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EUROPEAN SHAMANISM, WHEN SPIRITUALITY WAS NOT A TOOL FOR SOCIAL HOMOGENIZATION (ENGLISH VERSION)

EUROPEAN SHAMANISM, WHEN SPIRITUALITY WAS NOT A TOOL FOR SOCIAL HOMOGENIZATION (ENGLISH VERSION)

Before cathedrals and mosques, before the cement of dogma covered the personal path to the Divine, there was an older way, a way of direct knowledge unmediated by priests, institutions, or imposed sacred texts; this is the forgotten legacy of European shamanism, the deepest root of our spirituality, a time when connecting with the sacred was an act of individual sovereignty. What unites the various forms of contemporary shamanism are four fundamental pillars: trance journeys, communication with spirits, divination, and holistic healing. Analyzing the findings of our most remote past, from the Paleolithic and Neolithic periods, we find evidence of all four of these elements. Based on the above and other important observations, recent studies in archaeology, anthropology, and the history of religions converge on an interesting interpretation: in the Neolithic period, Europe was home to shamanic forms deeply similar to those that currently survive in Siberia, the Americas, and other parts of the world. Trance was the shaman's main vehicle, the tool for forcing the gates of ordinary perception; this altered state of consciousness was achieved through the hypnotic rhythm of drums, dance, fasting, and the ritual use of psychoactive plants. The most significant evidence of the ancient practice of trance consists of images. In cave paintings and engravings, hybrid figures of men and animals can be seen representing shamanic transmutation, that moment when the individual transcends human form to take on the essence of an animal and travel to another reality. Regarding communication with spirits, which often took place during trance journeys, we can say that according to ancient and current shamanic beliefs, the whole world around us is populated by spirits; animals, trees, places, rivers, mountains, are all living beings endowed with consciousness, and the shaman can be considered a mediator who reports the knowledge acquired from these spirits. Even in the Neolithic period, humans communicated with spirits, as evidenced by burials that included deer antlers or boar tusks alongside the deceased. These findings indicate the presence of a shaman whose spirit ally was that animal. Furthermore, statuettes of water birds, bears, or other animals found at various sites are representations of spiritual helpers. As for divination, we can say that it is one of the oldest and most universal shamanic practices. In the Neolithic period, people sought advice for the future by interpreting the flight of birds, cracks in bones thrown into the fire, or the shapes of clouds. The three practices I mentioned were used to obtain knowledge by means other than logical reasoning; then there were healing rituals involving herbs, songs, and energy manipulation; shamanic healing recognized the holistic nature of illness, the causes of which are often spiritual or emotional, rooted in an imbalance within the person themselves, with the community, or with the natural world. Unlike institutionalized monotheistic religions, which have imposed dogmas, immutable divine laws, and celestial hierarchies that perfectly reflect those on earth, in the thousand forms of indigenous and tribal shamanism there are no dogmas to be accepted on faith or divine laws to be respected; spirituality is not a court of law but a journey. in this context, there is no hierarchical figure imposing a doctrine, no one has a monopoly on spirituality, there are shamans but they do not hold power over others, they transmit the knowledge they have acquired in trance, therefore without using logical reasoning. With respect to those who believe that shamanic journeys are explorations of parallel worlds, my personal interpretation is more psychological. For me, these journeys are inner journeys, and the spirits encountered, such as power animals, are not external entities but expressions of parts of ourselves. They represent what we might call intuitive intelligence, a part of us that too often remains silent because it is suffocated by the frenzy of everyday life. In light of the above, I believe that we modern pagans must take into account that original spirituality was very similar to the few remaining forms of shamanism. Therefore, in constructing our rituals, we can take inspiration from shamanic rites, but we must rework them with a contemporary perspective based on our current knowledge.

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Voglio aperta la vagina

Voglio aperta la vagina

Mostro con orgoglio e vanto la mia vagina rosa liscia e aperta pronta per farsi penetrare da più piselli possibili

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LINGUAGGIO FELINO

Avere un gatto in casa è sempre una esperienza indimenticabile. Molto dipende ovviamente dal carattere del felino, ci sono gatti tranquilli e quelli più scatenati che mal si adattano a un appartamento. Il linguaggio felino è complesso e non sempre un gatto sopraggiunge al primo richiamo con passo celere ci sono varie storie in tal senso. Molti felini sono diffidenti e sospettosi, altri chiassosi e frenetici. Il linguaggio felino va compreso in tutte le sue sfumature. Ci sono parole chiave che ci consentono avvedutamente di interagire con un gatto domestico e non. Molti studiosi hanno indicato le parole principali per evitare che un gatto diventi strano e intrattabile, confusionario e stizzito. In primo luogo non bisogna pressare il felino con insistenza usando un tono alto di voce e arrabbiato. Bisogna valutare lo scintillio dei suoi occhi e il movimento della coda che è indicativo. Bisogna stabilire delle regole tacite che non devono essere infrante specie con i gatti più furbi. Bisogna evitare di fumare, di portare tacchi, si svegliare all’improvviso, di fare rumore assordante, di parlare forte, di singhiozzare. La parola magica è il nome del gatto da pronunciare quasi come un sussurro, in modo rilassato. E’ un segnale emotivo forte e il gatto si sente protetto e rassicurato, pronto a dare fiducia. Vedremo presto le sue pupille dilatate. Una altra parola piacevole che le orecchie del gatto odono felici è bravo, brava da dire come fosse una melodia secondo uno studio condotto nel 2019. Il tono di voce calmo è quello più gradito, che spaventa di meno. È una forma di approvazione che il micio percepisce con dolcezza. Si può dire la parola accarezzando il gatto nella parte frontale. E’ una parola che trasmette calore. Una parola condivisa, che trasmette emotività. Un'altra parola è qui che può spingere il felino ad arrivare con la coda sollevata. E’ un invito a fidarsi, il gatto non sempre da la sua fiducia subito., quando la concede è per sempre E’ un linguaggio quadi di addestramento, segreto. La parola qui significa volere fare entrare il micio nella propria sfera intima, nel proprio spazio e il gatto apprezza essendo una creatura territoriale che divide i luoghi in sicuri e da evitare. A lui ci deve avvicinare però lentamente. Qui deve essere una offerta non un comando, un segnale forte di intimità. Una altra parola da usare è vieni per creare una connessione, per fare una proposta. Una parola che ha valenza positiva che colpisce la indipendenza del felino. Vieni deve essere usata sempre in contesti positivi non ad esempio quando si è in visita dal veterinario. Dopo vieni si può premiare il gatto con dei croccantini. Una parola da ripetere con frequenza è amore magari con occhi socchiusi. Si può usare pure la parola va bene, che riduce lo stress che crea una interazione. Molto dipende dalla personalità del gatto, dai traumi che ha subito , dall’ambiente in cui è stato allevato, se è stato sterilizzato Il gatto ha bisogno di vibrazioni calde che lo fanno sentire accolto. Per farsi intendere meglio poche parole giuste, talvolta è necessaria una connessione senza parole, solo sguardo dolce, gesti lenti e pigri. La voce deve essere sempre calma. Se siamo chiassosi e caotici il gatto ci ignora.

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Dal rullo Kodak ai set internazionali

Dal rullo Kodak ai set internazionali

Dietro ogni immagine c’è una storia, e dietro ogni storia c’è uno sguardo capace di trasformare la luce in emozione. In questa intervista a Valentina Caniglia, la fotografa ripercorre le tappe della sua carriera: dagli esordi con una macchina fotografica a pellicola fino ai set cinematografici e televisivi che l’hanno vista protagonista. Un percorso fatto di ricerca, sperimentazione e passione, dove ogni progetto diventa occasione per raccontare nuove narrazioni visive e catturare sentimenti destinati a restare impressi nello spettatore. Quando è cominciata la tua passione per la fotografia? “La mia passione per la fotografia è iniziata da piccola. Ho sempre immaginato un mondo pieno di fotogrammi creati dalla mia fantasia o da un qualcosa o qualcuno che osservavo. Da piccola mi regalarono una macchina fotografica, in pellicola Kodak, con la quale potevo scattare solo 10 fotografie a rullo, quindi dovevo scegliere i fotogrammi che ritenevo interessanti da scattare.” Se dovessi scegliere un titolo fotografico per la tua vita, quale sarebbe ? “Il titolo fotografico sarebbe “Catturare le emozioni con amore all’infinito”.” Quale progetto ti ha insegnato di più sul rapporto tra luce e narrazione? “Ogni progetto, dove ho curato la fotografia cinematografica, mi ha insegnato qualcosa di nuovo, proprio perché è stato concepito con una narrazione e una storia diversa, che mi hanno permesso di esplorare la luce e di plasmarla in modi differenti, per raccontare il viaggio delle emozioni attraverso storie sempre nuove e mutevoli. Così che con l’esperienza e la creatività ho potuto rischiare e racchiudere con i fotogrammi i sentimenti dei personaggi”. Quale emozione cerchi di catturare anche inconsciamente? “Io catturo lo stato d’animo dei personaggi che si evolvono, percorrendo dei viaggi di ogni tipo attraverso le storie del cinema e della televisione, con la luce, le inquadrature ed i movimenti della macchina da presa. Ogni azione sia fisica, interiore e mentale è un raccontare il mio compito è catturarle per dare emozioni a chi le guarda”. Se dovessi scegliere un lavoro che rappresenta la mia firma quale sarebbe? “Più di un lavoro direi, Melograni e Mirra con Hiam Abbass, Ali Suliman e Yasmine Al Massri, 3 days rising con Mickey Rourke, Peter Green e Ice- T, Fred won't move out con Elliott Gould, Isola con Fanny Ardant e Joanna Kulig, Adieu Lacan con David Patrick Kelly, e l'ultimo film che uscira' presto Jesus Land con Juliette Lewis e Ella Anderson e Fly Little Bird con Zoe Bleu Arquette e Manjinder Virk sono i lavori che mi rappresentano al meglio”. Se dovessi descrivere la tua carriera come un viaggio quale sarebbe un tappa che ancora ti manca? “Io sono grata di quello che ho fatto tutto da sola e di quello che devo ancora fare. Ho delle tappe da raggiungere e una di queste è sempre collaborare con registi e un team meraviglioso, per raccontare storie che arrivano al cuore delle persone, che siano film d’azione o altro. Io sono dell’idea che, fin quando riesco a fare dei bei progetti, non mi manca nulla. Essere su un set è la mia passione, è quello mi completa. E chissà... un Oscar alla migliore fotografia cinematografica sarebbe una bellissima emozione!”. Articolo: Dott.ssa Mietto Elisa Dirigente del servizio: Ufficio Stampa & Produzioni MP di Salvo De Vita Resp. e Tutela Immagine: Dott. Salvo De Vita Distribuzione Nazionale Digitale: Urban Dream di Mietto Elisa

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"L'amore non ha soluzione" di Alex Normanno mette in discussione l’idea di fallimento

"L'amore non ha soluzione" di Alex Normanno mette in discussione l’idea di fallimento

«Non sono l’uomo che volevi». È una frase che nei colloqui di mediazione familiare ricorre sempre più spesso: identifica l’istante in cui due percorsi non riescono più a procedere nella stessa direzione, pur in assenza di un conflitto esplicito. È dentro questo scenario, che riguarda una parte crescente delle separazioni adulte, che si colloca “L’amore non ha soluzione”, il nuovo singolo di Alex Normanno disponibile dal 25 dicembre. Il cantautore brianzolo, forte di una carriera ventennale, di una comunità social da oltre 100.000 followers e di un passato radiofonico riconoscibile, torna dopo un biennio di pausa con un lavoro che utilizza l’accettazione come punto d’ingresso per osservare una trasformazione che tocca molti. Normanno parte dall’istante in cui una relazione mostra la propria struttura effettiva: l’identità dell’altro non coincide più con quella immaginata. Non c’è ricerca di colpe o colpevoli, nessun tentativo di addolcire il quadro. Solo quella frase, «non sono l’uomo che volevi», e un punto fermo da cui la chiusura appare come esito di un percorso, non come rottura improvvisa. Il brano introduce un tema spesso eluso nei racconti sulle relazioni: chiudere una storia non significa fallire. Nelle consulenze di coppia viene ricordato con frequenza crescente che alcune traiettorie non si interrompono per mancanza di sentimento, ma perché la direzione di crescita non è più condivisa. È una verità apparentemente ovvia, ma raramente ammessa: riconoscere una battuta d’arresto può rappresentare un’assunzione di consapevolezza, non una caduta. Viviamo in un tempo che trasforma ogni battuta d’arresto in fallimento e ogni distanza in colpa; “L’amore non ha soluzione” nasce per spostare la prospettiva sulla possibilità di leggere la fine come esito naturale di un percorso, offrendo uno sguardo adulto su una storia che termina senza alcuna drammaturgia. La «lacrima ghiacciata» citata nel testo è un’immagine utilizzata nei centri di consulenza per descrivere una fase specifica, quella in cui il sentimento per l’altro rimane, ma non avanza. Non si trasforma, non trova nuove direzioni. Resta immobile. Nel brano questa immagine non viene enfatizzata, ma inserita con delicatezza, aderendo al linguaggio con cui molte persone raccontano ciò che sentono quando una storia finisce giunge al capolinea. Il contesto sociale conferma la portata del tema. Le statistiche più recenti indicano che oltre la metà delle separazioni nelle coppie conviventi nasce da incompatibilità maturate nel tempo, non da eventi traumatici. È un fenomeno che riguarda soprattutto gli adulti tra i 30 e i 50 anni e che sta cambiando anche il modo in cui la cultura racconta l’addio: meno drammi, più consapevolezze tardive. “L’amore non ha soluzione” è la forma canzone di una situazione comune ma ancora poco spesso tematizzata con chiarezza. La produzione firmata da Aki (Antonio Chindamo) e la scrittura condivisa con Daniele Piovani seguono la stessa linea. Arrangiamenti essenziali sono il perfetto tappeto sonoro di un impianto che lascia spazio alle parole senza cercare di deviarne il senso. È una traccia che guarda alla maturità e non al colpo di scena, in continuità con un artista che negli anni ha attraversato palchi, tour, radio e pause necessarie per ridefinire il proprio percorso. Normanno sintetizza così questo passaggio: «Sentivo il bisogno di rimettere ordine. Non per attribuire colpe, ma per guardare ciò che era accaduto con la distanza necessaria. A un certo punto la distanza si vede. Ignorarla complica tutto. Il brano nasce da questo: dalla necessità di chiamare le cose con il loro nome.» Il singolo dialoga con una discussione già presente nei media e nelle produzioni contemporanee: podcast, rubriche di costume e serie televisive stanno dedicando sempre maggior attenzione agli obbiettivi sentimentali che cambiano in silenzio, lontano dai modelli romantici e romanticizzati più classici. “L’amore non ha soluzione” traspone questa prospettiva dentro il pop italiano con un tono aderente alle modalità con cui i rapporti di coppia si trasformano oggi. Il videoclip ufficiale, in uscita nelle prime settimane del 2026, presenta un’impostazione coerente con il brano, dando grande centralità al contesto. Il rientro discografico di Alex Normanno non punta a rincorrere un trend, ma cerca una chiarezza che trova la propria espressione nell’equilibrio. È una direzione sempre più frequente tra gli artisti adulti che, dopo periodi di pausa o ridefinizione, scelgono una scrittura più nitida e meno mediata. La collaborazione con Auditoria Records si inserisce in questa scelta e apre un capitolo nuovo, più consapevole, nel percorso dell’artista.

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Freakybea: “Sottovoce”

Freakybea: “Sottovoce”

Il nuovo singolo della cantautrice toscana, un canto intimo che anticipa l’EP “Mondi”, in uscita il 19 dicembre Dopo aver segnato il suo percorso con brani come “Sono Tornata (re-version)” e “Settembre”, Freakybea presenta “Sottovoce”, il nuovo singolo che anticipa l’EP “Mondi”, in uscita il 19 dicembre 2025. Un brano delicato e profondo, che sceglie la via della protezione e della cura, trasformando un gesto d’affetto in musica. “Sottovoce” è una lettera non detta, un canto intimo dedicato a una persona fondamentale che sta attraversando un momento di smarrimento. La voce di Freakybea racconta un legame autentico, quello che permette di offrire sostegno senza invadenza: una canzone scritta “piano piano, sottovoce”, per non ferire, per non aggiungere peso, ma per ricordare che un appiglio esiste. Il testo unisce immagini poetiche – la neve in Africa, una chiesa in Canada, la ruota di una bicicletta – a un realismo emotivo che parla di nostalgia, cura e appartenenza. Musicalmente, il brano vive di un pop acustico caldo, con una produzione che privilegia gli spazi sonori e la vicinanza della voce. Le melodie sono dolci ma mai zuccherine, costruite per trasmettere movimento e intimità. Il ritornello mantiene un’apertura cinematica, pur restando fedele al tono confidenziale. Con “Sottovoce”, Freakybea aggiunge un tassello fondamentale al mosaico di “Mondi”: un EP che esplora i mondi interiori e relazionali, raccontando fragilità, rinascite e legami autentici. Ogni brano è un universo distinto, ma insieme compongono un percorso coerente che mette al centro la vulnerabilità come forma di forza. L’artista lucchese ha presentato il suo nuovo lavoro in anteprima il 14 dicembre presso Il Pinturicchio di Lucca. L’evento, organizzato da Freakybeacollective APS, il più grande release party mai realizzato in Toscana, un nuovo percorso artistico per Freakybea, cantante, autrice e performer attiva da oltre dieci anni sui palchi italiani ed esteri. Freakybea è una cantautrice, performer, vocal coach e produttrice con una carriera poliedrica e una voce autentica. Dopo gli esordi a Sanremo Giovani e un’intensa attività live, diventa impersonator ufficiale di Madonna, calcando palchi internazionali. Collabora con artisti come Africa Unite, Giuliano Palma, Bandabardò e Capleton, e partecipa a programmi TV come ItaliaSì, Linea Verde e I Raccomandati. Nel 2022 debutta a livello discografico con “Sono Tornata”, brano selezionato da Amnesty International per il concorso Voci per la Libertà. Da lì, una serie di riconoscimenti: Premio Orgoglio Italiano, finali di Sanremo Rock, Cantagiro (Premio della Critica), MSC Factor America e Fantastico Festival. Attualmente collabora con Studio Medasound e Fausto Marrucci per produzione, mixing e mastering. Il 12 settembre 2025 pubblica “Settembre (re-version)” seguito il 3 ottobre dal nuovo singolo “Sono tornata”. Il 5 dicembre arriva in radio “Sottovoce”, ultima anticipazione di quello che sarà l’EP “Mondi”, in uscita il 19 dicembre. Etichetta: Orangle Records

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Conversazione sul Risorgimento europeo

Conversazione sul Risorgimento europeo

Il prossimo 11 dicembre sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversione sul tema “Lajos Kossuth e Giuseppe Mazzini” , organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” e dal Centro studi italo-ungherese “Árpád” di Reggio Calabria. Tenuto conto della valenza e dell’alto significato storico-culturale, l’incontro ha ricevuto per tali motivazioni, l’Alto Patrocinio dell’Ambasciata di Ungheria. La manifestazione, come evidenziato nel testo epistolare da parte del Primo Consigliere Dott. Zoltán Adány della Ambasciata di Ungheria, inviato alle due co-associazioni reggine, rappresenterà un autorevole contributo alla promozione del dialogo interculturale e offrirà spunti e riflessioni molto interessanti su un periodo storico di grande fermento e di profonde trasformazioni politiche, sociali e culturali. Nel corso dell’incontro, organizzato dalle due co-associazioni reggine, si registrano le presenze del Primo Consigliere Dott. Zoltán Adány della Ambasciata di Ungheria, di Pietro Finelli (Direttore “Domus Mazziniana” Pisa); Gianni Aiello (Presidente Circolo Culturale “L’Agorà”) ed Antonino Megali (Vice presidente Circolo Culturale “L’Agorà”). La conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da giovedì 11 Dicembre.

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Una canzone dedicata a Emanuela Orlandi. Simone Riva canta “La città che non parla”

Una canzone dedicata a Emanuela Orlandi. Simone Riva canta “La città che non parla”

Una canzone per ricordare, per non dimenticare e per dare voce a un dolore che attraversa le generazioni. L’appassionato cantante Simone Riva annuncia l’uscita di “La città che non parla”, un brano profondamente emotivo dedicato alla memoria di Emanuela Orlandi, la quindicenne scomparsa il 22 giugno 1983 e mai più ritrovata. «Guardando la televisione da bambino appresi la notizia della scomparsa di Emanuela Orlandi - racconta Riva -. Un episodio che non ha segnato soltanto l’Italia, ma anche me, in modo profondo. Questa inquietudine l’ho portata dentro fino ad adesso». La canzone nasce proprio da questo sentimento: un’urgenza espressiva, un bisogno di trasformare in musica la memoria di una storia che rimane una ferita aperta nel cuore della nazione. Simone Riva sottolinea come il brano, con un testo scritto di suo pugno, non sia soltanto un omaggio alla giovane Emanuela, ma anche un pensiero rivolto ai suoi familiari, che da oltre quarant’anni portano avanti una battaglia di verità e giustizia. «Voglio dedicare questa canzone alla famiglia Orlandi, che ha vissuto indicibili sofferenze», precisa l’artista. “La città che non parla” è un viaggio sonoro dentro una storia piena di interrogativi. Il testo, carico di immagini evocative, alterna nostalgia, dolore e speranza, chiedendo con voce insistente: “Emanuela, dove sei?”. Una domanda che risuona ancora oggi, come una eco collettiva che non vuole spegnersi. Hanno collaborato alla realizzazione del brano l’arrangiatore e polistrumentista Nicola Ursino, ideando e realizzando interamente la parte musicale; il chitarrista autodidatta Christian Fabiano con un contributo prezioso della sua sei corde; Massimo Pezzoni, poeta e vincitore del Premio Giotto, che ha prestato la voce alla parte introduttiva; Enrico Riva, padre dell’artista, che si è occupato della fotografia. Biografia Simone Riva, classe 1972, ha cominciato a svolgere attività di volontariato, raccogliendo i rifiuti abbandonati, a partire dai cinque anni d’età, dopo che il nonno paterno lo ha rimproverato per aver gettato una bottiglietta di plastica nel camino. Dal 2011 la sua storia di ecologista convinto diventa pubblica, con l’interessamento di giornali, radio e televisioni e la realizzazione di innumerevoli servizi. Per la sua dedizione all’ambiente ha ricevuto oltre venti targhe comunali, un riconoscimento da Regione Lombardia e il prestigioso “Panettone d’oro”, premio alla virtù civica. È inoltre detentore di un record mondiale: dopo la raccolta rifiuti sugli scogli di San Mauro Mare per 25 ore filate e a Mediglia per 30 ore consecutive, nell’autunno 2022 ha siglato l’ultimo record di 50 ore non stop, ottenendo anche una targa ufficiale dal Comune di Peschiera Borromeo. Simone Riva tra il 2022 e 2025 ha inciso diverse canzoni: “Bacchespani”, “Porsea”, “Non abbandonare il cane”, “E invece no”, “La ciappana”, “Giuà l'ucuturash”, “Forse il tuo pisello non lo sa”, “No to violence” della durata record di un solo in un secondo, “L’isola che c’è” per denunciare il problema della plastica in mare, “Miagolandia” dedicata ai gatti trovatelli e al prezioso lavoro dell’omonima Onlus di Mediglia e la cover “Rock'n'Roll Robot” di Alberto Camerini.

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Smart city e efficienza energetica: torna Smart Building Expo 2025

Smart city e efficienza energetica: torna Smart Building Expo 2025

A Fiera Milano, dal 19 al 21 novembre, torna Smart Building Expo 2025, l’evento dedicato alla transizione digitale ed ecologica dell’edilizia. Professionisti e aziende si incontrano per condividere idee e tecnologie al servizio della smart city del futuro. Manca poco all’apertura di Smart Building Expo 2025, la manifestazione internazionale organizzata da Fiera Milano e Pentastudio dedicata all’innovazione tecnologica, all’efficienza energetica e all’integrazione dei sistemi. Dal 19 al 21 novembre 2025, progettisti, ingegneri, installatori, imprese e stakeholder pubblici e privati si incontreranno nei padiglioni di Fiera Milano – Rho per confrontarsi sulle nuove sfide della transizione energetica e digitale. Con un’esposizione in crescita del 20% rispetto alla scorsa edizione, SBE 2025 ospiterà numerosi protagonisti dell’industria e della system integration, tra cui ABB, Adeogroup, Eelectron, Finder, Gewiss e Vimar, e offrirà un ricco programma di workshop, eventi formativi e incontri B2B, costruito per coniugare aggiornamento tecnico e opportunità di business. Un’agenda su tre giorni per raccontare l’evoluzione dell’energia urbana Smart Building Expo 2025 si articolerà in tre giornate tematiche, con focus complementari sui grandi pilastri della twin transition: decarbonizzazione, elettrificazione e digitalizzazione urbana. Il 19 novembre si aprirà con un workshop istituzionale sull’EPBD IV, la nuova direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici, promosso da MASE, ANCE, ANIE e Adiconsum, per analizzare il quadro normativo e gli impatti sui prossimi investimenti pubblici e privati. Alle ore 14.00 è attesa anche la tavola rotonda promossa da CNPI e Fondazione Opificium sul Conto Termico 3.0, in vigore da dicembre, per analizzare il ruolo dei professionisti e delle imprese nella riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, con particolare attenzione agli strumenti incentivanti e alle opportunità concrete per il settore impiantistico. A seguire, un approfondimento tecnico sui Data Center, in collaborazione con DEERNS Italia, proporrà soluzioni per ridurre l’impatto energetico delle infrastrutture digitali attraverso intelligenza artificiale, immersion cooling e fonti rinnovabili. Il 20 novembre il tema centrale sarà l’elettrificazione degli edifici, con un workshop dedicato al Real Estate e all’impatto della nuova normativa europea sulla valorizzazione immobiliare. Seguiranno due focus verticali: il primo in collaborazione con Prosiel, affronterà la sostituzione degli impianti a gas con sistemi elettrici integrati; il secondo, con il format Hotellerie 4.0, esplorerà le potenzialità della digitalizzazione negli hotel tra qualità dell’aria, automazione e comfort personalizzato. Il 21 novembre si passerà dalla scala dell’edificio a quella della città. Con il workshop From Building to City, realizzato con Smart Buildings Alliance, si discuterà di smart city, interoperabilità e digital twin, con al centro la nuova norma UNI 11973-2025, destinata a orientare l’evoluzione intelligente del tessuto urbano italiano. Nella stessa giornata si terrà anche il Meeting Nazionale Smart Installer, che ospiterà il progetto europeo LIFE-SKEMA, dedicato alla formazione tecnica per la twin transition, con ENAIP come capofila. Le quattro Piazze dell’Innovazione Cuore pulsante dell’area espositiva saranno anche quest’anno le Piazze dell’Innovazione, veri e propri hub tematici per l’approfondimento e il networking. A firmare i contenuti delle quattro aree saranno Smart Buildings Alliance (SBA) con From Building to City, AIBACS con la Piazza della Building Automation, KNX Italia con la Piazza dell’Integrazione e Rinnovabili con il Rinnovabili District, lo spazio interamente dedicato alla sostenibilità energetica e alle tecnologie emergenti. Torna il Rinnovabili District Anche nel 2025 il Rinnovabili District si conferma come uno spazio dinamico di confronto tra imprese, istituzioni, ricerca e professionisti. Tre giornate di talk, panel tecnici e momenti di networking animeranno un’area immersiva dedicata all’innovazione energetica e urbana. Mercoledì 19 novembre Focus su energie rinnovabili e modelli energetici emergenti: produzione distribuita, prosumer, multiutility e digitalizzazione dell’energia. Speaker confermati: ENEL X, RSE, IREN Mercato, Italia Solare, R2M Solution, Smart Domotic, GSE, LOYTEC, Schneider Electric, Politecnico di Milano, QUMULO. Giovedì 20 novembre Giornata dedicata alle Comunità Energetiche Rinnovabili, alla nuova EPBD IV e all’autoconsumo collettivo. Si discuterà di scalabilità, Smart Readiness Indicator e ruolo dell’EGE. Speaker confermati: E.ON Italia, Rödl & Partner, ENGREEN, EETRA, Consiglio Nazionale Ingegneri, ESCo E2.0, Energy Center del Politecnico di Torino, Asso EGE. Venerdì 21 novembre Al centro: storage, smart grid, idrogeno urbano e infrastrutture per la mobilità elettrica. Approfondimenti su tecnologie di accumulo e città intelligenti. Speaker confermati: PLENITUDE, PRYSMIAN, ECOFLOW, EXIDE TECHNOLOGIES, UFI HYDROGEN, Coordinamento FREE, H2IT. Uno spazio dedicato all’illuminotecnica, grazie alla collaborazione con ASSIL Anche l’illuminazione efficiente sarà protagonista a Smart Building Expo, grazie alla collaborazione con ASSIL, l’associazione confindustriale che rappresenta il settore dei sistemi di illuminazione. Un’area tematica sarà interamente dedicata a questa componente chiave per l’efficientamento energetico degli edifici. Un ecosistema integrato: la proposta di MIBA Il percorso di Smart Building Expo sui temi delle energie alternative e della città sostenibile si inserisce nella visione integrata promossa da MIBA – Milan International Building Alliance, il format fieristico di Fiera Milano che mette al centro l’edificio sostenibile, efficiente e sicuro. SBE si svolgerà infatti in contemporanea con: ● MADE Expo, evento di riferimento per l’edilizia in Italia ● SICUREZZA, tra i principali appuntamenti europei dedicati alla security e alla prevenzione incendi ● GEE – Global Elevator Exhibition, dedicata alla mobilità verticale e orizzontale Una sinergia strategica tra mercati complementari, chiamati a cooperare per costruire il futuro dell’edilizia e delle città intelligenti. Ti aspettiamo dal 19 al 21 novembre 2025 a Fiera Milano. Per ulteriori informazioni: smartbuildingexpo.it Link:rinnovabili.it/green-building/building/smart-building-expo-2025-parte-il-conto-alla-rovescia/

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Pergovetrate di Luigi Pagano: la prima azienda in Sardegna a integrare l’intelligenza artificiale

Pergovetrate di Luigi Pagano: la prima azienda in Sardegna a integrare l’intelligenza artificiale

Pergovetrate di Luigi Pagano: la prima azienda in Sardegna a integrare l’intelligenza artificiale nella progettazione di pergole bioclimatiche e vetrate panoramiche Olbia, Sardegna – 11/11/2025 – L’eccellenza artigianale incontra l’innovazione digitale: Pergovetrate di Luigi Pagano, con sede a Olbia, è la prima azienda in Sardegna ad aver integrato l’intelligenza artificiale (AI) all’interno dei propri processi di progettazione e vendita di pergole bioclimatiche, verande e vetrate panoramiche su misura. Un passo tecnologico pionieristico, reso possibile grazie alla collaborazione con Cleantech-Olbia.it , società innovativa specializzata in soluzioni digitali e automazione intelligente per imprese. Intelligenza Artificiale e Design: un binomio vincente Pergovetrate ha rivoluzionato il concetto di progettazione outdoor introducendo un sistema basato su AI e render 3D fotorealistici. Il cliente può oggi dare una foto della propria casa, giardino o attività e vedere in tempo reale come apparirà la pergola bioclimatica o la vetrata panoramica installata nel suo spazio. Un’innovazione che lascia ogni cliente sbalordito e pienamente soddisfatto, offrendo un’esperienza visiva precisa, emozionale e personalizzata. Grazie a questa tecnologia, l’azienda ha aumentato il volume di lavoro, migliorato l’efficienza interna e portato la customer experience a un livello mai visto prima in Sardegna. “Ogni volta che mostriamo un render, il cliente resta a bocca aperta. Grazie all’intelligenza artificiale implementata da Cleantech-Olbia.it, possiamo mostrare in anteprima il risultato finale, creando fiducia e trasparenza. È il futuro del nostro settore”, spiega Luigi Pagano, fondatore e titolare di Pergovetrate. Pergole bioclimatiche e vetrate panoramiche Made in Italy Il sito ufficiale pergovetrate.it presenta un ampio catalogo di prodotti personalizzabili: Pergole bioclimatiche in alluminio o legno con lamelle orientabili, automatizzate e resistenti agli agenti atmosferici. Vetrate panoramiche scorrevoli o impacchettabili, completamente trasparenti e senza profili verticali. Coperture e chiusure per terrazze, giardini e locali commerciali, perfette per tutte le stagioni. Tutte le strutture sono realizzate con materiali certificati e 100% Made in Italy, con un occhio attento alla sostenibilità, efficienza energetica e design contemporaneo. Un sito intelligente e interattivo Il portale pergovetrate.it è tra i più avanzati del settore in Italia. Integra un assistente virtuale multilingue capace di rispondere automaticamente alle domande dei clienti, fornire preventivi personalizzati, fissare sopralluoghi gratuiti in tutta Italia e persino generare render fotorealistici in tempo reale. Un sistema creato in collaborazione con Cleantech-Olbia.it, che dimostra come la tecnologia AI applicata al design e all’architettura possa migliorare concretamente l’esperienza d’acquisto. Espansione e visione Guardando al futuro, Luigi Pagano promette che Pergovetrate continuerà a migliorare e innovare, facendo dell’intelligenza artificiale un punto di riferimento per la soddisfazione del cliente. “Vogliamo che i nostri clienti vedano con i propri occhi prima di acquistare,” spiega Pagano. “Il nostro obiettivo è che rimangano veramente soddisfatti, perché il nostro lavoro è proprio questo: farli sentire felici. Oggi, grazie al render, ogni cliente può vedere la sua foto con le nostre pergole o vetrate in qualsiasi condizione atmosferica — pioggia, neve, sole o vento — e questo rende tutto più realistico e coinvolgente. Ma non ci fermeremo qui: presto aggiungeremo molte altre funzioni che ci permetteranno di soddisfare ancora di più le loro richieste.” Con questa visione, Pergovetrate di Luigi Pagano si conferma non solo un marchio di qualità, ma anche un simbolo di innovazione e avanguardia tecnologica in Sardegna e in Italia. Informazioni e contatti Pergovetrate di Luigi Pagano 📍 Sede: Olbia, Sardegna (Italia) 🌐 Sito web: pergovetrate.it 📞 Telefono: +39 349 1165020 📧 Email: info@pergovetrate.it Partner tecnologico AI: Cleantech-Olbia.it

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