha il potere di agire apertamente e impunemente. Questi assalti sono certamente esagerati, fuori luogo. La gente sembra impazzita. Davanti a questi episodi ripetuti restiamo turbati. I tormenti non sono accettati, come gli atti persecutori. Bisognerebbe dire le proprie ragioni con tono pacato, mostrare una certa comprensione non recare troppo danno o disturbo. Bisogna dire però che spesso il personale sanitario non ha comportamenti impeccabili. Alcuni medici sono aridi, si vede che si sentono superiori, non hanno atteggiamenti bonari, dicono le malattie gravi in faccia senza tatto lasciando i parenti nella desolazione. Alcuni sono indifferenti, freddi, non si scomodano a dire una parola di conforto. Alcuni infermieri sono insolenti, parlano con divertita ironia, prendono in giro, hanno il senso del comando. Dicono frasi offensive senza tanti complimenti, si lasciano andare ad atroci commenti. Pronunciano parole oscene, magari a una donna anziana, malata dicono in faccia che è brutta che farebbe meglio ad andarsene. Si mostrano risoluti davanti alla morte di un degente, non fanno neppure le condoglianze e non mostrano pietà. Gli sguardi di certe infermiere sono altezzosi. Molti si mostrano duri, caparbi, freddi. Molti ridono dei problemi di salute di certi pazienti. Molti usano battute, lazzi, scherzi. La gentilezza si è persa per strada. Non serve tenergli testa. A un paziente malato di tumore dicono che è inutile fare le chemio, quando magari il paziente non sapeva nulla del suo stato e sperava in quella cura. Molti uccidono le speranze con logica spietata. Le persone anziane sono le più maltrattate e bersagliate. A una donna che si recava per una visita alle asl per via della domanda di invalidità è stato detto che ormai aveva novanta anni ed era meglio che spariva. A una donna incinta con aria di sfida è stato detto che aspettava una bimba una altra poco di buono sarebbe venuta al mondo. Gli insulti detti con aria indomita senza senno si sprecano, spaccano i timpani, lacerano il cuore. Ci sono poi state scene di molestie di vario tipo. Anche chi fa le lastre subisce parole sgradevoli dette con nervosismo. Nessuno mostra un viso sorridente, ma sempre accigliato. Le buone maniere si sono perse. I maltrattamenti hanno un pessimo influsso sui malati, producono sofferenza, senso di abbandono. Molti comportamenti sono maldestri, goffi, ridicoli. Molti allora maleducati sentono il bisogno di sfogarsi. I medici e infermieri dovrebbero usare il cervello e smetterla con comportamenti scorretti che invece continuano con tenacia.

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Peschiera Borromeo si prepara ad accogliere la Sagra del Pesce: due weekend di festa all’insegna di p

Peschiera Borromeo si prepara ad accogliere la Sagra del Pesce: due weekend di festa all’insegna di p

Due weekend di festa e di buon cibo a Peschiera Borromeo. La realtà locale si sta preparando ad accogliere la Sagra del Pesce, uno degli eventi culinari e folkloristici più attesi in Lombardia. La manifestazione, recentemente organizzata con successo a Monza, andrà in scena per due fine settimana (20, 21, 22 e 27, 28, 29 settembre) presso il Parco Borromeo (via Filzi/via Matteotti), con l’obiettivo di esaltare i sapori del mare, far riscoprire le antiche tradizioni culinarie e ricreare un momento di svago dove la comunità possa ritrovarsi. I partecipanti, che avranno a disposizione oltre 1000 posti a sedere (al coperto), si potranno accomodare a tavola, parlare, condividere un pasto e trascorrere il tempo con i propri cari, partner e amici. Non solo. Tutti i giorni la “Corte di Menelao”, format artistico, culturale musicale darà vita a un villaggio di puro intrattenimento con la presenza di trampolieri, mangiafuoco, maghi, fachiri, truccabimbi, una mongolfiera, cerchi di fuoco e il cappello parlante di Harry Potter. Il format prevede inoltre 3 main event: cabaret il venerdì sera con Gianni Astone (20/9) e Roberto De Marchi (27/9), musica dal vivo sabato sera con tribute band di Luciano Ligabue (21/9) e dei Queen (28/9), spettacolo di magia la domenica a pranzo con Zio Potter (22/9) ed Eta Beta (23/9). L’ingresso all’evento e la partecipazione a tutti gli spettacoli sono completamente gratuiti a tutti i clienti della kermesse, cioè a tutti coloro che consumano i loro pasti in loco. È prevista anche un’area bambini al fine di consentire anche alle famiglie un intrattenimento che coinvolga anche i più piccoli. La Sagra del Pesce, organizzata da Alessandro Fico e dal team de La Loggia, è un evento dal carattere popolare ma che punta a servire piatti di alta qualità, preparati da una brigata di cucina composta da professionisti che scelgono materie prime d’eccellenza e si affidano a fornitori selezionati. «La Sagra del Pesce - dichiara Alessandro Fico -, è un’opportunità per scoprire nuovi sapori e per condividere il gusto autentico dei piatti insieme a familiari, amici e parenti, in un clima festoso, magari gustando un fritto misto accompagnato da un bicchiere di vino pregiato». Il menù è così composto: fritto misto, impepata di cozze, linguine alle vongole, moscardini alla diavola, pesce spada alla marinara, risotto allo scoglio, vini, snack e bibite. La Sagra del Pesce è a ingresso gratuito, inizia il venerdì sera e prosegue il sabato e la domenica sia a pranzo che a cena (dalle 12:00 alle 15:00 e dalle 19:00 alle 24:00). È sempre consigliata la prenotazione tramite il sito web sagra-del-pesce.it o su Whatsapp al numero: 389.0265550. Inoltre, è sempre disponibile il servizio d'asporto.

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MARITI

Ci interroghiamo spesso sul ruolo dei mariti nella nostra società e ci chiediamo se sia cambiato qualcosa rispetto al passato. I mariti sono personaggi particolari. Se guardiamo più da vicino e approfondiamo ci rendiamo conto che le crepe e i guasti che c’erano sono rimasti. Rimaniamo scioccati quando vediamo un marito corteggiare in modo velato o addirittura aperto le amiche anche di vecchia data della moglie. Se colti in fragrante fanno gli evasivi tanto a loro è concesso tutto. Nello specifico i mariti corteggiano con franchezza in modo gelido e brutale facendo sentire la moglie inutile, di troppo, un ornamento, un essere insignificante. Se la moglie reagisce la accusano di essere visionaria o la fissano torvi e accigliati ma continuano il loro diletto. Le amiche sincere della moglie si sentono tormentate, perseguitate, adocchiate e per evitare noie magari si tirano indietro, mettono degli argini, con i mariti delle amiche sono più distaccate volutamente. Il marito però alla prima occasione utile si vendica della amica recalcitrante e in modo raccapricciante fa le sue ritorsioni che non gli fanno onore. Per corteggiare le amiche della moglie usano frasi ambigue, piccanti, insinuanti. Si mostrano allegri, disponibili, sinceri ma se la amica si tira indietro si fanno tenebrosi e non sono più disposti ad aiutare l’amica in ogni circostanza che si presenta. Tentano di raggirare le amiche in ogni modo e se non riescono sono indispettiti. La loro ritorsione è penosa. Dopo aver assediato senza successo la vittima diventano gravemente ostili come cani rabbiosi. Il loro comportamento è inquietante. Se poi il marito ha un ruolo di prestigio, un lavoro importante pretende di essere soddisfatto, assecondato, venerato dalle amiche della moglie. Si resta sconvolti dalla loro insistenza. I casi sono innumerevoli. Ci sono poi pezzi grossi che commettono illeciti e ci si attende una loro punizione, ma non solo non vengono puniti ma alla fine trovano un ruolo migliore del precedente. Alcuni mariti tormentano le amiche, le sottopongono a supplizi per farsi notare, ricorrono a frasi allusive e sibilline. Ci domandiamo giustamente se questi comportamenti devastanti siano tutte questioni d’amore. Domande dolorose ci attraversano il cervello. Esiste un filo rosso che unisce tutti i mariti di tutte le epoche, c’è una chiave di lettura univoca: i mariti tendono tutti a tradire ostinatamente da veri padroni del manage familiare. I loro occhi spiritati turbano le coscienze, evocano comportamenti spietati, sguardi lascivi persino davanti alla prole. La coscienza dei mariti non ha uno spessore spirituale. Il ruolo del marito forse per questo si è indebolito. Si avverte nell’aria un senso di stanchezza. Le molestie insistenti non sono più gradite. I mariti collerici, dispotici, dalla voce dura, incalzanti, sono da evitare perché si rivelano singolari traditori.

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Biff, il Festival Cinematografico Lucano: Scopri le Gemme Nascoste del Cinema Mondiale

Biff, il Festival Cinematografico Lucano: Scopri le Gemme Nascoste del Cinema Mondiale

Biff Festival è acronimo di? Biff, sta come acronimo di: “Basilicata international film festival”. Com’è nata l’idea di questo festival e con quali propositi? L’idea è nata nel 2019, in seguito a un mio viaggio a Pordenone, su invito del direttore artistico del film festival. In quel frangente, notai una cosa strana, era molto dispersivo, con troppi eventi in una città grande come Pordenone, e quindi c’era poco riscontro di pubblico. Nel viaggio di ritorno, mi sovvenne un’idea, ma perché non proporre qualcosa del genere con gli shorts film in un piccolo borgo, come i nostri, dove c’è più aggregazione? Da questa idea è nata la prima edizione nel 2020, in concomitanza anche della pandemia. Nonostante tutto, ci fu un exploit di oltre 200 candidature. La gestione, all’epoca della pandemia, prese la strada di interfaccio come in altri settori a livello on line, spedendo poi in seguito i premi ai vincitori, di rimando gli stessi poi inviarono dei video da varie parti del mondo, tipo dall’Inghilterra, dal Brasile ecc., quell’anno fu un qualcosa di sperimentale, che portò dei buoni esiti nonostante tutto. Nel 2021 nel mese di ottobre avevamo organizzato in presenza, ma stessa problematica covid, dove abbiamo dovuto annullare l’evento, chiedendo venia ai quasi 300 partecipanti con video ringraziamenti, mandando in seguito i premi per posta. Nel 2022, viene indetta la prima edizione a Ruvo del Monte, in presenza di circa 340 cortometraggi premiati, tantissimi autori, sceneggiatori, registi, attori e attrici. Da quel dì abbiamo compreso che il festival aveva preso il via come doveva, se non vi fossero stati gli impedimenti precedenti del covid. La sala è stata piena per i tre giorni la prima giornata dedicata alle scuole, la seconda e terza a l food sezione speciale dedicata al cibo e al vino per le imprese lucane nel settore ristorazione. In questi anni, quanti artisti si sono avvicendati al Biff? Possiamo dire, che siamo fieri dei risultati. Basti pensare che l'anno scorso abbiamo avuto più di 400 candidati, avendo l‘idea di creare una manifestazione che unisse il cibo e il vino dal titolo: Food and wine, per far conoscere i nostri prodotti della Lucania. Iniziando ad avere anche ospiti di riguardo come: Nancy Jane Meyers, Nicola Pistoia, Nando Irene, Angela Curri ecc. Insieme a Mario Esposito direttore del Premio Penisola Sorrentina, e l’anno scorso ultima edizione, abbiamo avuto l’onore di avere Iacopo Gubitosi del Giffone Festival, dove si avvicendano 6000 ragazzi nella giuria, dai 3 ai trent’anni. Quest’anno abbiamo avuto un connubio in merito con Iacopo Gubitosi che dal Biff Festival ha voluto fortemente questo riscontro, con il quale abbiamo mandato due ragazzi dello staff per la giuria di quest’anno al Giffoni, che hanno meno di 30 anni e sono subentrati nella giuria dei 18+, Martina e Samuele. I quali hanno partecipato sia come giurati e anche ai workshop pomeridiani, due esperienze diverse e uniche per loro. Quest’anno, avremo l’onore di avere il patrocinio morale di Iacopo Gubitosi, per il Biff festival. Quest’anno come giurato ufficiale, personaggio di rappresentanza della stampa, c’è una figura particolare, per la sua professionalità e maestria parliamo del dottore Salvo De Vita, com’è nata questa conoscenza? Figura di spicco, quella del Dott. Salvo De Vita, che mi è stato presentato attraverso un amico e collaboratore, che dialogando insieme gli dissi che mi serviva un’altra figura come giurato, è stata una risorsa unica e inaspettatamente che dà lustro per quanto riguarda il PREMIO sezione della stampa Nazionale Italiana digitale per la giuria ufficiale. La figura di giurato del dottore Salvo De Vita in merito a questo nuovo appuntamento del Biff Festival del Cinema? Tema: “Radici e Orizzonti: il cinema come ponte tra tradizione e innovazione”, tema del Biff Festival 2024 Basilicata International Film Festival di quest’anno, che invita a esplorare come il cinema possa fungere da mezzo per connettere le tradizioni culturali e storiche con l'innovazione e il futuro. La Basilicata, con il suo ricco patrimonio culturale e paesaggistico, diventa il punto di partenza per una riflessione su come le storie I locali si intrecciano con le nuove forme di narrazione cinematografica. Il tema è stato declinato attraverso una selezione di film che trattano di identità, migrazione, trasformazione sociale e l'evoluzione dei linguaggi cinematografici. Quest’anno, sono arrivati 470 cortometraggi, con una selezione che è arrivata al numero di 120 selezionati, la giuria composta da 6 giurati di cui fa parte il dottore Salvo De Vita il quale ha estrapolato 3 nominativi, della nomination di pari merito. Gli altri giurati sono: premio alla carriera con il giurato Nicola Pistoia (regista e attore), premio alla regia Valentina Castelli (regista e produttrice), premio alla sceneggiatura Loredana Di Martino (regista), premio alla fotografia Matteo Cirillo (regista e attore), premio docufilm Lorenzo Scaraggi (regista) premio corto straniero Karlos Alastruey (regista). Festival internazionale il vostro, ce ne vuole parlare? Posso dire che, le nazioni che hanno partecipato sono varie come il Pakistan, il Tagikistan, l’India, Sud America, dalla Germania alla Spagna ecc., con la bellezza di 470 candidature. Il nostro obiettivo è pescare talenti dal basso, ecco il motivo dei films shorts, per portare alla luce nuovi talenti i quali non hanno a disposizione il budget che si può avere con dei film, perché servono equipaggiamenti per le riprese diverse quindi più costose, ecco il motivo dei cortometraggi, qui si vede la bravura dei registi, giovani talenti per poterli far conoscere. Com’è stato per Valentina Castelli, nostra giurata grazie al fatto che ha partecipato e vinto nella sezione regia ed è arrivata a Cannes, un trampolino di lancio che ha raccontato come sua esperienza e che ci fa onore. Dirigente del Servizio: Dott. Salvo De Vita Articolo: Salvo De Vita – Rosa Calderone Responsabile e supervisore del servizio: Ufficio Stampa & Produzioni MP Distribuzione digitale Giornalistica: Dott.ssa Mietto Elisa

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Matteo Renzi : il figliol prodigo

Matteo Renzi : il figliol prodigo

L’inciucio politico chiamato stati uniti d’Europa ha fallito l’ingresso nel parlamento europeo, e così sfuma l’ennesimo tentativo di allungarsi la carriera(poltrona) politica. Adesso per non morire vorrebbe ritornare a casa , in quella sinistra da lui rinnegata a suo tempo...e.. homosaccens.it/matteo-renzi-il-figliol-prodigo/

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Il rifugio

Ci nascondiamo per non manifestare il nostro essere , per tutelarci dal pensiero altrui e dalla propria consapevolezza. Qui posso nascondermi facendomi conoscere .

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Strage di Paderno Dugnano e malessere interiore dei giovani di oggi

Strage di Paderno Dugnano e malessere interiore dei giovani di oggi

giovani manifestano sempre più sintomi di un malessere a cui si fa fatica a rispondere, le parole del 17enne sono emblematiche di una situazione di isolamento, ansia, depressione e difficoltà relazionali. Continua a leggere: graziellaparadisi.it/blog/salute-e-benessere/articoli/strage-di-paderno-dugnano-e-malessere-interiore-dei-giovani-di-oggi

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Una prosa raffinata

Una prosa raffinata

"Il pozzo degli oracoli" di Antonia Calabrese è un romanzo avvincente che intreccia magistralmente mito e realtà, offrendo al lettore un affresco ricco di suggestioni e riflessioni sull'ineluttabilità del destino. Ambientato in un antico paese di montagna, dove la memoria delle tradizioni arcane è ancora viva e palpabile, il cuore pulsante della storia è il pozzo degli oracoli, simbolo di saggezza e mistero. La narrazione si apre durante una festività paesana, in un'atmosfera densa di aspettative e celebrazioni. È in questo contesto che incontriamo il giovane Fausto, un personaggio affascinante e complesso, immerso nella lettura e preda delle sue fantasie letterarie. Il destino di Fausto prende una svolta inaspettata quando, distratto e rapito dai suoi pensieri, inciampa e precipita nella voragine del pozzo. Questo evento drammatico segna l'inizio di un viaggio straordinario che si snoda tra il consesso degli dèi e le vicende umane, rivelando una trama intricata e ricca di colpi di scena. Antonia Calabrese, con una prosa raffinata e evocativa, ci conduce attraverso un labirinto narrativo in cui le storie degli dèi si intrecciano con quelle dei mortali, sottolineando la potenza del fato e la sua ineluttabilità. Ogni pagina del romanzo è pervasa da un senso di meraviglia e mistero, rendendo "Il pozzo degli oracoli" una lettura indimenticabile che affascina e coinvolge dall'inizio alla fine.

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