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Gli abusi sui minori raccontati da chi li ha subiti: "Asia respira" di Asia Morellini

Gli abusi sui minori raccontati da chi li ha subiti: "Asia respira" di Asia Morellini

Ci sono storie che non dovrebbero esistere e che invece rientrano nei numeri che ogni anno segnano le statistiche italiane degli abusi sui minori. Secondo le rilevazioni più recenti dell’autorità giudiziaria e dei centri dedicati alla tutela dei minori, oltre la metà delle vittime di violenza sessuale ha meno di quattordici anni. È una realtà che si alimenta nel silenzio, nella vergogna e nell’omertà; che si annida dentro le case, nelle abitudini quotidiane, nei sorrisi forzati che nessuno sa interpretare. “Asia respira”, il nuovo singolo di Asia Morellini, racconta quello che l’artista ha vissuto in prima persona a soli sette anni e il modo in cui quell’esperienza continua a incidere sulla sua vita adulta. La prima immagine è quella di una bambina che interpreta come un gioco ciò che gioco non è. «Per me il letto serve per dormire» è una frase che non ha bisogno di essere spiegata, che rappresenta in maniera straziante la distanza tra la percezione di chi subisce e ciò che l’adulto compie. Un confine che non andrebbe mai superato, quello tra innocenza e violenza, tra chi non ha ancora gli strumenti per leggere il mondo e chi invece lo legge distorto, piegando l’ingenuità di chi ha davanti verso un comportamento che non appartiene all’età infantile né a qualsiasi età in assenza di una reale possibilità di scelta. Questo è uno dei punti più difficili del brano, perché il non detto racconta più di ogni ulteriore dettaglio e segna il passaggio in cui una bambina comprende qualcosa che non dovrebbe riguardarla. La scrittura di Asia si sofferma poi ai suoi dieci anni, quando il corpo ha cominciato a reagire prima ancora che la mente fosse in grado di interpretare l’accaduto. «Non so, mi scappa, ho qualcosa di rotto» racchiude in maniera drammatica il sintomo che arriva prima della consapevolezza, un segno che emerge senza che nessuno, attorno, sappia leggerlo. Molteplici studi sul trauma infantile — dalle ricerche di Bessel van der Kolk sulla memoria corporea (The Body Keeps the Score) ai lavori di Judith Herman e Bruce Perry sulla risposta fisiologica ai traumi precoci — mostrano come il corpo reagisca prima della mente ed esprima quello che non trova ancora un linguaggio in cui essere detto. È per questo che, in molti bambini, compaiono segnali che sembrano scollegati dall’abuso: sintomi discreti, difficili da interpretare, che gli adulti liquidano come “fasi”, “capricci”, “sensazioni passeggere”. In realtà sono le prime incrinature di un equilibrio che, in assenza di uno sguardo clinico, nessuno è in grado di leggere. La parte centrale del brano è forse la più difficile da ascoltare: «non mi puoi toccare oppure comincio a tremare». È qui che il presente si riempie di un passato che non ha ricevuto il nome e il supporto giusti al momento giusto. La vita adulta viene attraversata da reazioni che non appartengono alla situazione corrente, ma a ciò che è rimasto cristallizzato anni prima. Il trauma mostra così la sua natura più silenziosa, perché non si manifesta attraverso il ricordo, ma in una risposta immediata, fisiologica, che interrompe la continuità dell’esperienza. Anche per questo la testimonianza di Asia assume un’importanza che va oltre il racconto personale. Non resta circoscritta alla dimensione individuale, perché anziché limitarsi a raccontare la tragicità dell’evento, entra in un territorio raramente affrontato nella musica italiana, quello delle conseguenze che un abuso lascia nel tempo. “Asia respira” diventa uno spazio in cui è possibile osservare la sedimentazione del trauma, la sua persistenza, la sua capacità di intervenire nella vita adulta con un riverbero e una potenza che non hanno bisogno di essere esplicitati per essere riconosciuti. La ripetizione di «respira» nel testo non è una formula di auto-incoraggiamento, ma il tentativo di riportare il corpo nel presente, di recuperare un ritmo che l’abuso ha alterato e che, a distanza di anni, continua a interrompersi. «Non respiro, lui non va via», al contempo, rappresenta l’affiorare di una reazione istantanea, la prova di quanto il passato continui a interferire con la vita adulta anche quando la mente tenta di procedere oltre. Questa dinamica è ampiamente documentata nella letteratura sul trauma infantile: dalle ricerche di Peter Levine, che ha descritto come le reazioni corporee residue (“unfinished defensive responses”) riaffiorino a distanza di anni, a quelle di Allan Schore, noto per i suoi studi sulla regolazione emotiva e sul modo in cui i traumi precoci vengono registrati a livello neurobiologico, tutte le analisi convergono su un punto: ciò che non può essere raccontato a parole trova spesso espressione attraverso il corpo, che anticipa la mente e ne condiziona il presente. La memoria non si manifesta sempre mediante immagini nitide, ma tramite scosse improvvise, irrigidimenti, sensazioni corporee che si presentano senza preavviso. È la logica del trauma precoce, che spesso ritorna come risposta fisiologica prima ancora che come pensiero o emozione riconoscibile. “Asia respira”, composto dalla stessa artista a quattro mani con Christian Galli e prodotto da Kelly e SamLover, è un brano scritto non per commuovere, ma per rivelare come un trauma infantile possa attraversare gli anni senza perdere intensità, incidendo sulle relazioni, sull’intimità, sulla percezione di sé. È la traduzione musicale di un fenomeno che chi lavora con le vittime conosce molto bene: l’oscillazione continua tra ciò che è stato e ciò che si prova a vivere, la fatica di riabituarsi alla “normalità”, il bisogno di generare un respiro che appartenga finalmente all’oggi. Un brano coraggioso che vuole portare nel dibattito socio-culturale un tema che ancora troppo spesso rimane confinato nella vita privata, o peggio, nel non detto. Un brano che chiede il riconoscimento morale, umano e civile della portata di quello che succede quando ciò che dovrebbe essere protetto viene violato: perché le conseguenze non riguardano solo l’infanzia, ma tutto ciò che viene dopo.

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Sperso: “Il segno che esiste il paradiso”

Sperso: “Il segno che esiste il paradiso”

Il suo nuovo singolo Scritto e composto da Daniele Pecci, il brano conferma la sua capacità di trasformare emozioni intime in musica autentica, con un linguaggio diretto e un sound che si muove tra il pop, il pop-rock e la scrittura cantautorale contemporanea.  “Il segno che esiste il paradiso” è una lettera al cielo ed è prodotto da i per i Recording Label. Una canzone nata dal dolore ma capace di aprirsi alla luce, dove ogni parola diventa un ponte tra ciò che non c’è più e ciò che continua a pulsare dentro. È un brano che racconta la perdita, ma soprattutto la presenza: quei segni piccoli, veri, che rimangono dopo ogni temporale. Un sorriso che affiora, una rondine che passa, un ricordo che scalda invece di far male.   È dedicata a chi ha perso qualcuno, ma non ha mai smesso di sentirlo accanto. Perché alcune persone restano: nel respiro, nei gesti, nella memoria e nell’amore che continua a vivere oltre ogni assenza. Daniele Pecci, in arte Sperso, è un cantautore livornese classe 2006, vincitore della terza edizione di Donarti Livorno con il brano “Ti ridono la tua vita”. Appena affacciato al panorama discografico ha vinto anche il Pisa Vocal Battle con l’ultimo brano uscito: "il segno che esiste il paradiso" e il brano "ti dedico una stella". “Il segno che esiste il paradiso” è il suo ultimo singolo ufficiale, dopo l’uscita di Luna. Il suo percorso parte da una chitarra e da un bisogno urgente di dire qualcosa. La scrittura arriva in un momento fragile, segnato dalla perdita dei suoi nonni: un dolore grande che Daniele ha trasformato nel modo più sincero che conosce: la musica.Da allora non ha più smesso. Le sue canzoni parlano di ciò che vive davvero: emozioni belle e difficili, l’amore, i dubbi, il desiderio di essere ascoltato e compreso. Tra le sue ispirazioni: Ultimo, Olly, Alfa, Antonello Venditti ed Enrico Nigiotti, artisti capaci di portare in musica storie vere, senza maschere. Sperso scrive prima di tutto per sé stesso, perché ne ha bisogno. Ma anche per chi, un giorno, potrà ritrovarsi nelle sue parole e sentirsi meno solo. Non si definisce, non si costruisce un personaggio: prova semplicemente a raccontarsi. Forse è proprio da lì che tutto comincia. Spotify: open.spotify.com/artist/5lLL5YpMpKbH7N0v1o3xLa?si=Pg7rSUs5TWChWnA7PMQY5w 
 Instagram: instagram.com/daniele.pecci?igsh=YXZ5NTN4OWRwenll 
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CUCINA

Banana Yoshimoto è nata nel 1965 figlia di un celebre saggista e critico giapponese. Ha scritto molte opere di narrativa divenute celebri anche in Italia dove la cultura giapponese è ancora poco diffusa e raccolte di saggi. Il suo romanzo più suggestivo è sicuramente Kitchen cucina. La protagonista, dopo la morte della nonna con cui viveva resta sola al mondo e la cucina è il solo luogo dove si rilassa e dove progetta nuovi piatti e dove arriva pure a dormirci per sentirsi serena anche se poi la sua mente non smette di fantasticare e di soffrire per i lutti familiari. Attanagliata dalla solitudine cerca di fare dei corsi di cucina. Sente però sempre il bisogno del calore di una famiglia. All’improvviso si apre uno spiraglio e viene accolta da un conoscente in casa sua. Istintivamente sa di potersi fidare. Comincia cosi una convivenza con una nuova famiglia dove ci sono alti e bassi. Il senso però è sempre quello di una sconfinata solitudine. La madre del ragazzo che l’ha accolta in casa in realtà è un travestito che lavora di notte in un locale dove poi viene ucciso per gelosia. Di nuovo la protagonista si sente perduta, perseguitata dalla morte e poi deve adattarsi alle abitudini di un'altra famiglia che conosce a stento. Lei si sente sola pure sul lavoro benchè sia circondata da colleghi. Lei si porta dietro una angoscia infinita, del resto per anni ha vissuto sola con una persona anziana come sua nonna che poi ha perduto. Il suo ruolo nella nuova casa è quello di casalinga. Non mancano gli equivoci, le incomprensioni. La vita sentimentale non è delle migliori. La rottura del fidanzamento avviene in occasione del peggioramento della salute della nonna. Le nuove attrazioni sono fuochi di paglia densi di problemi. Lei è sempre alla ricerca di calore, di allegria che però non trova facilmente. Le amicizie sono veloci, frettolose, non profonde, in esse non vi è dialogo aperto e franco .. Si salvano solo i sogni segreti. La protagonista odia il tempo libero perché non sa che fare. Cerca degli appigli, dei punti di partenza per risollevarsi. In certi giorni la vita le sembra un incubo. Lei tuttavia resta pura nonostante le contaminazioni del mondo. Lei vuole rimettersi in piedi ma ha nostalgie, ripensamenti, detesta il fatto che niente possa esistere in eterno, persino l’amore è fragile fatto di distacchi e allontanamenti. Lei non vuole lasciarsi sconfiggere, vuole combattere anche se si sente a tratti confusa. Scopre che la vita è imprevedibile, che ogni volta c’è un cambio di scena contro il proprio volere. L’amore stesso le appare bello solo all’inizio, poi non si sente mai compresa. Il male le appare sempre presente nella società. Lei a un certo punto cerca di conciliare i problemi con la vita di tutti i giorni, si barcamena. Cucinare rappresenta l’unico sfogo, un modo per realizzarsi. Le lezioni di cucina la distraggono. Lei inventa nuovi piatti. Si sente però sempre scontenta visto che è sola al mondo perché la felicità non è data dal possesso di lavoro, oggetti ecc. anche se si evita di parlare di morte la protagonista sa che bisogna sempre pagare un conto salato alla vita. Lei stessa dei giorni spera di essere morta e odia la luce del sole. Scopre che la stessa immaginazione può essere peggio della realtà. I pochi giorni lieti vorrebbe che non finissero mai. Per paura di sbagliare preferisce non decidere del futuro e cosi resta sospesa in un limbo. Sogna di andare lontano anche per poco tempo. Le ragazze perbene, ricche la snobbano e con loro non è possibile nessuna amicizia. La loro felicità la mette a disagio. Alcune ragazze sono gelose di lei e manifestano ostilità. Lei sa che deve affrontare ogni difficoltà da sola. Le parole crude la offendono, la stordiscono, lei si sente debole. Certi giorni finge che vada tutto bene per riprendersi. Lei si ostina a essere speranzosa ma si accorge che le esperienze l’hanno cambiata. Per dimenticare le piacerebbe viaggiare da un posto a un altro ma per lavoro non può. Nella sua desolazione riesce a capire lo stato d’animo degli altri essendo divenuta ipersensibile, segno che non tutti i mali vengono per nuocere. Cerca cosi di lottare contro la depressione anche se le sconfitte la colpiscono dentro. Certe volte anche la natura sembra partecipare alla sua solitudine con atmosfere cupe e desolate. Scopre l’esistenza del destino che non le permette in certi contesti di scegliere. Con il tempo allenata riesce a mantenere la calma nelle disgrazie cercando di fare il possibile. Sviluppa pure una sorte di sesto senso fino ad avere dei presentimenti. Si arrende alla idea che lo stesso amore non dura tutta la vita. Scopre che gli amori possono essere fatti di incomprensioni, minacce, dissapori, pettegolezzi. Le persone gentili, educate sono poche. Pur essendo giovane si scopre già adulta. Alla fine pensa che valga la pena di vivere nonostante tutto, nonostante la morte e le assurdità della vita basta trovare un equilibrio. Lei si fa bastare quello che ha. L’egoismo degli altri non la tocca più di tanto ha imparato a conviverci. Allontana i pensieri molesti e velenosi per salvarsi. Finisce per accettare i suoi limiti che non possono essere oltrepassati. Solo per i sogni a occhi aperti si sente ancora bambina. Lei cerca di andare avanti inseguendo la felicità. La scrittrice, che i critici dicono abbia avuto l’influsso dei film della tradizione giapponese, ha voluto porre l’accento sulla solitudine esistenziale dei giovani che non è detto perché sono giovani non abbiamo malinconie, nostalgie, problemi di relazioni, familiari, depressioni, stati d’animo alterati dalle circostanze. Dietro la spensieratezza dei giovani si può nascondere la solitudine, il dolore, il disadattamento.

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Muestrà, il rap come identità e destino

Muestrà, il rap come identità e destino

Nel panorama rap italiano, sempre più affollato di giovani che cercano di farsi spazio, emerge una voce nuova, sincera e determinata Muestrà. Un artista che non rincorre mode o personaggi, ma che costruisce la propria identità partendo da ciò che conosce meglio: le esperienze vissute sulla propria pelle. La sua storia musicale inizia come quella di molti della sua generazione: ascoltando i primi grandi trapper italiani, da Capo Plaza a Sfera Ebbasta, lasciandosi ispirare dall’energia dei freestyle improvvisati con gli amici. È da quei pomeriggi trascorsi a sfidarsi a colpi di rime che nasce la sua passione per la scrittura e per un mondo che, col tempo, diventa una necessità espressiva. L’artista racconta di sentirsi vicino al modo di scrivere di rapper come Capo Plaza, già citato in precedenza e Peppe Soks, capaci di trasformare storie personali in brani densi di realtà. Anche lui segue questa direzione: “Racconto semplicemente quello che ho vissuto e ciò che penso”, spiega. Niente finzioni, niente maschere: solo la verità di un ragazzo che usa la musica come diario e come arma. Tra i versi che più lo rappresentano c’è un tema che ricorre nel suo percorso: credere in se stesso, affrontare le difficoltà con determinazione e rivendicare la propria identità. È un messaggio centrale anche in Regole, una delle sue canzoni più significative, uscita quattro anni fa. La sua musica nasce in un ambiente che rispecchia la sua autenticità: la tranquillità, il silenzio, la concentrazione. “Quando compongo mi isolo, ascolto il beat e scrivo tutto ciò che mi viene in mente”, racconta. È un processo istintivo, spontaneo, che parte dalle emozioni per diventare poi metrica, flow, struttura. Pur conoscendo molti artisti emergenti, l’artista ha scelto una strada chiara: crescere prima da solo, senza affrettare collaborazioni che non rispecchiano ancora il suo livello ideale. Non nasconde, però, il sogno di poter un giorno condividere il microfono con Big come Kid Yugi, Guè Pequeno o Marracash. Il mondo del rap di oggi non è semplice: “Siamo tantissimi, sfondare non è per nulla facile”, afferma. Pubblicare da autodidatta richiede impegno, qualità e una grande dose di resilienza. La mancanza di un’etichetta può essere un ostacolo, ma anche uno stimolo per distinguersi. Il prossimo obiettivo è già chiaro: il suo primo album ufficiale, un progetto che possa rappresentare al 100% la sua identità artistica, completo di una copertina che mostri finalmente il suo volto e il suo stile. Un modo per raccontarsi davvero, senza filtri. I suoi brani sono disponibili sul suo canale YouTube, attivo da cinque o sei anni, dove l’artista ha documentato la sua evoluzione, canzone dopo canzone. Muestrà ha intrapreso un nuovo percorso professionale, affidandosi al marchio MP del Dott. Salvo De Vita, che ne cura produzione, management e ufficio stampa. Articolo: Dott.ssa Mietto Elisa Dirigente del servizio: Ufficio Stampa & Produzioni MP di Salvo De Vita Resp. e Tutela Immagine: Dott. Salvo De Vita Distribuzione Nazionale Digitale: Urban Dream di Mietto Elisa

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LA RICOSTRUZIONE DELLA RELIGIONE DEL NEOLITICO

LA RICOSTRUZIONE DELLA RELIGIONE DEL NEOLITICO

Molti libri sono stati scritti sulla religione del neolitico, un tempo in cui si venerava una Dea e una moltitudine di Dei maschi, visti come suoi consorti o figli; ma come è possibile oggi, in un'epoca così lontana e diversa, ricostruire i contorni di una spiritualità antica senza avere testi sacri o scritture? Come possiamo ascoltare le voci di un popolo che non ha lasciato parole scritte? La risposta non risiede in una semplice equazione archeologica ma in un atto di profonda intuizione spirituale e di ascolto; non stiamo semplicemente risolvendo un puzzle a pezzi mancanti, stiamo praticando una forma di ricordo sacro, un riannodare i fili di una conoscenza istintuale che giace dormiente dentro di noi; archeologi, antropologi e storici delle religioni sono, in un certo senso, i nostri moderni sciamani, attraverso metodologie sofisticate essi interpretano schemi di antichi insediamenti, reperti in terracotta, incisioni sulle ossa degli animali e decifrano un linguaggio simbolico universale lasciato dai nostri avi sulle rocce. Quello che emerge è la rivelazione di una spiritualità immanente, una spiritualità in cui gli Dei non erano rinchiusi in un cielo lontano ma pulsavano nella terra, scorrevano nei fiumi, germogliavano nei semi e splendevano nel Sole e nella Luna; il Divino era il respiro stesso del mondo. Ricostruire la religione del neolitico non serve solo per scrivere qualche pagina sui libri di storia, per i neopagani è un atto di riconnessione; significa ricordare che i nostri avi non pregavano un Dio separato dalla creazione ma abitavano all'interno di un cosmo vivente e sacro, vivevano immersi negli Dei; è un invito a guardare alla Luna piena e vedere il volto della Dea, a toccare un albero e sentire la forza del Dio, a sentirli nell’aria attorno a noi e dentro di noi, è un invito a comprendere che la spiritualità non sta scritta in un libro ma deve essere vissuta.

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Conversazione sul Risorgimento europeo

Conversazione sul Risorgimento europeo

Il prossimo 11 dicembre sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversione sul tema “Lajos Kossuth e Giuseppe Mazzini” , organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” e dal Centro studi italo-ungherese “Árpád” di Reggio Calabria. Tenuto conto della valenza e dell’alto significato storico-culturale, l’incontro ha ricevuto per tali motivazioni, l’Alto Patrocinio dell’Ambasciata di Ungheria. La manifestazione, come evidenziato nel testo epistolare da parte del Primo Consigliere Dott. Zoltán Adány della Ambasciata di Ungheria, inviato alle due co-associazioni reggine, rappresenterà un autorevole contributo alla promozione del dialogo interculturale e offrirà spunti e riflessioni molto interessanti su un periodo storico di grande fermento e di profonde trasformazioni politiche, sociali e culturali. Nel corso dell’incontro, organizzato dalle due co-associazioni reggine, si registrano le presenze del Primo Consigliere Dott. Zoltán Adány della Ambasciata di Ungheria, di Pietro Finelli (Direttore “Domus Mazziniana” Pisa); Gianni Aiello (Presidente Circolo Culturale “L’Agorà”) ed Antonino Megali (Vice presidente Circolo Culturale “L’Agorà”). La conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da giovedì 11 Dicembre.

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Una canzone dedicata a Emanuela Orlandi. Simone Riva canta “La città che non parla”

Una canzone dedicata a Emanuela Orlandi. Simone Riva canta “La città che non parla”

Una canzone per ricordare, per non dimenticare e per dare voce a un dolore che attraversa le generazioni. L’appassionato cantante Simone Riva annuncia l’uscita di “La città che non parla”, un brano profondamente emotivo dedicato alla memoria di Emanuela Orlandi, la quindicenne scomparsa il 22 giugno 1983 e mai più ritrovata. «Guardando la televisione da bambino appresi la notizia della scomparsa di Emanuela Orlandi - racconta Riva -. Un episodio che non ha segnato soltanto l’Italia, ma anche me, in modo profondo. Questa inquietudine l’ho portata dentro fino ad adesso». La canzone nasce proprio da questo sentimento: un’urgenza espressiva, un bisogno di trasformare in musica la memoria di una storia che rimane una ferita aperta nel cuore della nazione. Simone Riva sottolinea come il brano, con un testo scritto di suo pugno, non sia soltanto un omaggio alla giovane Emanuela, ma anche un pensiero rivolto ai suoi familiari, che da oltre quarant’anni portano avanti una battaglia di verità e giustizia. «Voglio dedicare questa canzone alla famiglia Orlandi, che ha vissuto indicibili sofferenze», precisa l’artista. “La città che non parla” è un viaggio sonoro dentro una storia piena di interrogativi. Il testo, carico di immagini evocative, alterna nostalgia, dolore e speranza, chiedendo con voce insistente: “Emanuela, dove sei?”. Una domanda che risuona ancora oggi, come una eco collettiva che non vuole spegnersi. Hanno collaborato alla realizzazione del brano l’arrangiatore e polistrumentista Nicola Ursino, ideando e realizzando interamente la parte musicale; il chitarrista autodidatta Christian Fabiano con un contributo prezioso della sua sei corde; Massimo Pezzoni, poeta e vincitore del Premio Giotto, che ha prestato la voce alla parte introduttiva; Enrico Riva, padre dell’artista, che si è occupato della fotografia. Biografia Simone Riva, classe 1972, ha cominciato a svolgere attività di volontariato, raccogliendo i rifiuti abbandonati, a partire dai cinque anni d’età, dopo che il nonno paterno lo ha rimproverato per aver gettato una bottiglietta di plastica nel camino. Dal 2011 la sua storia di ecologista convinto diventa pubblica, con l’interessamento di giornali, radio e televisioni e la realizzazione di innumerevoli servizi. Per la sua dedizione all’ambiente ha ricevuto oltre venti targhe comunali, un riconoscimento da Regione Lombardia e il prestigioso “Panettone d’oro”, premio alla virtù civica. È inoltre detentore di un record mondiale: dopo la raccolta rifiuti sugli scogli di San Mauro Mare per 25 ore filate e a Mediglia per 30 ore consecutive, nell’autunno 2022 ha siglato l’ultimo record di 50 ore non stop, ottenendo anche una targa ufficiale dal Comune di Peschiera Borromeo. Simone Riva tra il 2022 e 2025 ha inciso diverse canzoni: “Bacchespani”, “Porsea”, “Non abbandonare il cane”, “E invece no”, “La ciappana”, “Giuà l'ucuturash”, “Forse il tuo pisello non lo sa”, “No to violence” della durata record di un solo in un secondo, “L’isola che c’è” per denunciare il problema della plastica in mare, “Miagolandia” dedicata ai gatti trovatelli e al prezioso lavoro dell’omonima Onlus di Mediglia e la cover “Rock'n'Roll Robot” di Alberto Camerini.

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Voglio farmi guardare la fica aperta da tutti

Voglio farmi guardare la fica aperta da tutti

Sono una ragazza monellina e mi piace molto stare senza mutandine con le gambe aperte.. E pensare che tanti ragazzi mi guardano la figa aperta

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Smart city e efficienza energetica: torna Smart Building Expo 2025

Smart city e efficienza energetica: torna Smart Building Expo 2025

A Fiera Milano, dal 19 al 21 novembre, torna Smart Building Expo 2025, l’evento dedicato alla transizione digitale ed ecologica dell’edilizia. Professionisti e aziende si incontrano per condividere idee e tecnologie al servizio della smart city del futuro. Manca poco all’apertura di Smart Building Expo 2025, la manifestazione internazionale organizzata da Fiera Milano e Pentastudio dedicata all’innovazione tecnologica, all’efficienza energetica e all’integrazione dei sistemi. Dal 19 al 21 novembre 2025, progettisti, ingegneri, installatori, imprese e stakeholder pubblici e privati si incontreranno nei padiglioni di Fiera Milano – Rho per confrontarsi sulle nuove sfide della transizione energetica e digitale. Con un’esposizione in crescita del 20% rispetto alla scorsa edizione, SBE 2025 ospiterà numerosi protagonisti dell’industria e della system integration, tra cui ABB, Adeogroup, Eelectron, Finder, Gewiss e Vimar, e offrirà un ricco programma di workshop, eventi formativi e incontri B2B, costruito per coniugare aggiornamento tecnico e opportunità di business. Un’agenda su tre giorni per raccontare l’evoluzione dell’energia urbana Smart Building Expo 2025 si articolerà in tre giornate tematiche, con focus complementari sui grandi pilastri della twin transition: decarbonizzazione, elettrificazione e digitalizzazione urbana. Il 19 novembre si aprirà con un workshop istituzionale sull’EPBD IV, la nuova direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici, promosso da MASE, ANCE, ANIE e Adiconsum, per analizzare il quadro normativo e gli impatti sui prossimi investimenti pubblici e privati. Alle ore 14.00 è attesa anche la tavola rotonda promossa da CNPI e Fondazione Opificium sul Conto Termico 3.0, in vigore da dicembre, per analizzare il ruolo dei professionisti e delle imprese nella riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, con particolare attenzione agli strumenti incentivanti e alle opportunità concrete per il settore impiantistico. A seguire, un approfondimento tecnico sui Data Center, in collaborazione con DEERNS Italia, proporrà soluzioni per ridurre l’impatto energetico delle infrastrutture digitali attraverso intelligenza artificiale, immersion cooling e fonti rinnovabili. Il 20 novembre il tema centrale sarà l’elettrificazione degli edifici, con un workshop dedicato al Real Estate e all’impatto della nuova normativa europea sulla valorizzazione immobiliare. Seguiranno due focus verticali: il primo in collaborazione con Prosiel, affronterà la sostituzione degli impianti a gas con sistemi elettrici integrati; il secondo, con il format Hotellerie 4.0, esplorerà le potenzialità della digitalizzazione negli hotel tra qualità dell’aria, automazione e comfort personalizzato. Il 21 novembre si passerà dalla scala dell’edificio a quella della città. Con il workshop From Building to City, realizzato con Smart Buildings Alliance, si discuterà di smart city, interoperabilità e digital twin, con al centro la nuova norma UNI 11973-2025, destinata a orientare l’evoluzione intelligente del tessuto urbano italiano. Nella stessa giornata si terrà anche il Meeting Nazionale Smart Installer, che ospiterà il progetto europeo LIFE-SKEMA, dedicato alla formazione tecnica per la twin transition, con ENAIP come capofila. Le quattro Piazze dell’Innovazione Cuore pulsante dell’area espositiva saranno anche quest’anno le Piazze dell’Innovazione, veri e propri hub tematici per l’approfondimento e il networking. A firmare i contenuti delle quattro aree saranno Smart Buildings Alliance (SBA) con From Building to City, AIBACS con la Piazza della Building Automation, KNX Italia con la Piazza dell’Integrazione e Rinnovabili con il Rinnovabili District, lo spazio interamente dedicato alla sostenibilità energetica e alle tecnologie emergenti. Torna il Rinnovabili District Anche nel 2025 il Rinnovabili District si conferma come uno spazio dinamico di confronto tra imprese, istituzioni, ricerca e professionisti. Tre giornate di talk, panel tecnici e momenti di networking animeranno un’area immersiva dedicata all’innovazione energetica e urbana. Mercoledì 19 novembre Focus su energie rinnovabili e modelli energetici emergenti: produzione distribuita, prosumer, multiutility e digitalizzazione dell’energia. Speaker confermati: ENEL X, RSE, IREN Mercato, Italia Solare, R2M Solution, Smart Domotic, GSE, LOYTEC, Schneider Electric, Politecnico di Milano, QUMULO. Giovedì 20 novembre Giornata dedicata alle Comunità Energetiche Rinnovabili, alla nuova EPBD IV e all’autoconsumo collettivo. Si discuterà di scalabilità, Smart Readiness Indicator e ruolo dell’EGE. Speaker confermati: E.ON Italia, Rödl & Partner, ENGREEN, EETRA, Consiglio Nazionale Ingegneri, ESCo E2.0, Energy Center del Politecnico di Torino, Asso EGE. Venerdì 21 novembre Al centro: storage, smart grid, idrogeno urbano e infrastrutture per la mobilità elettrica. Approfondimenti su tecnologie di accumulo e città intelligenti. Speaker confermati: PLENITUDE, PRYSMIAN, ECOFLOW, EXIDE TECHNOLOGIES, UFI HYDROGEN, Coordinamento FREE, H2IT. Uno spazio dedicato all’illuminotecnica, grazie alla collaborazione con ASSIL Anche l’illuminazione efficiente sarà protagonista a Smart Building Expo, grazie alla collaborazione con ASSIL, l’associazione confindustriale che rappresenta il settore dei sistemi di illuminazione. Un’area tematica sarà interamente dedicata a questa componente chiave per l’efficientamento energetico degli edifici. Un ecosistema integrato: la proposta di MIBA Il percorso di Smart Building Expo sui temi delle energie alternative e della città sostenibile si inserisce nella visione integrata promossa da MIBA – Milan International Building Alliance, il format fieristico di Fiera Milano che mette al centro l’edificio sostenibile, efficiente e sicuro. SBE si svolgerà infatti in contemporanea con: ● MADE Expo, evento di riferimento per l’edilizia in Italia ● SICUREZZA, tra i principali appuntamenti europei dedicati alla security e alla prevenzione incendi ● GEE – Global Elevator Exhibition, dedicata alla mobilità verticale e orizzontale Una sinergia strategica tra mercati complementari, chiamati a cooperare per costruire il futuro dell’edilizia e delle città intelligenti. Ti aspettiamo dal 19 al 21 novembre 2025 a Fiera Milano. Per ulteriori informazioni: smartbuildingexpo.it Link:rinnovabili.it/green-building/building/smart-building-expo-2025-parte-il-conto-alla-rovescia/

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Pergovetrate di Luigi Pagano: la prima azienda in Sardegna a integrare l’intelligenza artificiale

Pergovetrate di Luigi Pagano: la prima azienda in Sardegna a integrare l’intelligenza artificiale

Pergovetrate di Luigi Pagano: la prima azienda in Sardegna a integrare l’intelligenza artificiale nella progettazione di pergole bioclimatiche e vetrate panoramiche Olbia, Sardegna – 11/11/2025 – L’eccellenza artigianale incontra l’innovazione digitale: Pergovetrate di Luigi Pagano, con sede a Olbia, è la prima azienda in Sardegna ad aver integrato l’intelligenza artificiale (AI) all’interno dei propri processi di progettazione e vendita di pergole bioclimatiche, verande e vetrate panoramiche su misura. Un passo tecnologico pionieristico, reso possibile grazie alla collaborazione con Cleantech-Olbia.it , società innovativa specializzata in soluzioni digitali e automazione intelligente per imprese. Intelligenza Artificiale e Design: un binomio vincente Pergovetrate ha rivoluzionato il concetto di progettazione outdoor introducendo un sistema basato su AI e render 3D fotorealistici. Il cliente può oggi dare una foto della propria casa, giardino o attività e vedere in tempo reale come apparirà la pergola bioclimatica o la vetrata panoramica installata nel suo spazio. Un’innovazione che lascia ogni cliente sbalordito e pienamente soddisfatto, offrendo un’esperienza visiva precisa, emozionale e personalizzata. Grazie a questa tecnologia, l’azienda ha aumentato il volume di lavoro, migliorato l’efficienza interna e portato la customer experience a un livello mai visto prima in Sardegna. “Ogni volta che mostriamo un render, il cliente resta a bocca aperta. Grazie all’intelligenza artificiale implementata da Cleantech-Olbia.it, possiamo mostrare in anteprima il risultato finale, creando fiducia e trasparenza. È il futuro del nostro settore”, spiega Luigi Pagano, fondatore e titolare di Pergovetrate. Pergole bioclimatiche e vetrate panoramiche Made in Italy Il sito ufficiale pergovetrate.it presenta un ampio catalogo di prodotti personalizzabili: Pergole bioclimatiche in alluminio o legno con lamelle orientabili, automatizzate e resistenti agli agenti atmosferici. Vetrate panoramiche scorrevoli o impacchettabili, completamente trasparenti e senza profili verticali. Coperture e chiusure per terrazze, giardini e locali commerciali, perfette per tutte le stagioni. Tutte le strutture sono realizzate con materiali certificati e 100% Made in Italy, con un occhio attento alla sostenibilità, efficienza energetica e design contemporaneo. Un sito intelligente e interattivo Il portale pergovetrate.it è tra i più avanzati del settore in Italia. Integra un assistente virtuale multilingue capace di rispondere automaticamente alle domande dei clienti, fornire preventivi personalizzati, fissare sopralluoghi gratuiti in tutta Italia e persino generare render fotorealistici in tempo reale. Un sistema creato in collaborazione con Cleantech-Olbia.it, che dimostra come la tecnologia AI applicata al design e all’architettura possa migliorare concretamente l’esperienza d’acquisto. Espansione e visione Guardando al futuro, Luigi Pagano promette che Pergovetrate continuerà a migliorare e innovare, facendo dell’intelligenza artificiale un punto di riferimento per la soddisfazione del cliente. “Vogliamo che i nostri clienti vedano con i propri occhi prima di acquistare,” spiega Pagano. “Il nostro obiettivo è che rimangano veramente soddisfatti, perché il nostro lavoro è proprio questo: farli sentire felici. Oggi, grazie al render, ogni cliente può vedere la sua foto con le nostre pergole o vetrate in qualsiasi condizione atmosferica — pioggia, neve, sole o vento — e questo rende tutto più realistico e coinvolgente. Ma non ci fermeremo qui: presto aggiungeremo molte altre funzioni che ci permetteranno di soddisfare ancora di più le loro richieste.” Con questa visione, Pergovetrate di Luigi Pagano si conferma non solo un marchio di qualità, ma anche un simbolo di innovazione e avanguardia tecnologica in Sardegna e in Italia. Informazioni e contatti Pergovetrate di Luigi Pagano 📍 Sede: Olbia, Sardegna (Italia) 🌐 Sito web: pergovetrate.it 📞 Telefono: +39 349 1165020 📧 Email: info@pergovetrate.it Partner tecnologico AI: Cleantech-Olbia.it

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