Intervista al Cantautore Marco Profeta Quale delle tue canzoni senti più vicina alla tua identità artistica? Ognuna delle mie canzoni ha un significato specifico, quindi è un po' come scegliere tra i figli quale sia il preferito, non saprei esattamente quale scegliere, sicuramente mi trovo nella condizione di poter dire che ogni canzone rappresenta un pezzo di me e più sono recenti le canzoni più le sento vicine al mio modo di essere di quel momento lì, cioè sono come delle fotografie che poi tengo nel cuore e che poi ogni volta che le ascolto rievocano delle cose, però ecco, ognuna ha una sua specificità, quindi oggi direi “Le cose che non hai”, che è l'ultima canzone che è uscita e quella che sento più vicina. Come concilia la tua carriera professionale con quella musicale? Allora, faccio tanta fatica perché le ore di lavoro sono sempre tantissime, io mi occupo soprattutto di diritto di famiglia e minori, è un lavoro che mi appassiona tantissimo, è un lavoro dove si raccolgono tante storie e poi questo è un gancio per raccontare le storie nelle mie canzoni, per avere questi momenti, ovviamente il momento in cui io scrivo le canzoni o creo o mi dedico alla parte artistica è sempre un momento, diciamo che è extra lavoro, quindi o la sera o nel weekend. "Le cose che non hai" parla di sentirsi fuori posto, cosa ti ha ispirato a scriverla? “Le cose che non hai” è una canzone che nasce per dall'ispirazione su un tema molto particolare che è quello dell'incongruenza di genere, cioè di quando una persona non si sente in linea, non sente la sua identità interiore in linea con la sua identità corporea e quindi questo è un tema che poi viene ultimamente forse trattato in maniera solo parziale, non approfondita e che può avere invece una miriade di risvolti. Poi, una volta che ho scritto la canzone, mi sono reso conto, facendola ascoltare, alle persone più vicine a me per sapere cosa ne pensassero e cosa provassero ascoltando la canzone, tutti mi hanno detto che questa canzone parla di un disagio profondo e chi in un modo, chi nell'altro lo ha vissuto. Quindi in realtà mi sono reso conto dai riscontri avuti, dai tanti “Anch’io mi sento così”, ed questo è il miracolo della musica, dell’universalità di questa canzone che parla di un disagio che si può provare in tanti modi, in tante età e in tante fasi, più totalizzanti o meno. Puoi raccontarci il processo creativo di “Amore in carne e ossa”? “Amore in carne e ossa” lo dice un po' il titolo, parla dell'amore concreto che al di là di tutto quello che ci hanno insegnato e raccontato nella vita rispetto ai felici e contenti, quelle storie da cinema bellissime che sono belle quando sono al cinema, poi nella vita reale c'è ben altro e quindi ho voluto solo raccontare l'amore per come lo vivo io, per come ho avuto la fortuna di viverlo, soprattutto adesso in questi ultimi anni, quindi in senso molto totalizzante e molto pratico. L'ho immaginato come una danza folle in un posto segreto dove ci sono solo le due persone, proprio lì dove puoi essere te stesso, dove puoi sbagliare, dove puoi fare mille errori e anche quei mille errori con l'amore, con la volontà di condividere la vita con l'altra persona fanno parte proprio del processo d'amore, quindi l'amore è anche questo. Infatti c'è un passaggio della canzone dove dico “quanti sbagli aggiungeremo alla nostra vita” e l'ho paragonato all'oro che viene utilizzato nella cultura orientale. Quando si rompe un vaso gli orientali non lo buttano, lo riparano e le giunture dei vari pezzi staccati le uniscono con l'oro, a segno di quanto sia prezioso quel vaso anche rotto e quanto sia importante ricongiungere e ricostruire. Ecco io ho pensato un po' all'amore anche come questo, gli sbagli sono delle cicatrici che possono però essere dorate, pensate come se fossero quell'oro che va a ricostruire e sempre a tenere saldo un rapporto, quindi un rapporto reale, di questo ho parlato in “Amore in carne e ossa”. C'è stato un messaggio, un incontro con un tuo fan che ti ha colpito particolarmente? Allora, sì, a me colpiscono tante persone, soprattutto una cosa che è successa inaspettata è bellissima, un gruppo di ragazzi che io conosco e che casualmente entrarono due anni fa ad un mio concerto in teatro, assistettero a questo concerto ma c'erano, capitati per caso, non ci conoscevamo e loro stessi mi dissero: “siamo entrati incuriositi e siamo rimasti fino alla fine, ci hai colpito al cuore” e da allora quei ragazzi mi seguono con grandissimo sentimento, addirittura qualche mese fa hanno fondato il mio Fan Club che è una cosa che ti dico mi fa veramente sorridere, però è una manifestazione d’affetto si scrivono i testi delle canzoni, riflettono, ogni tanto mi inviano dei messaggi dove mi dicono: “Sai questa canzone rispecchia proprio la mia vita in questo momento”... e questo piccolo fan club sta crescendo perché sono “contagiosi” e quindi portano persone ai concerti ed è una cosa che mi fa stare bene perché io con la musica voglio comunicare e quindi questo significa proprio comunicare, quindi questa è la cosa che porto più grande nel cuore. La musica è stata parte integrante della tua vita familiare fin da bambino, vuoi dirci di più? Penso alla musica come ad uno dei sensi umani, nel senso che così come se io ti chiedessi a cosa vuoi rinunciare all'udito, alla vista, al tatto, all'olfatto, al gusto, tu mi risponderesti: ”A niente!”, la musica è così per me, è totalmente irrinunciabile, è un senso, è un qualcosa che mi mostra la via quando sono confuso, che mi orienta quando non so dove andare, che mi consola quando sono triste, che mi dà ancora più energia quando sono felice, che mi aiuta a comunicare e ti dico di più, tutti i contatti più belli che ho avuto nella mia vita di amicizia, ma anche di amore sono stati grazie alla musica, grazie alle mie canzoni, e al loro ascolto che ha portato persone a scrivermi, poi ci siamo conosciuti eccetera eccetera eccetera, quindi per me la musica è proprio tutto, irrinunciabile. Progetti per il futuro? Sì, guarda, io ho sempre progetti per il futuro nel senso che continuo a scrivere tante canzoni, continuo a parlare dell'amore, della comunicazione, delle persone e in questo ovviamente tornerò in teatro all'inizio dell'anno prossimo, stiamo definendo le date perché io amo ogni, tre o quattro mesi, organizzare un mio spettacolo quindi delle mie canzoni dove c'è un fine benefico, totalmente benefico. Lo spettacolo consiste appunto in un mio concerto, ma è anche un momento di riflessione. Quindi ci sono degli attori, c'è una compagnia di danza che mi aiuta ed è un momento per radunare tante anime, fare del bene e io continuerò, finché avrò fiato, finché avrò possibilità a farlo. Questa è una cosa che mi piace moltissimo. E poi da ultimo tra i progetti appena nati, barra futuri, ne ho uno televisivo, io ho già avuto un’esperienza televisiva, sono stato inviato per Sky durante la pandemia nel 2020 su TV8 e ora sono tornato in una televisione regionale, qui nel Lazio, Canale 10, dove ho una piccola rubrica che si chiama “La visione del profeta” dove commento delle notizie. Quindi anche questo è un nuovo progetto artistico, del quale sono particolarmente contento, anche perché la famiglia di Canale 10 è veramente una casa, piena di persone molto accoglienti, molto belle. Non perdere nulla, segui Marco Profeta e resta sempre aggiornato. Articolo: Dott.ssa Mietto Elisa Dirigente del servizio: Ufficio Stampa & Produzioni MP di Salvo De Vita Resp. e Tutela Immagine: Dott. Salvo De Vita Distribuzione Nazionale Digitale: Urban Dream di Mietto Elisa